In Edicola Diana 8 - 2017
- Pubblicato in Riviste
Forti con i deboli e deboli con i forti.
Forti con i debol …. perchè è facile mostrare i muscoli a noi cacciatori trincerandosi dietro un distintivo.
Deboli con i forti …. perchè chi brucia i nostri monti gira sempre impunito alla faccia di chi dovrebbe vigilare.
Quello che è accaduto ai nostri amici della sezione ACL di Agnosine è qualcosa di davvero triste e umiliante, che mortifica noi tutti, benchè alla fine non sia successo nulla.
Il fatto.
Come ogni anno la sezione ACL di Agnosine ha organizzato una festa con tutti gli associati presso il rifugio Bertagnolli dove circa 140 persone si sono date appuntamento, molti cacciatori con carabinierile loro famiglie e con i bambini. In programma una bella festa, lo spiedo come di tradizione e la lotteria.
Improvvisamente si sono presentati prima di mezzogiorno le guardie forestali, oggi Carabinieri Forestali, che hanno voluto controllare proprio lo spiedo, facendolo aprire per verificare che tutti gli uccelli in cottura fossero legali e che non vi fossero “corpi estranei” non consentiti. Ovviamente non hanno trovato nulla fuori posto o di illegale ed essendo una festa privata, senza vendita e senza il costo della consumazione se ne sono tornati a casa.
Ci è stato detto dagli agenti che la loro visita era dovuta ad una segnalazione mirata.
Il pensiero di ACL
Come ACL non condanniamo e non vogliamo criticare il servizio svolto dai Carabinieri Forestali. Semmai ci preoccupa il fatto che da mesi bruciano le nostre montagne e le forze dell’ordine non ne vengono a capo, se non in qualche raro caso. Gli autori di questi gesti ignobili, che non sono cacciatori come qualcuno vorrebbe far passare, se ne girano liberi e impuniti perchè i controlli sui monti …latitano. Ci dicono che uomini e mezzi sono scarsi. ….Si ma per controllare lo speido non lo sono.
E’ facile mostrare i muscoli contro i “cacciatori ” che hanno la fedina penale pulita. E’ come sparare sulla Croce Rossa. Vorremmo che lo stesso impegno, lo stesso zelo e la stessa solerzia fossero rivolti verso quelle persone infime e pericolose minano di continuo l’ambiente e la credibilità di quella fetta di società onesta, che lavora e che vorrebbe ogni tanto fare festa parlando di valori e tradizioni.
Una sola riflessione ” …. e se avessero trovato un uccellino proibito sullo spiedo cosa sarebbe accaduto ? Ovviamente saremmo finiti sulle prime pagine di quotidiani e tv descritti come criminali”
Con gli amici della sezioni di Agnosine c’era ieri anche il sindaco Giorgio Bontempi, che testimone di quanto accaduto oggi ha commentato così attraverso i social il fatto.
” Come ogni anno ho partecipato presso il rifugio Bertagnolli di Agnosine alla festa dei cacciatori, 140 persone accomunate da un unica passione “la caccia” e come pranzo non poteva mancare il tradizionale spiedo, nella mattinata abbiamo avuto l’ispezione da parte del Corpo Forestale, che ha potuto accertare che lo spiedo con uccelli era tutto nel rispetto delle regole! Da Sindaco e uomo delle istituzioni non commento la verifica delle forze dell’ordine loro fanno il loro lavoro, ma mi domando i figli dei fiori che hanno segnalato e chiesto di verificare cosa speravano di fare? Rovinare la festa di 140 cacciatori che essendo in possesso della licenza di caccia hanno la fedina penale pulita, faccio un invito a questi miei cittadini ambientalisti contrari alla caccia: preoccupatevi di disturbare le forze dell’ordine quando notate spacciatori e ladri, abbiate la stessa cura dei monti e del nostro territorio tanto quanto ne hanno i cacciatori, grazie!!!
ACL Ufficio stampa
La Stagione venatoria 2017/18 si avvicina. Cosa devono aspettarsi i cacciatori toscani alla luce dei nuovi regolamenti in materia venatoria?
E nella vicina Emilia Romagna, frequentata da tanti cacciatori pistoiesi, cosa bolle in pentola? Chi parteciperà potrà parlarne con Marco Bargiacchi Presidente Provinciale di Arci Caccia Pistoia, Leonardo Bertocci Tecnico di Arci Caccia Toscana, Christian Maffei, romagnolo, e soprattutto Vice Presidente Nazionale di Arci Caccia, e Marco Niccolai, consigliere regionale PD e membro della commissione agricoltura del consiglio regionale.
L’impareggiabile organizzazione della Delegazione svizzera, con il suo Capo Emmanuel La Roche, ha permesso di svolgere la 64a Assemblea Generale del CIC nell’incantevole località di Montreux (26-29 aprile 2017) anche sotto un’insistente pioggia e con temperature da pieno inverno, solo nell’ultima giornata allietata dal sole che ha consentito una passeggiata tra una relazione e l’altra, perfettamente condensate nell’articolato e interessante programma che ben poco spazio lasciava ai piccoli intrattenimenti fuori assemblea. Innanzitutto preme evidenziare che, al di là della riconferma alla Presidenza per i prossimi tre anni (2017-2020) dello svizzero George Aman, l’Italia ha mantenuto la Vice Presidenza internazionale nella persona del dott. Massimo Marracci e la carica di Auditor nella persona del dott. Vittorio Scoccini, entrambi da tutti apprezzati per la loro concretezza a livello dei vari settori di competenza. Ma vi è di più: dopo anni di assenza del Gruppo di Lavoro “Uccelli Migratori” sono ritornate prepotentemente all’attenzione degli 81 Stati membri nei cinque Continenti le problematiche connesse alla gestione degli uccelli migratori, legate alle sue complesse e articolate riflessioni sulla ruralità e sulla biodiversità, così variegata nei singoli Paesi, grazie all’impulso del nostro Capo Delegazione, avv. Giovanni Bana, dopo la 61a Assemblea Generale di Milano del 2014, e riprese successivamente a Pravets, a Budapest e a Bruxelles lo scorso anno. Nella lunga sessione all’uopo dedicata di Montreux è emerso, fra l’altro, che la moltitudine dei dati portati all’attenzione da parte dei relatori Evgeny Syroechkovskiy dell’Università di Mosca, David Scallan dell’Ufficio Studi Scientifici FACE, nonché dall’OMPO (Oiseaux Migrateurs du Paléarctique Occidental) con Alexandre Czajkowski e dalla FEIN (Fondazione Europea Il Nibbio) con il suo Presidente, avv. Giovanni Bana, ha reso ben chiaro come si debba riservare il massimo interesse alle problematiche gestionali degli uccelli migratori per un corretto, coordinato e programmato prelievo. Ne è stato un esempio la particolare situazione creatasi lo scorso inverno nel Bacino del Mediterraneo, con specifico riferimento al sud della penisola italiana a causa dell’ondata di gelo (vague de froid) tra dicembre e gennaio.
In questo contesto i molti punti del ricco programma (dalla Riunione degli Stati membri a cui ha partecipato, in rappresentanza dell’Italia, Stefano D’Ambrosi, funzionario del Ministero delle Politiche Agricole, Ambientali e Forestali, alla Riunione del Consiglio, alle varie sessioni sulla Falconeria, sulla gestione della fauna selvatica, sulla natura, alle Riunioni dei Gruppi di Lavoro Artemis e Young Opinion, ecc.) hanno resa importante questa Assemblea internazionale nel solco di quella di Milano, da tutti ricordata come quella della svolta della nostra organizzazione internazionale.
È stato confermato, a chiare lettere, che il mondo venatorio, se ben condotto e ben coordinato e in continuo dialogo aperto con tutti i vari “attori” dei differenti comparti, può dire veramente la sua di fronte alle esagerate affermazioni dell’animalismo e di certo ambientalismo, totalmente distaccati dalla realtà. Il mondo venatorio, per sua disattenzione divenuto capro espiatorio di tutti i mali dell’ambiente, allorché rappresenta, solo in Europa, oltre 7 milioni di cittadini, deve finalmente prendere coscienza del proprio ruolo di protagonista sul e per il territorio. Ovviamente, i valori della cultura ambientale devono essere maggiormente implementati fin da giovani, rifuggendo dalla visione disneyana del mondo che ci circonda, troppo legata alla sola, idealizzata emotività. Il CIC da Montreux lancia questo messaggio con articolati programmi condotti dai suoi uomini migliori, coordinati dal Direttore Generale Tamás Marghescu. Per l’Italia erano pure presenti Gian Luca Dall’Olio e Marco Ramanzini per la FIdC, i soci Luigi Checchi, Carlo Alberto Pejrone, Giovanni Pejrone, Roberto Regnoli, il giovane Nicola Dal Martello in rappresentanza dell’organizzazione di HIT Show e il giornalista con responsabilità giuridiche, Benedikt Terzer, dell’Associazione Cacciatori Alto Adige, con il periodico “Giornale del Cacciatore”. All’italiano avv. Enrico Adriano Raffaelli, fedele socio del CIC dal 1992, è stata conferita la medaglia per il Premio Loyalty to CIC, per la fedeltà verso la nostra organizzazione internazionale, tanto quanto al dott. Giovanni Pejrone è stata consegnata dal CIC una magnifica medaglia ricordo per la lunga presenza ai vertici dell’organizzazione, prima nel Gruppo di Lavoro Young Opinion e poi nella Vice presidenza internazionale. La prossima 65a Assemblea Generale si terrà a Madrid dal 19 al 21 aprile 2018.
Apprendiamo da un comunicato LIPU che le 19 specie di cui si chiedeva il divieto di caccia appena due anni fa sono oggi diventate solo 5, ed è scomparsa l’allodola, oggetto della accesa campagna “lasciamola cantare” lanciata in grande stile dalla Lega per la protezione degli uccelli solo l’autunno scorso.
D’altra parte i cambiamenti sono necessari, se non si ottengono risultati, e così oggi LIPU cita in anticipo i dati del report “Birds in Europe – Third edition”, non ancora disponibile sul sito BirdLife.
In attesa della pubblicazione ufficiale si può notare che le 5 specie citate – ovvero la coturnice, il moriglione, la pavoncella, la tortora selvatica e il tordo sassello – sono definite “Vulnerabili” o “Quasi minacciate” nella RED LIST OF EUROPEAN BIRDS, che è oggi il documento ufficiale della Commissione Europea.
Nulla di nuovo quindi. Infatti sia la pavoncella che la tortora sono da anni soggette a forti limitazioni del prelievo, come indicato da ISPRA, mentre il moriglione lo è in alcune regioni, proprio su proposta dell’Ufficio Avifauna Migratoria FIdC.
La tortora è anche oggetto di un nuovo piano di gestione europeo in preparazione, che non prevede divieti di caccia, ma una futura pianificazione del carniere.
Per la coturnice è in approvazione il piano di gestione nazionale mentre sul tordo sassello si potrà compiere una valutazione appropriata.
Per Federcaccia – ma vale per tutti coloro che praticano e perseguono una caccia sostenibile – le regole di gestione sono la chiave per la conservazione e non i divieti assoluti.
Alla pubblicazione del report, ovviamente, potremo fare valutazioni più precise e puntuali su quanto dichiarato dalla LIPU. (www.ladeadellacaccia.it)