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Luca Gironi

Luca Gironi

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Sardegna: Cacciatori contro gli ATC

I cacciatori sardi, per bocca di Marco Pisanu e Bonifacio Cuccu, presidenti rispettivamente del CPA regionale e dell'Unione cacciatori Sardi, dicono no alla costituzione degli ATC previsti nel nuovo piano faunistico venatorio. La caccia in Sardegna funziona così com'è, non c'è bisogno di importare novità che si sono dimostrate fallimentari nelle altre regioni, affermano ad una voce i due presidenti. Anche la possibilità di cacciare 3 giorni alla settimana, su 5 disponibili, non piace: "La Sardegna" dichiara Pisanu, " è l'unica regione con dagli anni '50 una rigidissima regolamentazione che l'esercizio venatorio a 2 giorni settimanali. Questo ha consentito, contrariamente ad altre regioni, la presenza di selvaggina di pregio ed autoctona."

 

www.unionesarda.it 

La moltiplicazione dei cacciatori

La Toscana si appresta a vivere una fine d'anno movimentata sul fronte degli ATC. Ormai penso che tutti sappiano che la Corte Costituzionale ha bocciato la legge con cui la Toscana aveva riformato gli ATC riconducendoli a dimensioni provinciali e poi suddividendoli internamente in sub ambiti. L'idea non era male, diminuire i comitati per centralizzare i servizi e ridurre i costi; evidentemente però non si poteva fare. Adesso, dopo le sentenze, si apre però la fase successiva, come creare ambiti gestibili e appetibili rientrando nei canoni di legge? Le ipotesi sono le più varie ed ogni soggetto coinvolto ha le sue idee, come è giusto che sia. Mi ha particolarmente colpito, però, un'ipotesi che sembra provenire dal mondo agricolo, a pieno titolo coinvolto nella gestione del territorio. Questa proposta prevede lo spacchettamento degli ATC esistenti in ambiti più piccoli, in parte riunendo territori omogenei e in parte meno. Ma il motivo fondante della creazione di questi microambiti non sembra essere una migliore o più semplice gestione della caccia bensì una questione meramente economica. Infatti, nella mente di chi l'ha ideata, i cacciatori, per continuare a cacciare sugli stessi terreni dovranno pagare più ambiti e quindi sborsare più soldi, mettendo a disposizione risorse per il pagamento dei danni. Facciamoci una domanda però, usando un esempio “agricolo”. Se un agricoltore che vende a 10 euro una bottiglia da un litro, smette di metterla sul mercato sostituendola con il formato da 250 ml, quante possibilità ha di venderne 4,mantenendo il litraggio smerciato se il prezzo continua ad essere di 10 euro al pezzo? Il cacciatore è un appassionato, come l'intenditore di vini, ma se i costi, già adesso esorbitanti, diventano insostenibili, può anche decidere di smettere di bere....

Luca Gironi

Il balzello più pesante? Le tasse per il porto d'armi.

La caccia non è un' attività da prendere alla leggera, dichiara Luciano Ponticelli esperto cacciatore reggiano. Per praticarla occorre superare un esame e per accedere a forme particolari, come quella agli ungulati, frequentare appositi corsi. Anche il costo non è da sottovalutare, infatti, oltre a quello dell'attrezzatura bisogna mettere in conto anche la quota di accesso all'ATC. Ma il balzello più pesante restano i versamenti per il porto d'armi e l'assicurazione obbligatoria che portano via più o meno 370€. Il tutto porta le spese ad un minimo di 500 € annui che se si cacciano gli ungulati possono salire a 900.

www.gazzettadireggio.gelocal.it

Toscana: Novità sulla destinazione dei capi prelevati in controllo

Con una nota della Direzione caccia e sviluppo rurale, la Regione Toscana ha reso pubbliche le possibili destinazioni dei capi abbattuti negli interventi di controllo ai sensi dell'Art. 37 della legge 3/94. Molto interessante è che nonostante sia ribadito che il titolare di detti capi sia l'ATC di competenza, questi possono essere conferiti, oltre che alla filiera, agli agricoltori come parziale indennizzo dei danni subiti e ai cacciatori che partecipano agli interventi come rimborso per le spese e le prestazioni svolte.

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