Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Luca Gironi

Luca Gironi

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

LA CCT SI MOBILITA PER I CACCIATORI

  • Pubblicato in Notizie

 

RICHIESTO UN INCONTRO URGENTE AGLI ASSESSORI REMASCHI E FRATONI PER AFFRONTARE IL PROBLEMA DEGLI APPOSTAMENTI FISSI NELLE AREE RETE NATURA 2000.

In questi ultimi giorni ed in concomitanza delle date previste per le nuove richieste e spostamenti degli appostamenti fissi alla migratoria, in Toscana, si sta presentando un problema che se non affrontato e risolto, rischia di impedire nei fatti la possibilità di vedersi autorizzati nuovi appostamenti, ma anche spostamenti di sito per gli appostamenti fissi che ricadono all’interno delle aree della Rete Natura 2000 ed in particolare dei SIC (Siti di interesse Comunitario), SIR (Siti di interesse Regionale), ZPS (Zone di protezione speciale). Secondo la CCT (Federcaccia Toscana – ANUUMigratoristi – ARCT), le procedure e le richieste emanate dagli uffici regionali dislocati sul territorio, risentono di una interpretazione restrittiva e fuorviante della normativa e di quanto già stabilito nella Delibera della Giunta Regionale Toscana n°.119 del 12-02-2018. In particolare si richiede per gli appostamenti in questione la necessità di presentare da parte del cacciatore richiedente la dichiarazione VIA (Valutazione di impatto ambientale), con aggravi di costi e di carteggi burocratici difficilmente superabili e soprattutto fuori da ogni logica, in considerazione che le autorizzazioni riguarderebbero strutture di modestissimo, se non nullo impatto ambientale.
Secondo la CCT, si tratta di una interpretazione assolutamente fuori luogo e che pertanto, normativa alla mano, occorre un urgente chiarimento con gli assessorati competenti a difesa dei diritti dei tanti cacciatori, che in questi giorni, si sono visti negare o ritirare le concessioni, e costretti a presentare la documentazione integrativa necessaria.
A seguito dell’incontro richiesto, saranno valutate tutte le iniziative necessarie al superamento di questa incresciosa situazione che sta producendo incertezze sul diritto di caccia per tanti appassionati.

 

AZIONE CONGIUNTA TRA CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO E PARLAMENTO ITALIANO SU CACCE IN DEROGA.

 

Il Consiglio regionale del Veneto, su iniziativa del Capogruppo di Fratelli d’Italia Sergio Berlato ed il Parlamento italiano, su iniziativa dell’on. Maria Cristina Caretta, Capogruppo di Fdi in Commissione agricoltura alla Camera dei Deputati, hanno attivato un’azione congiunta e convergente per chiedere al Governo l’applicazione delle cacce in deroga a partire dalla stagione venatoria 2018/2019, cosi come previsto dall’art. 9 della Direttiva 2009/147/CE e dall’art. 19bis della legge statale n. 157/92.

Con l’approvazione odierna da parte del Consiglio regionale del Veneto della Mozione n. 353/2018, presentata dai consiglieri Sergio Berlato e Massimiliano Barison e con l’interrogazione n. 4-00522/2018 presentata in Parlamento da parte dell’on. Maria Cristina Caretta, spetta solo al Governo consentire alle regioni, che ne hanno fatto regolare richiesta entro il 30 aprile u.s., di attivare le cacce in deroga nel rispetto di quanto esplicitamente previsto dall’art. 9 della Direttiva 2009/147/ CE.

Adesso non ci sono più ne’ scuse ne ostacoli - hanno dichiarato congiuntamente sia il Presidente Sergio Berlato che l’on. Maria Cristina Caretta - chiedendo al ministro leghista dell’agricoltura e caccia Gian Marco Centinaio di permettere alle regioni l’attivazione del regime di deroga già dalla prossima stagione venatoria, in difesa delle colture agricole ed a tutela delle cacce tradizionali italiane.

Ufficio stampa
Fratelli d’Italia del Veneto
Venezia, li 3 luglio 2018

ACMA: AL LAVORO PER IL RECUPERO DELL’IMPIEGO DEI RICHIAMI VIVI

L’ACMA, settoriale della Federazione Italiana della Caccia, informa che a seguito dell’ordinanza del Ministero della Salute del 27 giugno scorso non sono state prorogate le misure in scadenza al 30 giugno. Dopo la pubblicazione della nuova decisione europea attesa in luglio, che da informazioni preliminari ricevute non dovrebbe essere diversa dalle precedenti riguardo all’uso dei richiami vivi, sarà necessario che venga emessa una nuova deroga per consentire l’uso dei richiami. Infatti la precedenti deroghe che consentivano l’uso dei richiami vivi sono ad oggi scadute. Acma ha richiesto ed ottenuto un incontro con l’istituto zooprofilattico delle Venezie, Istituto di riferimento nazionale per l’influenza aviaria, per discutere della questione. La settoriale si sta inoltre impegnando anche tramite canali istituzionali al fine di ottenere l’uso dei richiami su tutto il territorio nazionale e con modalità migliori rispetto alle precedenti deroghe.

Ricordiamo che la prima deroga del 1 agosto 2008, periodicamente rinnovata, è stata revocata con l’ordinanza del 30 marzo 2017, mentre la deroga del 30 ottobre 2017 che consentiva l’uso dei richiami vivi nelle regioni non ad alto rischio, è scaduta il 31 gennaio 2018.

FIDC: IL PROGETTO LEPRE ITALICA SI ESTENDE A NUOVI ATC IN SICILIA

Il 25 e il 27 giugno scorsi, la Regione Sicilia ha abilitato nuovi cacciatori addetti al monitoraggio e al prelievo venatorio sperimentale della Lepre italica in Sicilia. Con questi cacciatori sarà quindi possibile estendere ad altri ATC il progetto sperimentale triennale “Verso il prelievo venatorio sostenibile della Lepre italica in Sicilia”, promosso dal Centro Studi FIdC - Ufficio Fauna Stanziale -, in collaborazione con il Laboratorio di Zoologia applicata dell’Università di Palermo (Prof. Mario Lo Valvo) e le Ripartizioni Faunistico-Venatorie competenti per territorio. 

Si ricorda che il prelievo sperimentale della Lepre italica era già divenuto una realtà nella scorsa annata venatoria in alcuni “distretti” degli ATC ME1, PA2 e AG1.
L’iniziativa è particolarmente importante poiché ha consentito di avviare in concreto la cosiddetta “caccia programmata” a base della Legge n. 157/’92, anche su una specie tipica di piccola selvaggina stanziale già oggetto di contenziosi in Sicilia. In questo modo si è infranto un doppio muro costruito, in buona fede, da una parte da coloro che ritenevano inapplicabile in Sicilia un modello di “caccia sostenibile” e, dall’altro, da coloro che intendevano difendere la “caccia tradizionale” in quanto tale (non più applicabile per i continui ricorsi al TAR). L’esperienza portata a termine nel 2017, grazie alla sensibilità di volonterosi cacciatori aperti all’innovazione, ha dimostrato che una caccia tecnicamente corretta è possibile in Sicilia.
La Regione Siciliana ha avuto una grande sensibilità rispetto a questa iniziativa, cogliendo immediatamente gli aspetti positivi e innovativi della proposta, suscettibili di importanti ricadute sul piano sociale e sulle future strategie di gestione della fauna siciliana. La positiva esperienza proseguirà anche su altri territori dell’Isola e, in prospettiva, potrà allargarsi alla Coturnice di Sicilia, che da anni non è più cacciabile per analoghe motivazioni.
Infine, preme sottolinearlo, pur essendo stato promosso dal Consiglio Regionale della FIdC Sicilia presieduto da Giuseppe La Russa, questo progetto pone a disposizione le competenze tecnico-scientifiche della Federcaccia a vantaggio di tutti i cacciatori siciliani a prescindere dall’Associazione di appartenenza.

 

ANLC TOSCANA E I CINGHIALI ALL’ISOLA D’ELBA

Quello che sta succedendo all’Isola d’Elba sta per rasentare il ridicolo.
Veniamo ai fatti: nel corso dell’elaborazione delle nuove aree vocate da parte della Regione Toscana, l’Ufficio caccia e l’ATC di competenza territoriale hanno trovato un accordo sulla stesura delle carte tematiche relative proprio alla vocazionalità della specie sul territorio, seguendo le indicazioni impartite dalla LR 10/2016 che dà delle definizioni ben precise (aree vocate alla specie sono tutte le zone boscate, aree non vocate sono tutte le zone agricole e quelle zone che potenzialmente potrebbero diventarlo).
Il passaggio successivo è stato mandare tutto all’Ufficio Ambiente essendo l’Autorità competente per la VAS che ha redatto lo “STRALCIO ANTICIPATORIO DEL PIANO FAUNISTICO VENATORIO REGIONALE AREE VOCATE ALLA SPECIE CINGHIALE (Sus scrofa), Verifica di assoggettabilità a VAS”. Da questo documento risulta che le aree vocate al cinghiale all’Isola d’Elba verrebbero eliminate come richiesto in una Lettera inviata dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, e sostenuta anche da Legambiente, che sostiene l’importanza di eliminare il cinghiale dall’Elba essendo “specie Aliena”(o come in un articolo del mese di gennaio scorso di Legambiente fu definito “sus scrofa attila”…..andando a ipotizzare l’importazione della sottospecie balcanica, ma senza prove genetiche alla mano).
L’eliminazione delle aree vocate permetterebbe, secondo loro, l’eradicazione del cinghiale dall’isola, ma forse non sono ben presenti le possibili attività che sono permesse in aree non vocate alla specie. La legge 10/2016 dice che in aree non vocate è possibile svolgere attività di selezione (una nota tecnica, la caccia di selezione è nata come un metodo di caccia conservativa) e caccia in forma singola. Da due anni a questa parte, cioè da quando la legge è operativa con questi metodi sono stati abbattuti sull’isola un numero di animali bassissimo. Perché? Perché la caccia di selezione è possibile farla in ambienti aperti, dove ci sono le distanze di sicurezza; lo stesso la forma singola, ha bisogno di spazi di macchia aperta, non macchia mediterranea chiusa.
La caccia in braccata nelle aree vocate, che sono completamente boscate, permette di togliere dal territorio una media di 400 animali all’anno con una attività a costo zero che dura solo tre mesi.
Forse qualcuno non ha chiaro l’obbiettivo che ci dobbiamo porre:
- Vogliamo togliere completamente il cinghiale? dateci i mezzi per farlo (gestione con le braccate controllate o con le girate controllate anche nel parco)
- Vogliamo togliere le aree vocate per non far cacciare in braccata i cacciatori? Non pensate minimamente di abbassare la densità del cinghiale perché la Legge non dà i metodi possibili per farlo.

Associazione Nazionale Libera Caccia Toscana

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura