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Luca Gironi

Luca Gironi

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Arci Caccia Lazio: sulla tortora occorre serietà e lavoro, non grida manzoniane

Il problema della tortora in preapertura è un problema serio e di dimensioni sopranazionali. Scrivere alla Regione semplicisticamente chiedendo la tortora in preapertura, senza i Piani Di Gestione approvati, ci condannerebbe a ricorsi al Tar con sospensive dell’atto amministrativo. Serve solo a far demagogia e propaganda. E espone a rischi la nostra attività. Noi, come Arci Caccia, abbiamo scritto al Presidente del Consiglio e chiediamo alla Regione Lazio non un atto semplicistico e demagogico ma quanto richiesto dalla Cabina di Regia del Mondo Venatorio (tutte le Associazioni Venatorie) a tutti gli Assessori Regionali d’Italia. Perché il problema si risolve per tutti o rischia di non risolversi. Soluzioni “laziali” diverse non esistono e le sentenze dei Tar di questi giorni lo stanno dimostrando. Ancor più grave chiedere in preapertura specie tipo il colombaccio sulle quali c’è una proroga sulle chiusura al 10 Febbraio. Anche qui le sentenze Tar di questi anni non hanno insegnato a nessuno il significato di “Arco temporale massimo”? Chiedere tanto per il gusto di chiedere in una gara a chi chiede di più, tanto “faranno sempre in tempo a dire di no” li rende interlocutori non credibili e noi vogliamo essere , per il bene della caccia, credibili e seri. Per questo la inutile e dannosa lettera inviata ieri all’Assessorato Regionale non costituisce nessun fatto a difesa della caccia ma un esempio di pressapochismo preoccupante!!!POI SI LAMENTANO SE SUI SOCIAL IMPAZZA IL TEMA DELL’INADEGUATEZZA DEI RAPPRESENTANTI DEL MONDO VENATORIO !!!!!!

Intanto Arci Caccia, senza chiedere l’impossibile, solo per far vedere che si fa qualcosa, si è mossa per tempo, sia di concerto con la tre associazioni e che in maniera autonoma, e in allegato ci sono le prove:

https://www.arcicaccianazionale.it/il-presidente-maffei-scrive-al-governo-sollecitando-soluzioni-per-il-prelievo-della-tortora/

https://www.arcicaccianazionale.it/la-cabina-di-regia-scrive-al-mite-sul-piano-di-gestione-della-tortora/

 

 

Fidc: non possono essere le aule dei tar i luoghi deputati a gestire l’ambiente

federcacciaCon la sospensione del Calendario Venatorio abruzzese torna ancora una volta alla ribalta l’inadeguatezza dell’attuale modello di gestione nel nostro Paese. A decidere cosa sia meglio per territorio, fauna e ambiente non sono tecnici e Istituti scientifici, ma giudici e avvocati

Roma, 18 agosto 2021 – Accogliendo il ricorso presentato nei giorni scorsi dalle Associazioni ambientaliste WWF, ENPA, LIPU, LAV, LNDC Animal Protection nei confronti della Regione Abruzzo, il Tar ha disposto la sospensione integrale del calendario venatorio regionale fino all’udienza fissata per il giorno 8 settembre.

“Ancora una volta dobbiamo assistere a discussioni e tecnicismi tecnico legali cui affidare il regolare svolgimento dell’attività venatoria. Ricorsi e atti giudiziari sembrano essere i mezzi attraverso i quali discutere di programmazione faunistica. Siamo arrivati al punto che nemmeno il parere positivo dell’Ispra è sufficiente a salvaguardare i calendari venatori dai ricorsi, come dimostra il caso dell’Abruzzo, sospeso anche in quelle parti che per l’Istituto ambientale non erano in discussione”. Così il Presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi ha commentato la notizia della decisione del Tar Abruzzo.

“Naturalmente anche questa volta Federcaccia sarà al fianco della Regione con i suoi tecnici e i suoi legali a sostegno dei cacciatori e della certezza del diritto e farà tutto quanto in suo potere affinché l’udienza dell’8 settembre rigetti le pretestuose argomentazioni delle associazioni anticaccia – ha continuato il Presidente Buconi – Rimane il fatto che non è più tollerabile che qualsiasi decisione in campo gestionale faunistico e venatorio venga messa sotto scacco da ricorsi fatti ad arte e nella più totale impunità per impedire il regolare svolgimento della stagione di caccia o delle attività svolte in funzione del controllo della fauna selvatica, dal cinghiale alla nutria, spesso in aperto contrasto con gli interessi e la sicurezza dei cittadini. La politica non può continuare ad ammiccare a un mondo animal-ambientalista che ha più volte dimostrato di preoccuparsi non della reale tutela dell’ambiente e delle imprese agricole, ma solo di creare difficoltà a una attività legale e sostenibile per una mera ideologia. Credo siano maturi i tempi affinché tutti i soggetti attivi nella ruralità si uniscano per farsi ascoltare dalla politica e dal Governo” ha concluso Buconi.

Arci Caccia incontra la CIA per parlare del futuro della caccia e promuovere la collaborazione tra cacciatori e agricoltori

arcicaccia logo co1Parlare con gli agricoltori… indispensabile per il loro e il nostro futuro

Il giorno 23 luglio, presso la sede della CIA Agricoltori Italiani, nel quadro del confronto con le organizzazioni imprenditoriali agricole, si è svolto un incontro tra la Presidenza della Confederazione, rappresentata da Dino Scanavino, Presidente Nazionale, e Mauro Di Zio Vice Presidente Nazionale, e la Presidenza dell’ARCI Caccia con il Presidente Christian Maffei, il Vice Presidente Giuseppe De Bartolomeo e il Consigliere Luigi Luongo.

L’incontro è stato richiesto dall’ARCI Caccia per presentare i documenti congressuali preparatori dell’Assise che si terrà a Chianciano nei giorni 10 e 11 settembre prossimi.

L’ARCI Caccia ha posto al centro della discussione le preoccupazioni sui temi della salvaguardia del paesaggio rurale e delle specie vegetali e animali, grazie al lavoro dell’impresa agricola che esprime la rappresentanza operativa della cultura e dell’impegno strategico a tutela del patrimonio naturale. L’interesse del bene comune del Paese è una priorità condivisa.

La gestione faunistica è parte integrante del paesaggio rurale. Gli agricoltori, con le colture specializzate non intensive, danno valore aggiunto di alta qualità, la zootecnia, l’uso operoso dei boschi, della laguna, la conservazione delle zone umide e degli allevamenti ittici sono “economia” e “arte” delle nostre campagne.

L’approccio a questi temi della politica e dei media, con ottica a prevalenza urbana, sottovalutando la funzione dell’impresa agricola, arreca danni alla ripresa economica del Paese. Se l’agricoltura sarà sostenuta e messa nelle condizioni normative di svolgere la sua parte, tutto sarà più facile.

La gestione della fauna selvatica non si può ridurre ad una mera visione ricreativa. Occorre l’acquisizione delle priorità indicate dagli imprenditori agricoli da parte degli enti gestori della fauna: ATC, CA, Aree Protette. Necessita trasferire urgentemente risorse dell’amministrazione centrale anche utilizzando parte degli introiti delle tasse di concessione governativa alle Regioni e agli ATC ai fini della prevenzione, e provvisoriamente, di concorso al risarcimento dei danni da fauna selvatica, nei tempi necessari a riportare in equilibrio il sistema come richiesto dagli agricoltori. I provvedimenti normativi già presenti in Parlamento: la proposta dell’on. Avossa e l’ordine del giorno del sen. Taricco, già approvato dal Senato, sono una priorità.

Nei territori c’è l’esigenza di operatori che possono intervenire anche con gli abbattimenti in tempi rapidissimi e certi. Il ruolo dei cacciatori può essere formalizzato con “albi” strutturati territorialmente di selettori e operatori che, quando chiamati, siano nelle condizioni di dover e poter intervenire immediatamente per un’attività, la loro, che va intesa quale servizio di “pubblico soccorso”.

L’ARCI Caccia ringrazia i dirigenti del mondo agricolo che stanno intervenendo ai Congressi territoriali. Sui temi posti, ascolterà le proposte della CIA che ha assicurato il suo intervento a Chianciano, con la presenza del Vice Presidente Mauro Di Zio.

Arci Caccia: Il Presidente Nazionale Maffei scrive al Governo sollecitando soluzioni per il prelievo della tortora

arcicaccia logo co1Il Presidente Nazionale Arci Caccia Cristian Maffei ha scritto Presidente del Consiglio Draghi, ai Ministri Patuanelli e Cingolani e al Presidente della Conferenza Stato Regioni Fedriga per chiedere che vengano intraprese le azioni utili a consentire il prelievo della tortora nella prossima stagione venatoria.

La legge per la tutela della fauna selvatica ed il prelievo venatorio consente, ad alcune condizioni precise, il prelievo in deroga di specie di avifauna selvatica nel mese di settembre. Tale possibilità è, per giusta motivazione, di tutela e conservazione delle specie che sono oggetto di prelievo subordinato alla conoscenza del loro stato di conservazione per le quali il cacciatore può essere autorizzato al prelievo contingentato, così come previsto dalle normative europee.
E’ compito dello Stato membro, con l’impegno delle Regioni, verificare e censire la consistenza delle popolazioni di avifauna selvatica e indicare i criteri per accedere alla deroga, nonché indicare gli strumenti di controllo tempestivi e riconosciuti dall’ISPRA e dai Ministeri competenti, per armonizzare la gestione agli indirizzi europei che debbono essere rispettati in modo uniforme dagli Stati aderenti alla Comunità Europea. E’ indispensabile corrispondere la giusta esigenza di tutela della biodiversità di specie selvatiche che sono un patrimonio della comunità internazionale e nazionale.
E’ grave che la Comunità Europea non contrasti efficacemente le illegali stragi di uccelli migratori che, annualmente, vengono compiute in molti paesi mediorientali. Prendiamo atto che la richiesta delle Regioni, ad oggi, sia rimasta senza esito; chiediamo al Governo le motivazioni che hanno comportato detto ritardo. Siamo inoltre in attesa di conoscere le iniziative assunte dal governo per dare certezza alle legislazioni.
Ci uniamo alla richiesta della “Conferenza” per sapere a che punto sono i piani di conservazione delle specie oggetto di tutela ed eventuali “deroghe”.
Le autorizzazioni non possono essere di una singola regione ma necessitano che siano omogenee e diano certezza di diritto e non siano impugnabili, in quanto conformi alle decisioni del governo.
Auspichiamo che il Ministero della Transizione Ecologia non si ostini in un silenzio tatticoecologico, subordinato ad interessi che esprimono i partiti che lo sostengono e sappia corrispondere al suo dovere istituzionale di approvare i piani di gestione di tutte le specie in declino e vigili sul corretto recepimento ed applicazione delle normative europee da parte di tutti gli stati membri quali destinatari delle stesse.
L’incertezza determinatasi scarica la responsabilità e promuove contenziosi tra i diversi portatori d’interesse producendo danni alla buona gestione del territorio. Le politiche ecologiche nulla hanno a che vedere con divieti di comodo della politica.
Il governo intervenga sui ritardi nella definizione e nell’applicazione dei piani faunistici regionali. L’assenza dei sopra citati piani faunistici regionali concorre a quelle criticità denunciate
dall’ISPRA che segnala che l’89% degli habitat in Italia sono a rischio. Noi siamo preoccupati. Il Governo? Auspichiamo una risposta al Paese.

Cordiali saluti
Christian Maffei

Democrazia liberale e Parchi Istituito (?) il Parco Nazionale di Portofino

aiw wilderness logo 475 1Alla fine il Parco Nazionale di Portofino ha visto luce. All'italiana ovviamente! Ovvero: vincoli imposti a tutti, privati e Comuni; vincoli che per la difesa della natura sono ben poco più di quelli che già sussistevano sul territorio (parco regionale, paesaggistici nazionali e regionali e SIC), per cui non c'era bisogno di alcun Parco Nazionale per gestirli; vincoli su un territorio talmente frastagliato per cui ci si chiede a che pro (segno anche questo che il territorio non meritava un Parco e tanto meno Nazionale); vincoli SEVERI solo per il divieto di caccia; vincoli che non interdicono tagli forestali e neppure la costruzione di strade (mentre quest'ultimo essere primario, visto che le strade imperversano ovunque!), neppure in zona 1 (segno anche questo che un Parco che non li preveda è un Parco poco serio, e, visto che giustamente non è stato possibile imporli, che tanto meno non vi andava istituito un Parco Nazionale).

Ma intanto il VERO scopo primario è stato raggiunto: costituire l'ennesimo carrozzone che giustifiche "cadreghe" a iosa (vi sono coinvolti ben 11 Comuni!) e finanziamenti a pioggia, ma non tanto per la conservazione del bene Natura - e tanto meno per l'acquisto o affitto delle proprietà private e comunali - quanto per la gestione, il che vorrà dire manipolazione dell'ambiente e, quindi, danni ambientali mascherati da "protezione della natura". Un Parco ridicolo sia per la sua configurazione geografica, quanto per la modalità istituiva. Caso certamente UNICO al mondo, dove per istituire un'area protetta si è utilizzato il termine "provvisorio", termine che va dai sui confini allo stesso Consiglio di Amministrazione. Tutto PROVVISORIO! Tanto provvisorio che nel testo del decreto istitutivo non potendo citare le delibere di assenso di tutti i Consigli comunali - il minimo per una vera democrazia liberale (la stessa AIW, pur essendo un'associazione privata, per rispetto delle regole democratiche PRETENDE Deliberazioni di Consiglio comunale per la designazione delle proprie Aree Wilderness!) - si riportano come atti di assenso politico ben 8 "comunicazioni", 2 "Deliberazioni di Giunta" e solo 1 (UNA!) Deliberazione di Consiglio comunale! E poi c'è chi sostiene che non è vero che in Italia le tante aree protette sono perlopiù IMPOSTE ai cittadini locali: se ci voleva la controprova, eccola!

Tutto ciò vorrà dire terra fertile per eventuali ricorsi fino alla Corte Costituzionale qualora qualche Comune volesse intraprendere il "viaggio" verso quel traguardo! Il che vorrà anche dire che, ancora peggio dei Parchi Nazionali storici (Abruzzo e Gran Paradiso, che dopo 100 anni ancora non hanno risolto i rapporti con le collettività locali), ne sentiranno parlare i nostri posteri e per varie generazioni! Quindi, ai posteri l'arduo imbroglio da sbrogliare!

Però abbiamo un nuovo Parco Nazionale da aggiungere ai troppi istituiti senza che nulla o molto poco veramente proteggano delle bellezze e dei valori d'Italia; avremo altri ettari da aggiungere alle nostre aree ben poco "protette", lieti solo che così si definiscano negli elenchi e libri degli ambientalisti, sebbene, se si dovessero fare delle categorie di tutela, esse, al mondo risulterebbero all'ultimo posto; da oggi abbiamo quindi un bel nuovo carrozzone da finanziare come un tempo si faceva con le Comunità Montane (veri storici calderoni che per anni hanno emblematizzato la corruzione nel nostro Paese!); ed avremo una nuova bella macchia verde sulle carte, ad ingannare se non noi, almeno i turisti americani abituati a ben altre realtà di VERA conservazione della Natura!

Purtroppo il concetto di "Parchi più piccoli ma parchi più seri" da noi non esiste, per cui sono tutti confusi in un unico calderone ormai sempre più al servizio della politica e dell'industria del turismo. L'importante non che conservino la Natura, ma che producano soldi, quando non energia "pulita" a costo di svendere i loro paesaggi, le loro acque e le loro foreste!

Governi di Destra o di Sinistra, pari sono: è' l'Italia bellezza!

Murialdo, 16 Agosto 2021 Franco Zunino
Segretario Generale AIW

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