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Luca Gironi

Luca Gironi

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LA GIUNTA REGIONALE DEL VENETO APPROVA IL CALENDARIO FAUNISTICO VENATORIO PER STAGIONE 2017-2018

La Giunta regionale del Veneto ha approvato, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e alla Caccia, il calendario per la stagione venatoria 2017-2018: la stagione aprirà domenica 17 settembre e si concluderà il 31 gennaio, con 5 giornate di preapertura (2, 3, 4, 9 e 10 settembre) nelle quali è consentita la caccia a merli, tortore, ghiandaie, gazze, cornacchie nere e grigie.

Anche per questa stagione, per alcune specie selvatiche la stagione venatoria si concluderà in funzione della specie oggetto di prelievo: tortore e combattente sono cacciabili sino al 30 ottobre; la lepre fino al 30 novembre; il merlo fino al 14 dicembre; starna, fagiano, quaglia e coniglio selvatico sino al 31 dicembre; ghiandaie, gazze e cornacchie nere e grigie fino all’11 gennaio; beccaccia e tordo bottaccio fino al 20 gennaio. Limiti alla caccia sono stati previsti anche per lepre bianca, pernice bianca, fagiano di monte e coturnice (specie tipiche della fauna alpina), che saranno cacciabili sino al 30 novembre solo in base a piani di prelievo numerici in base a censimenti specifici.

Rispetto alla passata stagione si è deciso di consentire il prelievo alla specie allodola dal 1° ottobre al 31 dicembre, mantenendo comunque inalterati i limiti di carniere giornaliero e stagionale.

Per le altre specie vale la chiusura generale al 31 gennaio, fatte salve nove giornate di posticipo della stagione venatoria: dall’1 al 10 febbraio si potranno cacciare ghiandaia, gazza, cornacchia nera e grigia

“Per quanto riguarda la selvaggina stanziale – anticipa l’assessore alla caccia – l’amministrazione regionale ripropone un calendario unico a livello regionale, senza quindi differenziazioni a livello di Provincie e di ambiti territoriali di caccia. questa scelta consente una semplificazione e una razionalizzazione dell’attività venatoria a livello regionale”.

Anche per la stagione 2017/2018 non è prevista la pre-apertura della specie colombaccio. Tale specie sarà cacciabile dal 17 settembre sino al 31 gennaio, senza interruzione. “La mancata pre-apertura – spiega l’assessore – consente di poter effettuare un prelievo del colombaccio senza dover sospenderne o ridurne il periodo di prelievo a fine gennaio, come accade in caso di pre-apertura”.

Toscana: Al via la caccia al capriolo

Approvato il piano di prelievo selettivo del Capriolo:

Differenziazione fra area vocata e non vocata

E' questo quanto stabilito dalla delibera approvata dalla Regione Toscana in data 12 Giugno 2017 che definisce il piano di prelievo selettivo del Capriolo.

Nello specifico la delibera di Giunta Regionale sopracitata, "L.R. 10/2016 Piani e tempi di prelievo della specie capriolo, per la stagione 2017-18, relativi ai 14 comprensori di gestione della specie in Regione Toscana", ha validità fino al 15 marzo 2018, e prevede l'avvio della caccia per il 15 giugno 2017.

Il Piano, sottoposto al parere ISPRA, per la prima volta segue in maniera puntuale quanto indicato nella Legge Regionale 10/2016 (detta comunemente "Legge Obiettivo"): in particolar modo la gestione della specie (monitoraggi, rendicontazione dei capi abbattuti l'anno precedente, piani di prelievo previsti) è stata fatta a livello di Comprensorio (Ambiti Territoriali di Caccia, Zone di Rispetto Venatorio, Istituti faunistici privati) in modo da gestire l'intero territorio e non solo piccole porzioni di esso . Inoltre, come già in atto per il cinghiale, è stato diversificato il piano di prelievo e le sue modalità fra area vocata (dove si svolge un prelievo conservativo) e area non vocata (dove i prelievi devono dare risposta a situazioni critiche di danni all'agricoltura).

Fermo restando il silenzio venatorio nei giorni di martedì e venerdì, il Piano contiene il calendario venatorio relativo ai periodi di prelievo del Capriolo in funzione delle classi di sesso/età e della vocazionalità della Unità di Gestione.

Per i territori posti in area vocata (dove il piano dovrà avvenire "a scalare" fino al raggiungimento almeno del 70% del piano previsto):

maschi adulti e giovani: dal 15° giugno al 15 luglio e dal 15 agosto al 30 settembre 2017;
femmine: dal 1° gennaio al 15 marzo 2018;
piccoli: dal 1° gennaio al 15 marzo 2018.

Per i territori posti in area non vocata (che interessano il 20% del territorio regionale e dove il prelievo dovrà avvenire "a scalare" sul 100% del Piano previsto):

maschi adulti e giovani: dal 15 giugno al 15 luglio, dal 15 agosto al 30 settembre 2017, dal 1° gennaio al 15 marzo 2018. La Giunta Regionale si riserva con successivo atto la possibilità di estendere il prelievo sino al 15 aprile;
femmine: dal 15 agosto al 30 settembre 2017 e dal 1° gennaio al 15 marzo 2018;
piccoli: dal 15 agosto al 30 settembre 2017 e dal 1° gennaio al 15 marzo 2018;

Arci Caccia Pistoia: Basta! L'Atc deve smettere di mettere le mani nelle tasche dei cacciatori e praticare vessazioni nei loro confronti.


In questi giorni, sono giunte ai nostri uffici numerose lamentele da parte di non pochi cacciatori riguardo alle ultime decisioni prese dall’ATC Pistoia. In particolar modo alla campagna di aumenti tariffari che porterà al raddoppio della quota d’iscrizione alla caccia al cinghiale in braccata e all’istituzione di tariffe piuttosto onerose per l’utilizzo dei centri di sosta.
In relazione alla caccia al cinghiale in braccata anche a seguito di una lettera, firmata dai capi caccia di quasi tutte le squadre che effettuano la caccia in braccata, trasmessa all’ATC16, che condividiamo in larga parte., la scrivente esprime una ferma protesta sia per gli aumenti tariffari predisposti, sia per le interpretazioni estremamente restrittive sulla caccia di selezione agli ungulati.
La decisione presa sugli aumenti della quota a carico dei cacciatori, iscritti alle squadre che operano nell’area vocata, non trova giustificazione rispetto ai minimi danni registrati nelle zone vocate gestite dalle squadre, mentre vi sono problemi nelle aree non vocate: Non ci sembra opportuno scaricare la responsabilità economica su chi opera in modo corretto ottemperando alle richieste previste nel piano di gestione.
Inoltre, per quanto riguarda le deliberazioni dello scorso 28 Aprile (rese note solo in questi giorni) circa l’uso dei centri di sosta, che prevedono un pagamento anticipato di 25€ la caccia al capriolo, di 25€ per la caccia al daino, di 25€ per la caccia al muflone, di 50€ per la caccia al cervo, 10 € per chi voglia cacciare il cinghiale in forma singola e addirittura 100€ per l’iscrizione dei gruppi di girata, anche qui non possiamo che essere contrari.
La pubblicazione della delibera arriva praticamente a ridosso dell’apertura della caccia al capriolo, le cifre sono sicuramente eccessive e soprattutto non si può far pagare un servizio in previsione dell’utilizzo. Meglio, se proprio non si riesce a fare altrimenti, stabilire una tariffa da pagare in caso di effettiva fruizione del servizio. Ma comunque, per una questione di principio, Arci Caccia è contraria all’istituzione di nuovi balzelli e all’inasprimento di quelli esistenti se non come ultima risorsa. Prima di chiedere ulteriori sforzi ai cacciatori, occorre un’attenta verifica delle voci di spesa dell’ATC, ricercando in ogni modo possibile di reperire le risorse tagliando anziché tassando i già vessati cacciatori.
Infine, riteniamo non pienamente conforme a quanto previsto dal Regolamento per la caccia gli ungulati, decisione presa da codesto ATC di sospensione di numerosi cacciatori, per la corrente stagione venatoria, per non aver rispettato rigidamente il regolamento in materia di partecipazione ai censimenti, visto che registriamo casi dove il cacciatore ha regolarmente comunicato, sia al Responsabile di distretto, che all’ATC la propria assenza ad una o più giornate di censimento, recuperandole comunque in altri distretti, tra l’altro, in questi casi è stata data anche la disponibilità ad effettuare giornate di prestazione d’opera. E quindi ci sembra assurda la decisione presa e estremamente vessatoria nei confronti dei cacciatori.

Arci Caccia Pistoia

http://atcpistoia.it/wp-content/uploads/2017/06/DELIBERA-20-17.pdf

 

 

Fondata un'altra associazione venatoria, l'ARCT

  • Pubblicato in Notizie

 

“Costruire la Casa comune dei cacciatori toscani ed italiani” e’ il messaggio forte e chiaro che arriva dalla prima Assemblea organizzata dai dirigenti territoriali e dai molti soci fondatori dell’Arci Caccia che nei giorni scorsi hanno lasciato l’associazione per dare vita all’ARCT, l’Associazione regionale dei cacciatori toscani, allo scopo di rafforzare la CCT, la Confederazione dei Cacciatori Toscani e l’obiettivo primario di dare concretezza e prospettiva all’unità’ dei cacciatori.

Davanti alla sala gremita della Casa del Popolo di Cigoli a San Miniato si sono alternati al microfono molti degli intervenuti e hanno ribadito il convincimento che seppur sofferta la decisione di uscire dall’Arci Caccia e’ risultata inevitabile poiché’ il futuro della caccia richiede la necessità’ di uscire dalla stagnazione e dagli interessati tatticismi che segnano comportamenti e decisioni dei gruppi dirigenti nazionali dell’associazionismo venatorio. Se si vuole salvare la caccia e se si crede nel ruolo che i cacciatori possono svolgere per il bene del Paese, ad iniziare ovviamente dalla tutela dell’ambiente e dalla gestione della fauna e del territorio, allora occorre un progetto diverso da quello che ha portato alla crisi della caccia ed occorre una rivoluzione organizzativa che pensi meno al destino dei singoli e di più’ a quello collettivo dei cacciatori.

Il fine non e’ la nascita di una nuova associazione, e’ stato detto da più’ oratori, ma l’unità’ dei cacciatori in un nuovo soggetto largo, plurale, partecipato che in toscana e’ stato individuato nella CCT. Ogni cacciatore ci potrà’ arrivare fiero della sua storia ma pronto a lavorare con tanti altri cacciatori che condividono l’idea di superare le barriere associative.

Nessuna polemica dunque con chi ha deciso di ostacolare l’iniziativa. Saranno i cacciatori a giudicare e da quanto sta accadendo si può’ dire che un consenso ampio si sta registrando in ogni parte della toscana con adesioni che superano i confini regionali.

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