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Luca Gironi

Luca Gironi

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Enci: Sabato 29 si è svolta l'assemblea generale dei soci 2017

 

Sabato 29 Maggio, presso l’Hotel Michelangelo di Milano si è regolarmente svolta l’assemblea dei soci dell’ENCI.

All'ordine del giorno:

Relazione del Presidente sulla gestione dell’anno 2016;
Relazione del Collegio dei Sindaci al Bilancio Consuntivo 2016;
Approvazione variazioni al Bilancio di Previsione 2016;
Approvazione del Bilancio Consuntivo 2016;
Programma Generale dell’attività dell’Ente nel 2017;
Approvazione del Bilancio di Previsione 2017;
Elezione di un componente del Consiglio Direttivo che però non si è potuta svolgere per il ritiro dell'unica candidatura presentata.

A seguito dell'assemblea generale, con regolare convocazione si è riunita l’assemblea degli esperti giudici per l’elezione dei Componenti del Comitato Consultivo degli Esperti. Sono intervenuti alle votazioni 143 esperti giudici che hanno votato con i risultati riportati di seguito:

ESPERTI GIUDICI DI ESPOSIZIONE:

Condò Pietro Paolo
Musolino Luciano

ESPERTI GIUDICI DELLE DISCIPLINE COMPRESE TRA LE PROVE DI CACCIA:

Spezia Artemio
Mantovani Alvaro

ESPERTI GIUDICI DELLE RIMANENTI DISCIPLINE (utilità e difesa, cani da soccorso, obedience, mondioring e agility):

Marocchi Silvia
Oppizzi Carlo

 

L’ENCI e Campofelice

Grazie alla nuova politica messa in atto dall’ENCI nei confronti del territorio, il dialogo, la collaborazione e la sinergia tra il Consiglio Direttivo e il Comune di Lucoli, la Regione Abruzzo, Parco Naturale Regionale Sirente Velino, l’A.T.C. di L’Aquila e la Regione Carabinieri Forestale “Abruzzo”, hanno fatto sì che già oggi si sia in grado di programmare per il 6-7-8 e 9 Luglio la manifestazione di Campofelice con l'atteso Master a quaglie e le prove d’Eccellenza per razze da ferma inglesi.

Consapevolezza e coinvolgimento sono i principi della nuova gestione dell'ENCI: il senso di responsabilità anche nei confronti di società e ambiente ha visto aprirsi nuove frontiere per la cinofilia, che oggi è ritenuta indispensabile per la conservazione faunistica.

Un traguardo importantissimo per il conseguimento dei propri obiettivi cinofili-zootecnici e la valorizzazione del patrimonio cinovenatorio che il nostro Ente persegue con successo e che il resto del mondo ci invidia.

Un ringraziamento particolare a tutti coloro, appassionati e tecnici che si sono adoperati al raggiungimento di un così importante traguardo. (www.enci.it)

AIW: I COMUNI CONTRO L’AREA CONTIGUA DEL PARCO D’ABRUZZO

AIW. I COMUNI CONTRO L’AREA CONTIGUA DEL PARCO D’ABRUZZO

Con le discussioni al Parlamento sulle modifiche da apportare alla legge sulle “aree protette” o Legge n. 394/1991, i Comuni della fascia laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si stanno sempre più unendo contro la paura che la prevista “area contigua” venga loro imposta per decreto ministeriale o per delibera regionale giocando con l’interpretazione, sia della norma attuale sia di quella che si cerca di modificare, per delimitare detta “area” e scavalcare l’ormai annoso problema che i Comuni non hanno mai accettato di risolvere, ignorando le ormai annose proposte dell’Ente Parco, di provvedere a deliberare il loro assenso.

I Comuni, giustamente, vedono in questa “area contigua”, così come già la prevedeva l’originaria 394/91 e come le attuali modifiche la stanno interpretando conferendo tutta una serie di poteri e diritti gestionali agli Enti Parco (sia per la caccia sia per l’ambiente, sia per il godimento di royalty turistiche, minerarie e energetiche varie); una forma di ampliamento di fatto (“mascherato”!) del Parco Nazionale.

L’Associazione Italiana per la Wilderness, chiamata in aiuto da parte di alcuni Comuni della fascia laziale di detto Parco, ha proposto loro una bozza di deliberazione consigliare che li cautelerebbero da una tale imposizione mediante precise e formali prese di posizione da presentare poi alle autorità statale e regionale, basata su tre precisi punti di forza legislativi:

che i Comuni hanno l’autonomia di decidere per i loro territori comunali la scelta più opportuna per una tutela ambientale e territoriale, senza che lo Stato o le Regioni possano impedirlo. Punto di forza di questa loro scelta è anche l’articolo 5 della legge n. 10 del 2010 approvata dall’allora Governo Monti, la quale conferma il potere dei Comuni di decidere forme autonome di aree protette per la tutela ambientale (ovvero al di fuori di quanto previsto dalla suddetta Legge 394/91);
che la loro scelta preventiva può essere quella dell’Area Wilderness, già da diversi anni adottata da già 47 Comuni in tutta Italia, i cui vincoli autoimpostisi prevedono un assoluto rispetto per tutti i diritti di sfruttamento delle risorse naturali rinnovabili (caccia, pascolo, taglio dei boschi) salvo il rispetto urbanistico dei territori da loro stessi individuati, quasi sempre appartenenti ai demani o proprietà comunali e, in rari casi, ai privati. Una scelta che soprattutto nel Lazio ha avuto ed ha un grande successo tra i Comuni (ben 19), alcuni dei quali anche appartenenti proprio alla fascia esterna ed interna del Parco Nazionale d’Abruzzo. Vincoli che mai l’Ente Parco ha potuto contestare, e che anzi ha formalmente accettato con un documento di una passata Presidenza che giustamente prese atto e deciso di rispettare i diritti delle collettività locali;
che, anche e proprio in base ai dettami degli articoli della Legge 394/1991 (seppure in taluni casi quasi “nascosti” tra le righe), senza l’assenso dei Comuni (ovvero formali deliberazioni consigliari) i Parchi Nazionali e Regionali non si possono istituire, né si possono designare le loro “aree contigue”; dettami di legge peraltro confermati da ben due autorevoli sentenze, una della Corte Costituzionale e una del Consiglio di Stato.
In pratica: rispetto delle regole costituzionali che garantiscono autonomia ai Comuni e libertà ai loro cittadini!

A seguito di quanto proposto dall’AIW, nei giorni scorsi già ben 4 Comuni della fascia laziale (Frosinone) del Parco Nazionale d’Abruzzo hanno approvato la suddetta bozza di Deliberazione: San Biagio Saracinisco, Pescosolido, Vallerotonda e Picinisco. Mentre i Comuni di Vallerotonda e San Biagio Saracinisco avevano giù da tempo designato loro settori di Aree Wilderness (sia all’esterno che all’interno del Parco), lo scorso 26 aprile stessa scelta ha fatto il Comune di Picinisco, designando tale tutta una fascia esterna al parco. In questo, seguendo le orme di altri 4 Comuni che hanno a loro volta designato settori di Area Wilderness sui propri territori comunali (anche loro sia all’esterno che all’interno del Parco): San Dotano Val Comino, Campoli Appennino ed Alvito (Frosinone) e Rocchetta a Volturno (Isernia).

Una forma di autonoma tutela ambientale e territoriale nello spirito del “Concetto di Wilderness” che nessuno potrà mai contestare, in quanto rispettosa dei diritti costituzionali.

Si tratta di autonome scelte protezionistiche e gestionali con le quali i Comuni si riappropriano di fatto dei loro territori, in pratica “scavalcando a sinistra” i vincoli impositivi del Parco Nazionale! Scelte che si basano sul principio che i migliori garanti della tutela ambientale e territoriale sono i proprietari dei suoli, che rinunciando di principio e preventivamente a deteriorare il loro ambiente ed assicurare il rispetto dell’integrità territoriale dei luoghi che veramente lo meritano e che anche e proprio per la loro natura si sono conservati intatti fino ad oggi, diventano i garanti del vincolo di conservazione; ciò, considerando che quando inseriti in un Parco la loro gestione viene semplicemente delegato all’autorità del Parco, autorità che può poi decidere il bello e cattivo tempo (peraltro, anche e proprio a danno di questi territori come la storia dei Parchi italiani insegna). In cambio i Comuni godono dell’intoccabile diritto di una libera gestione delle loro risorse naturali rinnovabili che invece i Parchi assoggettano ai vincoli imposti d’autorità dallo Stato o dalle Regioni, cosa che crea loro gravi danni economici che le leggi mai o raramente prevedono di rimborsare o compensare.

Sia l’AIW sia i Comuni che nel Lazio hanno già provveduto ad approvare la suddetta bozza di deliberazione auspicano che sempre più altri lo facciano, affinché si crei una forza politica in grado di opporsi legittimamente alle imposizioni legislative e/o di fatto, che il Parlamento e/o i Governi nazionale e regionali potrebbero legiferare; creando così anche un precedente eventualmente in grado poi di opporsi con successo davanti alle Corti giudiziarie per tutelare i propri diritti. (Franco Zunino – Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness)

ARCI Caccia Abruzzo: Fe.NA.Ve.Ri per noi è un impegno convinto e irreversibile.

Il Presidente Regionale Massimiliano Di Luca in preparazione del prossimo Congresso Regionale dell’Associazione dichiara:
“Stiamo svolgendo le riunioni preparatorie dell’assemblee elettive territoriali in preparazione del Congresso Regionale di giugno. In questo appuntamento ci sarà l’elezione dei gruppi dirigenti e l’aggiornamento dello statuto a quello nazionale.
Il dibattito preparatorio sarà organizzato sulle proposte per le politiche venatorie regionali, il Calendario, il Piano faunistico, i Regolamenti in una unica documentazione sulla gestione faunistica da sottoporre alla verifica dei nostri soci.
“L’obiettivo prioritario dell’ARCI Caccia – conclude il Presidente Regionale Di Luca – è sostenere il percorso di costruzione della Fe.NA.Ve.Ri rappresentativa della Regione e poi nelle Province ovunque sia possibile. Occorre avere finalmente un luogo politico associativo ove a pari dignità si confrontino le posizioni delle associazioni della Fe.NA.Ve.Ri per trovare insieme una sintesi condivisa.
Possiamo fare bene e subito avendo lo Statuto nazionale della Fe.NA.Ve.Ri cui adeguarci. Fotocopiamolo e adottiamolo subito. Auspichiamo che i Presidenti nazionali della Fe.NA.Ve.Ri sostengano con fermezza e immediatamente la istituzionalizzazione in Abruzzo dello Statuto nazionale che interpreta con saggezza ed equilibrio le esigenze di quella unità federativa di cui i cacciatori hanno bisogno e in tutte le regioni italiane.

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Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura