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Luca Gironi

Luca Gironi

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ARCI CACCIA E ANLC FIRENZE: Ponzio Pilato o i “ladri di Pisa”?

Occorre fare qualche precisazione riguardo al comunicato recentemente redatto da Federcaccia Firenze sulle vicende che stanno rendendo ridicola la gestione dell’ATC Firenze 4. Facciamo un passo indietro: vi ricorderete il nostro precedente comunicato che condannava la decisione del comitato di gestione di aumentare a 20 € la quota di accesso alla caccia al cinghiale in braccata. Questa delibera era passata su input degli agricoltori, con l’astensione di uno dei rappresentanti Federcaccia e la “strana” assenza dell’altro esponente dell’associazione maggiore. Unico contrario il rappresentante Arci Caccia Mauro Messeri.

Dopo questo episodio, che ha avuto notevole risalto mediatico, la Federcaccia ha cercato di correre ai ripari, e questo, ha prodotto una nuova riunione del comitato per modificare la quota di accesso. Nel corso di quest’ultima riunione, i rappresentanti delle associazioni venatorie hanno cercato di riportare a 10 € la cifra da corrispondere per accedere alla caccia al cinghiale in battuta e gli agricoltori hanno risposto proponendo 15 €. Al diniego netto del rappresentante Arci Caccia, che ha respinto questa contrattazione da mercato rionale, gli agricoltori hanno abbandonato la stanza per riunirsi in separata sede e discutere senza “orecchie indiscrete”. Questo comportamento, inconcepibile ed inaccettabile in un gruppo di lavoro serio, non ha lasciato altra scelta al nostro rappresentante che, stanco di essere preso in giro, ha abbandonato il comitato. Risultato, la conferma della quota di 20 € da parte dei componenti rimasti.

Adesso per Federcaccia Firenze la colpa di quanto è successo sarebbe di Arci Caccia… Beh, non c’è limite all’indecenza.

Invece di sparare accuse a vanvera, il Signor Tofani avrebbe dovuto concordare una linea con chi ha nominato nel comitato, se fossero stati entrambi presenti la prima volta e avessero appoggiato il rappresentante di Arci Caccia, adesso non ci sarebbe alcun problema su cui discutere.

E magari potrebbe cercare un confronto anche con gli altri federcacciatori “non ufficiali” presenti nel comitato di gestione, a qualunque titolo vi siano stati nominati, magari riuscirà a trovare una maggioranza che saremo lieti di appoggiare per rimediare a quanto successo.

Oppure, forse, tutti questi soggetti sono come i famosi “ladri di Pisa” che di giorno litigavano e di notte…

 

Arci Caccia Firenze                                                                                                                                    Anlc Firenze

ANUU: SONO ARRIVATI I TORDI BOTTACCI

E così il 9 ottobre sono arrivati in buon numero i Tordi bottacci, tanto attesi e in grande ritardo rispetto alla normale tabella di marcia. Un altro picco di migrazione è avvenuto giovedì 11 ottobre e poi più nulla da segnalare sino a domenica 14 ottobre, alla vigilia della tradizionale data di Santa Teresa del 15 ottobre. Insieme ai Tordi bottacci, in alcune zone anche di bassa collina, verso il fine settimana sono arrivati in modo sporadico anche i Tordi sasselli, accompagnati dalle Passere scopaiole, già segnalate in numero ridotto nei giorni antecedenti. Ottima la presenza del Fringuello, ogni giorno sempre maggiore, così come avviene per la Capinera. In leggera ripresa il Pettirosso mentre, ancora tra i fringillidi, è interessante sottolineare la comparsa della Peppola e del Lucherino in bassa collina e la continua assenza del Frosone, nonché la scarsità del Fanello. Nelle campagne sono apparse le prime Allodole, le prime Pispole e gli Spioncelli. Nulla di rilevante, invece, vi è da segnalare per quanto riguarda il Beccaccino, gli anatidi in generale e la mitica Beccaccia. Insomma, nella seconda settimana di questo ottobre, dopo un’anomala e quasi assente migrazione post-nuziale, come avvenuto nel sud della Francia e in Grecia, sembra che per i nostri amici alati si siano aperte le porte del cielo. Le condizioni meteo fanno presagire una prossima buona settimana con temperature ancora superiori alla media del periodo, mentre il primo quarto di luna è nato sotto i migliori auspici.

FIDC MACERATA: APPROFONDIAMO LA PROBLEMATICA DELLA GESTIONE DEL CINGHIALE

Il cinghiale sta espandendo ed incrementando la propria consistenza numerica, grazie ad un elevatissimo potenziale riproduttivo; in media da 4 a 7 piccoli per figliata.

Si aggiunga che in condizioni particolari, le femmine giovani possono partecipare alla riproduzione, pertanto con tasso medio d’ incremento annuo della popolazione pari al 90 – 180 %.

Tale potenziale riproduttivo permette alla specie di superare inverni particolarmente rigidi o estate siccitose.

L’ abbandono di aree ad agricoltura e l’ aumento della copertura forestale, permette altresì un forte incremento del cinghiale; lo stesso è dato dall’ abbondanza di ghiande e faggiole che incidono sui pesi corporei e di conseguenza sui tassi riproduttivi.

La maggiore fruttificazione permette alle femmine di essere più nutrite e quindi avranno una riproduttività maggiore.

Inverni più corti e meno rigidi permettono una sopravvivenza maggiore di piccoli.

L’ aumento del cinghiale ha un impatto pesante sull’ agricoltura e sulla biodiversità, in particolare sulla predazione dei nidiacei; spesso è causa di incidenti stradali.

E’ bene sottolineare che la Legge Nazionale 157/92 prevede che l’ attività venatoria per la specie cinghiale, può essere consentita dal 1 Ottobre al 31 Dicembre o dal 1 Novembre al 31 Gennaio; in questo contesto, in ogni provincia a seconda della morfologia del territorio ed altre specificità è prevista la data di apertura.

E’ impensabile una gestione del cinghiale senza un corretto prelievo venatorio da parte dei cacciatori di cinghiale nella forma della braccata, girata o di selezione.

E’ bene ricordare, se qualcuno l’ ha dimenticato, che tutti i cinghiali che vengono abbattuti devono essere sottoposti a visita sanitaria obbligatoria al fine di evitare eventuali rischi sanitari.

Bolzano: aperti gli abbattimenti dei cervi nel Parco dello Stelvio

I cervi del Parco dello Stelvio hanno superato il livello di guardia, compromettendo l'equilibrio del loro habitat. Per questo la Provincia di Bolzano ne ha disposto l'abbattimento. Il piano di abbattimento, approvato dall'ISPRA, che dovrà ripristinare le densità ottimali, prenderà il via il 15 ottobre e terminerà il 16 dicembre.

http://www.lavocedelnordest.eu/troppi-cervi-allo-stelvio-aperta-caccia-proteste-animalisti/

 

Benelli: Raffaello Be Diamond

  • Pubblicato in Novità

Apertura

Il duemiladiciotto, in casa Benelli è inizia con il botto. La casa urbinate è uscita con un nuovo capitolo della saga dei Raffaello, il semiautomatico di punta dell’azienda. Il Raffaello Be Diamond, segna la messa in campo di una nuova tecnologia realizzata dai geniali tecnici di casa Benelli, il Be S. T., un trattamento esterno destinato a conferire all’arma la bellezza e la resistenza del diamante. Ovviamente, il pezzo forte di quest’arma è lo scudo di diamante che protegge canna e fodero, ma in questo fucile c’è molto altro, a cominciare dall’estetica. Le forme sono caratterizzate da linee asciutte, snelle e slanciate che danno un’impressione anche visiva della leggerezza del fucile e della sua estrema maneggevolezza. Il Raffaello BE-Diamond è un fucile elegante e curato, pensato per essere a suo agio tanto nelle cacce di movimento come in quella agli acquatici, sempre garantendo la massima resistenza alle aggressioni che derivano dall’uso sul campo negli ambienti più ostili. Rispecchiando la volontà del mercato, per adesso si tratta di un calibro 12 camerato magnum, la cui resa balistica non soffre minimamente quando vengono sparate cartucce con bossolo di lunghezza standard, trovandosi perfettamente a suo agio con munizioni tra i 24 e i 56 grammi. 

prospettive fucile fucile

Un fucile per la caccia di movimento deve essere leggero e questo non solo perché minor peso significa minor fatica, ma anche perché il fucile leggero è più maneggevole, ha meno inerzia e aumenta il rendimento del cacciatore. Il Raffaello BE-Diamond con canna da 65 cm ferma l’ago della bilancia intorno a 2.900 grammi, peso ottimale per questo scopo, soprattutto perché supportato da un bilanciamento ottimale. Per gli acquatici sono a disposizione canne più lunghe e questo significa maggior peso e baricentro spostato in avanti a contrastare l’impennamento. In questa caccia le cartucce sono in genere più “potenti” e, per contrastare rinculo e rilevamento, il Raffaello BE-Diamond è dotato del sistema full comfort di terza generazione ComforTech 3. Questa nuova versione prevede una nuova geometria delle asole e delle travi del calciolo studiati attraverso programmi di calcolo e simulazione. L’utilizzo di tecnopolimeri elastomerizzati, accoppiati ad un nuovo inserto strutturalmente molto rigido e realizzato con un tecnopolimero caricato con fibra vetro, ha consentito la realizzazione di un nuovo calcio ComforTech che, pur essendo molto più deformabile del precedente, risulta robusto, resistente e supera ampiamente la prova a fatica di 100.000 cicli.
All’atto pratico, il nuovo calcio ComforTech consente, a parità di peso dei fucili, un’ulteriore riduzione del picco massimo di rinculo sulla spalla del tiratore. Un’importante novità del sistema ComforTech 3 è il nuovo nasello intercambiabile CombTech extra soft (brevettato) che garantisce un’elevata capacità di assorbimento degli urti sulla guancia durante lo sparo in tutte le condizioni di imbracciatura dell’arma, adattandosi allo stile di ogni tiratore. Il nasello è applicato al calcio tramite un attacco rapido che con richiede l’utilizzo di attrezzi; tale peculiarità offre la possibilità di sostituirlo facilmente con altri naselli di diverse altezze e durezze. Il calcio ha una pistola molto snella che porta istintivamente il dito sul grilletto e fa assumere al polso una posizione naturale e confortevole.
Anche l’asta è tutta nuova, più snella, in modo da facilitare ulteriormente la presa e il riassetto rapido della mano.
Le canne del Raffaello BE-Diamond disponibili nelle lunghezze 65, 70 e 75 cm, sono steel rated, camerate magnum, corredate di strozzatori Criochoke da 7 centimetri e, al pari delle altre Benelli, incorporano quelle peculiarità già note che impediscono anche il minimo spostamento dell’asse della canna sia tra un colpo e l’altro. Derivano da quelle del Raffaello Power Bore Crio, dalle quali si differenziano per l’innovativo coating BE.S.T. (Benelli Surface Treatment). La bindella è in fibra di carbonio, sormontata da un mirino ad alta visibilità, e oltre a ridurre il peso della canna ed il miraggio nel caso di surriscaldamento offre il vantaggio di non interferire col regime vibratorio e con quello espansione-contrazione.
Per ridurre le deformazioni a carico dei pallini, in Benelli hanno lavorato sui raccordi camera-anima e anima-strozzatore, senza ricorrere a profili overbore che il più delle volte pregiudicano la resa dei caricamenti tradizionali. Come le canne Power Bore Crio, anche quelle del Raffaello BE-Diamond hanno un diametro in asta di 18,3-18,4 mm. Un semiautomatico da caccia Benelli può avere solo la chiusura geometrica a svincolo inerziale, il punto di partenza è sempre quello dell’otturatore rotante con due massicce alette di chiusura, molto vantaggioso sul piano della robustezza del complesso e della durata nel tempo. Inoltre, il cinematismo made in Urbino, oltre a mantenersi molto più veloce dei tempi di reazione di qualsiasi tiratore, ha sempre dimostrato anche di essere dotato di una elevata capacità di autoregolazione nei confronti della potenza della cartuccia.
Il gruppo di otturazione del Raffaello BE-Diamond ricalca, in sostanza, quello dei Raffaello Power Bore / Ethos che, grazie a un suo equilibrio di masse, forze e resistenze, dovuto in primis all’appesantimento della massa inerziale, funziona correttamente con qualsiasi cartuccia standard o magnum a norma CIP con carica di pallini compresa tra 24 e 56 grammi.
In questo modo si possono accontentare sia i patiti di colombacci e anatre che quelli che vogliono usare il loro semiautomatico sui campi di tiro a volo, compresi quelli che prevedono l’uso di munizioni subsoniche. Caricare e scaricare il Raffaello BE-Diamond è agevole e facile grazie a un’asola di caricamento ampia che aumenta lo spazio sia per l’introduzione che per l’estrazione delle cartucce dal serbatoio, un elevatore che migliora l’ergonomia del caricamento e dello scaricamento e una leva ferma cartuccia sdoppiata che consente di ridurre la forza necessaria da applicare alla leva per caricare e scaricare manualmente le cartucce dal tubo serbatoio. Il pulsante leva, che sgancia l’otturatore dalla posizione di apertura, seguendo il modello introdotto su Power Bore ed Ethos, rende molto facile l’azionamento tanto a mani nude che con i guanti. Pensati per il confort di utilizzo anche la manetta dell’otturatore ampia e il pulsante maggiorato della sicura a traversino (invertibile). La leva di discesa delle cartucce ,poi, è più facilmente raggiungibile, grazie a un apposito sguscio sulla guardia paragrilletto.

prospettive fucile prospettive

 

Benelli Surface Treatment (BE S.T.)

La nuova tecnologia Benelli che nobilita la canna, proteggendola da corrosione, abrasione, usura e agenti esterni. Niente più manutenzione e oliatura: solo bellezza, piacere e praticità.
Che dire, come presentazione non c’è male, abbiamo voluto riportare integralmente questo slogan, che sintetizza mirabilmente quello che la Benelli ha voluto realizzare con questo nuovo rivestimento che, oltre a conferire preziosità estetica rende il fucile resistente come un diamante, inattaccabile dalla corrosione e dai graffi. Ma andiamo a conoscerlo nei dettagli. Possiamo cominciare da una importante, ovvero il fatto che si tratta di una tecnologia “green”, in quanto ha un bassissimo impatto ambientale, con scarti e reflui praticamente inesistenti.
Il procedimento, realizzato interamente nello stabilimento di Urbino, viene realizzato in un impianto che fa uso di sorgenti ioniche allo stato solido di ultima generazione, che permettono la deposizione di strati compatti e privi dei difetti puntiformi, che potrebbero rappresentare porte d’accesso per la corrosione. Un’altra sezione dell’impianto utilizza una sorgente di plasma a radiofrequenza in grado di dissociare i precursori gassosi che vengono introdotti in camera, in modo da creare le condizioni per la loro deposizione. A concludere il processo concorre un precursore liquido top secret, che viene vaporizzato prima di entrare in camera. Quest’ultimo precursore liquido, detto anche diamantoide, è la chiave per realizzare uno strato esterno con caratteristiche simili al diamante, in quanto contiene catene di idrocarburi in cui il carbonio forma legami di tipo sp3, caratteristici per l’appunto del diamante.
Anche dopo il trattamento di deposizione è necessaria una serie di operazioni per dare al rivestimento l’aspetto estetico finale, che lo rende brillante, elegante, piacevole alla vista e al tatto, simile, appunto, al più prezioso dei gioielli. II suo colore, misurabile mediante uno spettrofotometro, è il nero assoluto: privo di tinta e così intenso che, al suo confronto, una canna brunita sembra grigia.
Prima dell’immissione sul mercato, ovviamente il prodotto è stato sottoposto a test di caccia negli ambienti più estremi. Luoghi dove caldo, freddo, umidità e salinità fossero in grado di mettere a dura prova le parti soggette a corrosione. Ebbene, dopo 3 anni, l’esito è stato stupefacente, con le canne ancora come nuove e la valutazione dei cacciatori coinvolti è stata eccelsa, sia dal punto di vista estetico sia da quello funzionale.

 

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura