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Luca Gironi

Luca Gironi

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Arci Caccia Toscana: ARCHIVIATO UN VERBALE ELEVATO AD UN CACCIATORE SENESE PER SCORRETTA MARCATURA DEL TESSERINO

  • Pubblicato in Notizie

 

Soddisfazione dell’Arci Caccia che ha sostenuto il ricorso stilando gli scritti difensivi
Si è conclusa con l’archiviazione la vicenda di un cacciatore che, nel novembre scorso, si era visto elevare un
verbale per non aver immediatamente segnato sul tesserino la selvaggina migratoria abbattuta.
I fatti sono avvenuti nel senese ed il cacciatore in questione, dopo aver abbatto alcuni turdidi (nello specifico 2
merli, 3 tordi sasselli e 2 tordi bottacci) è uscito dall’appostamento temporaneo in cui esercitava la caccia ha
raccolto i capi prelevati e, al momento in cui stava prendendo in mano il tesserino venatorio per la segnatura,
sono intervenuti due agenti di vigilanza che gli hanno contestato il fatto di non aver proceduto immediatamente
alla annotazione sul tesserino dei capi abbattuti.
Il cacciatore si è rivolto quindi all’Arci Caccia che ha predisposto gli scritti difensivi che hanno poi portato
all’archiviazione del verbale.
La normativa nazionale ha introdotto la novità della annotazione della fauna stanziale e migratoria dopo
l’abbattimento modificando la Legge 157/92 che recita all’art. 12 comma 12 bis “La fauna selvatica stanziale e
migratoria abbattuta deve essere annotata sul tesserino venatorio di cui al comma 12 subito dopo
l’abbattimento”.
A tal proposito la Regione Toscana, con la Legge Regionale n. 37 del 28/07/2017 ha voluto meglio disciplinare
tale normativa affermando nel preambolo della L.R. 37/2017 al punto 5 che “Al fine di dare compiuta attuazione
alle previsioni contenute nella l. 157/1992 in materia di tesserino venatorio, è opportuno introdurre nella l.r.
3/1994 la disposizione che prevede l’obbligo di annotare sul tesserino i capi di fauna stanziale e migratoria
abbattuti, specificando che ciò debba avvenire subito dopo l’abbattimento accertato ovvero nel momento in cui il
cacciatore verifica personalmente l’effettivo abbattimento del capo e provvede al recupero dello stesso”.
Pertanto la medesima legge all’art. 8 recita “Nel tesserino è annotata , subito dopo l’abbattimento accertato , la
fauna selvatica stanziale e migratoria abbattuta” (introducendo il comma 9 bis alla L.R. 3/94).
La norma è chiara anche se i due agenti in questione hanno comunque elevato il verbale di contestazione che
poi, come detto, è stato archiviato con motivazioni che rafforzano la corretta interpretazione della legge di cui
riportiamo uno stralcio:
“ Considerato che nella LR 3/94 è stata inserita la parola accertato dopo abbattimento per consentire
l’annotazione certa delle specie abbattute. Certezza che non è possibile fino a che non si è raccolto il capo
abbattuto ed esaminato da vicino per individuarlo senza dubbio, essendo infatti specie con minime differenze
non riconoscibili a distanza;
Considerato quindi che nel caso di caccia da appostamento è necessario prima della annotazione raccogliere i
capi abbattuti, esaminarli ed accertare la specie per poi annotarla con certezza;
Considerato altresì che annotando subito l’abbattimento senza esame ravvicinato si rischierebbe di annotare
specie diverse, falsando i dati della fauna prelevata, con pregiudizio dell’interesse pubblico che invece la norma
tutela;
Considerato infine che l’annotazione subito dopo ogni sparo andato a segno renderebbe di fatto impossibile la
caccia che invece è ammessa dalla legge stessa e che quindi l’interpretazione in questo senso sarebbe contro la
stessa LR 3/94.”
Una archiviazione che ha lasciato soddisfatta l’Arci Caccia come ha dichiarato il Coordinatore Regionale,
Giancarlo Zaraffi che intende ringraziare pubblicamente i collaboratori tecnici dell’associazione che hanno
contribuito ad un importante chiarimento su una pratica venatoria diffusa in tutta la Toscana, smentendo
interpretazioni distorte sulla difesa dei cacciatori in un silenzio colpevole da parte delle altre associazioni
venatorie si specialistiche che unitarie.
Firenze, 7 maggio 2018

Il WWF denuncia il degrado a Punta Alberete. I cacciatori: ma sono loro a gestire l'area...

Il WWF lancia l'allarme sul degrado della splendida area umida di Punta Alberete, in provincia di Ravenna, dove i percorsi naturalistici e il territorio avrebbero bisogno di cure urgenti. Peccato che, come fanno notare i cacciatori, la gestione dell'area sia in mano da anni all'associazione del Panda che avrebbe dovuto provvedere alla manutenzione. 

 

http://www.piunotizie.it/news/pagina1052087-3984.html

 

La Regione Toscana risponde all'interrogazione di Arci Caccia Toscana: nessuna Associazione Venatoria può essere riconosciuta a livello regionale

Ad una esplicita richiesta di chiarimento dell’Arci Caccia Toscana sul riconoscimento delle Associazioni Venatorie in Toscana, la Regione ha ribadito che i soli interlocutori ammissibili sono le Associazioni Venatorie Nazionali riconosciute ai sensi dell’Art 34 della legge 157/92. Quindi, non si lascia spazio ad interpretazioni, nessuna associazione regionale può essere coinvolta in organismi di carattere ufficiale.

Per questo ci chiediamo: com’è possibile che in alcuni ATC, membri di queste associazioni prive di riconoscimento, vengano invitati a riunioni, nominati nei comitati di gestione delle ZRC o risultino titolari di aree addestramento cani o ricevano autorizzazioni per svolgere manifestazioni cinofile?

Con che diritto vengono prese queste iniziative palesemente contra legem? A chi giovano questi comportamenti?

Di sicuro non ai cacciatori…

Per questo chiediamo con forza che gli organi preposti si attivino per ripristinare al più presto la legalità.

Alleghiamo il parere espresso dalla Regione Toscana:

Arci Caccia Toscana: le Federcaccia delle polemiche …. che assordano

Il presidente dell’ARCI Caccia di Grosseto Renzo Settembrini stupito e preoccupato delle recenti dichiarazioni del Presidente delle due Federcaccia Toscana dichiara:

“Di nuovo il leader delle Federcaccia Toscana torna a ripensare quanto precedentemente detto: era già accaduto quando dispensava benedizioni per la “caccia alla Trentina” e di nuovo è accaduto alla fiera di Madonnino.

Tutti i presenti hanno ben compreso le parole di verità uscite dalle labbra federcaccine, che tradotte in soldoni suonano come: “i soldi per i danni da cinghiale vanno presi dalle tasche dei cacciatori”.

Probabilmente in Federcaccia odono poco le loro stesse parole. Ecco chiarita l’importanza della convenzione per il controllo dell’udito offerta ai soci.

Le proprie proposte di migliorie per la legge obiettivo l’ARCI Caccia le ha annunciate negli incontri in Regione e le ha pubblicamente presentate anche nel convegno in oggetto, il Presidente Nazionale Sorrentino, a partire dal valore e dal riconoscimento dell’impegno delle “squadre” come quello di tutti i volontari. L’ARCI Caccia le ha proposte nelle assemblee, nei circoli, le ha riportate nei documenti congressuali provinciali, ove ha invitato le associazioni venatorie per sollecitare la costituzione della Cabina di Regia con tutte le associazioni venatorie nazionali riconosciute. Ma l’unità, evidentemente, non è una priorità per le associazioni che autoriproducono sigle.

Al Congresso Regionale Toscano, previsto per il 9 giugno, sulla legge obbiettivo uscirà un documento che raccoglierà tutte le particolarità e le specificità emerse nei congressi.

ARCI Caccia è una associazione, una idea, una voce, che parlerà sempre nel rispetto degli accordi sottoscritti con la CIA e la ANLC anche sulla materia della legge obiettivo. Auguri per la necessaria visita audiometrica. Poi, però, se non si vuole sentire!!!

CCT: GARANTIRE LA RICERCA PER IL FUTURO DELLA CACCIA ALLA SELVAGGINA MIGRATORIA

La Maremma in passato è stata terra aspra di briganti, boschi e paludi. Queste condizioni inospitali per l’essere umano però, sin dai tempi della temibile malaria, erano altresì un habitat più che idoneo per l’avifauna e per altre specie mammifere, inclusi gli ungulati come il cinghiale. Laddove si annidava una mulattiera o un sentiero silvestre, ecco riconoscere alcune zone di cosiddetto “Malpasso” denominazione frequente nei toponimi del Catasto Leopoldino. Oltre alla sua accezione etimologica, poteva stare anche ad indicare una zona impervia dove il passaggio era difficile e la natura faceva da padrona con solennità. Dalla posizione strategica che il nuovo centro di ricerca maremmano possiede e da alcune considerazioni storiche locali nasce la “Stazione ornitologica del Malpasso”, risultato dall’unione di forze tra ATC Grosseto, Provincia di Grosseto e l’Associazione Progetto Migratoria. Il centro ornitologico che possiede una notevole posizione strategica lungo le rotte migratorie autunnali e primaverili, cercherà di indagare con diverse tecniche di monitoraggio, sugli spostamenti dell’avifauna selvatica. Situato in località Argentiera (nell’area contigua del Parco della Maremma) e aderendo al progetto di inanellamento su scala nazionale dell’ISPRA denominato MonITRing, la stazione ornitologica sarà operativa durante tutto il corso dell’anno, andando a coprire dunque sia i periodi migratori che quelli di riproduzione e svernamento degli uccelli presenti in zona. I dati verranno raccolti utilizzando sia la cattura e l’inanellamento scientifico oltre all’osservazione diretta e il relativo report fotografico e a tecniche di registrazioni acustiche. Lo stesso centro ornitologico vuole aprire la strada alla sperimentazione su campo di nuove tecniche di monitoraggio che utilizzino oggi come non mai le più recenti tecnologie. L’importanza della raccolta dei dati con una accreditata valenza scientifica, rappresenta la base per un futuro dove la gestione faunistica e venatoria dell’avifauna migratoria non sarà più solamente legate a scelte empiriche ma avendo la possibilità di saggiare importanti decisioni in primis legate al benessere delle specie selvatiche. Il centro ornitologico del Malpasso ha iniziato le proprie attività di monitoraggio a partire da venerdì 15/01/2016 seguendo le indicazioni dettate dal protocollo ISPRA.
Il contributo economico messo in campo dalla CCT, consentirà in termini concreti un importante supporto al mantenimento ed al proseguimento nel tempo, di questo centro che coinvolge tra l’altro, tanti appassionati cacciatori impegnati volontariamente nella preziosa raccolta dei dati e nello svolgimento di attività didattiche e sociali. Un luogo di eccellenza, che qualifica il mondo venatorio dimostrando come per tante attività esso svolga un ruolo determinante e concreto per la ricerca, l’interesse generale, la conservazione ambientale e faunistica.

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