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Luca Gironi

Luca Gironi

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LOMBARDIA: SULLE MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE INTERVIENE ROLFI: NORME PIÙ CHIARE E MENO BUROCRAZIA PER I CACCIATORI

LNews - Milano, 08 nov) Sono stati approvati oggi in VIII Commissione consiliare alcuni importanti emendamenti alla Legge regionale sull'attività venatoria. Il primo riguarda l'eliminazione del limite delle 55 giornate di caccia adeguando la normativa regionale a quella nazionale. Il secondo prevede che per misurare le distanze tra i capanni indicate dalla legge si debba seguire la morfologia del terreno e non le distanze in linea d'aria. Il terzo consente di evitare quanto sta accadendo in alcune zone della Lombardia dove sono state revocate autorizzazioni a capanni anche storici a causa della riforma del catasto che ha eliminato la classe 'fabbricati rurali'.
CREDIAMO FORTEMENTE NELL'UTILITA' DELLA CACCIA - "La Regione Lombardia - ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi - crede fortemente nell'utilità della caccia e vuole agevolare l'attività venatoria aggiornando la normativa alle esigenze dei cacciatori e del territorio. Abbiamo abolito il limite di 55 giornate di caccia che impediva ad alcuni cacciatori di concludere la stagione. Si tratta di un'azione realizzata anche in vista dell'intenzione di ampliare il periodo di prelievo di alcune specie, penso al cinghiale, che stanno devastando le colture. Ringrazio i componenti della commissione consiliare per l'impegno dimostrato. Era importante anche mettere mano al calcolo delle distanze tra i capanni e alla classificazione dei depositi vicini ai capanni costruiti prima del 1997".

SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA - Altro tema centrale è quello della semplificazione amministrativa per la pratica dell'attività venatorio. "Abbiamo introdotto norme che semplificano il lavoro degli Ambiti territoriali di caccia, evitando situazioni di stallo come quella che ha bloccato l'Atc di Brescia, e chiarito la responsabilità dei censimenti della popolazione faunistica onde impedire rimpalli di responsabilità come quelli che nei mesi scorsi hanno portato al rinvio della caccia al cinghiale. Abbiamo inoltre chiarito - ha concluso Rolfi - le modalità di segnatura dei capi sul tesserino, che può essere fatto anche dopo aver raccolto il capo. Questo eviterà conflitti interpretativi nella vigilanza. Il nostro obiettivo è rendere più chiara la normativa e più sicura l'attività. La sburocratizzazione è tra le linee guida della nostra amministrazione e i provvedimenti approvati oggi vanno proprio in quella direzione". (LNews)

FACE: a Bruxelles si è parlato di come "Comunicare il ruolo della caccia in Europa"

La caccia è parte integrante della cultura Europea e comporta una forte connessione con la natura e con il cibo salutare per milioni di persone. La caccia sostenibile genera anche benefici sociali, economici e di conservazione alle comunità locali nelle regioni rurali d’Europa. E’ necessaria una comunicazione efficace per assicurare che gli ampi benefici della caccia siano compresi e riconosciuti dalla società europea.

La conferenza “Comunicare il ruolo dei cacciatori in Europa”, che si è svolta il 6 novembre a Bruxelles presso il Parlamento Europeo ha evidenziato un ampia serie di approcci efficaci per comunicare il valore della caccia in Europa.

“La carne di selvaggina è l’ ambasciatrice, della caccia sostenibile e quindi deve essere promossa in modo migliore per assicurare il futuro della caccia” ha affermato Oliver Dorn, imprenditore e editore di HALALI Magazine, una popolare rivista tedesca. Dorn ha anche aggiunto: “La selvaggina proveniente da cacciatori di territori e foreste locali è il perfetto esempio di utilizzo della natura ed è divenuta sempre più popolare. Un cibo di prima classe organico e salutare capace di convincere molte persone circa il valore della caccia”.

In questo contesto, la carne di selvaggina dovrebbe essere promossa attraverso i vari mezzi di informazione incluse le piattaforme on line; ad esempio, comunicando i valori nutrizionali della selvaggina, supportando il mercato della carne di selvaggina, ottimizzando la disponibilità di selvaggina presso i consumatori e ampliando la formazione dei cacciatori nel trattamento del selvatico per la catena alimentare. Dorn ha sottolineato che dovrebbe anche essere fatta una distinzione tra selvaggina “proveniente dall’estero” e selvaggina locale che è maggiormente sostenibile.

Joseph Perici Calascione, Presidente della FKNK (Associazione per la Caccia e Conservazione di Malta), ha incentrato il suo intervento sulla necessità di promuovere l’importanza di pratiche di caccia tradizionali e sostenibili che sono costantemente sotto attacco. Il Presidente calascione ha parlato delle sfide della comunicazione relativa alle caccia tradizionale portando l’esempio di Malta di come queste attività culturali profondamente radicate siano state prese di mira da varie campagne diffamatorie. Ha proposto un cambiamento per la comunicazione futura, ad esempio definendo queste pratiche come attività selettive, su scala ridotta e locali come localmente, culturalmente e socialmente importanti per promuovere la diversità europea. Calascione ha affermato: “Credo fermamente nella scienza, nei fatti e nelle scoperte incontrovertibili, come fondamento degli argomenti come la realtà socio-culturale storicamente-innegabile delle pratiche venatorie attraverso l’Europa. La legislazione, che riconosce questa realtà socio-culturale e la riformula in un contesto contemporaneo, supportato dalla scienza, fornisce un eccellente equilibrio tra tutte le realtà che circondano la questione della caccia “. Ha poi concluso che “l’Unione Europea deve essere unita nel promuovere le diversità culturali”

Patrizia Filippi ha sottolineato l’importanza dell’educazione dei giovani con l’esempio dei racconti e della letteratura. Ha presentato “Il cacciatore nel paese delle meraviglie” un libro di racconti del quale lei è un’autrice. Questa pubblicazione è dedicata ai cacciatori e pensata per i genitori e i bambini di ogni età e progettata per facilitare la lettura a persone con problemi di dislessia e difficoltà nella lettura. Attraverso la semplicità lessicale e divertenti disegni, i bambini possono imparare cosa è la caccia e essere introdotti ad argomenti quali la biodiversità e la conservazione.

La conferenza, partita da un’iniziativa promossa dagli eurodeputati Karl-Heinz Florenz e Renata Briano , rispettivamente Presidente e Vicepresidente dell’ Intergruppo “Biodiversità, Caccia, Attività rurali”, è stata organizzata dalla FACE per discutere le sfide e le opportunità per la comunità di cacciatori europea.

Per la FACE questa conferenza si è svolta in concomitanza con la ricorrenza 2018 Anno Europeo del Patrimonio Culturale, in cui tutti i cacciatori europei sono stati incoraggiati a comunicare il valore culturale della caccia. Ci sono già esempi eccellenti come l’UNESCO che ha designato la falconeria come Patrimonio Culturale Intangibile dell’Umanità per il suo valore sociale e ambientale che è stato tramandato di generazione in generazione.

ARCI Caccia: il dolore per le vittime delle recenti tragedie è grande. Non le dimenticheremo. Lo sconforto non porti all’assuefazione e alla resa

Alle vittime dei disastri di questi giorni causati dal dissesto idrogeologico, dalla mancata cura che le istituzioni dovevano al “creato”, va il nostro sentimento di profondo dolore. Il nostro cordoglio è ai parenti, alle comunità colpite dal tragici lutto, alle popolazioni coinvolte dai tragici eventi.

Pur consapevoli della straordinarietà delle condizioni climatiche che, purtroppo, non sono più così eccezionali, siamo ad aggiungere anche noi alle proteste legittime e motivate, la nostra voce a quella di quanti, cittadini e associazioni, chiedono di “fare” per prevenire.

Non da ora l’ARCI Caccia, insieme ad altri ha cercato di porre all’attenzione della politica, delle istituzioni, il tema del dissesto idrogeologico, del consumo del suolo, della sicurezza, della cementificazione selvaggia, della speculazione edilizia, spesso al servizio delle infiltrazioni malavitose.

Ci vogliono tecnologie di monitoraggio e controllo, ci vuole la presenza, il presidio degli uomini nelle campagne.

Il Presidente nazionale dell’ARCI Caccia più volte ha espresso e denunciato pubblicamente queste condizioni. “Invito la vigilanza volontaria dell’Associazione – ha dichiarato – a mobilitarsi con tutte le energie nel segnalare alle autorità competenti, ai Carabinieri/Forestali, situazioni a rischio, edifici sospetti di abusivismo in particolare rispetto alla collocazione vicino ai corsi d’acqua, ai boschi, ai terreni montuosi a rischio di frane – ha proseguito – occorre che le istituzioni, consapevoli che l’Italia è un Paese fragile e stressato da questo punto di vista, portino alla conoscenza dei cittadini con una mappatura puntuale e aggiornata, i confini delle aree più a rischio per consentire agli abitanti, ai volontari di concorrere alla prevenzione, con una presenza organizzativa più attenta in queste aree.

Chi vuol bene agli italiani non può continuare a seminare odio tra i diversi portatori d’interesse.

I cacciatori e così i pescatori, i cercatori di tartufi e di funghi sono esperti conoscitori dei limiti e dei pericoli nelle campagne, per questo – conclude Sorrentino – occorre che il Governo, il Parlamento, le Regioni, gli Enti Locali, promuovano tavoli permanenti coinvolgendo tutte le Associazioni, affinchè si collabori ad una radicata, diffusa e permanente rete di monitoraggio e segnalazione dei rischi, coordinata dai Carabinieri Forestali che hanno competenze e conoscenze per arricchire il volontariato e farne una “risorsa” e ancora più “produttiva” di bene comune e meritevole nel rappresentare quella Società Civile, democraticamente organizzata, troppo spesso marginalizzata da una politica autoreferenziale che sottovaluta il ruolo del volontariato nel migliorare la qualità della vita dei più deboli e dei più indifesi”.

Lo dobbiamo alle vittime, ai familiari, alle future generazioni

SICILIA: IL PROGETTO LEPRE ITALICA DELLA FEDERCACCIA ENTRA NELLA SECONDA STAGIONE

Il Progetto “Verso il prelievo venatorio sostenibile della Lepre italica (Lepus corsicanus) in Sicilia: buone pratiche e azioni di monitoraggio”, promosso della Federcaccia, entra nella seconda stagione venatoria sperimentale. Il 5 novembre u.s. la Regione Sicilia ha pubblicato il D. A. n. 97/GAB del 30.10.2018, che modifica il Calendario Venatorio 2018/19 e autorizza il prelievo venatorio sperimentale della Lepre italica in appositi Distretti. Grazie al contributo fondamentale di numerosi cacciatori volontari, appositamente formati e abilitati, che a fine estate hanno effettuato il monitoraggio delle popolazioni di Lepre italica su percorsi notturni campione per complessivi 318 km, quest’anno è stato possibile estendere il progetto ad altri Ambiti Territoriali di Caccia e ad altre province. Nel complesso sono attualmente interessati gli ATC PA2, AG1, AG2, CT1, CT2, SR1, SR2, ME1 e ME2. La condizione della Lepre italica sull’Isola risulta in graduale miglioramento, pur su livelli generalmente bassi, infatti, l’Indice chilometrico di abbondanza (IKA) è passato da 0, 32 del 1997, allo 0,34 del 2017, all’attuale 0,57. Questa è una buona notizia e fa ben sperare sulla possibilità di estendere ulteriormente il progetto nel 2019. L’intento è di portare a regime una gestione sostenibile di questa specie endemica, potenzialmente cacciabile in Sicilia, ma protetta nel resto d’Italia. L’impegno dei numerosi cacciatori siciliani appassionati di caccia alla lepre è fondamentale per la riuscita di questo progetto, anche per raccogliere dei campioni biologici necessari poter studiare a fondo un selvatico troppo a lungo trascurato sotto il profilo scientifico. Questi cacciatori saranno all’avanguardia, dal momento che utilizzeranno, unitamente al normale tesserino, anche il tesserino venatorio digitale di XCaccia, una App caricata sul loro smartphone, che consentirà di georeferenziare in tempo reale gli abbattimenti e indicherà loro i limiti geografici dei distretti dove la caccia alla Lepre italica è consentita.

Trentino: al lavoro una task force per valorizzare il prodotto legno degli alberi abbattuti e per il ripristino del patrimonio boschivo

I primi dati che emergono dalla rilevazione preliminare, immediatamente attivata dal Servizio Foreste e Fauna della Provincia, evidenziano che sono circa 7000 gli ettari di bosco colpiti ed abbattuti dall’ondata di maltempo della scorsa settimana. Il forte vento, in particolare, ha causato lo schianto all’incirca di 2 milioni di metri cubi di alberi, 4 volte il prelievo provinciale annuo. Secondo le prime stime, circa la metà del legname caduto sarà ancora usufruibile nella filiera del mercato, il resto verrà usato per la produzione di energia da cippato. Le aree più colpite risultano essere le Valli di Fiemme e Fassa, il Primiero, il Pinetano e gli Altipiani di Grigno e della Vezzena. Per affrontare con tempestività la pianificazione urgente delle azioni necessarie, il Dipartimento territorio, agricoltura, ambiente e foreste della Provincia ha convocato ed attivato, già il 31 ottobre scorso, una task force che coinvolge i proprietari forestali – Consorzio dei Comuni, Magnifica Comunità di Fiemme e Regola Feudale di Predazzo - il sistema delle imprese e i liberi professionisti del settore, con l’obiettivo di condividere le varie azioni da mettere in campo nel più breve tempo possibile nell’ambito di un approccio di sistema. Dal primo incontro della task force sono già emerse le capacità di assorbimento di legname da parte della filiera trentina ed è a partire da questo dato che, tenendo anche conto dei rischi ambientali e sanitari connessi all’evento, si stanno già pianificando le misure che sarà necessario mettere in campo per la massima valorizzazione possibile della filiera locale e del prodotto legnoso che deriverà dal recupero degli schianti.

Lunedì 12 novembre è già convocato la seconda riunione della task force alla quale sono chiamati a partecipare anche la Sezione legno di Confindustria, l’Associazione dei proprietari forestali privati e la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura.

Nel frattempo, in attuazione di quanto deciso in occasione della prima riunione è già in fase di allestimento da parte del Servizio Foreste e Fauna un vero e proprio Piano di Azione che consenta di affrontare in modo strutturato le varie fasi, che vanno dal ripristino della viabilità forestale al recupero della biomassa legnosa, fino alle attività di ricostruzione dei popolamenti forestali distrutti dall’evento.

In particolare, il predetto Piano d’azione affronta, tra le varie cose, gli aspetti logistici ed organizzativi e definisce una serie di criteri che consentiranno a tutti gli attori di muoversi coerentemente nell’ambito di un approccio pianificato e condiviso.

Specifici sottogruppi, attivati in occasione del primo incontro, stanno approfondendo anche le questioni connesse agli aspetti finanziari per il sostegno delle attività necessarie e a quelli di natura burocratico – amministrativa, al fine di ricercare il massimo livello possibile di semplificazione, nonché quelli relativi alla gestione, per quanto possibile, del mercato del legno per la massima valorizzazione del prodotto. In particolare, il Consorzio dei Comuni trentini ha attivato una rilevazione per far emergere, rispetto ai comuni più colpiti, gli effetti finanziari che l’evento determinerà nei prossimi anni con l’obiettivo di valutare le necessarie azioni di sostegno da mettere in campo.

E’ anche in fase di studio, con il supporto di Trentino Marketing, una campagna che possa garantire l’acquisizione di fondi a supporto di questo impegnativo progetto di ricostruzione e che sia anche in grado di veicolare un messaggio di sensibilizzazione e di educazione rispetto al valore e ai servizi che il sistema forestale garantisce a favore della comunità.

“Si tratta di un evento davvero straordinario, che ha inciso pesantemente su una parte importante del territorio trentino, che pure non supera il 2% della superficie forestale provinciale – sottolinea il presidente Maurizio Fugatti – ma sono certo che la nostra Comunità sia in grado di fronteggiare anche questa situazione critica mettendo in campo un’azione di sistema capace di guardare prioritariamente all'interesse collettivo del nostro territorio. Da parte della Provincia siamo impegnati anche su questo fronte specifico della calamità che ci ha coinvolto, con un’azione di regia generale e di supporto nei confronti di tutti gli attori della filiera”.

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