Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Marco Fiore

Marco Fiore

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

PARLIAMO DI VALICHI IN LOMBARDIA

 

E’ dei primi di maggio la sentenza del Tar di Milano che impone a regione Lombardia di istituire 475 valichi da inibire all’attività venatoria.

Si tratta di una decisione senza precedenti in Italia o, addirittura, in Europa, considerato che nelle direttive comunitarie non vi è traccia di un istituto simile.

Infatti, la legge 157/92 che regola l’attività venatoria contiene l’articolo 21 comma 3 che recita;” La caccia è vietata su tutti i valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell'avifauna, per una distanza di mille metri dagli stessi”, per la precisione tutte le forme di caccia.

Il contenzioso ha origini lontane, oltre 25 anni di ricorsi di una sigla animalista o, meglio, anticaccia, che puntava a ratificare inizialmente una cinquantina di siti.

A questo numero abnorme si è arrivati dopo che i giudici hanno affidato un lavoro di ricerca ad un “commissario ad acta” che si è avvalso del contributo di tecnici Ispra.

Quando si parla di caccia Ispra è una garanzia!

La relazione tecnica, in realtà, non ha saputo quantificare rotte migratorie, flussi e specie, si è basata esclusivamente su dati bibliografici, inanellamenti, ma soprattutto la presenza di appostamenti fissi di caccia in prossimità di luoghi che avessero un toponimo similare a valico (tipo; passo, sella, foppella, ecc).

Tanto è bastato per identificare 475 località per le quali in un raggio di 1.000 mt non si potrà praticare nessuna attività di caccia.

VALICO 1

Stupisce, (o forse no) che le province di Brescia e Bergamo, notoriamente e storicamente dedite prevalentemente alla caccia al capanno, hanno il triste primato di aver meritato quasi il 70% dei valichi totali (ben 318), mentre nella provincia di Sondrio, che a rigor di logica è situata a ridosso delle Alpi, sono stati individuati solamente 15 valichi. Il motivo? E’ presto detto, in Valtellina la caccia più diffusa è alla tipica alpina o a cervi e camosci, mentre alla migratoria da appostamento fisso è estremamente rara; quindi, niente capanni, niente valichi!

Il risultato è che in alcuni territori collinari o montani non è rimasto uno spazio cacciabile, e quando dico nessuno è proprio così!!

VALTELLINA

Il prossimo passo prevede che Regione Lombardia ricorrerà al Consiglio di Stato, e tra i ricorrenti ci saranno anche i legali delle principali Associazioni Venatorie, fra cui Arci Caccia.

Attendiamo con ottimismo gli sviluppi.

 

 

CONVEGNO SULLA BECCACCIA

  • Pubblicato in Notizie

Lo scorso venerdì 23 maggio 2025 si è tenuto a Torrazza Coste (PV) il convegno “La Beccaccia: situazione nazionale e regionale”, iniziativa perfettamente organizzata da ERSAF – Regione Lombardia con relatori d’eccezione. Ha introdotto i lavori il Direttore Generale ASAF dott. Andrea Massari a cui è seguito l’intervento del Presidente ERSAF dott. Fabio Losio che ha puntualizzato come la gestione delle risorse forestali montane della Lombardia abbiano un ruolo primario nel mantenimento degli habitat favorevoli alla fauna nonostante l’impatto dei cambiamenti climatici.

Paolo Pennacchini, FANBPO presidente della FANBPO, la Federazione delle Associazioni Nazionali dei Beccacciai del Paleartico Occidentale, ha poi approfondito lo stato di conservazione della beccaccia: studio e monitoraggio in Europa

Il dott. Michele Sorrenti Coordinatore scientifico dell’Ufficio Studi e Ricerche Federcaccia  ha illustrato i risultati delle ricerche realizzate, che hanno consentito di verificare non solo lo stato di salute di questo mitico selvatico ma anche i fenomeni migratori svelati dai dati forniti dalla telemetria satellitare e la raccolta delle ali.

Marco Ferretti e Massimo Taddei di Regione Toscana ha analizzato Il progetto interregionale di monitoraggio della beccaccia con cane da ferma che attraverso l’opera dei volontari consente di mappare la consistenza e la localizzazione della specie.

Monitoraggio in Lombardia: i risultati dei primi tre anni Il dott. Marco Tuti – FIBEC (Federazione Italiana Beccacciai) ha mostrato i dati emersi dai monitoraggi svolti in Lombardia che hanno consentito di documentare come la migrazione della beccaccia concentri il suo picco a metà del mese di marzo, smentendo il dogma che da gennaio la specie si trovi in fase di migrazione pre nuziale.

Massimo Marracci al termine ha concluso i lavori coordinando una tavola rotonda con i relatori ed i rappresentanti delle Associazioni Venatorie presenti Arci Caccia, Federcaccia e Associazione Nazionale Libera Caccia.

Folta la partecipazione interessata in platea.

Un plauso per l’organizzazione alla dott.ssa Francesca Meriggi ed alla competenza nella gestione dei lavori di Massimo Marracci .beccaccia

ATTACCO A FORT APACHE!

forte apache

Ancora non si conoscono i contenuti della modifica alla legge 157/92 che il Governo intende proporre, che le associazioni animaliste ben supportate da autorevoli quotidiani, hanno iniziato a suonare le trombe del giudizio universale.

Le interpretazioni strumentali e provocatorie si sprecano; la proposta (perché di proposte si tratta e soggetta a chissà quante possibili modifiche prima dell’ipotetica approvazione) ancora sconosciuta nei dettagli  viene definita: “un testo intriso di ideologia ed estremismo filo-venatorio che di fatto regala ai cacciatori la fauna selvatica e le aree naturali”.

Si citano ad esempio fra “i principali orrori”

  • estensione delle aree cacciabili, riducendo e in alcuni casi azzerando le regole e i divieti.
  • riapertura degli impianti di cattura dei richiami vivi
  • le specie che possono essere catturate passano da 7 a 47
  • caccia nelle aree demaniali come spiagge ecc
  • nessun limite alla costruzione di nuovi appostamenti fissi di caccia
  • Gare di caccia con cani e fucili consentite anche di notte e nei periodi di nidificazione.
  • caccia In aree private esercitata senza regole.
  • periodi di caccia estesi oltre il periodo di migrazione prenuziale e nidificazione)
  • possibile l’aumento delle specie cacciabili
  • La caccia sarà consentita anche dopo il tramonto

E per concludere, sostengono

  • Le guardie giurate di banche e supermercati potranno uccidere animali.

Insomma, direi che il copione è il solito, intriso di interpretazioni fuorvianti, imprecise e ovviamente parziali, per continuare ad alimentare il rifiuto di accettare che l’attività venatoria ha un valore nella gestione dell’ambiente e con un impatto insignificante. E’ più facile scagliarsi su una piccola parte che affrontare il veri problemi che affliggono la tanto decantata biodiversità.

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura