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Luca Gironi

Luca Gironi

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Arci Caccia: Dalla manifestazione di Torino nuova linfa per le battaglie dei cacciatori italiani

Non siamo interessati alla polemica sterile, ma costretti a rispondere alla provocazione di una intervista apparsa il 25 giugno sul Piccolo di Alessandria, nella quale sono state espresse posizioni ed interpretazioni personali non rappresentative delle decisioni assunte dal Comitato Regionale del Piemonte e dal Consiglio Nazionale.

Così si esprimono il Presidente Nazionale Sergio Sorrentino e quello Regionale Remo Calcagno:

“Dalla manifestazione di Torino è giunta linfa ed energia vitale per le battaglie dei cacciatori italiani. I problemi del mondo venatorio sono molti, il più importante è riprendere la collaborazione produttiva con il mondo agricolo. La condivisione di intenti passa per il buon governo degli ATC e dei CA.

Questo è l’obiettivo da realizzare in Piemonte dopo l’approvazione di una legge le cui luci sono mortificate dai “macigni” presenti nella stessa normativa. Questi vanno contrastati e rimossi, pena inficiare anche le positività della norma. Necessario è dare certezza di diritto dopo anni di “vuoto”. Purtroppo, la “certezza” non è assicurata per le ferite inferte, vuoi sull’elenco delle specie cacciabili, vuoi dalla strumentalità della questione sicurezza, con la perla dell’abolizione della caccia alcune domeniche. Il ruolo svolto dall’ARCI Caccia del Piemonte e dai suoi rappresentanti negli incontri regionali ha permesso di modificare il testo deliberato dalla Giunta, che portava limiti ancora più ingiustificati. Queste modifiche si sono concretizzate anche grazie alla convergenza sugli emendamenti con altre associazioni venatorie, ma il risultato rischia di essere vanificato anche nella parte buona, quella che riguarda gestione faunistica. Infatti, è stata inserita la possibilità negativa di facilitare l’esclusione dei fondi privati dalla caccia programmata degli Ambiti e dei Comprensori, provvedimento in contrasto con la normativa nazionale e la costituzione che prevedono, vivaddio, in Italia la funzione sociale della proprietà privata. La tutela della fauna selvatica, la gestione degli equilibri tra le specie e, tra queste e il lavoro degli agricoltori, è un interesse primario della collettività tutta. La fauna selvatica è patrimonio della scienza per consegnare più biodiversità alle nuove generazioni. Questa è ecosostenibilità. Occorre un lavoro congiunto delle Associazioni Venatorie con il pieno coinvolgimento delle organizzazioni imprenditoriali agricole, affinché, in attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale sui ricorsi, qui e ora il nuovo Governo Nazionale impugni la legge regionale appena approvata nelle parti, e sono diverse, in contrasto con le normative nazionali. Nel contempo, si promuova un serrato confronto delle Associazioni Venatorie e degli altri portatori di interesse con la Regione per il “calendario”, tempi e specie, l’addestramento cani e per i contenuti dei decreti attuativi che destano giuste preoccupazioni essendo tanti e tutti da scrivere. Il rilancio di un governo di ATC e CA disinquinato da quegli interessi “altri”, non certo a tutela dei cacciatori, che si sono presentati in alcune realtà territoriali piemontesi è una priorità”. Sperimentare, migliorare, fare e non dire la caccia programmata, partecipata, sociale, è nell’interesse dei cacciatori e della Comunità Piemontese. Contrastare norme e apparati che possono concorrere ad affossare, per pregiudiziali ideologiche, anche quanto si è fatto di buono applicando la precedente legge, è un dovere dell’ARCI Caccia Piemontese e Italiana che, guardano ai cacciatori quale risorsa del paese; risorsa, purtroppo, talvolta disprezzata per opportunistiche manovre elettoralistiche.

 

Roma, 28 giugno 2018

 

In Edicola Diana 11-2018

  • Pubblicato in Riviste

Si parla di Piemonte su Diana 11-2018, che ospita un approfondimento dedicato a questa regione firmato da Alessandro Bassignana. Come sempre tante voci in un numero solo: spazio alla gestione con un bell'articolo sulla reintroduzione della starna, alla cinofilia con un report dell'Assemblea Generale dell'Enci e i consigli di addestramento di Andrea Mariani. Spazio anche per le aziende, con i "consigli per gli acquisti" di casa Browning e un'analisi di Marco Benecchi sulle polveri Nobel Sport per la canna rigata.

Un'estate da cinghiali

Campania: Le Associazioni chiedono di anticipare l'inizio dell'addestramento cani

COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI VENATORIE SANNITE RICONOSCIUTE
(Anuu-Arcicaccia-Eps-Italcaccia-Libera Caccia)


Come recepito nel Calendario Venatorio stagione 2018-2019 approvato con deliberazione di Giunta Regionale n. 380 del 19.6.2018:
“L’addestramento e l’allenamento dei cani da ferma da cerca e da seguita, è disciplinato
dagli artt. 14, 22 comma 1 e 24 comma 5, della L. R. 9 agosto 2012 n. 26 e s.m.i. e, nelle parti non contrastanti con tale Legge, dal Regolamento “Nuova disciplina per il funzionamento delle zone di addestramento cani su selvaggina di allevamento emanato con D.P.G.R. n. 627 del 22 settembre 2003.
Tali attività sono consentite, nei territori dove non sussiste il divieto di caccia e non vi sono colture in atto, nel periodo consentito per l’attività venatoria, esclusi i giorni di silenzio venatorio e nel periodo compreso dal 1 settembre al 15 settembre 2018 ad esclusione del martedì e venerdì e dei giorni 1, 5, e 9 settembre di preapertura .
Gli Uffici competenti per territorio, con proprio provvedimento, dopo aver accertato l’assenza di esemplari di fauna selvatica in fase di nidificazione o di dipendenza della prole dai genitori, autorizzano l’anticipo fino a quarantacinque giorni, delle attività di addestramento cani in aree circoscritte.
Al fine di evitare il disturbo alla fauna selvatica nella stagione riproduttiva e di dipendenza dei giovani dai genitori, gli Uffici competenti provvederanno ad interdire a tali attività le zone in cui vi sia ancora presenza di fauna in riproduzione e/o esemplari non maturi, analogamente gli addestratori che ne rilevino la presenza debbono immediatamente interrompere le attività segnalando la zona interessata agli Uffici competenti”

Le Associazioni Venatorie Sannite (Anuu-Arcicaccia-Eps-Italcaccia-Libera Caccia )hanno formalmente chiesto all’ Ufficio Regionale territorialmente competente della Regione Campania, sito a Piazza Gramazio, di adottare ogni più utile ed opportuno provvedimento di legge onde consentire la possibilità di anticipare l’addestramento/allenamento dei cani da ferma, da cerca e da seguita, (in anticipo sino a quarantacinque giorni prima antecedenti l’apertura dell’attività venatoria) rispetto al periodo consentito per l’attività venatoria, fissato, ex lege, alla terza domenica di settembre.-
Tale attività viene, tradizionalmente, svolta alle prime ore del mattino in relazione alle temperature elevate tipiche del periodo estivo, si legge nella nota, in sintonia, quindi, con quanto raccomandato anche dall’ISPRA, inoltre tale inizio anticipato gioverebbe al benessere del cane, consentendogli di riabituarsi, gradualmente, all’attività dopo mesi di riposo forzato; - che, ancora, l’addestramento ed allenamento dei cani potrebbe costituire un valido ausilio, se non essere considerato, addirittura, propedeutico, all’effettuazione di censimenti della fauna selvatica stanziale, non va dimenticato che il prelievo delle specie fagiano (Phasianus colchius) e starna (Perdix perdix) in Campania, è subordinato ad un piano di prelievo, predisposto ed elaborato dagli AA.TT.CC. (DGR 380 del 19/6/2018)
Speriamo, che nei prossimi giorni, qualcosa si muova…….finalmente!!!!


Restiamo fiduciosi

Veneto: Fidc scrive all'Assesore Pan per chiedere modifiche al calendario venatorio

Egregio Assessore,

dopo l’approvazione del calendario venatorio 2018-2019 e preventiva riunione del 5 giugno dove la Regione aveva motivato le sue scelte e le Associazioni Venatorie presenti si erano espresse al riguardo siamo a presentare le seguenti richieste:

Specie combattente: l’apertura fissata al 1 ottobre pregiudica fortemente la caccia alla specie e quindi si deve riportare l’apertura al 16 settembre, solo da appostamento, e la chiusura al 31 ottobre. Il cambiamento fatto dalla Regione per mantenere il diritto del cacciatore alla caccia a questa specie nonostante l’ISPRA per la tutela della specie chiedesse la sospensione del prelievo, è del tutto ingiustificato. La Regione Veneto ha già vinto un ricorso al TAR su questo punto.

Specie moretta: lasciare la chiusura al 31 gennaio poiché la chiusura fissata al 20 gennaio non risponde in alcun modo alla richiesta dell’ISPRA che ne chiedeva la sospensione. Di conseguenza la Regione Veneto deve già motivare il discostamento dal parere ISPRA, come del resto già fatto negli anni scorsi senza alcun problema.

Specie colombaccio: si possono aprire 2 giornate in pre-apertura nelle stesse giornate della tortora (1 e 2 settembre).

Specie allodola: in considerazione del “Piano di Gestione naz.le per l’Allodola” è possibile incrementare il prelievo giornaliero da 10 a 20 e da 50 a 100 quello annuale solo per i cacciatori identificati (ad es. possessori di richiami di allodole, titolari di appostamento fisso e con tesserini speciali). Per il passaggio da 10 a 20 per tutti i cacciatori non è richiesto il parere ISPRA, ma solo le motivazioni della Regione. Per il passaggio da 50 a 100, con il controllo che il prelievo globale in regione non diminuisca, è necessario avere i dati dei prelievi totali in regione per almeno 3 anni, per poi ridurre in proporzione il carniere annuale sui rimanenti cacciatori. Consentire a tutti i cacciatori del Veneto di abbattere solo 50 allodole è inutile per chi non esercita questa caccia e anche penalizzante per gli specialisti che hanno a disposizione un carniere del tutto insoddisfacente.

Specie pernice rossa: reinserirla in calendario come specie cacciabile come è stato fino al 1991-1992

A sostegno di quanto affermato, siamo a disposizione per supportare la Regione con motivazioni tecnico scientifiche per il discostamento dal parere ISPRA.

Distinti saluti.

IL PRESIDENTE REG.LE

Flavio Tosi

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