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Cacciando

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Convegno

 

Comunicato Stampa

 

A Torino un convegno sulla gestione del patrimonio faunistico.

A confronto ambientalisti, cacciatori, tecnici, ricercatori.

 

Venerdì 10 maggio, alla Fabbrica delle “E”, Sala 8 marzo, corso Trapani 95, ambientalisti, cacciatori, tecnici faunistici e ricercatori universitari discutono per un nuovo modello di gestione della fauna selvatica e degli ambienti naturali che riporti nell’alveo scientifico una materia che deve appartenere a tutti i cittadini.

Al mattino, sono programmati interventi sui modelli di gestione degli animali selvatici e dei loro ambienti.

Nel pomeriggio, è prevista una tavola rotonda per indicare alla politica una strada da percorrere per la gestione del bene comune-fauna selvatica.

 

 

Il punto di partenza è un documento redatto da un gruppo di esperti di temi ambientali che ha deciso di ritrovarsi per discutere di un approccio alle tematiche faunistiche e naturalistiche secondo un ambientalismo scientifico.

Il documento rilancia la gestione faunistica ed è stato sottoscritto da una buona parte del mondo tecnico-naturalistico piemontese impegnato tutti giorni a studiare la natura, a conservarla, ad approfondire le problematiche della sua gestione, a suggerire alla politica norme per salvaguardare un patrimonio, appunto, di tutti noi umani.

Quel documento vuole essere la base per una discussione aperta tra mondo ambientalista, mondo scientifico-universitario, parchi, agricoltura, mondo venatorio e politica.

Il presupposto è che la legge considera gli animali e l’ambiente naturale patrimoni indisponibili dello stato, dunque delle collettività.

Superare la sterile contrapposizione emotiva tra animalismo e mercificatori della fauna selvatica è la via da intraprendere se si vuole mantenere il nostro patrimonio faunistico in equilibrio con il resto del patrimonio naturale.

Un ambientalismo che non segua l’animalismo di maniera ma che affronti in modo scientifico e pragmatico la gestione di questo patrimonio collettivo è l’unico in grado di proteggere davvero la natura e regalarla alle generazioni successive di umani. Un ambientalismo che riconosca in pieno agli uomini il compito di custodire e coltivare la natura è l’unico in grado di promuovere politiche concrete per il ripristino degli ecosistemi e per il loro mantenimento.

La vicenda del mancato referendum regionale sulla caccia, che ha infiammato il dibattito politico nella primavera 2012 ha reso evidente a tutti che le questioni legate alla gestione degli ambienti naturali non possono essere lasciate agli approcci emotivi e affettivi che nulla hanno a che fare con le logiche della natura e che allontanano dalle politiche di miglioramento e gestione attiva. Da quello scontro che non ha lasciato né vincitori né vinti, rischia di generarsi uno stallo dove a rimetterci sono soltanto la natura e gli animali. Dalla paura che si è generata di scottarsi ancora con le tematiche legate alla tutela della fauna e alla sua gestione, la politica rischia solo la paralisi.

 

Per contatti stampa:

Massimiliano Borgia

335.5713847

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Comprensorio Alpino Torino 4

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  • Sentieri di Caccia novembre 2019

  • Sentieri di Caccia aprile 2019

  • Sentieri di Caccia febbraio 2019

  • Sentieri di Caccia gennaio 2019

INDIRIZZO

Comprensorio Alpino Torino 4 Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone

Frazione Fè 2 -10070 Ceres (To)

Telefono:  +39 0123 521016
Fax:            +39 0123 521577 
E-Mail:     Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

orario di apertura al pubblico:

martedì e mercoledì : 9-12

giovedì: 9-12    15-18

Il Comprensorio Alpuno TO4 occupa il territorio delle Valli di Lanzo (Val di Viù, Val d'Ala e Val Grande), delle Valli Tesso e Malone e dell Valli Ceronda e Castemone.
Le tre valli principali da Lanzo si spingono verso occidente e dopo appena 25km trovano a sbarrarle montagne che non scendono mai al di sotto dei tremila metri e che culminano nell'Uia di Ciamarella (3.676m) in Val d'Ala: questo crinale, disposto in senso nordsud, divide le Valli di Lanzo ed il Piemonte dall'Alta Maurienne, Francia.
A sud le valli sono delimitate dalla catena che si origina dal Rocciamelone e che separa la Valle di Viù da quella di Susa (CATO3), abbracciando nel tratto terminale le Valli Ceronda e Castemone. A nord il Comprensorio è delimitato dalla cresta che inizia dalla Levanna Orientale e che divide la Valle di Locana (CATO5) dalla Val Grande e che termina con le Valli secondarie del Tesso e del Malone. A est il confine del Comprensorio non segue condini naturali collocandosi ai piedi della gascia pedemontana.

Cenni sulla falconeria

Il mio primo contatto con i rapaci l’ho avuto da piccolo, mentre le prime esperienze con la "Falconeria" , cosa ben differente, le ho avute poco più di sette anni fa.

Ero un bambino quando trascorrevo le estati in campagna presso i miei nonni materni e me ne andavo in giro tutto il dì, in cerca di nidi, cardellini, verdoni, ghiandaie, merli, e qualsiasi cosa fosse un volatile mi attraeva in maniera indescrivibile; mi piaceva allevarli e vederli in giro per casa o nel cortile finchè poi prendevano la loro strada. E’ durante una di queste escursioni che ebbi il mio primo incontro con un rapace, credo fosse uno sparviere, che mi passò davanti fugace come un fantasma nel sottobosco, con una preda tra le zampe e inseguito da un merlo che col suo grido di allarme forse cercava, invano, di difendere la prole. Fu solo un attimo ma tanto mi bastò da farmi capire che questi predatori alati sarebbero entrati nella mia vita in modo ...indelebile!

Da quel momento cominciai a tempestare di domande mio nonno che era cacciatore ed era l’unico mio riferimento in quel momento. Mi parlava spesso delle poiane, dei gheppi e dei nibbi, quelli che era più facile osservare o incontrare, degli sparvieri fugaci nel sottobosco, e più genericamente del "Falco" che nidificava sulle pareti rocciose ma che era quasi impossibile da vedersi vicino, tanto che solo in rare occasioni lo si poteva vedere volteggiare in alto ,nel cielo; solo dopo capii che parlava del Re dei cieli, del magnifico Falco Pellegrino.

Cominciai così a tenere più spesso il naso all’insù, sempre  nella speranza di individuare qualcosa, e con la ferma convinzione che prima o poi, un giorno, anch'io avrei addestrato un falco.

Non sapevo nulla di cosa fosse la Falconeria e da lì a poco cominciai ad approfondire la mia scarna documentazione con i documentari di "De la Fuente"

"Falconeria non è solo un sistema differente di caccia, ma l'arte che ha spinto l'uomo a l'alleanza più profonda e aperta con l'animale. Quindi fratello falconiere, quando ancora una volta, con l'uccello pugno all'alba per andare a caccia di quella preda che sembra sempre la prima e in effetti potrebbe essere l'ultima, pensa che nella tua emozione palpitano e sopravvivono cento mila anni di potenti cacciatori"

Questo è solo il principio, quando si intraprende la strada di questa stupenda arte credo che forse non si arrivi mai ad un traguardo ben definito, ma bensì si raggiungano piccole soddisfazioni che possono diventare grandi, e giorno dopo giorno riempiono piccoli spazi nella nostra vita.

Quando ci si avvicina, con ferma convinzione e dedizione, alla falconeria a volte non si hanno le idee chiare e per questo è molto importante, se possibile, avere l’aiuto di un falconiere esperto, in modo da vedere e toccare con mano cosa comporti possedere, mantenere in salute, addestrare al volo prima, e alla caccia poi, un rapace.

Se non si ha da subito l’aiuto di un falconiere è buona norma prima leggere dei buoni testi; ormai se ne trovano molti, ottimi e di facile comprensione, che possono essere acquistati anche su internet,  immensa risorsa per avere informazioni  su tutto, e per trovare le prime nozioni di base anche per la nostra passione.

In Italia purtroppo il territorio penalizza la falconeria, vuoi per la tipologia degli ambienti faunistici-venatori, vuoi per la scarsità di selvaggina, e di conseguenza sacrifici e  sforzi si moltiplicano in quanto il buon senso consiglierebbe, a chi vuol detenere e far volare un falco, di studiare prima il territorio in cui vive, le possibili prede o eventualmente i km che si è disposti a percorrere ogni giorno per addestrare o far cacciare il proprio rapace.

La falconeria non è un semplice hobby o passatempo, ma anzi richiede dedizione, passione, costanza e molta, ma molta pazienza.

I rapaci non sono animali sociali quindi non si instaura con loro un semplice rapporto uomo-animale domestico.

Il falco per natura e isua ndole non è mai domo; schivo e pauroso com'è nei confronti dell’uomo accetterà la sua presenza e di stare sul suo pugno per un semplice motivo di convenienza: infatti lui sarà la sua fonte di nutrimento prima, e dopo il coadiutore nella ricerca del selvatico.

La falconeria necessita di spese, oltre che di spazio, per le varie attrezzature, anche se molte cose si possono costruire da se, e il falco è l’ultima cosa che bisogna acquistare prima di iniziare; infatti oltre alla preparazione degli alloggi e dei posatoi bisogna procurarsi la telemetria, strumento al giorno d'oggi fondamentale per recuperare il falco quando lo si perde (e credetemi che chi vola prima o dopo perde un falco).

 

Nei prossimi articoli spero di poter essere d’aiuto a tutti i coloro che si interesseranno, anche solo per semplice cultura personale, alla Falconeria, questo magari con qualche breve racconto e spiegazioni sulle diverse tecniche di caccia col falco.

 

"L'arte della falconeria nel 2010 è stata riconosciuta dall'Unesco un patrimonio culturale dell'intera umanità, da tutelare e da consegnare alle future generazioni.

E’ una delle più antiche relazioni tra uomo e falco, risalenti a più di 4000 anni fa. La falconeria è una attività tradizionale con gli uccelli rapaci addestrati a prendere prede nel loro habitat. Si tratta di una attività naturale, perché il falco e la preda si sono evoluti insieme nel corso di milioni di anni, la loro interazione è un dramma antico. Il falco è adattato a cacciare la preda e la preda si è evoluta in molti modi per sfuggire al falco. Questo porta ad una visione affascinante, nel modo in cui funziona la natura e pone una sfida intellettuale per il falconiere nella sua comprensione del comportamento. Il suo compito è quello di portare gli attori insieme sul palco della natura. Per fare questo il falconiere deve sviluppare una forte relazione e sinergia con il suo rapace."

Al giorno d’oggi preservare falconeria consiste nel mantenere non solo la cultura tradizionale che costruisce abilità pratiche di empatia con gli animali, ma anche la conservazione dei rapaci e le loro prede attraverso la conservazione degli habitat naturali.

Bisogna pertanto incoraggiare la falconeria nel contesto di un uso sostenibile della fauna selvatica. La falconeria è una stupenda arte millenaria che attualmente sta rivivendo una fase importante della storia contemporanea in quanto in essa è racchiuso qualcosa che va aldilà della semplice percezione umana del più antico atto predatorio messo in atto per la sopravvivenza.

 

Francesco De Simone.

Remington 770 calibro .30-06

Semplice novità o vera rivoluzione? Questa è la prima domanda che ci si pone al primo approccio con il nuovo modello 770 della Remington, erede del modello 710. A prima vista, gli aggiornamenti sembrano di dettaglio, ma guardando bene ci si accorge che in realtà si tratta di un’arma che mantiene ben poco del precedente modello: azione rivista, calciatura più ergonomica, ritegno caricatore irrobustito, nuovo look, nuovo carattere, più camerature a disposizione.

Regolamento Comunitario Cee

REGOLAMENTO (CE) N. 1882/2003 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 29 settembre 2003
recante adeguamento alla decisione 1999/468/CE del Consiglio delle disposizioni relative ai comitati
che assistono la Commissione nell'esercizio delle sue competenze di esecuzione previste negli
atti soggetti alla procedura prevista all'articolo 251 del trattato CE

 

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