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Luca Gironi

Luca Gironi

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Lipu: Cinque specie cacciabili in Italia risultano minacciate nel nuovo rapporto Birdlife

La Lipu, anticipando l'uscita del nuovo studio di BirdLife International sullo stato di conservazione degli uccelli selvatici in Europa, che verrà presentato il prossimo 20 maggio, dichiara: cinque specie attualmente inserite nell'elenco delle specie cacciabili in Italia sono state inserite nell'elenco SPEC 1, quello delle specie minacciate a livello mondiale. Si tratta di coturnice, pavoncella, moriglione, tortora selvatica e tordo sassello. Particolare allarme desta il tordo sassello che nel 2004, data di presentazione dello studio precedente, risultava in buono stato di conservazione. "Per questa ragione - conclude il presidente Lipu - abbiamo scritto con la massima urgenza ai soggetti preposti a garantire la tutela di queste specie, ovvero Ispra, regioni e ministeri dell'Ambiente e delle Politiche agricole, chiedendo di intervenire senza esitazioni, in modo da escludere sin da subito queste cinque specie dalla lista delle cacciabili e predisporre un pacchetto di adeguate misure di conservazione".

Noi di cacciando ci riserviamo, prima di commentare, di leggere il rapporto di Birdlife, non ci resta che attendere il 20 Maggio.

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/natura/2017/05/03/caccia-lipu-a-rischio-5-specie-cacciabili-vanno-escluse_11b7dd50-995c-4f08-94d2-7d90fb055288.html

 

LIGURIA: APPROVATE LE MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE, NUOVE MODALITÀ DI ANNOTAZIONE SU TESSERINO VENATORIO E PASSAGGIO DI COMPETENZE DALLE PROVINCE SU VIGILANZA

Approvate, dal Consiglio regionale, le modifiche alla legge regionale sulla caccia 29/1994. Tra le principali novità: l’introduzione dell’obbligo di annotazione al momento dell’abbattimento “accertato” delle specie di fauna stanziale e migratoria, oggetto di prelievo venatorio; il passaggio delle competenze su vigilanza, sanzioni e contenzioso dalle Province alla Regione. “Con queste modifiche – spiega l’assessore regionale alla Caccia Stefano Mai – recepiamo le novità introdotte dalla legge nazionale, entrate in vigore lo scorso anno, eliminando le possibili incomprensioni che avrebbero penalizzato ingiustamente chi pratica l’attività venatoria. Abbiamo puntualizzato l’accertamento del capo abbattuto perché non possa essere lasciato spazio all’arbitrarietà nelle sanzioni. Inoltre, abbiamo definito le competenze sulla vigilanza che diventa compito della Regione”. Nell’ultima riunione della Giunta regionale, inoltre, è stato approvato il nuovo calendario venatorio della Liguria che aprirà domenica 17 settembre in tutte le forme, compreso il cinghiale, nelle zone consentite, e si chiuderà il 10 febbraio 2018. Il provvedimento, che ha ottenuto parere favorevole dalla Commissione consiliare competente, regolamenta l’attività venatoria su tutto il territorio regionale, indica le specie di fauna selvatica che possono essere prelevate, in quali periodi, il carniere giornaliero e stagionale relativo alle varie specie, la caccia collettiva al cinghiale e la caccia di selezione agli ungulati – capriolo, daino, camoscio -. “Da una corretta gestione del prelievo venatorio e da una caccia consapevole possono derivare concreti benefici anche alle attività agricole fortemente penalizzate dai danni della fauna selvatica” ha spiegato l’assessore Mai. L’apertura generale di caccia per tutte le specie è fissata alla terza domenica di settembre. Le chiusure previste sono: il 31 ottobre per quaglia e tortora; il 30 novembre lepre, starna, rossa; 31 dicembre per il merlo e allodola; 20 gennaio per la beccaccia; 31 gennaio per il fagiano, anatidi, rallidi e tordo bottaccio, sassello e cesena; il 10 febbraio per il colombaccio, gazza, ghiandaia, cornacchia nera e grigia. Due giornate aggiuntive da appostamento sono previste, a ottobre e novembre, per le specie del colombaccio, merlo, cesena, tordo bottaccio e sassello.

TOSCANA: ILLUSTRATO IN CONSIGLIO IL REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE SULLA CACCIA

 


L’atto disciplina in modo unitario la materia della caccia in Toscana. L’assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi, questa mattina, ha illustrato in seconda commissione, presieduta da Gianni Anselmi (Pd) il regolamento di attuazione della legge sulla caccia con riferimento anche alla legge sugli ungulati. “Veniamo – ha spiegato l’assessore- dal riordino istituzionale. La Regione ha riassunto a livello centrale tutte le funzioni amministrative in materia di caccia, prima attibuite alle Province. Sul territorio c’erano 48 regolamenti funzionanti e altri 43 in corso di approvazione, per disciplinare queste norme occorreva unificare 91 regolamenti. E’ stato un percorso complesso e articolato”. “L’obiettivo – ha aggiunto l’assessore – è arrivare ad un regolamento unico applicabile alle nostre tradizioni, che osservi le normative regionali e nazionali e che metta i cacciatori toscani nelle condizioni di esercitare questa attività in maniera consapevole”.

Tra le novità, nel regolamento vengono stabilite le modalità di svolgimento delle sedute del comitato di gestione che, secondo i principi di trasparenza e pubblicità degli atti, dovranno essere pubbliche. Inoltre, per garantire un’equilibrata distribuzione dei cacciatori sul territorio regionale sono definiti la densità venatoria, le regole per l’iscrizione agli ATC e per lo svolgimento della mobilità venatoria dei cacciatori residenti, e non, in Toscana. Per realizzare le finalità ambientali proprie sia degli istituti faunistici privati che di quelli pubblici, stabiliti dalla legge, si prevedono norme per la loro costituzione e gestione. In parte, tali norme sono state riconfermate e in parte aggiornate per semplificare le procedure. In particolare, per garantire l’attuazione della pianificazione territoriale, occorre che nel rispetto del piano faunistico venatorio non siano ammesse variazioni.

Il regolamento si occupa poi delle aree sottratte alla caccia programmata, individuando le regole per l’istituzione e la gestione delle zone di protezione lungo le rotte di migrazione dell’avifauna e delle oasi di protezione. Si dettagliano poi le zone di ripopolamento e cattura e le norme per la loro gestione, le zone di rispetto venatorio, i centri privati di riproduzione di fauna selvatica allo stato naturale, le aziende faunistico venatorie, le aree per l’addestramento e l’allenamento e le gare dei cani, le aree sottratte alla caccia programmata. Vengono rimodulate le distanze minime da osservare per la costruzione degli ‘appostamenti’ e per l’esercizio delle altre forme di caccia a tutela della sicurezza nell’esercizio venatorio.

Per garantire una gestione degli allevamenti di fauna selvatica che assicuri il benessere degli animali sono riconfermate le regole di dettaglio relative al rilascio delle autorizzazioni, alle modalità gestionali, al trasporto degli animali allevati e al loro utilizzo come richiami vivi di caccia.

Riguardo alla legge sugli ungulati, il regolamento, come hanno fatto presente i dirigenti della Giunta, non definisce molte specificità. In particolare, si segnalano modifiche ai calibri, verso l’alto, a garanzia di una maggiore efficacia e si dettaglia la gestione degli ungulati anche negli istituti privati.

Alla fine dell’illustrazione, il presidente Anselmi ha fatto presente che “il regolamento sarà adesso oggetto, nelle prossime sedute della commissione, di una serie di audizioni”. (www.ladeadellacaccia.it)

LIGURIA: IL CONSIGLIO REGIONALE SANCISCE LA SEGNATURA DEI CAPI DI MIGRATORIA AD ABBATTIMENTO ACCERTATO

Nella seduta di martedì 2 maggio il Consiglio regionale della Liguria ha approvato – con 20 voti favorevoli (centrodestra), 6 contrari (Movimento 5Stelle, Rete a Sinistra & liberaMENTE Liguria) e 2 astenuti (Giovanni Barbagallo e Giovanni Lunardon del Partito Democratico) – il disegno di legge 138 Modifiche alla legge regionale 1 luglio 1994, numero 29 (Norme regionali per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio). Il nuovo testo normativo prevede ulteriori adeguamenti normativi alla legge sulla caccia necessari in seguito al passaggio di competenze dalle Province alla Regione. In particolare in questo caso il passaggio di competenze riguarda la vigilanza faunistico venatoria, i contenziosi e la gestione delle sanzioni. Viene, anche, recepita l’indicazione nazionale che prevede l’annotazione sul tesserino del cacciatore dei capi abbattuti, sia di fauna stanziale che migratoria. Il provvedimento specifica che l’annotazione deve avvenire dopo l’abbattimento accertato dei capi. Viene così introdotto un ulteriore elemento di chiarezza.

L'Europarlamentare Maullu scrive al Fatto Quotidiano

Venerdì 28 Aprile, il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo dal titolo "Il lato oscuro del Made in Italy: l'export di armi va a gonfie vele". Qui di seguito riportiamo la lettera inviata alla redazione del quotidiano dall'Europarlamentare Stefano Maullu e mai pubblicata dal giornale. "In un momento in cui il tema delle armi è all'ordine del giorno – con un dibattito che va dall'Unione Europea con la Direttiva 477 fino alle cronache quotidiane nostrane – credo che titoli come “Il lato oscuro del Made in Italy: l'export di armi va a gonfie vele” siano fuorvianti rispetto ad un comparto che in alcune zone d'Italia, il Bresciano e in particolare la Val Trompia per fare un esempio, è vera e propria eccellenza. Se infatti quello del Ministero degli Esteri che sottolinea l'incremento di esportazioni di caccia bombardieri e bombe aeree verso Paesi in guerra può essere un tema politico, non è corretto chiamare in causa un intero comparto di produttori di armi che costituisce un settore completamente diverso. Da una parte parliamo di un contesto internazionale in questo momento particolare, dall'altra di marchi e imprenditori che da generazioni garantiscono standard di qualità, affidabilità ed etica, valori molto apprezzati da tutti gli appassionati di armi, dai collezionisti, dai cacciatori, dai tiratori sportivi in Italia e all'estero. E questo, sì, è un vanto assoluto per l'Italia e per la sua economia, che non va associato a tutt'altro tipo di esportazioni di armamenti bellici con finalità e bacini d'utenza completamente differenti. Nel momento in cui si fa di tutta l'erba un fascio si rischia di ragionare ideologicamente alimentando opinioni fuorvianti e danneggiando chi dà lavoro a migliaia di persone per fare impresa come si deve".

Stefano Maullu

Europarlamentare

http://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/il-lato-oscuro-del-made-in-italy-lexport-di-armi-va-a-gonfie-vele/

 

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