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Luca Gironi

Luca Gironi

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ARCI CACCIA TOSCANA: torna il Cavallo di Troia?

In questi giorni i soci dell’ARCI Caccia in Toscana sono bersagliati da comunicazioni “ad arte” da parte dei “transfughi”.

Vorrebbero indirizzarli ad altre Associazioni Venatorie chiaramente con l’interessata accoglienza delle beneficiarie.

Tra le falsità ricorrenti che i signori narrerebbero: “l’ARCI Caccia non c’è più”…, consegnando la Tessera dell’ANUU! (offerta in un prendi e vinci, anche una ulteriore tessera regionale).

Ci dispiace per i falsari della comunicazione ma l’ARCI Caccia c’è in Toscana e in Italia, viva e vegeta, svolge attività cinofilo sportive, dà servizi. Ha tutte le sedi attive con le impiegate e gli impiegati dell’ARCI Caccia della Toscana e con tanti straordinari volontari. Tutti operativi in comunione con la Direzione Regionale Toscana a quella Nazionale. Ci siamo e ci saremo al servizio di quanti, iscritti da sempre e nuovi iscritti, in questi giorni e in futuro sceglieranno l’Associazione. Saranno in campo nuovi dirigenti dell’ARCI Caccia insieme a tanti fondatori.

Molte le riunioni che stiamo facendo in preparazione della prossima stagione venatoria e per portare la corretta informazione sulle leggi, sul calendario, per migliorare il funzionamento delle Zone di Ripopolamento e Cattura, per la piccola selvaggina o per affrontare il tema cinghiale confrontandoci con gli agricoltori della CIA. In uno di questi appuntamenti, abbiamo appreso “dalla base” che sarebbe in arrivo una novità-ovvietà, smentibile: i “transfughi” (così detti dalle Associazioni che li accolgono), cambierebbero tessera e non saranno più iscritti solo ANUU ma, da fine luglio, anche Federcaccia.

In un incontro avuto, avrebbero avuto garanzia che possono fare, in alternativa, una tessera Federcaccia.

Nel passato, qualche Organizzazione regionale già consolidata, aveva aderito ad una Associazione Nazionale portando in dote i propri soci.

Per la prima volta nella storia si è concordata l’adesione del contenitore da promuovere, a prescindere dall’essere già un’Associazione rappresentativa di un corpo sociale. L’Associazione Regionale Cavallo di Troia ha avuto, ancor prima di nascere, gli auspici propiziatori del Consiglio Nazionale degli “Dei della Caccia”.

L’ARCI Caccia disturba il manovratore! Altro che unità. C’è la paura, il complesso, di chi può avere idee diverse e le esprime, di chi sceglie liberamente.

Meglio eliminare il confronto anche promuovendo un “Cavallo di Troia”.

Così son fatti!

L’ARCI Caccia è e sarà sempre dalla parte della caccia sociale; prima gli interessi dei cacciatori, specialmente di quelli che hanno meno possibilità. La gestione della fauna selvatica deve essere nel primario interesse del bene comune e dei cacciatori e non della sopravvivenza delle Associazioni. Il modello “Bolzano”, le Riserve Alpine, la gestione delegata all’Associazione unica obbligatoria (nostalgica illusione di monopolio) sono nelle menti di chi è allergico alla libertà costituzionale per le quali un’Associazione non si impone per legge.

Che a chiedere illusoriamente l’affidamento della caccia siano i maggiori artefici (visti i loro numeri) coloro che hanno le più grandi responsabilità dei limiti della caccia odierna, si commenta da solo!

Gli iettatori, che vogliono abolire altre Associazioni per ospitare i soci nell’Associazione di proprietà unica (per sopprimere le critiche e per sostenere la caccia delle riserve alpine, di pianura e di collina), hanno trovato la soluzione più comoda: limitazioni di specie, di spazi più costi. Altro che mobilità ai “migratoristi” in Italia.

All’ARCI Caccia non ci sono predicatori con altra Tessera. Si rassegnino le persone che si autonominano, arrogantemente, di esserne la reincarnazione; non lo sono e, che lo credano, è preoccupante.

Oggi è tutto più chiaro: chi li seguirà, dopo essere stato traghettato nell’ANUU e in FIdC, secondo promesse scritte, in prospettiva, sarà nell’Associazione unica Toscana, sempre della FIdC. A lasciare il mondo venatorio, dovrebbe essere quindi l’ANUU… Con l’“addio”, sarà finalmente “casa comune”. Noi saremo insieme ai tanti cacciatori a valutare quanto il Cavallo di Troia e i suoi sponsor avranno portato bene alla caccia.

ANLC TOSCANA: Ancora scaramucce politiche e a rimetterci sono sempre i cacciatori

Sembra che Leonardo Marras, Capogruppo PD della Regione Toscana, con un inaspettato colpo di mano stia tentando di delegittimare non solo l'Assessore Marco Remaschi, sempre del PD, ma l’intera Giunta Regionale.

In questa lotta intestina – tutta politica, a quanto pare – a rimetterci sono sempre i soliti: i cacciatori.

Nelle segrete stanze del gruppo regionale PD sembra si stia preparando un vero e proprio "Golpe" ai danni del Governo toscano. A guidarlo sarebbe il Capogruppo Pd Marras che sta lavorando ad un emendamento alla ennesima proposta di modifica della leggere regionale sull'attività venatoria che sconfessa il lavoro già svolto dall'assessorato di Remaschi e approvato a maggio dalla Giunta regionale di Enrico Rossi.

La delibera regionale n.27 del 22 maggio 2017 assegna ad ogni Associazione Venatoria e Ambientalista il numero dei relativi rappresentanti per ogni ATC toscano. Il metodo scelto dagli uffici per assegnazione dei seggi è l'Hare, cioè il metodo dei più alti resti, il più proporzionale e più pluralistico tra i metodi per calcolare le rappresentanze, assicurando sia la soddisfazione delle associazioni più grandi che di quelle più piccole che vedono garantita una rappresentanza minima a livello regionale. Questa scelta è coerente anche con il parere giuridico richiesto alla Giunta in materia di criteri di rappresentanza delle associazioni venatorie.

L'emendamento preparato da Marras, invece, mira ad adottare il metodo D'Hondt che premia esclusivamente le associazioni grandi, costringendo di fatto la Giunta non solo ad ammettere di aver sbagliato la propria delibera ma anche a procedere all’annullamento della stessa ripartendo da capo con tutto l'iter complesso per la nuova definizione dei membri degli ATC.

Un lavoro lungo mesi che vedrà i comitati decaduti e quindi magari commissariati in attesa dei nuovi membri, il tutto alla vigilia della nuova stagione di caccia 2017-2018 con inevitabili ricadute sulla gestione venatoria a scapito dei cacciatori ormai vessati dalla burocrazia e da nuove tasse.

Verrebbe così perpetrata una ingiustizia gravissima nei confronti di tutte le altre associazioni venatorie ed ambientaliste che hanno già indicato i nominativi e si sono adeguate alle regole vigenti dettate dalla Regione.

Per intendersi è come se ci fosse stato un concorso pubblico concluso con relativi vincitori e relativa graduatoria pubblicata in gazzetta ufficiale e la stessa amministrazione decidesse, non solo di annullare la procedura concorsuale, ma anche di cambiare i criteri di partecipazione in modo tale che gli attuali vincitori siano matematicamente esclusi dal concorso stesso. Una decisione non frutto di un errore nelle procedure di concorso ma motivata solo allo di favorire alcuni partecipanti piuttosto che altri.

Una vera e propria ingiustizia che non possiamo non segnalare perché è inaccettabile che la politica si presti a questi giochi di interesse.

La Libera Caccia chiede a tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale una riflessione attenta su questa proposta che, se attuata, ci costringerebbe immediatamente a presentare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale avverso l'atto di annullamento della delibera n.27 del 22 maggio 2017.

ANLC LIBERACACCIA SEGRETERIA REGIONALE TOSCANA

Abruzzo: Sui cinghiali è bagarre tra Regione, Atc e Agricoltori e intanto il Tar esamina il ricorso dello scorso anno

Continua il caos sulla gestione dei cinghiali in Abruzzo. Gli agricoltori si schierano con la Regione contro gli ambiti “ribelli” del teramano e Coldiretti ritira i suoi rappresentanti nei comitati di gestione. Intanto arriva la comunicazione che il 27 Ottobre il TAR si pronuncerà sul ricorso al Calendario Venatorio 2016/17 presentato dal WWF e a cui aveva presentato opposizione Arci Caccia assieme ad altre associazioni venatorie. Meglio tardi che mai!!

http://www.cityrumors.it/notizie-regione/abruzzo/485058-caccia-al-cinghiale-copagri-abruzzo-sostiene-la-regione-nel-ricorso-al-tar.html

 

http://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2017/07/17/cinghiali-coldiretti-esce-da-atc-teramo_4eae4326-8a37-4219-89f6-2d4f7b26ea12.html

 

SERGIO BERLATO RISPONDE ALLA FEDERCACCIA DEL VENETO

Ricordo ad Oscar Stella, che è uno dei dirigenti della Federcaccia del Veneto, che è stata proprio la Federcaccia del Veneto, per bocca di un altro suo dirigente regionale, a schierarsi contro la mobilità venatoria in Veneto ed a proporre ricorso presso il Governo.
Ricordo altresì che la Federcaccia del Veneto ha avuto per cinque anni (2010/2015) la possibilità di far approvare una legge sulla mobilità venatoria come volevano i suoi dirigenti, avendo a disposizione l’assessore regionale alla caccia Daniele Stival, uomo di Flavio Tosi, ancora oggi presidente della Federcaccia del Veneto. Mi chiedo come mai non abbiano voluto o saputo fare approvare questa norma nei cinque anni in cui avevano tutti gli strumenti a disposizione. Ricordo altresì che la Corte costituzionale, con sentenza n. 174 del 20 giugno 2017, ha dichiarato incostituzionale non solo l’articolo della legge veneta che riguarda la mobilità venatoria ma anche altri articoli, tra i quali:
a) l’articolo che riguarda i campi addestramento cani con l’abbattimento di animali da allevamento per tutto il tempo dell’anno, presentato per conto di Federcaccia dai consiglieri tosiani Conte, Casali, Negro, Bassi;
b) l’articolo presentato per conto della FIDC che avrebbe permesso l’utilizzo della barca per il recupero della selvaggina ferita, anche con l’uso del fucile, fino a duecento metri dall’appostamento, articolo presentato dai consiglieri Azzalin (PD) e Bassi (Tosi);
c) l’articolo che permetteva il contenimento dei cormorani, presentato dal referente della Fidc di Treviso, consigliere Possamai (Lega).
Ricordo altresì che, prima di fare approvare la proposta di legge sulla mobilità venatoria in Veneto, ho chiesto a tutte le associazioni venatorie di mettere per iscritto quale fosse la loro posizione sul testo che sarebbe stato posto in votazione presso il Consiglio regionale del Veneto, documento ricevuto in data 26 maggio 2016.
Ricordo infine che sono state proprio le associazioni venatorie ex CRAVN ( FIDC, ANLC, ARCI, ANUU, Italcaccia) ad insistere per fare inserire nella legge della mobilità venatoria la deroga all’opzione di caccia che avrebbe consentito, a chi ha optato per la scelta di caccia di cui all’art. 12 comma 5 della l.s. 157/92, di usufruire di un pacchetto di 15 giornate da usare in mobilità, inserimento che ha causato l’impugnativa governativa.
Sulle mie pagine facebook ho già provveduto a pubblicare la documentazione relativa.
In merito all’invito rivoltomi ad imparare a copiare da altri, ritengo che, alla luce dei numerosi articoli voluti dalla Federcaccia del Veneto e cassati con la sentenza n. 174 della Corte costituzionale, questi dirigenti non abbiano nulla di positivo da insegnare.
Venezia, li 19 luglio 2017

TOSCANA: LICENZIATA NUOVA LEGGE SU ESIGENZE VENATORIE DEL TERRITORIO

Via libera, nelle commissioni Ambiente e Sviluppo economico e rurale, presiedute rispettivamente da Stefano Baccelli (Pd) e Gianni Anselmi (Pd), alla proposta di legge che modifica l’ordinamento regionale in materia di gestione faunistico venatoria (3/1994) e di governo del territorio (65/2014), ritenuta necessaria per rispondere a specifiche esigenze venatorie.

Il testo, licenziato a maggioranza nel corso della seduta congiunta di martedì 18 luglio, punta a dare un più ampio supporto scientifico all’osservatorio per la fauna e l’attività venatoria, consentire la realizzazione di manufatti per la caccia ed introdurre sanzioni, fino alla sospensione del tesserino, per le infrazioni in materia di caccia alla beccaccia.

Nello specifico, il testo licenziato consente all’osservatorio di avvalersi, oltre che del Centro universitario di ricerca sulla selvaggina e sui miglioramenti ambientali (Cirsemaf), anche di altri soggetti scientifici. La realizzazione di manufatti è consentita non solo per attività agricolo amatoriale e per il ricovero di animali domestici, ma anche per l’esercizio di alcuni tipi di caccia, come ad esempio quella al cinghiale, sempre nel rispetto delle norme in materia di governo del territorio rurale.

Altro punto toccato dalla proposta riguarda la disciplina relativa alle guardie venatorie volontarie, che viene adeguata alla normativa statale vigente in materia di concessione della qualifica e all’ordinamento regionale in materia di organizzazione.

Per proteggere la beccaccia, infine, si inseriscono specifiche sanzioni e in particolare si prevede una sanzione per ogni capo appartenente a questa specie abbattuto al di fuori dei periodi, degli orari e delle modalità espressamente indicate nel calendario venatorio e nel regolamento regionale. Inoltre, sempre per chi viola le norme in materia di caccia alla beccaccia, è prevista anche la sospensione di un anno del tesserino venatorio. (www.ladeadellacaccia.it)

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