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Luca Gironi

Luca Gironi

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COLDIRETTI AREZZO: ALLARME UNGULATI, SITUAZIONE FUORI CONTROLLO, A RISCHIO I RACCOLTI

E’ gravissima l’emergenza ungulati in provincia di Arezzo, proseguono infatti le loro scorribande tra terreni coltivati e vigneti, seminando danni alle colture e mettendo a rischio la stabilità idrogeologica delle campagne e la presenza dell’agricoltura nelle zone marginali e più difficili. “Se non si trovano rapide soluzioni lasceremo i nostri campi, non siamo qui per nutrire cinghiali, daini e lupi…. Ma per produrre per il mercato e per i cittadini”. Sono parole di un agricoltore al limite della disperazione: si tratta di Vanni Finocchi, che ha un’azienda di circa 150 ettari a Caprese Michelangelo, in °Valtiberina.

“La situazione qui è drammatica, soprattutto per i cinghiali – spiega lo stesso Finocchi – non appena fatta la semina i campo sono stati massacrati e non è rimasto più nulla. Insomma, i miei campi sono devastati dai cinghiali, ma anche dai daini, con i raccolti di fieno e orzo a reale rischio”. Ma per l’agricoltore la situazione è resa difficile anche dai lupi: “Due giorni fa ho avuto un vitello che è stato mangiato – spiega – e una vacca sbranata. Insomma, se non si trovano rapidamente soluzioni qui siamo costretti a chiudere e andare via”.

“Di fatto quasi ogni giorno riceviamo almeno una telefonata di un nostro agricoltore disperato per i danni subiti dagli ungulati – spiega il direttore di Coldiretti Arezzo, Mario Rossi – che danneggiano colture: occorre muoversi in fretta con modalità diverse dal passato attraverso le quali si guardi al risarcimento ma soprattutto ad un contenimento del numero degli ungulati, il tutto in un momento difficile per la nostra agricoltura, che ha visto anche il precipitare dei prezzi all’origine in particolare per il grano, con conseguenze gravissime visto che il prezzo è più basso dei costi sostenuti in campo”.

“Coldiretti Arezzo – insiste Rossi – evidenzia quindi lo stato di esasperazione del mondo agricolo di fronte ad una gestione quantomeno poco oculata della fauna selvatica, che ha determinato un vero e proprio squilibrio dell’ecosistema”.

“Noi chiediamo a tutti i livelli istituzionali – spiega Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo – che si possano rendere veramente efficaci gli interventi, e riteniamo anche necessaria una diversa delimitazione delle aree non vocate alla presenza del cinghiale e di altri ungulati”.

“Occorre infatti tener presente – insiste Marcelli – che in Toscana la concentrazione di cinghiali e altri ungulati è quattro volte superiore alla media nazionale. E’ la regione europea con il maggior numero di ungulati, inferiori solo ad alcune zone dell’Austri: se ne stimano complessivamente oltre 400 mila, con circa 200 mila cinghiali e altrettanti caprioli. A questi si aggiungono circa 8 mila daini e 4 mila cervi”.

“Appare assolutamente necessario a questo punto – conclude il presidente – che le autorità pubbliche a tutti i livelli debbano rendere al più presto efficaci le norme che possono consentire un’azione rapida ed incisiva e tutela del settore agricolo, ma anche del territorio, del paesaggio e dell’incolumità dei cittadini minacciata da scorribande, soprattutto di cinghiali, che hanno portato ai recenti gravi casi di incidenti stradali”. (Fonte COLDIRETTI)

Bolzano: Arrivano le "Isole a tutela integrale"

Anche in Alto Adige arrivano le aree a tutela integrale, in queste isole faunistiche, oltre alla caccia, sarà interdetta qualunque tipo di attività umana. Secondo le autorità Altoatesine queste aree prive di disturbo favoriranno lo svernamento e la riproduzione dell'avifauna, con particolare importanza per i tetraonidi. 

http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2017/01/12/news/caccia-arrivano-le-isole-anche-nei-parchi-naturali-altoatesini-1.14700832?refresh_ce 

CCT : Sul quotidiano La Nazione del 10-01-17 le considerazioni della Confederazione sull'Emergenza Ungulati

Dopo la recente invasione da parte di cinghiali, in prossimità del casello di Prato Ovest dell'Autostrada Firenze Mare, un ampio servizio de La Nazione affronta sulle pagine regionali del quotidiano il tema dell'emergenza ungulati. Dichiarazioni critiche da parte degli agricoltori e della Confederazione Cacciatori Toscani sulla nuove normative, ritenute inadeguate.
In allegato l'articolo "CINGHIALI: E' EMERGENZA AMBIENTALE. LA CACCIA FINISCE, I DANNI AUMENTANO

FIDC BERGAMO: FEDERCACCIA IN DIFESA DEI CAPANNISTI DELLE TORBIERE: A MAGGIO LA DECISIONE DEFINITIVA DEL TAR

  • Pubblicato in Notizie

Federcaccia è presente e vuole andare a fondo di una vicenda che sta penalizzando i nostri vicini bresciani, i capannisti delle Torbiere, la riserva sul lago d’Iseo a Clusane, vicino al confine bergamasco.

L’Utr di Brescia ha revocato i capanni di caccia nel lago, a poche centinaia di metri dalla riserva naturale delle Torbiere del Sebino, al termine di un problema che si trascina da qualche annata. Nel 2014 fu già sospesa l’attività dei capanni, attualmente 6, con la VINCA (Valutazione d’incidenza ambientale) rilasciata dal gestore del Parco, positiva per la caccia, in pieno rispetto della direttiva europea e valida per 10 anni.

Nella primavera del 2016 le Torbiere, su impulso della Regione Lombardia, hanno rifatto la VINCA, cosa non prevista dalla legge: la Riserva ha ordinato all’UTR di revocare le autorizzazioni e pertanto ai primi di novembre l’UTR ha comunicato l’avvio dei procedimenti di revoca, con sospensione immediata della caccia; l’11 novembre è stato notificato il ricorso e l’udienza cautelare è stata fissata a metà dicembre.

Nei giorni precedenti l’udienza, l’UTR è passato alle revoche senza attendere la pronuncia del TAR sull’eventuale sospensione della VINCA: dovendo procedere ad impugnare anche i provvedimenti di revoca, non è stata decisa la fase cautelare e tutta la materia verrà decisa a maggio, quando si concluderà il ricorso al Tar, senza dimenticare che la Lac chiede la chiusura anche dei capanni di terra, per i quali dovrà essere reso un nuovo parere di incidenza per il rinnovo delle autorizzazioni, in scadenza quest’anno.

Federcaccia si sta difendendo e si difenderà nelle sedi opportune contestando i metodi utilizzati dalla Lac per arrivare a questo risultato. I cacciatori capannisti bresciani sono rappresentati dal nostro Presidente, l’avvocato Lorenzo Bertacchi, scelto dalla Federcaccia di Brescia, sintomo di unione d’intenti tra le Federcaccia della Lombardia, che commenta così il comportamento degli anticaccia. “Dalle carte depositate dalla Regione al TAR, sono emerse pressioni della Lac sia sulla direzione generale ambiente che sulla riserva naturale, sfociate nell’adozione dei provvedimenti con palesi forzature procedurali e giuridiche. Qualora il TAR riconoscesse l’illegittimità degli atti ci potranno essere anche risvolti in sede penale”. (Federcaccia Bergamo)

SICILIA: SOSPESA LA CACCIA ALLA BECCACCIA

L’assessore regionale siciliano all’Agricoltura Antonello Cracolici ha sospeso il prelievo venatorio alla beccaccia dall’11 al 16 gennaio 2017 compreso, a causa delle eccezionali nevicate che hanno investito gran parte del territorio siciliano.

Con il medesimo provvedimento l’assessorato ha stabilito che:

Fino al 16 gennaio 2017 incluso, l’attività venatoria, ad eccezione di quella al cinghiale e alla volpe è consentita senza l’utilizzo dei cani di qualsiasi razza, e nella sola forma dell’appostamento temporaneo.
A decorrere dal 20 gennaio 2017 la caccia è consentita esclusivamente nella forma dell’appostamento temporaneo, ad eccezione di quella al cinghiale e alla volpe. (www.ladeadellacaccia.it)

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Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura