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Luca Gironi

Luca Gironi

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CALABRIA: PER FIDC APPROVATO UN CALENDARIO VENATORIO EQUILIBRATO

È stato emanato il Calendario venatorio messo a punto dalla Regione Calabria per la prossima stagione 2018-2019. In particolare si evidenziano le tre giornate di pre apertura previste l’1 e il 2 settembre a tortora, colombaccio, cornacchia, ghiandaia e gazza, e il 9 settembre a colombaccio, cornacchia ghiandaia e gazza, tutte solo da appostamento. Per le specie di maggiore interesse venatorio il Calendario regionale prevede il tempo di prelievo per la beccaccia dal 14 ottobre al 20 gennaio; per la lepre dal 16 settembre al 16 dicembre; per il tordo bottaccio, il tordo sassello e la cesena dal 6 ottobre al 31 gennaio; per l’allodola dal 1 ottobre al 31 dicembre; per il colombaccio dal 16 settembre al 31 dicembre e poi dal 14 gennaio al 10 febbraio 2019.

“Si tratta di un calendario venatorio equilibrato e sostenibile, frutto del lavoro comune del coordinamento delle 7 associazioni venatorie calabresi (Federcaccia, Libera Caccia, Enalcaccia, Arci Caccia, Anuu, Italcaccia ed

Eps) e del lavoro svolto con partecipazione e competenza in sede di consulta faunistico venatoria regionale – ha detto il presidente regionale FIdC Giuseppe Giordano -. In particolare sottolineo la preapertura alla tortora prevista per le due giornate come suggerito da Ispra per una specie in difficoltà a livello europeo, mantenute dalla Regione malgrado il tentativo del Ministro dell’ambiente Costa di farla soprassedere. Un risultato sicuramente ottenuto grazie anche alle argomentazioni formulate a contrasto di questa posizione ministeriale dall’Ufficio avifauna migratoria della Federcaccia. Lo stesso Ufficio, attraverso una stretta collaborazione con Federcaccia regionale ha inoltre fornito diverse argomentazioni per il discostamento dal parere Ispra recepite nella relazione accompagnatoria al calendario.

Adesso non mi resta che augurare un sentito in bocca al lupo a tutti gli appassionati calabresi, raccomandando come sempre il massimo rispetto delle leggi, del buon senso e dell’etica che ci contraddistingue come cacciatori”.

 

EMERGENZA CINGHIALI IN CALABRIA: PER LA CIA I PROVVEDIMENTI SONO QUASI INESISTENTI

  • Pubblicato in Notizie

Si è tenuto nei giorni sorsi, alla Cittadella Regionale, presso il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, dopo oltre cinque mesi (febbraio) dalla richiesta d’incontro inviata al Presidente della Giunta Mario Oliverio da parte di Cia, Confagricoltura e COPAGRI un incontro, per chiedere risposte concrete sui danni da fauna selvatica (cinghiali).

Erano presenti per Confagricoltura il Presidente regionale Alberto Statti, il Direttore regionale Angelo Politi ed il Presidente provinciale di Catanzaro Walter Placida; per la Cia Nicola Monteleone componente la Giunta regionale e Vicepresidente di Cia Calabria Sud; per Copagri il Presidente regionale Luigi Iemma. Hanno partecipato anche alcuni dirigenti del Comitato di Contenimento Cinghiali guidati dal Presidente Eugenio Fristachi. Per la Regione era presente Lorenzo Vitari, totalmente assenti i rappresentanti istituzionali della Regione.

La problematica dei danni nasce quando, al fine di soddisfare le richieste provenienti dal mondo venatorio, sono state effettuate ripetute campagne di immissioni, in particolare cinghiali di specie alloctone, aventi dimensioni e prolificità elevate in territori dove il cinghiale non è mai esistito. Nell’incontro, sono state ribadite le richieste e le proposte che ormai da anni si stanno inoltrando, anche nella Consulta Faunistica Venatoria Regionale, senza ottenere risposta alcuna; tra le principali: eradicazione della specie cinghiale nelle zone a vocazione agricola, con urgenza nelle aree vocate a colture di pregio; rotazione annuale delle squadre nelle aree di caccia; autodifesa degli agricoltori che muniti di porto di fucile e licenza di caccia possono abbattere i cinghiali nei propri fondi.

Oltre ai danni, i rappresentanti di Cia, Confagricoltura e Copagri, hanno espresso molta preoccupazione per il settore zootecnico poiché diversi cinghiali abbattuti sono risultati affetti da tubercolosi, in base a quanto accertato dai servizi veterinari, malattia che è facilmente trasmissibile agli altri animali ed anche all’uomo; essendo il cinghiale animale selvatico e in continuo movimento, è assai probabile la diffusione territoriale della malattia. Ciò sarebbe catastrofico per il settore zootecnico calabrese.

Cia, Confagricoltura e Copagri, ribadiscono forte perplessità e contrarietà all’intenzione della Regione di costituire una Task-force che affronti la problematica sanitaria con la partecipazione solo del servizio veterinario, delle associazioni venatorie e dei carabinieri forestali con esclusione degli agricoltori che sono gli unici a cui i cinghiali arrecano danno. Per questa ragione, si chiede la costituzione di una Task-force regionale più ampia che affronti la problematica nel suo complesso ed abbia poteri di intervento immediato, in quanto le scorribande dei cinghiali sul territorio e i danni cagionati all’agricoltura sono oramai quotidiani.

Solo alla fine del confronto si è venuti a conoscenza che in precedenza il capo struttura del Dipartimento aveva comunicato che su disposizione del Dirigente Generale la riunione era stata differita a data da destinarsi. Tutto ciò lascia le rappresentanze di CIA, Confagricoltura e Copagri molto perplessi, tanto da fare dubitare della effettiva volontà della Regione Calabria di affrontare con decisione la problematica.

Le compagini unite di Cia, Confagricoltura e Copagri, stanno sino ad ora stanno approcciando il confronto con diplomazia e con metodi propositivi, come nel loro stile, ma la pazienza sta finendo visto che dopo anni nessun provvedimento è stato adottato e quello che è stato fatto non ha prodotto nessun risultato. Perciò in assenza di provvedimenti efficaci, nelle prossime settimane, saremo costretti a mettere in atto azioni di protesta.

FIDC BERGAMO: IL CALENDARIO VENATORIO E LE REGOLE PER LA CACCIA AGLI UNGULATI IN LOMBARDIA NEL 2018-2019

L’inizio di agosto ha portato in dote le nuove regole sulla caccia in Lombardia in vista di una stagione venatoria che per la maggior parte dei cacciatori partirà il 16 settembre. Nessuna novità di fatto rispetto alla passata annata, in attesa di tutte le disposizioni sulle giornate integrative e sulle specie oggetto di riduzione.

Ecco tutte le disposizioni sulla caccia in Lombardia dei vari UTR CLICCA QUI

Anche per quanto riguarda la caccia agli ungulati nei Comprensori Alpini di caccia bergamaschi sono arrivate le disposizioni da Regione Lombardia, per stabilire date e soprattutto i piani di prelievo decisi. CLICCA QUI

Ecco invece tutte le date per la caccia agli ungulati:

– Caccia di selezione al capriolo:
Maschi I e II classe: dal 16 agosto al 31 ottobre;
Femmine I e II classe e maschi e femmine classe 0: dal 9 settembre fino al 9 dicembre.
– Caccia di selezione al cervo:
Maschi I classe: dal 16 agosto al 13 settembre – dal 14 ottobre al 9 dicembre;
Maschi II, III classe: dal 14 ottobre al 9 dicembre;
Femmine I e II classe, maschi e femmine classe 0: dal 14 ottobre al 9 dicembre.
-Caccia di selezione al camoscio: – tutte le classi d’età: dal 9 settembre al 9 dicembre.
– Caccia di selezione al muflone, solo nei C.A. Prealpi Bergamasche, CA Valle Seriana e
Valle Borlezza:
Maschi I classe e classi successive: dal 16 agosto al 9 dicembre;
Femmine I classe: dal 16 agosto al 9 dicembre;
Femmine II classe e classe 0: dal 1° Settembre al 9 dicembre;
– Caccia di selezione al cinghiale (solo nel C.A Prealpi bergamasche)
– tutte le classi d’età, ad eccezione delle femmine adulte di età superiore a 2 anni: dal 1°
settembre al 31 dicembre;
– femmine adulte di età superiore a 2 anni : dal 1° ottobre al 31 dicembre

VENETO: SUL NUOVO PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2019-2024, INTERVIENE L'ASSESSORE PAN, “PROPOSTA-QUADRO CHE FA LA SINTESI DEI PIANI PROVINCIALI E DEFINISCE LE LINEE GUIDA”

(AVN) – Venezia, 6 agosto 2018

La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore all’agricoltura e alla caccia Giuseppe Pan, ha adottato - in via preliminare - la proposta di nuovo piano faunistico-venatorio regionale per il quinquennio 2019-2024. Dovrà sostituire e aggiornare l’attuale piano, scaduto nel 2012 e ripetutamente prorogato.

L’adozione in via preliminare della proposta di piano rappresenta una nuova tappa del percorso avviato un anno fa - ricorda l'assessore Pan - con l'approvazione della legge regionale n. 27/2017 che, come prima attuazione del riordino normativo imposto dalla riforma Delrio, ha ridefinito il quadro pianificatorio, riportando alla Regione l'unico livello di pianificazione in materia venatoria.

“La riforma Delrio ha svuotato le Province di competenze, poteri e risorse – precisa Pan – ma non per questo abbiamo voluto escludere il territorio da questo importante strumento di pianificazione: con una norma transitoria inserita nella legge 27 abbiamo valorizzato i contenuti dei piani provinciali consentendone la trasposizione nella costruzione del piano regionale. Piani che - ricorda ancora Pan - erano stati elaborati ed approvati prima che la riforma Delrio portasse discontinuità e confusione su identità e ruolo delle Province e della Città Metropolitana”.

“Il progetto della Giunta – chiarisce Pan - non intende togliere nulla ai territori, anzi, al contrario, mantiene un presidio locale in materia di caccia e anche di pesca, cercando di contenere i danni di un esodo purtroppo incontrollato di personale. Con l’istituzione del servizio regionale di vigilanza faunistico-venatoria e con l’ultima legge approvata in Consiglio in materia di caccia e pesca, la Regione sta cercando di riportare chiarezza nella pianificazione e nella gestione, perseguendo economie di scala ma salvaguardando la specificità dei territori”.

Con la nuova proposta di piano la Giunta regionale fissa alcuni principi base nella programmazione faunistico-venatoria, a partire dalla linea di demarcazione della Zona Faunistica delle Alpi e dalla suddivisione del territorio di pianura in Ambiti Territoriali di Caccia, nel rispetto delle indicazioni dei piani provinciali.

La proposta della Giunta, infatti, prende atto e consolida accorpamenti e riduzioni nel numero degli Ambiti territoriali di caccia, proposti dai rispettivi piani provinciali: in provincia di Treviso si passa da 13 a 10, come appunto prevedeva il piano provinciale orientato ad accorpare gli ambiti sulla base di bacini faunistici omogenei; nelle altre province, invece, il piano regionale conferma gli ATC esistenti, come richiesto dai rispettivi territori.

La proposta di piano della Giunta adegua, inoltre, gli organi gestionali degli Ambiti di caccia alle recenti modifiche legislative, favorendo la rappresentanza paritetica di cacciatori, agricoltori e ambientalisti.

“L’obiettivo è salvaguardare un sistema efficace che si fonda sul volontariato degli organi di gestione e sulla pari responsabilità di cacciatori e agricoltori, entrambi impegnati nelle attività di tutela e valorizzazione faunistica del territorio”, conclude Pan. “Il tutto all'interno di un quadro organico che vede valorizzati i cacciatori nel ruolo di gestione faunistica complessiva (ad esempio il controllo delle specie dannose, aliene e invasive) e crea un rapporto più stretto ed efficace tra gestione faunistica del territorio e conduzione agricola dei fondi”.

Dopo la prima adozione preliminare sugli aspetti gestionali, il piano prosegue ora il suo percorso in sede di valutazioni ambientali (VAS e VIncA), per raccogliere le esigenze e le indicazioni del territorio e dei portatori di interesse.

 

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