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Luca Gironi

Luca Gironi

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Oristano: Per la laguna di S'Ena Arrubia un progetto di espansione dalle molte ombre

La laguna di S'Ena Arrubia, circa 300 ha in provincia di Oristano, è un’area umida tutelata già a partire dagli anni ’70 in ossequio alle diverse Convenzioni e normative nazionali e internazionali susseguitesi nel tempo.
Nell'ultima riunione del Comitato Provinciale Faunistico è stata discussa l'opportunità dell'estensione dei vincoli anche alla prospiciente zona del Canale del Diversivo di Sant'Anna, così come richiesto dalla Lipu e da altre associazioni ambientaliste. L’area interessata dalla proposta è tra le pochissime rimaste libere all’esercizio venatorio agli acquatici nella provincia, dove è forte la tradizione per questa forma di caccia.
La Federcaccia di Oristano, presente alla riunione, ha espresso ancora una volta parere negativo a tale ipotesi, motivando come lo studio commissionato dalla Provincia di Oristano, in collaborazione con la R.A.S. e con il contributo dell'U.E., denominato "Piano di gestione del SIC Stagno di S'Ena Arrubia e territori limitrofi", elaborato redatto da professionisti estranei al mondo venatorio e non incaricati dalle AA.VV., abbia già messo in luce numerose e gravi criticità nella quale versa attualmente la laguna di S'Ena Arrubia.
La votazione, al termine degli interventi, è risultata contraria alla prospettata estensione dell'oasi di S'Ena Arrubia, ma continuano le pressioni perché questa venga comunque realizzata, anche se è evidente che la motivazione principale resta quella di precludere altro territorio all’attività venatoria senza una concreta intenzione di tutela ambientale della zona.
Da parte della Federcaccia rimane alta l’attenzione sul problema e la ferma intenzione di non cedere a operazioni di intervento sul territorio che non abbiano reali e irrinunciabili motivazioni a tutela dell’ambiente e della fauna.

 

In allegato il documento depositato agli Atti nella ricordata riunione del Comitato Provinciale Faunistico.

Latina: momenti di terrore per un allevatore e i suoi cani aggrediti dai lupi

Attimi di terrore sul Monte Campello; un allevatore, durante un giro di controllo, ha "colto in flagrante" quattro lupi che avevano appena attaccato uno dei suoi vitelli. Subito l'uomo si è slanciato, assieme ai suoi due cani contro le fiere che in un primo momento si sono avventate sui cani minacciando anche il pastore per poi desistere e sparire nel bosco. Per il vitello, purtroppo, non c'è stato niente da fare.

Alleghiamo l'articolo del quotidiano il Messaggero:

https://www.ilmessaggero.it/latina/allevatore_assalito_lupi_6_ottobre_2018-4019901.html

 

Federcaccia Liguria richiama tutti alla massima attenzione

  • Pubblicato in Notizie

La Federazione Italiana della Caccia della Regione Liguria invita tutti i cacciatori e in particolar modo coloro che svolgono forme di caccia collettiva alla massima prudenza e al rigoroso rispetto delle norme di sicurezza. Rammentiamo a tutti che le armi che utilizziamo, soprattutto quelle caricate a palla unica, in condizioni di scarsa visibilità come in questo periodo dell’anno caratterizzato da folta macchia, possono diventare pericolosissime. Una preda che se ne va verrà ritrovata la prossima volta, una vita che se ne va no. Pertanto raccomando a tutti massima attenzione e massimo rispetto delle norme di sicurezza generali e, per chi caccia in squadra, di quelle disposte dal caposquadra. Invito i caposquadra, anche per la loro responsabilità, ad essere rigorosi con coloro che non rispettano le regole, soprattutto con coloro che caricano l arma prima dell’ inizio o dopo la fine della battuta e con coloro che si allontanano dalle poste assegnate.

La FIdC dal canto suo sta organizzando un percorso informativo per rammentare a tutti i rischi dell’uso sconsiderato delle armi. La caccia è per tutti noi un momento di svago e di piacere, compete a tutti noi non trasformarla in un incubo.

Il presidente regionale
Andrea Campanile

Arci Caccia e Libera Caccia Firenze: l’Atc 4 tenga le mani lontano dai soldi dei cacciatori

Durante l’ultimo comitato di gestione dell’ATC Firenze 4 si è consumato l’ennesimo episodio nefasto ai danni dei cacciatori. Infatti, il comitato ha deciso di fissare una quota di iscrizione alle squadre di caccia al cinghiale doppia rispetto a quella già fissata dall’ATC Firenze 5. La proposta, che ha visto la convergenza del mondo agricolo e ambientalista, ha registrato l’astensione di Federcaccia e la contrarietà della sola Arci Caccia. Ribadiamo con decisione la nostra contrarietà a questo tipo di politica: se i conti dell’ATC sono in dissesto, la colpa non è sicuramente dei cacciatori, ma di chi è incaricato della gestione. Occorre trovare questi fondi tagliando gli sprechi e usando in modo oculato le risorse. E’ troppo facile ricorre sempre alle tasche dei cacciatori. Ci stupisce, inoltre, l’atteggiamento dell’associazione maggioritaria, che subisce passivamente l’iniziativa degli agricoltori, quasi ne condividesse il merito senza poter esprimersi apertamente per ovvie ragioni di tesseramento. Ma un’associazione come Federcaccia quali interessi difende? Quelli dei cacciatori o quelli degli agricoltori? Ci piacerebbe saperlo, anche solo per prenderne atto.

Nella stessa riunione, l’ATC ha deciso di invalidare l’assegnazione del territorio ad una squadra di caccia al cinghiale. Anche nel caso di questa discutibile decisione è andato in scena l’asse Fidc-agricoltori e si è registrata la contrarietà del solo rappresentante di Arci Caccia. Che siano le prove generali del progetto “caccia privata” che da tempo aleggia nelle segrete stanze di via Benedetto Dei? Ai posteri l’ardua sentenza, noi faremo tutto ciò che è in nostro potere per difendere i diritti dei cacciatori, anche di quelli iscritti alla Federcaccia.

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