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Luca Gironi

Luca Gironi

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SUL FIUME PIAVE DI 100 ANNI FA Designata la seconda Area Wilderness del Veneto!

Sono trascorsi 100 anni da che “Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio…”. E ne sono trascorsi, coincidenza, 24 da quando nella parte alta del suo bacino imbrifero l’allora Azienda Regionale delle Foreste del Veneto (oggi “Veneto Agricoltura”) e poi il Comune di Perarolo di Cadore (Belluno) designarono quella che è considerata la prima Area Wilderness alpina (in realtà, geograficamente parlando, solo la seconda): la Valmontina.
L’altro ieri, 31 luglio, il Comune di Crocetta del Montello, in Provincia di Treviso, ha designato quello che è il primo settore della seconda Area Wilderness della Regione Veneto: Settore di 940 ettari, denominata Area Wilderness Piave della Battaglia. Un grande successo per l’Associazione Italiana per la Wilderness che da oltre trent’anni si batte affinché alcune zone selvagge d’Italia restino tali e quali furono e sono giunte a noi; un impegno di salvaguardia che, soprattutto in questo caso, sono il migliore e doveroso atto commemorativo in ricordo delle migliaia di soldati italiani che cento anni fa combatterono quella battaglia per la riconquista del suolo patrio che ci era stato sottratto, molti sacrificando la loro vita, altri ritornando alle proprie case con menomazioni, ed altri ancora con storie di sacrifici inenarrabili, lieti solo di essere tornati. Sulle sponde del fiume ed anche nel suo greto, già esistono da anni, cippi e memoriali che ricordano quegli eventi e tutti quei morti, ma mai si era pensato che forse la cosa più giusta da farsi per ricordarli e per ricordare tutto quel tragico ed eroico evento in cui furono coinvolti, fosse il dare una perenne tutela al luogo in cui la battaglia si svolse. Questa proposta, alcuni anni fa è stata avanzata dalla scrivente Associazione, affinché si potesse giungere ad una grande Area Wilderness che preservi quel tratto di fiume di oltre 20 chilometri di lunghezza e vasto migliaia di ettari, considerato, appunto il ”Piave della Battaglia”. Oggi, apripista di quest’iniziativa, che cade proprio nel suo centenario, la prima pietra di un’Idea piuttosto che di un monumento, l’ha posta il Comune che di quel selvaggio greto fluviale ne possiede la maggior parte: Crocetta del Montello, guidato da un Sindaco che ha evidentemente saputo capire il valore di questa iniziativa, la Dott.ssa Marianella Tormen. La proposta, a suo tempo poi caldeggiata dalla Sezione AIW Provincia di Treviso (poi Treviso-Segugi & Segugisti, ed oggi Alto Trevigiano) guidata dall’Avv. Alberto Filippin, e dal Dott. Giustino Mezzalire, dirigente del settore foreste di “Veneto Agricoltura” e già artefice della citata prima Area Wilderness veneta, ma, soprattutto, convintamente sostenuta e poi presentata in Consiglio comunale, dal Delegato regionale dell’AIW per il Veneto, Gianni Garbujo, che con una coinvolgente relazione al Consiglio comunale ha saputo dare credibilità all’Idea e convincere tutti i Consiglieri affinché la proposta passasse con i voti unanimi di maggioranza e minoranza, come poi è avvenuto – e come sempre l’AIW richiede ai Comuni quando avanza queste proposte (in quanto svincolate dalla politica e basate solo sul riconoscimento di valori culturali e ambientali che tutti i cittadini devono sentire il dovere di salvaguardare, a prescindere dai loro interessi economici e/o politico-partitici).
Quel tratto di Fiume Piave da oggi, agosto del 2018, sarà quindi veramente reso noto, ma forse è meglio dire rimembrato, ai mas media, anche per una saggia finalità turistica, per quella “battaglia del solstizio” di cento anni or sono (era il giugno 1918), in quanto preservato nel suo antico stato, e senza che vi siano impediti tutti quegli usi ed attività del mondo rurale locale che da sempre vi vengono fatti o praticati.
Del lungo corso del Piave, dalla sua sorgente in Val Visdende al suo sbocco nel Mare Adriatico a Jesolo, questa che da oggi sarà conosciuta come Area Wilderness Piave della Battaglia (69° Area Wilderness d’Italia) ne preserva il tratto più ininterrotto rimasto nel suo lungo corso. Un’area che sarà anche una libera valvola di sfogo per le future alluvioni che dovessero interessare il bacino del Piave. Forse la più saggia delle decisioni che i Governi dovrebbero prendere quando si interessano di tali eventi, anziché programmare costosi imbrigliamenti e contenimenti dell’acqua. In fondo, Wilderness è anche questo!

 

Murialdo, 2 Agosto 2018 Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness

Toscana: riunione con Remaschi e Fratoni sugli interventi nelle aree Natura 2000

FIRENZE – Interventi a basso impatto ambientale nelle aree Natura 2000: è stato questo il tema al centro di un incontro tenuto dagli assessori regionali Marco Remaschi (agricoltura e caccia) e Federica Fratoni (ambiente).
L’incontro è stato sollecitato da numerosi cittadini, per verificare la possibilità di miglioramenti e semplificazioni sulle procedure applicative della delibera 119 del 2018, che disciplina gli interventi previsti nella sulla rete dei siti Natura 2000, cioè nell’insieme dei territori protetti.
Nel corso della riunione si è evidenziata la necessità, per alcune tipologie di intervento a basso impatto ambientale, ed in particolare per la realizzazione di appostamenti fissi di caccia, di elaborare una modulistica semplificata per le istanze relative a nuovi appostamenti in questi siti.
Questo al fine di garantire, nell’immediato, una importante semplificazione per i cittadini, a cui seguirà per il futuro una valutazione di incidenza, necessaria a garantire la compatibilità ambientale degli interventi, valutazione che verrà svolta direttamente dagli uffici regionali, senza quindi l’obbligo per gli utenti di doverla effettuare tramite un professionista privato. La nuova modulistica semplificata sarà disponibile presso gli uffici caccia territoriali a partire dall’ultima settimana di agosto.
“Certamente – ha commentato l’assessore Remaschi – non è semplice contemperare la necessaria attenzione per qualsiasi tipo di intervento in aree particolarmente delicate come i siti Natura 2000 e l’impegno alla semplificazione che la giunta regionale si è impegnata a portare avanti in ogni ambito di competenza; quello compiuto oggi rappresenta sicuramente un ulteriore piccolo passo nella direzione giusta, anche se il percorso da fare ancora è lungo e richiede l’impegno continuo sia della parte politica che di quella tecnica”.
“Un ringraziamento alle associazioni venatorie toscane, che in un’ottica di collaborazione, si sono rese disponibili a individuare una strada comune – ha evidenziato Federica Fratoni. “L’applicazione corretta e virtuosa delle norme comunitarie – ha proseguito – si riferisce ai casi concreti e non può che essere frutto di un confronto positivo fra le parti. Sono sicura che troveremo le forme più idonee che, a regime, garantiranno il rispetto delle regole senza appesantire gli adempimenti formali a carico dei cacciatori” .

FEDERCACCIA BRESCIA DICE BASTA ALLE SPECULAZIONI SUL MONDO VENATORIO

Le recenti dichiarazioni del responsabile del settore caccia dei circoli bresciani di Legambiente ci danno modo di fare alcune semplici riflessioni. Secondo il rappresentante di questa associazione animalista “nella legge nazionale 157/92 è giustamente prevista, all’interno dei Comitati di Gestione una rappresentanza minoritaria (30%) dei cacciatori nell’ottica di una gestione del territorio frutto di una intesa di tutte le realtà coinvolte”. In sostanza i soci paganti degli Atc e dei Ca, cioè i cacciatori, è giusto che siano in minoranza perché è evidente, secondo Legambiente, che solamente con l’apporto illuminato degli animalisti si possa gestire l’attività venatoria. Non solo, sempre secondo il rappresentante di Legambiente, la presunta inefficienza di Atc e Ca in provincia di Brescia dipende dal fatto che in passato “associazioni agricole e istituzioni hanno troppo delegato a rappresentarli nei comitati di gestione rappresentanti delle associazioni venatorie”. Francamente dipingere il mondo venatorio come un’accozzaglia di incapaci e di persone da spremere a noi non sta bene. I rappresentanti delle associazioni venatorie e agricole hanno sempre lavorato con impegno e dedizione mentre il contributo di una parte del mondo ambientalista legato alle frange più animaliste è stato pressoché nullo. L’arroganza di chi pensa di detenere il sacro dono dell’intelligenza è destinata ad infrangersi contro il muro dell’onestà dei cacciatori, supportata anche dai recenti risultati elettorali bresciani. Se le istituzioni locali in passato hanno ascoltato le istanze del mondo venatorio, lo hanno fatto perché le stesse testimoniavano reali esigenze del territorio. Il problema cinghiale non si risolverà con le parole di Legambiente cosi come quello delle nutrie e tanto meno quello della riqualificazione degli habitat. Solamente la collaborazione tra agricoltori e cacciatori può dare frutti perché basata sui fatti e non sulle teorie. Abbiamo fiducia in Regione Lombardia e auspichiamo un repentino Commissariamento dell’Atc Unico di Brescia per poter dare poi vita ad un nuovo Comitato di Gestione, serio ed operativo e non più popolato da sapienti giuristi, teorici ed inefficienti.

ANLC: Pubblicata la relazione tecnica sui Key Concepts

La Libera Caccia risponde al Ministero dell’Ambiente sul DOCUMENTO KC.

A seguito dell’avviata procedura di revisione del documento K.C. e della nota con protocollo n. U 0015746 inviata dal MAATM in data 13/07/2018, con la quale si invitano le associazioni venatorie a produrre la documentazione tecnico-scientifica per le specie per le quali si intende richiedere un cambiamento delle date dell’attuale documento K.C., la scrivente associazione invia una relazione tecnica corredata, per ogni specie interessata, dei documenti scientifici di riferimento.

Nello spirito di una reale collaborazione tra tutti i vari portatori d’interesse, la scrivente associazione auspica un tavolo di confronto atto a raggiungere nel merito una posizione più condivisa possibile.

Cordiali Saluti.

Il Presidente Nazionale
Paolo Sparvoli

Toscana: Approvate in via definitiva le nuove aree vocate al cinghiale

Nella giornata di ieri, il Consiglio Regionale ha provveduto all'approvazione delle nuove Aree Vocate per il cinghiale. Il provvedimento è passato con il voto favorevole della maggioranza, l'astenzione della Lega e il no dei 5 Stelle.

https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/caccia-ungulati-cinghiale-calendario-venatorio-1.4068685

http://www.luccaindiretta.it/regione/item/124211-nuove-aree-per-la-caccia-del-cinghiale-in-toscana.html

 

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Ambiente

Enogastronomia

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