QUESTIONE TORTORA. LA CABINA DI REGIA PROTESTA CON MITE E CONFERENZA STATO REGIONI
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Continua forte l’impegno delle Associazioni Venatorie e di una parte delle Regioni per raggiungere l’accordo sul Piano di gestione della tortora. La colpevole inerzia della Conferenza Stato Regioni e del Ministero competente ha vanificato il lavoro di mesi e penalizzato senza motivo migliaia di cacciatori, sacrificati ancora una volta inspiegabilmente all’ideologia anti-venatoria. Chiesto un incontro urgente per la risoluzione del problema entro il 30 agosto.
Roma, 26 agosto 2021 – Con una lettera indirizzata a Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza Stato-Regioni, all’On. Mariastella Gelmini, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, e per conoscenza ai Presidenti delle Regioni e all’On. Deborah Bergamini, Sottosegretario di Stato ai Rapporti con il Parlamento, le Associazioni Nazionali Venatorie Riconosciute, facenti parte della Cabina di Regia del Mondo Venatorio (Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, Ente Produttori Selvaggina) e il Comitato Nazionale Caccia e Natura affrontano ancora una volta la questione tortora.
Attorno a questo selvatico e alla possibilità del suo prelievo venatorio è andato in scena ancora una volta in Italia il consueto triste copione di uno spettacolo già visto. Trincerandosi dietro l’altrettanto consueto rimpallo di competenze e responsabilità, si è fatto in modo che mesi di lavoro e impegno serio, coerente e rispettoso portato avanti dalle associazioni venatorie riconosciute per raggiungere un consenso unanime sul piano di gestione della tortora selvatica, condizione richiesta dalla Commissione Europea per poter mantenere seppure in un modo ridotto le giornate di caccia a questo selvatico nei calendari venatori regionali, siano stati finora vanificati da una evidente insensibilità, forse dovuta a pregiudizi ideologici che non possono essere propri delle Istituzioni del nostro Governo.
Dal 23 aprile 2021 infatti, data in cui si è raggiunto l’accordo sul Piano per la gestione nazionale della tortora, questo non è stato portato in esame della Conferenza Stato Regioni per la sua mancata iscrizione all’ordine del giorno, dovuta a evidente colpevole inerzia sia della stessa Conferenza che del Ministero competente.
Una inerzia che va contro qualsiasi logica oltre che in contrasto col preciso dovere della pubblica amministrazione di trovare definizione a problematiche di competenza di organi pubblici o ad essi sottoposti e che mostra chiaramente come la volontà politica sia quella di acconsentire sempre e comunque a qualsiasi richiesta protezionista, sia essa giustificata o meno dalla oggettività dei fatti.
Per questo motivo, le Associazioni riunite nella Cabina di Regia hanno formalmente richiesto un tempestivo incontro per la definizione, entro il 30 agosto prossimo, dell’esame del Piano, pronte ad assumere i necessari provvedimenti se anche questa richiesta venisse disattesa.
Con l’occasione la Cabina di Regia venatoria intende rivolgere un sentito ringraziamento ai Presidenti di Regione che in fase di stesura del Piano prima e di definizione dei calendari venatori dopo, con senso di responsabilità nei confronti di una classe di cittadini meritevole di attenzione e rispetto e consapevoli del proprio ruolo istituzionale, si sono assunti il coraggio di deliberare in modo da inserire la specie tortora fra quelle oggetto di prelievo.
Componenti della cabina di regia del mondo venatorio:
Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia, Ente Produttori Selvaggina, CNCN (Comitato Nazionale Caccia Natura).








La notizia della decisione della Regione di togliere la tortora dalle specie previste in preapertura, anche se era nell’aria, ci lascia sicuramente con l’amaro in bocca. Questo perché, fino all’ultimo, abbiamo sperato che fosse compiuto l’unico passo che poteva permettere di cacciare la tortora, l’approvazione del Piano di Gestione Nazionale della Tortora Selvatica. Questa specie, infatti, è considerata dall’Unione Europea come minacciata e quindi il suo prelievo è possibile solo se lo stato mette in atto una serie di misure che vanno dalla ricostituzione degli habitat al censimento della specie alla riduzione del prelievo. Ebbene, era la fine di aprile quando la Conferenza Stato Regioni ha raggiunto l’accordo che doveva portare all’approvazione di questo provvedimento che, caccia a parte, sarebbe fondamentale per tutelare la specie. Il fatto che l’accordo fosse stato raggiunto ci aveva fatto ben sperare e invece, al posto del Piano approvato, come una beffa, il MITE ha prodotto una richiesta di moratoria del prelievo. Un teatro dell’assurdo in cui il Governo scarica la propria inadempienza sulle Regioni, dicendogli che “visto che i ministeri competenti non hanno fatto il loro lavoro, allora le Regioni devono togliere la tortora dal calendario”, seguito poi da Ispra che si affretta a metterci il carico modificando pareri positivi già annunciati. Già per questo è legittimo essere arrabbiati, ma se si pensa che la nostra Regione aveva predisposto la propria parte del Piano e ottemperato alle richieste dell’Ispra il livore non può che aumentare. Per questo chiediamo con forza che il Governo si svegli e approvi il Piano nei tempi più brevi, sappiamo che la Conferenza Stato Regioni è convocata per i primi di settembre. Ebbene è tardi, ci si muova con l’urgenza dovuta al rispetto di migliaia di cacciatori che hanno il diritto di non vedersi negata un’attività per la quale hanno pagato profumatamente per un cavillo burocratico. Si spera che il Governo trovi un po’ di coraggio per risolvere, insieme alle regioni, i problemi della tortora per garantire una tranquilla preapertura e non continuare a penalizzare l’attività venatoria.