PARLIAMO DI VALICHI IN LOMBARDIA
- Pubblicato in Il caffè di Cacciando
E’ dei primi di maggio la sentenza del Tar di Milano che impone a regione Lombardia di istituire 475 valichi da inibire all’attività venatoria.
Si tratta di una decisione senza precedenti in Italia o, addirittura, in Europa, considerato che nelle direttive comunitarie non vi è traccia di un istituto simile.
Infatti, la legge 157/92 che regola l’attività venatoria contiene l’articolo 21 comma 3 che recita;” La caccia è vietata su tutti i valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell'avifauna, per una distanza di mille metri dagli stessi”, per la precisione tutte le forme di caccia.
Il contenzioso ha origini lontane, oltre 25 anni di ricorsi di una sigla animalista o, meglio, anticaccia, che puntava a ratificare inizialmente una cinquantina di siti.
A questo numero abnorme si è arrivati dopo che i giudici hanno affidato un lavoro di ricerca ad un “commissario ad acta” che si è avvalso del contributo di tecnici Ispra.
Quando si parla di caccia Ispra è una garanzia!
La relazione tecnica, in realtà, non ha saputo quantificare rotte migratorie, flussi e specie, si è basata esclusivamente su dati bibliografici, inanellamenti, ma soprattutto la presenza di appostamenti fissi di caccia in prossimità di luoghi che avessero un toponimo similare a valico (tipo; passo, sella, foppella, ecc).
Tanto è bastato per identificare 475 località per le quali in un raggio di 1.000 mt non si potrà praticare nessuna attività di caccia.
Stupisce, (o forse no) che le province di Brescia e Bergamo, notoriamente e storicamente dedite prevalentemente alla caccia al capanno, hanno il triste primato di aver meritato quasi il 70% dei valichi totali (ben 318), mentre nella provincia di Sondrio, che a rigor di logica è situata a ridosso delle Alpi, sono stati individuati solamente 15 valichi. Il motivo? E’ presto detto, in Valtellina la caccia più diffusa è alla tipica alpina o a cervi e camosci, mentre alla migratoria da appostamento fisso è estremamente rara; quindi, niente capanni, niente valichi!
Il risultato è che in alcuni territori collinari o montani non è rimasto uno spazio cacciabile, e quando dico nessuno è proprio così!!
Il prossimo passo prevede che Regione Lombardia ricorrerà al Consiglio di Stato, e tra i ricorrenti ci saranno anche i legali delle principali Associazioni Venatorie, fra cui Arci Caccia.
Attendiamo con ottimismo gli sviluppi.