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Luca Gironi

Luca Gironi

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APPROVATA LA MODIFICA ALLA LEGGE REGIONALE DELLE MARCHE SUGLI ANIMALI D'AFFEZIONE E LA PREVENZIONE DEL RANDAGISMO

Il consiglio regionale delle Marche nella seduta odierna ha approvato la proposta di legge n. 65 avente all'oggetto "Modifiche alla legge regionale 20 gennaio 1997 n. 10 (Norme in materia di animali da affezione e prevenzione del randagismo)". Questa nuova legge, il cui primo firmatario e relatore di maggioranza è il consigliere Federico Talè, porta da 90 a 60 giorni il periodo minimo dalla nascita per la separazione dei cuccioli di cane dalla fattrice; aumenta da 1 a 2 ore il tempo in cui è consentito detenere gli animali in gabbia in caso di soste durante il loro trasporto; e introduce la possibilità di detenere in gabbia gli animali in caso di partecipazione a manifestazioni autorizzate per tutta la durata della manifestazione, con il limite delle 3 ore consecutive.

LEGGE DI RIFORMA DEGLI ATC OCCASIONE PERSA. CCT “GESTIONE A RISCHIO”


Il Consiglio regionale, nella seduta di martedì 13 dicembre, ha approvato il testo della nuova legge sugli ATC con 21 voti a favore, nove contrari e tre astenuti.
La “riforma”, che giunge dopo la dichiarazione di illegittimità da parte della Corte Costituzionale della precedente legge regionale, non si limita a ridefinire numero e confini degli ATC (quindici al posto dei precedenti diciannove governati da nove Comitati secondo la norma dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale) ma detta anche regole per il loro funzionamento.
“L’impianto della nuova legge mortifica immotivatamente ruolo e funzioni dei Comitati di Gestione, appare
improntato ad una diffidenza conclamata verso i cacciatori, gli agricoltori e verso i comitati di gestione degli ATC, con indicazioni che contraddicono le stesse normative nazionali in matteria di appalti e mette a serio rischio la possibilità di operare una efficace gestione di fauna e territorio” sostiene la Confederazione Cacciatori Toscani - cui aderiscono Federcaccia, Arcicaccia ed Anuu toscane - che sino all’ultimo si è battuta per emendare il testo approvato dal Consiglio. Un’interlocuzione quella della CCT con le Istituzioni che, nel corso del confronto con l’Assessore e poi nella consultazione con la II Commissione Consiliare, è riuscita solo in parte ad evitare soluzioni pasticciate, affacciate con indubbia fantasia dagli uffici del competente assessorato nella singolare girandola di ipotesi prospettate a proposito del numero e dei confini degli ATC. Accolto il principio della rappresentatività nella designazione dei membri dei Comitati di Gestione, come peraltro dettato dalle sentenze del Consiglio di Stato ma incomprensibilmente disattesa la proposta di garantire continuità alla gestione, evitando turn over forzati con norme sul limite dei mandati che appaiono decisamente illegittime ed appellabili e con una domanda che sorge spontanea: sono forse disponibili, i consiglieri, ad introdurre una analoga norma sui loro mandati?”
Neppure la richiesta di una tabellazione dei confini, che, possibile in molti casi, consentisse di riutilizzare le
vecchie tabelle al fine di operare all’insegna del risparmio, ha trovato accoglienza.
“Dopo le ripetute dichiarazioni di disponibilità e di apertura – manda a dire la Confederazione dei Cacciatori
Toscani – la conclusione inevitabile da trarre è che non vi è stata una reale volontà politica ad ascoltare la
principale espressione organizzata del mondo venatorio, le cui valutazioni peraltro erano condivise anche da altre componenti sociali presenti ai tavoli. Confederazione che ha sempre formulato proposte costruttive e improntate alla necessità di garantire un governo organico della materia, all’altezza dei problemi sul tappeto.
Non è la prima volta, in questa legislatura regionale, che si assiste a questa “mancanza di ascolto”. A breve sarà tempo - dati numerici alla mano, a partire dalla quantificazione dei danni alle produzioni agricole - di verificare gli esiti del primo anno di vigenza della legge obbiettivo sugli ungulati: un passo indietro rispetto alla normativa precedente che sarebbe bastato applicare compiutamente per raggiungere i risultati necessari.
La Toscana merita di più e di meglio: basta con politiche frammentarie e di corto respiro, l’improvvisazione, la rincorsa delle emergenze: la Confederazione Cacciatori Toscani rinnova la richiesta di una Conferenza regionale sulla Caccia per definire scelte organiche e strategie pronta alla mobilitazione assieme a tutti gli interlocutori .


Firenze, 14 dicembre 2016
Confederazione Cacciatori Toscani
(Federcaccia – Arcicaccia – ANUU)

SERGIO BERLATO (FDI-AN-MCR): GRANDE RISULTATO L’APPROVAZIONE DELL’EMENDAMENTO CHE ISTITUISCE IL SERVIZIO REGIONALE DI VIGILANZA.

Con il voto favorevole del Consiglio regionale del Veneto è stato approvato un emendamento al Collegato alla Legge di stabilità 2017 che stabilisce l’istituzione del Servizio regionale di Vigilanza.
“Il Servizio Regionale di Vigilanza della Regione Veneto sarà impiegato nel contrasto dei reati contro il patrimonio faunistico-ambientale (caccia, pesca, ambiente) e svolgerà l'attività di controllo sulle funzioni che passano in capo alla Regione – spiega il Consigliere regionale e Presidente della Terza Commissione Sergio Berlato, che definisce l’approvazione dell’emendamento – un importante risultato che abbiamo fortemente auspicato per non disperdere le competenze acquisite dagli agenti che espletavano il loro servizio alle dipendenze delle amministrazioni provinciali, ed evitare il rischio, su materie così esposte e sensibili, di impiegare molti anni per formare professionalità ex novo.”
“L’approvazione di questo emendamento concordato tra il sottoscritto e la Giunta regionale del Veneto – sottolinea Berlato - recepisce il Progetto di Legge n. 43 da me presentato in data 24 agosto 2015 con il quale si voleva tutelare la professionalità dei corpi di Polizia Provinciale e garantire un efficace servizio di controllo e salvaguardia del patrimonio faunistico-ambientale oltre che il coordinamento ed il controllo di tutti gli agenti volontari di vigilanza operanti in Veneto".
"Il Veneto – ricorda il Consigliere - presenta al suo interno una serie di territori estremamente diversificati ricompresi negli ambiti di protezione e salvaguardia nazionale ed europea, che necessitano di un'attività permanente di vigilanza e sorveglianza. Anche perché tale patrimonio costituisce la leva della filiera economica della Regione, di quella turistica e di quella agricola. Per queste ragioni era indispensabile una soluzione che garantisse un efficace presidio ambientale”.
“Il Servizio regionale di Vigilanza avrà funzioni di vigilanza venatoria, ittica ed ambientale, di controllo sfruttamento del suolo e sottosuolo, cave estrattive, sbancamenti, di vigilanza zoofila e di protezione degli animali – spiega Berlato – praticamente assorbirà le funzioni e il personale dei Corpi di Polizia Provinciale".
"Abbiamo fortemente sostenuto questo provvedimento - ha ribadito il consigliere di Fratelli d’Italia – AN – Movimento per la Cultura rurale - per garantire la continuità di un indispensabile servizio di pubblica utilità, salvaguardare importanti e preziose professionalità e anche per garantire certezze al personale dipendente delle Province, che non può più essere in balia dell'incertezza determinata dalla legge di riordino nazionale, che ha messo in confusione e ha creato solo disservizi a scapito dei territori e dei cittadini".
Venezia, lì 14 dicembre 2016
Ufficio Stampa
Sergio Berlato
Consigliere regionale del Veneto
Presidente Terza Commissione Consiliare permanente
Coordinatore per il Veneto di Fratelli d’Italia-An

A LUCCA CINGHIALI IN A11 SFIORATA LA TRAGEDIA

Coldiretti: “Gli ungulati invadono strade, città e campagne. Rivendichiamo il diritto di fare impresa”


Un branco di cinghiali entra in autostrada e viene travolto dalle auto. Il bilancio è di 6 vetture danneggiate, un ferito lieve e 8 animali morti. Ma poteva andare molto, molto peggio. Il fatto è accaduto sulla A11 subito dopo il casello Lucca est, in direzione Firenze. Per fortuna in quel momento il traffico non era particolarmente intenso e non ci sono stati sconti tra le automobili che hanno tentato di evitare gli animali. Gli animali arrivavano dalla zona di Pontetetto e Gattaiola, dove ci sono numerosi campi. È possibile che in quel tratto vi siano dei buchi nella rete di protezione. L’incidente in autostrada è solo l’epilogo di una giornata in cui gli ungulati sono stati protagonisti: gli avvistamenti si sono susseguiti durante le ore del giorno sia nelle zone di Farneta, Montuolo, Sant’Angelo.
“Quanto accaduto in Autostrada alle porte di Lucca non deve stupirci. Gli agricoltori sono purtroppo abituati a razzie quotidiane di questi ungulati nei campi coltivati – dice Tulio Marcelli Presidente di Coldiretti Toscana – non a caso nell’Agosto scorso siamo anche scesi in Piazza Duomo, a Firenze, al grido di #riprendiamociilterritorio per chiedere con forza adeguate misure di contenimento”.
Anche se i dati relativi agli abbattimenti dei cinghiali, realizzati con la caccia di selezione ed in attuazione dell’articolo 37 della legge regionale 12 gennaio 1994, parlano di oltre 10.000 capi abbattuti a metà ottobre, questi ungulati nelle nostre campagne continuano a spadroneggiare. Stime prudenziali parlano ormai di oltre 230 mila cinghiali, 200 mila caprioli, 12 mila daini, 4 mila cervi, 3 mila mufloni.
"Certamente – incalza il Direttore di Coldiretti Toscana Antonio De Concilio – le azioni sin qui intraprese cominciano a dare i loro frutti ed un incremento degli abbattimenti si è già registrato, ma molto è ancora necessario per far fronte ad una vera e propria emergenza di squilibrio ecologico, che sta minando il futuro delle aziende agricole e la sicurezza dei cittadini. È necessario mettere a regime tutti gli strumenti di cui disponiamo ma anche innovativi con celerità, non solo attraverso i risarcimenti ma anche con azioni preventive concrete, come da tempo evidenziato da Coldiretti a livello nazionale e regionale - ha continuato De Concilio - per garantire agli agricoltori il diritto di fare impresa”.

(COLDIRETTI)

VENERDÌ 16 FIDC BRESCIA INCONTRA L’ASSESSORE FAVA E IL MOVIMENTO 5 STELLE

Venerdì 16 tutti i presidenti provinciali delle associazioni venatorie bresciane sono stati convocati presso gli uffici della Regione Lombardia per un incontro con l’assessore Fava. In seguito all’uccisione dell’Ibis Eremita, trovato morto nel comune di Darfo Boario lo scorso 7 novembre, il Movimento Cinque Stelle lombardo ha avanzato la richiesta di chiudere da subito il prelievo venatorio in tutte le sue forme nel territorio della Val Trompia, Val Sabbia e Valle Camonica.

Venerdì il nostro presidente Marco Bruni parteciperà all’incontro, insieme ai presidenti delle altre associazioni, per ascoltare cosa dirà l’assessore e i rappresentanti istituzionali del Movimento 5 Stelle.

È evidente che non è intenzione e nemmeno interesse di Federcaccia Brescia sminuire l’uccisione dell’esemplare di Ibis Eremita, sempre che sia stato un cacciatore a sparare. Il bracconaggio la nostra associazione cerca di combatterlo ogni giorno attraverso le proprie attività di formazione e di ricerca. Sarà però compito del presidente Bruni far capire ai rappresentanti del Movimento 5 Stelle che cos’è la caccia a Brescia e per Brescia. (FIdC Brescia)

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