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Luca Gironi

Luca Gironi

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Danni alle produzioni agricole da cinghiali in Umbria, l'Assessore Cecchini dichiara: fino al 30 settembre in vigore termine ridotto a 12 ore per interventi di urgenza

(aun) – perugia, 1 ago. 018 – “Per arginare i danni che i cinghiali causano alle colture agricole, per tutto il periodo dei raccolti estivi gli agricoltori possono intervenire direttamente appena 12 ore dopo la comunicazione della situazione di emergenza. Una misura che rende più efficace l’azione di contenimento, cui contribuiscono i tre mesi di apertura della caccia alla specie durante la stagione venatoria”. È quanto sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura e alla Caccia, Fernanda Cecchini, ricordando i provvedimenti di urgenza decisi dalla Giunta regionale.

“Abbiamo a cuore la salvaguardia delle produzioni agricole umbre – dice - e le sollecitazioni giunte all’Assessorato da più parti, organizzazioni agricole, singoli coltivatori e cittadini, circa la necessità di intervenire a causa della sovrapopolazione di specie dannose, in particolare dei cinghiali, non sono certo cadute nel vuoto. Non solo: dalle misure straordinarie del 2017, siamo passati quest’anno a quelle sistematiche, nel rispetto degli impegni assunti con il mondo agricolo, consentendo interventi più tempestivi in caso di danneggiamenti in atto”.

“La Giunta regionale, infatti – rileva l’assessore Cecchini -, ha modificato il regolamento di attuazione della legge regionale in materia di prevenzione dei danni e gestione e controllo della fauna selvatica e inselvatichita e, applicando quanto previsto nella modifica adottata nel giugno scorso, ha approvato nella riunione di lunedì la delibera che riduce da 48 ore a 12 ore il termine previsto per l’attivazione degli interventi di urgenza da parte dei proprietari o dei conduttori dei fondi agricoli in cui i cinghiali stiano danneggiando le colture”.

La Giunta regionale ha stabilito inoltre che “per gli interventi programmati e di urgenza anche nelle ore notturne sia sufficiente la presenza di un solo addetto alla vigilanza”.

“Misure che hanno carattere di eccezionalità ed urgenza e che saranno efficaci fino al 30 settembre prossimo – conclude l’assessore Cecchini – anche in considerazione del fatto che la presenza eccessiva dei cinghiali potrà essere contenuta con l’apertura della stagione venatoria 2018/2019 che fissa dal 6 ottobre al 6 gennaio il periodo di prelievo per la specie”.

Sb

VENETO: NEL RIORDINO DELLE FUNZIONI DELLE PROVINCE SU CACCIA E PESCA, RICONOSCIUTA IN TOTO LA SPECIFICITÀ BELLUNESE

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Nella nuova legge relativa al riordino delle funzioni provinciali in materia di caccia e pesca, approvata oggi dal Consiglio regionale del Veneto, è previsto il conferimento di specifiche funzioni alla Provincia di Belluno. Lo sottolinea l’assessore regionale alla specificità bellunese, Gianpaolo Bottacin.

“Al territorio bellunese è stata riconosciuta massima autonomia, a differenza di tutte le altre province del Veneto”, precisa Bottacin.

“Si tratta – mette in luce l’assessore bellunese - di un riconoscimento integrale delle richieste del territorio sia per ciò che riguarda la caccia che per la pesca, con un’attenzione che, aldilà delle chiacchiere, è stata riservata solo a Belluno proprio per la sue particolarità”.

Per entrambe le discipline, il testo esplicita che la Provincia di Belluno partecipa al procedimento di formazione dei documenti di programmazione e pianificazione regionale, inclusi gli indici di densità venatoria, mediante la presentazione di proposte relative al proprio territorio approvate dal competente organo provinciale, che devono essere obbligatoriamente recepite nei pertinenti atti regionali.

Il capo IV della nuova legge di riordino specifica poi che, solo relativamente al Bellunese, spettano alla Provincia, in luogo della Giunta regionale, le funzioni relative alla gestione dell'attività faunistico venatoria; all'individuazione delle zone in cui possono essere collocati gli appostamenti; alla determinazione della densità venatoria dei singoli Comprensori alpini, entro i limiti previsti dalla pianificazione faunistico-venatoria; alla pubblicazione e divulgazione del calendario venatorio regionale e alla sua integrazione; all'emanazione, per il territorio di riferimento, di disposizioni integrative ed attuative del provvedimento della Giunta regionale; al controllo della fauna selvatica.

In materia di pesca vengono riconosciute alla Provincia di Belluno, in luogo della Giunta regionale, le funzioni relative alla gestione dell'attività di pesca dilettantistico sportiva; all'emanazione di disposizioni integrative ed attuative del regolamento regionale; alla gestione delle concessioni di pesca sportiva; alla gestione degli obblighi ittiogenici.

“Per un massimo coinvolgimento del territorio – prosegue Bottacin – abbiamo anche previsto che la Provincia di Belluno, nello svolgimento delle diverse attività a lei delegate in materia di caccia e pesca, dovrà assicurare il coinvolgimento delle associazioni e degli organismi di rappresentanza del settore”.

“Un passo alla volta, continua il percorso di riconoscimento della autonomia di Belluno – conclude Bottacin – Un percorso che prosegue spesso sotto voce, ma con atti concreti che, come la legge approvata oggi dimostra, danno la misura dell’attenzione che la Regione dedica alla montagna e alla sua provincia totalmente montana”.

Questo, invece, il commento dell’assessore regionale alla caccia e alla pesca, Giuseppe Pan, commenta l’approvazione in Consiglio della nuova legge di riordino delle funzioni provinciali in materia di caccia e di pesca.

“Con questa legge prosegue il lavoro di riordino legislativo e amministrativo intrapreso dalla Regione Veneto a seguito del confuso quadro venutosi a creare con la riforma delle Province – sottolinea Pan – La Regione si sta via via sostituendo agli enti provinciali, per continuare a garantire compiti, funzioni ed efficienza. Si tratta di una assunzione di responsabilità nei confronti dei cittadini, che va a sopperire i vuoti e le incongruenze creatisi nelle funzioni provinciali di pianificazione, gestione, controllo, vigilanza a seguito della riforma voluta dalla legge Delrio”.

“Mi preme sottolineare soprattutto un aspetto della nuova legge – aggiunge l’assessore regionale – relativo al riconoscimento della specificità della provincia di Belluno, anche nelle pianificazione faunistica venatoria: il nuovo veneto piano faunistico venatorio 2019-2024 sarà redatto d’intesa con la Provincia e le associazioni e gli organismi di rappresentanza e di gestione venatoria del territorio bellunese. Il piano, che la Giunta regionale ha appena adottato - a titolo preliminare e come linee guida del processo complessivo di pianificazione - prevede appunto un processo di partecipazione e di coinvolgimento della Provincia dolomitica nella nuova programmazione quinquennale, nonché l’affidamento diretto all’ente provinciale di alcuni puntuali compiti gestionali sia in materia di caccia che in materia di pesca. Si tratta di una scelta rispettosa degli impegni assunti dall’amministrazione regionale e della particolare conformazione dell’unica provincia integralmente montana del Veneto”.

 

La Regione Umbria conferisce incarico per ricorso a consiglio di stato contro l'ordinanza Tar sul calendario venatorio 2018/2019

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(aun) – perugia, 31 lug. 018 – La Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore alla Caccia Fernanda Cecchini, ha stabilito di far ricorso in appello davanti al Consiglio di Stato avverso l’ordinanza del Tar Umbria con cui vengono sospese le due preaperture della stagione venatoria 2018/2019 previste per il 2 e il 9 settembre.

A questo scopo è stato conferito all’avvocato Paola Manuali, dell’Avvocatura regionale, l’incarico di rappresentare la Regione nel giudizio.

LIGURIA: OK AL TESSERINO GRATIS IL PRIMO ANNO

ASSESSORE MAI: “UN PICCOLO INCENTIVO A NEO CACCIATORI, PRESIDIO FONDAMENTALE A TUTELA DI BIODIVERSITÁ E AMBIENTE”

GENOVA. “Da oggi i neo cacciatori saranno esentati, per il primo anno di esercizio dell’attività faunistico-venatoria, dall’obbligo del pagamento della tassa regionale. Un piccolo incentivo che nasce con l’obiettivo di invertire il trend di calo nel numero dei cacciatori in Liguria, passati da 20 mila di 6 anni fa agli attuali 15 mila. La presenza e l’attività dei cacciatori è fondamentale per la tutela delle biodiversità, del territorio, delle attività agricole, che oggi sappiamo essere sempre più minacciate dall’invasiva e incontrollata presenza di ungulati”. Lo dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura e alla Caccia, Stefano Mai, commentando l’ok incassato dal ddl 189 di modifica dell’articolo 41 della legge regionale del 1 luglio 1994, n. 29 - norme regionali per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio -. “Ogni anno - spiega l’assessore Mai - in Liguria vengono abilitati circa 200 neo cacciatori e l’importo della tassa è di circa 90 euro. Pertanto, a fronte di un piccolo e ipotetico mancato introito nelle casse regionali, stimato in circa 18 mila euro annui, consideriamo di poter generare un circolo virtuoso, aumentando la presenza di neo cacciatori, agevolando un necessario ricambio generazionale, che dia continuità nei servizi di presidio e tutela dell’ambiente, supporto fondamentale per le attività di Regione. Negli ultimi anni, infatti, complice il calo del numero dei cacciatori attivi in Liguria, abbiamo assistito a un lento ma progressivo abbandono delle aree boschive e dell’entroterra, che hanno contribuito a elevare il rischio di incendi e di presenza di ungulati, fino ai centri abitati. Sono soddisfatto dell’approvazione ottenuta in consiglio e auspico che la nuova legge possa servire a invertire il trend attuale, garantendo una presenza capillare e secondo regole certe di chi svolge attività faunistica venatoria, che possa creare le condizione per ristabilire un equilibro ambientale ormai saltato”.

ROMA: RIUNITO IL TAVOLO SULLA DIRETTIVA ARMI

Il comparto e l’associazionismo di settore consolidano il coordinamento a seguito delle audizioni in Parlamento sul recepimento del testo.

I rappresentanti di ANPAM, ANPP, ASSOARMIERI, ARCICACCIA, COMITATO D-477, CONARMI, FENAVERI (FIDC, ENALCACCIA, ANUU), FIDASC, FITAV, FITDS e, in veste di osservatori, UITS e AITDL, si sono riuniti oggi a Roma in rappresentanza dell’intero settore, con l’obiettivo di consolidarne il coordinamento, anche con riferimento al recepimento delle modifiche alla direttiva armi attualmente in corso.

Le organizzazioni convenute infatti hanno elaborato già da tempo una posizione comune, illustrata nella audizioni informali presso le commissioni parlamentari competenti, in cui sono state messe in evidenza le criticità dello schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2017/853/CE, che modifica la direttiva 91/477/CEE. Se lo schema governativo fosse stato condiviso preventivamente con i rappresentanti del settore tali criticità sarebbero state certamente inferiori, con un percorso parlamentare più rapido e agevole.

Le organizzazioni convenute considerano positivo il fatto che le commissioni parlamentari che hanno già espresso parere abbiano accolto parte di quanto esposto nella posizione comune. Ci si augura tuttavia che i pareri della I Commissione di Camera e Senato prendano in considerazione le altre importanti questioni, finora trascurate, che rischiano di discriminare il nostro Paese, penalizzando il comparto, gli utilizzatori e l’attività sportiva.

Il tavolo di lavoro ringrazia i parlamentari che fino a oggi hanno mostrato impegno, sensibilità e interesse nel considerare la questione in una prospettiva tecnica e non ideologica, tesa a distinguere le prescrizioni necessarie ad attuare la normativa europea da ciò che appare irragionevole e inadeguato a una disciplina già avanzata come quella nazionale.

L’auspicio è che il Ministero competente, redigendo il testo finale, si attenga al disposto normativo e alle indicazioni delle commissioni parlamentari, evitando norme più restrittive rispetto a quelle europee, e inizi un percorso di armonizzazione che porti ad avere in Italia un livello di regolazione simile a quello degli altri Paesi europei, introducendo delle semplificazioni che non riducano il livello di sicurezza ma si traducano in minore burocrazia e costi inferiori per amministrazioni, cittadini e imprese.

Le organizzazioni riunite hanno infine convenuto sulla necessità di non lasciar cadere l’attenzione verso le attività di Parlamento, Governo e Amministrazione, proseguendo il rafforzamento del coordinamento del settore al fine di garantire anche per il futuro tutte le sue componenti.

Roma – 31 luglio 2018

ANPAM
ANPP
Arcicaccia
Assoarmieri
Comitato D477
CONARMI
FENAVERI
FIDASC
FITAV
FITDS
AITDL

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura