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Luca Gironi

Luca Gironi

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ARCI CACCIA: Tempo di verità. La FIdC toscana e l’incubo dei “transfughi”…!

 

Non c’è molto da commentare sulla manipolazione maldestra della riunione tenutasi il 17 marzo. Il Comunicato Stampa della FIdC non ha bisogno di essere assecondato nella polemica. Non vogliamo distrarre tempo prezioso all’impegno dai tanti volontari che in Italia dirigono la nostra Associazione e si occupano della “caccia concreta”. Tantissimi sono i cacciatori di cinghiale iscritti all’ARCI Caccia e non abbiamo voglia di strumentalizzarli per le beghe della FIdC che ha l’incubo di riuscire a portare con sé transfughi e tessere.
Non ci vogliamo soffermare sul fallimento della politica settoriale FIdC in materia di cinghiali, con tanto di tessera dedicata a questi, ma da questi rifiutata in gran parte d’Italia. Per quanto ci riguarda, ci rimettiamo ai fatti, citando quanto messo a verbale nella riunione del 17 marzo riguardo gli interventi del Presidente Nazionale Sergio Sorrentino, soffermandoci nello specifico su quanto scritto per il cinghiale.
Si sottolinea, per una adeguata lettura, che l’intervento esprime senza equivoci preferenze per le zone fisse. Il verbale riporta quanto segue: ”dobbiamo evitare di dare l’immagine della non trasparenza e quindi le sedute debbono essere pubbliche, no alla diretta streaming. Art. 1 comma 4: troppo generico il riferimento al personale dipendente, servono i tecnici faunistici assunti dall'ATC per evitare le consulenze esterne, sulle quale il mondo venatorio può perdere la faccia. Su Art. 40 si dichiara d’accordo con Contemori: dalla terza domenica di settembre le aree addestramento cani al di fuori di AFV e AAC debbono tornare cacciabili. Sulla rotazione delle squadre, laddove non c’è un accordo tacito delle squadre, ci vuole l'accordo dei ¾ e non la maggioranza. E’ meglio avere zone fisse per garantire una gestione responsabilizzata del territorio. Nel caso di rotazione, propone una assegnazione annuale e triennale alle squadre.”
Per completezza riportiamo anche quanto ha replicato a Cocchi: “non si devono fare allevamenti intestati ai cacciatori. Le associazioni venatorie, essendo senza fini di lucro, non possono avere partecipazioni in società a scopo di lucro, come specificato in una circolare ministeriale. La regione deve vigilare”.
A rappresentare l’ARCI Caccia, per l’importanza che diamo alle Istituzioni, oltre al Presidente, c’era un Consigliere Nazionale, Sirio Bussolotti.
Qui finiscono le ridicole dichiarazioni della FIdC.
La cosa seria, di contro, è che le manipolazioni della realtà sono un danno all’immagine e al ruolo dei cinghialai e dei cacciatori tutti. A noi pare che siano altre le preoccupazioni in FIdC che si vogliono sottacere. Il rappresentante legale della CCT, sig. Romagnoli ci scrive che non si può ancora avere il testo del nuovo statuto. Ma dal Notaio cosa hanno portato? Si vuole sviare l’attenzione e non dare risposte a questo? Conoscere per decidere sembra non appartenere alle tradizioni della FIdC.
Un qualsiasi cittadino italiano ha il diritto di sapere – prima, e non dopo aver scelto – a cosa lo fanno aderire altri attraverso le tessere.
Il Responsabile legale della CCT, Romagnoli, informerà dell’attività e della gestione della CCT per i cacciatori? Aspettiamo.
Noi sempre convinti e, dovunque in Italia, coerenti assertori dell’unità tra le Associazioni Venatorie, diciamo che ci saranno un bel po’ di cose da rivedere se vogliamo che la CCT abbia credibilità tra i cacciatori e tra i cinghialai toscani. Intanto, anteporre gli interessi dei cacciatori a quelli di enti, società e quant’altro.
Tutelare il nome dell’ARCI Caccia e della Federazione di 2° grado CCT dal decadimento, è cosa che faremo ovunque nelle sedi, anche legali, se necessario.

Emergenza cinghiali. Perrotti (UNA): sterilizzazione non basta

La Fondazione UNA Onlus, che riunisce al proprio interno associazioni del mondo ambientalista, venatorio, delle aree protette, scientifico e accademico, interviene sul tema dell’emergenza cinghiali nella Capitale dopo la tragica morte di un motociclista di 49 anni avvenuta sabato scorso sulla Via Cassia a causa di uno scontro con un ungulato.
“Questo episodio – sostiene Nicola Perrotti, presidente dalla Fondazione – è solo l’ultimo di una serie di fatti che testimoniano l’assoluta necessità di intervenire per evitare danni causati dalle specie selvatiche all’agricoltura e alla sicurezza stradale, che ora si stanno estendendo anche in ambienti insospettabili come quelli urbani. In queste ore il Campidoglio starebbe vagliando l’ipotesi di utilizzare un «immunovaccino», un farmaco che servirebbe alla sterilizzazione dei cinghiali per ridurne la moltiplicazione in città. Secondo noi, invece tale ipotesi potrebbe rivelarsi inefficace, poiché finalizzata alla esclusiva normalizzazione delle future nascite, senza intervenire in alcun modo sulla situazione contingente, caratterizzata da una presenza incontrollata di questa, come di altre specie selvatiche che, avendo perso i loro habitat naturali, si stanno antropizzando. Per affrontare il tema, invece, serve pragmatismo mettendo da parte le argomentazioni preconcette e convergendo verso pratiche condivise che riequilibrino la presenza dei cinghiali sul nostro territorio, come l’abbattimento controllato, laddove necessario, sempre nel rispetto delle prescrizioni della legge, realizzato da personale opportunamente formato. Soprattutto, è necessario mettere in atto nuove politiche in favore della salvaguardia della biodiversità, considerando anche quali sono le cause che portano all’ingresso di animali selvatici nelle aree urbane (spesso dovuto all’incuria e al degrado di molte aree verdi della città).
Ma la base di qualsiasi riflessione deve essere scientifica, per capire la reale entità del fenomeno.
“Uno dei nostri progetti – continua Perrotti – realizzato con la collaborazione di Ispra, Legambiente e le associazioni venatorie Federcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi è proprio quello di avviare un censimento puntuale delle specie selvatiche, dei cinghiali in particolare, attraverso una banca dati nazionale. Solo così sarà chiaro come agire e in quale misura”.

L’Arci Caccia: Scriveteci sui regolamenti in Toscana

Venerdì 17 Marzo la Regione Toscana ha incontrato le Associazioni Venatorie, ambientaliste, agricole e il coordinamento degli ATC. Nella riunione è stata presentata una prima stesura dei regolamenti attuativi della riforma della legge sulla caccia, riforma resa necessaria dalla bocciatura da parte della Corte Costituzionale del precedente provvedimento che portava gli ATC a dimensioni provinciali.

All’incontro per l’ARCI CACCIA ha presenziato, in qualità di Presidente Regionale pro-tempore, il Presidente Nazionale Sergio Sorrentino. Molti i temi dibattuti e le osservazioni presentate, in precedenza e in quella sede dalle varie associazioni presenti. Sintetizziamo le osservazioni presentate a nome di Arci Caccia da Sergio Sorrentino: le sedute dei comitati di gestione dovranno diventare totalmente pubbliche per permettere la necessaria trasparenza e incrementare la partecipazione dei cacciatori ed è necessario che si passi dall’uso smodato di consulenze esterne all’assunzione delle figure necessarie al funzionamento degli ATC. Altre osservazioni sono state depositate per migliorare la gestione delle Aree Non Conservative per la caccia agli ungulati e una più razionale conduzione delle aree interessate dalla caccia al cinghiale in battuta.

Alleghiamo a questo comunicato la prima stesura dei regolamenti e invitiamo tutti i cacciatori a inviare le proprie osservazioni, critiche e idee, tese a migliorare questi regolamenti, agli indirizzi

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. L’Arci Caccia sarà lieta di esaminarle e farsi portavoce delle vostre istanze al prossimo incontro con la Regione.

59A ASSEMBLEA NAZIONALE ANUUMIGRATORISTI: tradizione e passione al passo con i tempi

  • Pubblicato in Notizie

La 59a Assemblea nazionale dell’ANUUMigratoristi si è conclusa con un articolato Ordine del Giorno che, ancora una volta, esamina con forza la volontà di guardare avanti per trovare la soluzione dei problemi con quel realismo che contraddistingue un’Associazione protesa alla difesa delle cacce tradizionali regionali, bisognevoli solamente di quella legittimità europea nel rigoroso rispetto delle “linee guida” di una normativa regolamentare che attiene ad una saggia gestione del bene Natura.
Da un’Assemblea vivamente partecipata, da nord a sud della penisola, è sorta la consapevolezza che l’ANUUMigratoristi dispone di un enorme potenziale sul quale poter contare per cercare di risolvere i problemi, con l’augurio di avere una fattiva collaborazione anche da parte delle altre organizzazioni, dentro e fuori dagli attuali schieramenti associativi, perché tutti dobbiamo essere consapevoli che la difesa è rivolta alla tutela delle tradizioni di oltre 800mila consapevoli fruitori, operanti sul territorio, e dei valori economici, anche a livello artigianale e industriale, che sono gli elementi fondanti di un’identità storica e voce insostituibile per la ripresa del nostro Paese.
Nessuno possiede la bacchetta magica e non esistono soluzione facili, ma la volontà concreta dell’ANUUMigratoristi lo sta dimostrando con la credibilità operativa che ha all’estero nelle sedi istituzionali a livello internazionale nel CIC, a livello europeo nella FACE, a livello del Bacino del Mediterraneo nell’AECT. Ed, ancora, a livello tecnico e scientifico nell’OMPO e nelle varie Fondazioni che operano nel settore specifico, per non dimenticare l’intenso lavoro che svolge nella sede di Bruxelles con i parlamentari e con la Commissione UE.
Si dice tutto ciò per evidenziare quel “filo rosso” che la tiene legata ai primi passi, a Londra, della Federazione dei Cacciatori Europei dal 9 marzo 1977 in avanti, per dimostrare quella continuità che rappresenta i valori generali e associativi di un rapporto, tuttora in atto e privo di ogni discontinuità operativa, in un mondo che cambia e che è attraversato da tensioni e novità senza precedenti.
L’ANUUMigratoristi non può rinunciare, dunque, al suo ruolo, alle sue capacità, alla sua volontà di operare non per le cariche, ma per la difesa delle CACCE italiane anche se, talvolta, l’UE manifesta una non completa attenzione alle legittime aspettative dei suoi cittadini non rispondendo alle domande in maniera convincente anche nel rispetto delle diverse esigenze ecologiche, culturali, ricreative ed economiche.
Questa è l’ANUUMigratoristi e questo è il suo messaggio, realisticamente condensato nell’Ordine del Giorno votato dopo la relazione e le conclusioni del suo Presidente, Marco Castellani, al quale si sono aggiunti i rapporti specifici dei Vice Presidenti Alessio Piana, Vladimiro Boschi, Giovanni Persona, nonché del Past Presidente Giovanni Bana, accompagnati dai vari interventi, tempestivamente coordinati dal Giorgio Panuccio, e che vogliamo ricordare, e cioè: Sebastiano Valfrè, Giovanni Persona, Francesco Bruzzone, Antonio Murante Perrotta, Leonardo Di Tullio, Giacomo Zubbiani, Carmelo Alfano, Massimo Zanardelli, Anno Pinzaglia, Giovanni Franco Vivaldi, Domenico Rossato, Paolo Crocetta, Carlo Luigi Piffari, Luigi Prato. L’approvazione del bilancio consuntivo e preventivo, presentato da Umberto Gafforini, e la premiazione della IX edizione del Premio Internazionale Ambiente 2016, coordinata da Ferdinando Ranzanici, hanno chiuso un’importante Assemblea nazionale ricca, tra l’altro, di spunti e di richiami a quella unità che deve ricercarsi nei fatti e non solo a sterili parole.

Molise: Al via la caccia di selezione al cinghiale

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha espresso parere favorevole in merito al Piano di prelievo in selezione del cinghiale e ha ufficialmente autorizzato la caccia con il metodo dei selecacciatori in Molise.
Ad annunciarlo, con soddisfazione, il consigliere regionale delegato alla caccia, Cristiano Di Pietro. «Un risultato storico e importante per il mondo venatorio molisano che certifica e premia l’ottimo lavoro svolto nella direzione del contenimento di questa specie problematica, commenta il consigliere Di Pietro. Questo tipo di caccia in forma individuale che presto sarà introdotta nella nostra regione è una prima risposta all’emergenza rappresentata dal sovrannumero di ungulati, e prevede l’abbattimento di un certo numero di capi ad opera di cacciatori opportunamente abilitati attraverso dei corsi di formazione organizzati dagli ATC, come auspicato da più parti nonché dal mondo agricolo».
“L’obiettivo del piano presentato, le modalità previste e le dimensioni del piano proposto, si legge nel parere espresso dall’ISPRA, appaiono coerenti con l’obiettivo del Piano stesso, finalizzato a contenere e ridurre la presenza di cinghiali nel territorio delle aree critiche. […]Considerati i prioritari obiettivi di contenimento dei danni, l’Istituto esprime parere favorevole circa il piano presentato, da realizzarsi nelle aree critiche individuate, esterne alle aree di presenza Orso e all’area contigua al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise”.
«Quanto all’area contigua al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise - precisa e anticipa il consigliere Di Pietro - prepareremo un protocollo d’intesa con lo stesso Ente Parco affinché anche questa zona possa usufruire del contenimento adottando, allo stesso tempo, gli strumenti idonei ad assicurare la salvaguardia dell’Orso bruno.
L’autorizzazione appena ricevuta - conclude di Pietro - costituisce un ulteriore tassello al lungo lavoro svolto fin ora che ci ha visto girare il territorio con l’obiettivo di migliorare il settore venatorio a lungo abbandonato in Molise».

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