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Luca Gironi

Luca Gironi

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ATC NAPOLI: I FALKOON A TUTELA DELLE COLTURE AGRICOLE

I danni sono un problema, anche quelli provocati dall’avifauna. Come contenerli, in periodo di caccia chiusa, senza utilizzare metodi cruenti? All’ATC di Napoli stanno sperimentando un innovativo sistema di lotta ecologica basato sull’uso di dissuasori raffiguranti il falco pellegrino.

Il presidente dell’ATC Sergio Sorrentino, in un comunicato stampa, ha dichiarato: “L’ATC di Napoli manifesta così il suo massimo interesse sia alle valorizzazioni delle produzioni agricole della Campania, sia alla fauna selvatica bene della comunità. Il riconoscimento strategico dell’agricoltura dei nostri territori deve necessariamente passare per la fattiva e concreta partecipazione di tutte le Istituzioni e noi lo stiamo dimostrando: crediamo fermamente nella partecipazione degli agricoltori, perché riteniamo l’economia rurale una risorsa indispensabile per uscire dalla crisi. Questa nuova esperienza è parte di una cultura ambientale che l’ATC di Napoli intende perseguire e consolidare con convinzione”

www.crudiezine.it/napoli-falkoon-a-tutela-delle-coltivazioni-e-degli-uccelli

 

PIEMONTE: GIAN LUCA VIGNALE PRESENTA UNA MOZIONE PER DARE ATTUAZIONE AL REGOLAMENTO FAUNISTICO

  • Pubblicato in Notizie

Nel 2009 il Consiglio regionale approvò la nuova legge sui Parchi la quale all’art. 33 prevede la “Gestione faunistica” all’interno degli stessi come da disposizioni di un “Regolamento faunistico”.

Come in molte leggi regionali ciò che introduce divieti entra in vigore subito, mentre ciò che supera i divieti tende a non entrare in vigore mai.

Così nel 2014, ricoprendo l’incarico di Assessore ai Parchi, finalmente –dopo più di 5 anni di attesa- facevo votare il Regolamento faunistico che dà la possibilità ad ogni Parco regionale di fare senza limiti temporali attività di controllo e abbattimento della fauna in esubero.

Tali abbattimenti –prevede il Regolamento- devono essere effettuati da “operatori esterni” “preferibilmente individuati fra i cacciatori residenti nei comuni che ricadono nell’area protetta o iscritti in CA e ATC vicini all’area medesima che ne facciano richiesta”.

Con le elezioni regionali del 2014, essendo state rieletto, ma non facendo più –vincendo il centrosinistra- l’assessore non ho potuto dare attuazione al Regolamento faunistico che in ogni caso rimane una legge della regione Piemonte e come tale va applicata.

Proprio per questo motivo ho presentato una Mozione che prevede che entro 30 giorni ogni ente Parco dia attuazione alla legge individuando i cacciatori degli ATC e CA contermini per le azioni di contenimento e controllo da svolgere all’interno dei Parchi. (www.ladeadellacaccia.it))

BERLATO: IL GOVERNO NAZIONALE PRENDE UN GRANCHIO

Il Governo Renzi bis/Gentiloni impugna, presso la Corte costituzionale, la legge del Veneto che sanziona chi intenzionalmente vuole impedire l'esercizio della caccia e della pesca. Erroneamente il governo nazionale ritiene che la Regione del Veneto non possa imporre sanzioni amministrative, ritenendola una prerogativa statale. Ora il Consiglio regionale del Veneto, prima di approvare in via definitiva la legge che commina le stesse sanzioni amministrative a chi spara vicino alle abitazioni, dovrà attendere l'esito del contenzioso tra governo nazionale e Regione del Veneto presso la Corte costituzionale.
Se la Corte costituzionale dovesse sancire che ha ragione il Governo nel ritenere che le regioni non possano imporre sanzioni amministrative, il Consiglio regionale del Veneto non potrà approvare neppure la legge che sanziona i bracconieri che sparano a meno di cento metri dalle abitazioni. In attesa del pronunciamento della Corte costituzionale, la legge regionale che sanziona chi intenzionalmente vuole impedire l'esercizio della caccia e della pesca, rimane in vigore e continua a produrre i suoi effetti. (Dalla pagina facebook di Sergio Berlato)

Conosciamo Paolo Pelle, Neo Presidente degli ATC Torino 1 e 2

E' un militante dell'Arcicaccia il nuovo presidente degli Atc Torino 1 e 2. Paolo Pelle, torinese classe 1968, responsabile commerciale di una multinazionale del settore metalmeccanico, è un appassionato cacciatore cinofilo. I suoi primi propositi come responsabile dell'Atc? Creare una squadra efficiente che riesca a conciliare le richieste del mondo agricolo con le legittime aspirazioni dei cacciatori. Rendere trasparente la gestione dell'Ente e rilanciare le Zone di Ripopolamento e Cattura, in modo da ridare fiducia e soddisfazione ai cacciatori torinesi. Il giorno del suo insediamento ha voluti ribadire questi concetti in un discorso rivolto alla politica e ai suoi colleghi nominati a gestire l'Ambito torinese che alleghiamo mettendolo a disposizione di tutti gli appassionati.

DISCORSO DI INSEDIAMENTO PRESIDENTE PAOLO PELLE


Buonasera,
Dipendenti, vice presidente e consiglieri tutti, rivolgo a voi il mio più sincero saluto di benvenuto, a questo primo insediamento di comitato.
Con questa mia doverosa introduzione, intendo sensibilizzare l’attenzione di tutti voi rappresentanti di categoria, sulla situazione generale, che, a mio parere, si sta prospettando in futuro.
Quando ho preso la decisione di presentare la mia candidatura a questa presidenza, non ho fatto altro che pensare, oltre ad un milione di dubbi che mi attanagliavano, all’esaltante occasione che avremmo avuto noi tutti, per continuare ed eventualmente, perché no, implementare e migliorare, il lavoro fatto in questi anni, dai gestori che ci hanno preceduto.
Consapevole che avremo non poche difficoltà, alcune oggettive, altre sicuramente di natura ostruzionistica, sono stato immediatamente fortemente motivato, dalla inaspettata ma positiva reazione, che c’è stata da parte di una gran parte dei nostri utenti, alla notizia dell’avvenuto cambiamento.
Il merito va senza alcun dubbio, a chi ha operato bene prima di noi, ma anche, e soprattutto, di chi ha fatto meno bene, ed oggi, ci da la favorevole opportunità, di dare un segno tangibile di cambiamento.
Come voi tutti sapete, la situazione generale, non ci rende immuni da palesi fragilità, io penso che gli ATC debbano essere parte integrante di un sistema educativo generale, organizzato da tutte le componenti da noi rappresentate, e noi, abbiamo il dovere morale di far si che questo avvenga.
Oggi non possiamo rinunciare a riflettere, sullo stato attuale di tale sistema.
Nonostante gli ATC soffrano di una gravissima carenza di risorse economiche (1 es. ristorni x i danni da fauna selvatica), dobbiamo, a mio avviso, avere il coraggio di denunciare in modo sereno, il fatto che, nessuno dei governi che si sono susseguiti, hanno avuto il coraggio di invertire la rotta. Esistono aimè, ancora, dei vincoli poco chiari di turn over, gli stessi, che in questi ultimi dieci anni, in alcune realtà, hanno drasticamente abbassato, il numero degli utenti, ed in modo concreto, reso gli ATC, una realtà sempre meno solida.
Meno cacciatori significa meno capacità operativa e soprattutto meno introito economico, cosa che di riflesso, riversa immediatamente, delle concrete difficoltà sia gestionali che di bilancio, ed un serio peggioramento della qualità nella tutela dell’ambiente. Il punto forse più grave, secondo il mio modesto parere, è che sempre più giovani, rinunciano, per svariati motivi, ad intraprendere questa complessa, meravigliosa e radicata passione.
Dobbiamo seriamente pensare, che uno dei nostri primi obiettivi, deve essere un importante reclutamento di forze lavoro, e questo, non può far altro, in modo naturale, che aumentare il miglioramento del sistema.
Davanti a questa deleteria situazione, anziché, fin da piccoli, istruire i nostri figli ad un completo percorso didattico ricostruttivo, che poi possa permettere a loro di scegliere, vediamo spuntare in tutta Italia, sempre di più, regole restrittive nei confronti di questo meraviglioso mondo, che è quello venatorio.
In questo contesto, rimaniamo la regione con le maggiori limitazioni in materia.
Tutte queste situazioni, hanno soltanto l’effetto di distruggere definitivamente, l’imprinting naturale, di quello che noi come popolo Italiano, in fondo siamo veramente.
Tra le cause dell’abbandono al mondo venatorio, c’è sicuramente la situazione economica, delle nostre famiglie, occorre, secondo me, rimuovere velocemente, con tutti gli strumenti a noi concessi, tutti quegli ostacoli che impediscono l’accesso alle sapienze.
Il tutto viene accompagnato da politiche, che invece di risolvere i problemi, favoriscono la transizione, soltanto delle poltrone da occupare e non il raggiungimento di un’eventuale risoluzione.
Questa situazione, pone aimè gli ATC, in una posizione dove quest’ultimi, sono votati, per mancanza di fondi, a pensare soltanto all’aumento delle spese per gli utenti (vedi quota di partecipazione economica).
Il tutto condito da un sistema zoppicante, capace di creare la paradossale figura, tutta nostrana, dell’idoneo non beneficiario.
Queste sono soltanto alcune, delle miopie politiche, adottate da certi enti, che non riescono nemmeno a riscrivere alcune regole, già scritte male l’anno precedente mettendo in atto scriteriati modus operandi nell’immediato, senza avere la lungimiranza di pensare al domani.
Dobbiamo cambiare rotta nel più breve tempo possibile, perché in questo preciso momento storico, più di ogni altro, l’ATC deve avere un ruolo fondamentale per la nostra crescita, come società, nel contesto difficilissimo, di una delicata gestione territoriale.
Noi oggi, abbiamo la possibilità concreta di crescere, e non parlo soltanto di una crescita sul piano economico, qui c’è in gioco molto di più, la nostra cultura, la nostra crescita collettiva, la nostra capacità di stare a passo con i tempi, rivalorizzando la nostra storia, quello che noi eravamo.
Abbiamo la fortuna di avere un capitale umano di grandissimo valore, sicuramente tra i migliori d’Europa, se non il migliore, però, per il funzionamento del sistema, occorrono importanti cambiamenti, e come nel nostro caso specifico, spazi adeguati alle necessità.
Inoltre dobbiamo assolutamente scrollarci di dosso, tutte quelle obsolete idee di scissione, che hanno fatto male e distrutto il nostro mondo. Penso oltremodo, che valorizzare le meritocrazie, sia un atto dovuto da parte di tutti noi, dando nel miglior modo possibile, tutto il nostro supporto necessario, pensando ad un futuro migliore per i nostri figli.
La crescita culturale degli utenti, che non ha limiti d’età, deve tassativamente avvenire, attraverso l’assoluta e completa diffusione di conoscenza, requisito fondamentale per un sereno e costruttivo percorso insieme, per una società migliore, più coinvolta e consapevole di avere delle responsabilità.
Non dobbiamo mai dimenticarci, mai, che la qualità di un sistema gestionale che funziona, non dipende soltanto da una sola componente, ma con dimostrata realtà, da un’unione di forze comuni di lavoro e ed unità d’intenti da parte di tutti noi.
Gli ATC, devono poter liberamente usufruire, degli organi competenti preposti al controllo ispettivo, come parte integrante gestionale di un sistema, che faccia da collante e da tutore della TRASPARENZA, per tutte le necessità dei comitati di gestione.
Senza tutto questo, non possiamo pensare, di essere in grado, con coscienza, di poter affrontare le sfide, che il futuro ci pone davanti.
A partire proprio da stasera, dove iniziamo un percorso pieno di ostacoli, ostacoli forniti da barriere socio culturali, burocrazia, lotte interne di potere, miraggio economico, ma anche, nello stesso tempo, un percorso ricco di obiettivi, mete da raggiungere e progetti da realizzare, che inevitabilmente cambieranno, in modo definitivo, il nostro modo di gestire il territorio ed il modo di andare a caccia.
Come in tutte le trasformazioni di questo tipo, noi troveremo due strade davanti a noi, quella positiva, in termini di migliorato benessere individuale e collettivo, e soprattutto di miglioramento ambientale, e poi quella negativa di chi viene sopraffatto dal non progresso … ma non penso sia il nostro caso.
Dobbiamo fin da subito, nel nostro specifico caso, parlarci chiaro, guardandoci negli occhi, sinceramente, con l’ATC che faccia da locomotiva per una gestione oculata generale, di tutti e per tutti, senza false ipocrisie, che sposano soltanto la politica perversa e riduttiva del “solo per me” e che escluda la possibilità di rinnovarsi e crescere, in modo trasparente e produttivo per la collettività.
A questo punto, tutti noi, dobbiamo farci la più semplice delle domande:
Quale strada vogliamo prendere? Vogliamo un sistema sempre più diviso e senza giustizia sociale? O vogliamo darci la grande opportunità di crescere attraverso la collaborazione totale?
In una giornata così importante per il nostro ATC, vorrei concludere con una speranza di suggestione:
Signori consiglieri e collaboratori, mi rivolgo a tutti voi, in quanto motrice trainante dei lavori, cogliamo, tutti uniti, l’occasione che l’evoluzione gestionale ci sta offrendo per rilanciare un vero e proprio rinascimento dell’intero sistema operativo, e quindi dell’intera società che ci circonda. Un grande lavoro ci aspetta.
Finisco, auspicando e chiedendo a gran voce a tutto il consiglio, la piena fiducia e partecipazione, per una finalità comune, che deve obbligatoriamente passare attraverso la collaborazione intelligente, trasparente ed umile di tutti quanti noi. Buon lavoro a tutti.

Grazie di cuore, il presidente….. Paolo PELLE Caluso 06/03/2017

Direttiva armi: il comparto italiano si compatta per vigilare sul recepimento delle nuove norme a livello nazionale

In vista del voto in Plenaria a Strasburgo del 14 marzo, il comparto sportivo-venatorio e armiero si è riunito a Roma per valutare il testo finale della Direttiva Armi e individuare le prossime azioni

Roma, 10 marzo 2017 – I rappresentanti di Anpam, Anpp, Assoarmieri, Comitato D-477, Fenaveri, Fitav e Fitds si sono riuniti, su proposta di Anpam, mercoledì 8 marzo 2017 presso il Palazzo delle Federazioni del Coni a Roma con l’obiettivo di creare un maggiore coordinamento di comparto e analizzare insieme il testo finale della Direttiva Armi.

Gli sforzi compiuti nei mesi precedenti hanno consentito di apportare modifiche rilevanti al testo originale della direttiva. Un risultato che, sebbene non del tutto soddisfacente per gli attori coinvolti, ha permesso di limitare in modo significativo l’impatto negativo del testo. La prima stesura, infatti, prevedeva il bando completo delle armi di categoria B7 (armi semiautomatiche simili alle armi automatiche), l’inclusione dei caricatori nelle parti essenziali, una maggiore limitazione dei colpi nei caricatori rispetto alla normativa nazionale nonché una minore durata delle licenze di porto e detenzione delle armi che avrebbe richiesto una maggiore frequenza dei relativi controlli medici.

Per tali motivi, quindi, le Associazioni e le Federazioni firmatarie hanno riconosciuto e apprezzato il lavoro svolto sin dall’inizio da più parti per emendare i contenuti fortemente penalizzanti della proposta della Commissione europea e per ottenere un testo maggiormente equilibrato.

Da un’approfondita analisi dello scenario politico attuale si ritiene estremamente rischioso, in questa fase, proporre emendamenti, seppure opportuni, in quanto il loro esame comporterebbe la necessità di riaprire le negoziazioni sull’intera direttiva, con la concreta possibilità di reinserimento di pericolose limitazioni, ad oggi scongiurate.

Pertanto i rappresentanti delle Associazioni e delle Federazioni, riuniti per la prima volta insieme intorno ad un tavolo comune, concordano sulla necessità di concentrare l’attenzione e vigilare sul recepimento a livello nazionale della normativa europea, in linea con quanto accade negli altri Stati membri. Tutti i firmatari, infine, convengono sull’opportunità di sviluppare e applicare un efficace sistema di informazione condivisa su questi temi, nel tentativo di garantire il minor impatto possibile della direttiva sulle attività produttive, sul commercio e sugli utilizzatori finali.

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