Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Luca Gironi

Luca Gironi

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Arci Caccia: dal Ministero dell’Ambiente tante chiacchiere per poi chiedere la chiusura della caccia alla tortora

E’ pervenuta, presso i nostri uffici, la notizia di una circolare del Ministero dell’Ambiente che getta molte ombre sul futuro della caccia alla tortora. Questa specie, che nidifica nel nostro paese, verserebbe in stato di difficoltà nell’Europa Occidentale, Francia, Spagna e Portogallo, per questo sarà oggetto di un Piano di Conservazione a livello Europeo. Fin qui niente da dire, apprezziamo anzi l’ammissione del Ministero, che dichiara stabili le popolazioni “italiane” e riconosce che il prelievo su questa specie, nel nostro paese avviene soprattutto sui giovani, quindi in linea con le indicazioni della comunità scientifica. A dirlo è lo stesso ministero, come si legge testualmente nella circolare: “Dalla verifica risulta che in Italia la specie è stabile da un punto di vista demografico (dati Progetto Mito2000 – monitoraggio italiano per il Farmland Bird Index) e che l’attività venatoria incide prevalentemente su individui nati in questo Paese (Marx et al. 2016), l’Italia è interessata solo marginalmente dalla rotta migratoria occidentale dove in base al piano d’azione europeo si osserva il più marcato calo, demografico della specie. Inoltre, la fenologia della tortora indica che la specie non sverna in Italia e la migrazione post-riproduttiva si esaurisce sostanzialmente entro la terza decade di settembre, ne consegue che il prelievo venatorio si concentra nella prima metà di settembre”. Un quadro complessivamente rassicurante che, in considerazione del fatto che questa forma di caccia si svolge per pochissimi giorni all’anno, e che sono già in atto misure di contingentamento del carniere faceva ben sperare. Sennonché, poche righe più sotto, dopo un testo improntato su toni decisamente diversi, leggiamo: “Alla luce di quanto sopra esposto, in attesa di una rapida adozione del piano di gestione nazionale, si richiamano Codeste Regioni ad una rigorosa attuazione delle più idonee misure di gestione per quanto riguarda in particolare l’attività venatoria sulla Tortora selvatica (Streptopelia turtur), evitando di autorizzare la preapertura della caccia della specie“. Un comportamento ai limiti della schizofrenia, che adducendo la mancanza di un piano d’azione nazionale, dopo aver riconosciuto l’assenza di problemi nella nostra penisola, trova la soluzione più semplice ed immediata, quella a discapito dei cacciatori. Se il Piano deve essere fatto ci si attivi per farlo, se intanto, per rispondere alle richieste dell’Europa, devono essere presi ulteriori provvedimenti, siamo pronti a discuterne. Ma francamente, lo stralcio della tortora dalle specie cacciabili in preapertura, etra l’altro solo per ragioni burocratiche, non possiamo accettarlo.

Liguria: per l'Assessore Mai grazie agli ambientalisti è mancato l'apporto di 8000 cacciatori

“Il mio assessorato ha ben chiaro il problema che rappresenta la presenza invasiva di cinghiali e ungulati in generale sul territorio ligure. Come ho già avuto modo di dire, ricordo che abbiamo varato, nel 2016, la normativa sulla difesa del fondo, che consente già agli agricoltori professionisti, titolari di azienda agricola e possessori di porto d’armi da caccia, la possibilità di abbattere gli ungulati nei loro appezzamenti, dopo averne dato comunicazione e dopo la verifica del corpo di vigilanza regionale. Inoltre abbiamo approvato una nuova norma, dopo l’impugnativa da parte del vecchio governo, per poterci avvalere dei cacciatori, previa corso di formazione apposito, per affiancare la vigilanza regionale. I corsi di formazione sono partiti e a breve avremo cacciatori abilitati a svolgere questo compito. Certamente i tempi della burocrazia e l’impugnativa della nostra precedente legge regionale hanno impedito che si potesse intervenire con la puntualità sperata per stroncare il problema, nell’interesse dei nostri agricoltori, della difesa del suolo e della pubblica incolumità. Prima dell’impugnativa del governo, oltre agli 80 agenti di polizia provinciale, avevamo circa ottomila cacciatori che davano un supporto fondamentale nelle battute di controllo. Dopo il provvedimento del governo, che ha dichiarato anticostituzionale la nostra norma, siamo rimasti con soli 23 agenti a livello regionale, decisamente insufficienti a gestire la situazione, nonostante il grande impegno e disponibilità. Infine, accolgo la proposta di un tavolo di crisi per affrontare con determinazione un problema che si trascina da ormai troppo tempo in Liguria, ma mi aspetto un lavoro di squadra da parte di tutte le parti coinvolte e proposte fattive”.

Stefano Mai

FIDC: SULLA TORTORA, DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE UNA POSIZIONE AMBIGUA E CONTRADDITTORIA

Così la Federazione Italiana della caccia si esprime sulla lettera inviata dal MATTM per invitare Regioni e Province Autonome a non autorizzare la pre apertura alla tortora selvatica, sostenendo nello stesso tempo la sostenibilità della stessa.

Con una comunicazione datata 3 luglio indirizzata agli Uffici caccia, al Ministero delle Politiche Agricole e all’Ispra, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare richiama gli stessi “ad una rigorosa attuazione delle più idonee misure di gestione per quanto riguarda in particolare l’attività venatoria sulla tortora selvatica (Streptopelia turtur), evitando di autorizzare la preapertura della caccia della specie”.

Nella prima parte della stessa lettera però, il Ministero giustifica la prassi adottata davanti alla Commissione Europea, e fino a ieri confermata nei pareri ISPRA, di autorizzare per la tortora due giornate solamente di pre apertura e di ridurne il carniere massimo stagionale a venti capi, per poi, appunto, concludere con la richiesta di non autorizzarne la caccia in pre apertura.

È veramente sorprendente il fatto che tale raccomandazione giunga al termine di un articolato e lungo periodo in cui si conferma che la caccia alla tortora si può ragionevolmente praticare solo nella prima decade di settembre, poiché lo stesso Ministero riconosce che la migrazione della specie si esaurisce nella terza decade dello stesso mese. Cioè, in buona sostanza, il Ministero afferma che considera attuabile la caccia alla specie, ma la vieterebbe di fatto consentendo il prelievo quando le tortore… sono già andate via!

Ovviamente la Federazione non può condividere queste argomentazioni e si è già attivata per far avere in breve tempo a tutte le amministrazioni i documenti che dimostrano in modo indiscutibile come la caccia alla tortora sia pienamente sostenibile e che a tutela della stessa sono sufficienti i limiti di prelievo e di giornate già messi in atto da diverse Regioni nei calendari approvati per la prossima stagione venatoria.

Contemporaneamente Federcaccia agirà anche per chiarire col Ministero dell’ambiente questa posizione contraddittoria che rischia di mettere in crisi una fase di dialogo e collaborazione costruttiva da poco raggiunta.

Roma, 5 luglio 2018 – Federazione Italiana della Caccia

PIEMONTE : ANLC PRESENTA IL RICORSO CONTRO LA LEGGE REGIONALE

L’Associazione Nazionale Libera Caccia del Piemonte ha trasmesso ai rappresentanti del Governo italiano le proprie osservazioni sulla recente legge che regolerà l’attività venatoria in Regione Piemonte.

La l.r. n.5 del 12/06/18, frutto del DDL n.182, presenta numerosi profili di incostituzionalità, andando anche a porsi in contrasto con normative e direttive della stessa Unione Europea.
Il documento, redatto per conto di A.N.L.C. dal prestigioso Studio Legale Lemme di Roma, analizza punto per punto tutti gli articoli della legge, e saràun indispensabile supporto per consentire al Governo la tempestiva ed efficace impugnazione della sopracitata legge di fronte alla Corte Costituzionale.
A.N.L.C. conferma una volta di più il suo continuo impegno a fianco di caccia e cacciatori italiani per la difesa dei loro diritti.

 

Associazione Nazionale Libera Caccia Piemonte

Conferenza di organizzazione di Arcicaccia Nord: pubblicato il documento


Si è finalmente conclusa la revisione del documento approvato dalla Conferenza Programmatica dell’Arci Caccia dell’Italia del Nord. I lavori dell’assemblea, svoltasi a Torino lo scorso 9 giugno, hanno prodotto una sintesi che contiene le linee guida della futura politica di Arci Caccia Nord.

Molti i temi toccati, ma questi sono sicuramente i più importanti:

  1. Una più razionale ed efficiente gestione degli ATC, che attualmente sono visti solo come espressione di una casta burocratica lontana dai cacciatori
  2. La richiesta di approvazione dei piani faunistici venatori, importanti strumenti di programmazione e gestione
  3. La richiesta di attivazione della caccia in deroga allo storno e ai fringillidi se ci sono le basi per la riuscita
  4. La riapertura dei roccoli, importanti per il mantenimento della caccia tradizionale
  5. La valorizzazione della Falconeria
  6. Calendari venatori equi e certi, senza influenze populistiche
  7. Il riconoscimento di uno status particolare per le province del Delta del Po e dell’area alpina
  8. Alleghiamo il documento completo:

 

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura