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Luca Gironi

Luca Gironi

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FIOCCHI A HIT SHOW CON LA NUOVA LINEA CARABINA CACCIA

 

Una rinnovata veste grafica e l’affidabilità del Made in Italy e di oltre 140 anni di storia. Si presenta così, a HIT Show 2018, la nuova linea Carabina Caccia di Fiocchi Munizioni, già disponibile sugli scaffali delle armerie di tutta Italia.

Alla fiera di Vicenza, dall’10 al 12 febbraio, appassionati e visitatori potranno scoprire la nuova identità della linea, dove l’utilizzo di una gamma di colori diversi aiuterà a distinguere le diverse tipologie di palla: EPN, Freccia Nera, HPBT e Soft Point.

Sette i calibri disponibili: 222 Remington, 223 Remington, 243 Winchester, 270 Winchester, 308 Winchester, 30-06 Springfield and 300 Winchester Magnum.

La nuova linea è interamente prodotta in Italia ed è destinata a crescere in ampiezza con altri calibri europei previsti.

“Invitiamo tutti i visitatori di HIT 2018 a venirci a trovare allo stand - affermano il Presidente Stefano Fiocchi e il Direttore Commerciale Marzio Maccacaro - sarà un piacere per noi accompagnarli alla scoperte del mondo Fiocchi, rispondere alle loro domande ed esaudire le loro richieste”.

FIDC BRESCIA: I CACCIATORI REPLICANO ALLA POLEMICA SUI CINGHIALI

Vogliamo rispondere, privi di ogni spirito polemico, alle illazioni e alle offese fatte al mondo venatorio nell’articolo di lunedì 5 febbraio dal titolo “Cinghiali, emergenza che lascia perplessi” a firma delle più note sigle animaliste, Legambiente esclusa. L’inizio dell’articolo non lascia dubbi sulle sue finalità “La falsità, ideologica e scientifica, sembra l’unico strumento al quale le associazioni venatorie sanno ricorrere quando devono difendere tesi indifendibili”. La tesi di chi scrive sarebbe quella che, attraverso i contenimenti dei cinghiali, autorizzati dalla Regione Lombardia e oggi dalla Prefettura di Brescia, i cacciatori vorrebbero prolungare la stagione venatoria. A noi non interessa offendere chi non la pensa come noi ma vorremmo far capire a chi legge il nostro quotidiano che le persone autorizzate agli abbattimenti sono poche decine, sempre coordinate dagli agenti della Polizia Provinciale su incarico del loro Comandante e devono essere in possesso di precise abilitazioni. Non solo, dopo le ultime polemiche, il Prefetto ha deciso di prendere in mano la situazione e si farà carico, con gli organi competenti di polizia, di emettere precisi ordini di servizio per questi operatori specificando inoltre che non si tratta di attività venatoria ma di sostegno agli interventi di contenimento. I cacciatori però, hanno deciso che aspetteranno la conclusione delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica, avendo fiducia nella stessa in modo che poi non ci siano più polemiche di sorta. Nel frattempo le associazioni ambientaliste o chi per loro sono libere di mettere in atto tutti quei metodi ecologici che a loro parere funzionano benissimo. Per quel che ci riguarda la caccia al cinghiale inizia al 1 ottobre.

CRESCE L’INDUSTRIA ARMIERA MADE IN ITALY, SOSTENUTA DALL’EXPORT

La produzione di armi e munizioni per uso civile, sportivo e venatorio in Italia vale 7 miliardi 293 milioni di euro corrispondenti allo 0,44% del Pil nazionale, con 87.549 occupati, cioè lo 0,56% di lavoratori totali italiani e lo 0,69% degli occupati nell’industria manifatturiera e nel terziario. Il settore produttivo di armi e munizioni cresce del 19% rispetto al 2010, trainato dall’export che incide per il 90,3% (+6,3% rispetto al 2010).

I dati emergono dalla ricerca realizzata dalla Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”, coordinata da professori Fabio Musso, Marco Cioppi, Barbara Francioni e Ilaria Curina che sarà presentata domani a Vicenza, all’interno di HIT Show. La ricerca fotografa il settore a distanza di 7 anni dagli ultimi dati disponibili, risalenti al lontano 2010.

Il valore economico del settore (produzione di armi e munizioni, compreso il sistema di fornitura e i distributori) ammonta ad oltre 909 milioni di euro (+20% rispetto al 2010, trainato dall’esportazione), con un impatto stimato di oltre 759 milioni di euro. Tuttavia cala il valore dei settori collegati alla domanda finale di prodotti e servizi da parte di cacciatori e tiratori sportivi che si attesta su 3 miliardi e 300 milioni euro (-16% rispetto al 2010). Sul valore complessivo del settore pari a € 7 miliardi e 293 mila euro pesa infatti rispetto al 2010 l’effetto del calo dell’indotto tutto ascrivibile al mercato domestico legato ad attività venatorie e sportive. Su questi comparti ha agito la crisi ma anche una legislazione che penalizza il settore in Italia, rispetto ad altri paesi.

Secondo la ricerca dell’Università marchigiana attualmente le imprese operanti in questo comparto sono 2.334, in crescita del 3% rispetto al 2010. Il numero di addetti del settore è di 11.433, in crescita dello 0,7% rispetto al 2010. Tuttavia la somma complessiva degli addetti compresi i settori collegati e l’indotto passa 94.264 del 2010 agli 87.549 attuali (-7,1%). Anche questo dato è da leggere alla luce della diminuzione del valore totale dell’indotto come già indicato.

“La ricerca dell’Università di Urbino quantifica scientificamente il valore del’industria armiera – ha commentato Stefano Fiocchi, Presidente ANPAM – che rappresenta un’autentica eccellenza nel panorama industriale, espressione della manifattura made in Italy, trainata dall’export. E’ una industria sana che cresce di valore di occupazione e di produttività e il mercato estero ce lo riconosce, continuando a considerarci un punto di riferimento. Gli unici dati con il segno meno riguardano il mercato italiano dell’indotto legato alle attività venatorie e sportive. Basterebbe allineare il sistema italiano a quello degli altri paesi europei per ridare ulteriore linfa al comparto – continua Fiocchi – che tra l’altro afferma da decenni la sua leadership internazionale nella produzione per uso sportivo. Nelle ultime quattro edizioni dei Giochi Olimpici – conclude Fiocchi – su 63 medaglie assegnate nelle diverse specialità del tiro a volo ben 61 sono state vinte con fucili e 51 con munizioni italiane, una eccellenza indiscussa a livello mondiale”.


(www.ladeadellacaccia.it)

A Pianosa si stanno abbattendo fagiani e pernici. Non era meglio catturarli?

Sull'isola di Pianosa, è in atto un progetto di reintroduzione della pernice rossa di ceppo italico. Opera sicuramente meritoria che fa parte di un più ampio progetto life, che punta a eliminare dall'isola tutti gli alieni, sia animali che vegetali. Prima di immettere i capi del progetto, devono essere rimossi i numerosi fagiani e pernici (che dovrebbero essere ibride) presenti sull'isola. Nello scorso anno un po' di fagiani sono stati catturati con la collaborazione dei cacciatori, ma adesso si è deciso di abbattere le centinaia di capi di qualità superiore che ancora sono presenti sull'isola  e avrebbero potuto ripopolare zrc e zrv. Forse è il caso di pensarci meglio, e chiedere ancora l'intervento dei volontari del mondo venatorio. Siamo sicuri che, come sempre, lavorebbero gratis molto volentieri. Oltretutto, viene da porsi una interessante domanda. In tutto ciò, dove sono gli ambiental-animalisti, sempre pronti a protestare per ogni sciocchezza?

 

Alleghiamo alcuni articoli che parlano dell'argomento

 

http://www.tenews.it/giornale/2018/02/06/via-i-fagiani-e-gli-ibridi-di-pernice-dall-isola-di-pianosa-73644/

http://www.quinewselba.it/pianosa-no-alla-decisione-di-eradicare-pernici-e-fagiani.htm

 

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