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Luca Gironi

Luca Gironi

Email: luca.gironi@cacciando.com

ANUU: IL PASSO E' IN MOVIMENTO

Quando nella scorsa nota sul passo settimanale evidenziavamo la possibilità di una ripresa del movimento migratorio di fine mese, puntualmente è arrivato nella giornata di venerdì 22, con un ritorno durante la giornata della temperatura a livelli gradevoli per questo inizio d’autunno. E così è stato per l’avvio del Tordo bottaccio, rivelatosi positivo su tutto l’arco pedemontano, con interessanti notizie provenienti pure dalla Toscana e dalla Liguria. Ma vi è di più: dopo anni di assenza, quasi assoluta, del Frosone, si è notato finalmente il suo ritorno con le storiche alternanze negli anni che i nostri vecchi chiamavano “invasioni”. Anche la Capinera sta mostrando la sua linea di tendenza costante da non pochi anni a questa parte, per ricordare pure l’Organetto, in grande anticipo, inanellato in data 21/09 anche per la sua altitudine (360 m. s.l.m.) all’Osservatorio Ornitologico di Arosio della FEIN che cura queste note, in collaborazione con gli Osservatori esteri e gli annuali schemi di raccolta dati, attuati dall’Ufficio coordinamento tutela ambientale, ricerca ornitologica, inanellamento dell’ANUUMigratoristi da oltre quarant’anni. È stata notata, ancora per questo periodo, la particolare presenza della Balia nera, della Cannaiola, del Luì grosso e del Beccafico. Sotto tono, invece, è l’inizio del Pettirosso. Ormai la pagina della migrazione è aperta: osserviamola con la massima attenzione e con un saggio prelievo nel rispetto della vigente normativa.

DA ACMA ALCUNI CHIARIMENTI SUL DIVIETO DI RICHIAMI VIVI PER LA CACCIA AGLI ACQUATICI

L’ACMA ha diffuso l’ultima Disposizione del Ministero della Salute del 20 settembre scorso a chiarimento del divieto di uso dei richiami vivi per la caccia agli acquatici su tutto il territorio nazionale.

“Con riguardo alla portata dei due provvedimenti [divieto di impiego dei richiami e disposizioni sulla loro detenzione, n.d.r.] – si legge nella Disposizione – sono pervenute per le vie brevi richieste di chiarimento da parte di alcune Regioni, Associazioni venatorie e privati cittadini, in particolare per poter ricevere informazioni se tale divieto debba intendersi come applicabile alle sole zone ad alto rischio o all’intero territorio nazionale.

In proposito, alla luce dell’evoluzione attuale dell’emergenza dovuta ad influenza aviaria ad alta patogenicità sul territorio nazionale, con una circolazione virale che ancora permane su diversi territori, risulta opportuno confermare come i due provvedimenti debbano al momento essere considerati complementari ai fini del mantenimento del divieto di utilizzo degli uccelli da richiamo su tutto il territorio nazionale.

Con riferimento alla eventuale revisione di tale divieto, considerati i riscontri che potranno conseguire nelle prossime settimane da tutte le attività di sorveglianza epidemiologica in atto ed in base ai risultati che deriveranno dall’applicazione delle misure restrittive sulle aree interessate dalla diffusione della malattia, si procederà nel breve termine ad una rivalutazione del rischio in collaborazione con il Laboratorio Nazionale di Riferimento per l’Influenza Aviaria (IZS-VE) in vista di una rimodulazione delle diverse misure intraprese, incluso il divieto di utilizzo degli uccelli da richiamo su tutto il territorio nazionale di cui trattasi che, per il momento, è da intendersi confermato fino al 31 Ottobre 2017”.

(www.ladeadellacaccia.it)

Sardegna: Arci Caccia e Federcaccia intervengono sulla chiusura della caccia a pernice e lepre

Il TAR della Sardegna ha eliminato dal calendario venatorio la pernice e la lepre sarda, a causa della mancanza di un adeguato piano di prelievo. 

Arci Caccia e Federcaccia dell'isola affidano ai due comunicati stampa allegati la loro posizione sull'argomento:

 

https://www.arcicaccianazionale.it/arci-caccia-cacciatori-sardi-non-avranno-la-possibilita-cacciare-pernici-lepri-chiediamoci-perche/

 

https://www.ladeadellacaccia.it/index.php/la-federcaccia-sardegna-scrive-allassessore-spano-47749/

 

ANUU: ANCHE IL PARLAMENTO SI OCCUPA DELL'ISPRA

 

Ancora una volta il comunicato dell’ISPRA di fine agosto sulle limitazioni all’attività venatoria a causa della siccità e degli incendi che hanno colpito il nostro Paese, che pare una fotocopia di altri analoghi ogni qualvolta sembrino sussistere perniciose situazioni meteo, o in inverno o in estate, stante la sua infondatezza, tutta dimostrata con i disastri meteo causati dalla intensa perturbazione di inizio settembre, ha mosso giustamente il parlamentare bresciano, on. Guido Galperti (PD), a presentare una puntuale interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente, on. Gian Luca Galletti. In tale richiesta il parlamentare, in buona sostanza, vorrebbe conoscere quale iniziativa si intende intraprendere per evitare che si ripetano analoghe perniciose iniziative da parte dello stesso firmatario e della sua struttura, atteso che l’ISPRA è un Ente pubblico di ricerca, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, di autonomia tecnica, scientifica, organizzativa, finanziaria, gestionale e patrimoniale, sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare dal quale, per la sua specifica posizione, si pretende un comportamento “super partes” evitando così notizie infondate, prive di riscontro scientifico e che, alla fine, assumono un tono talmente tendenzioso per la provenienza di ogni suo documento da far dubitare sulla veridicità dello stesso.

Ed ecco il testo integrale dell’interrogazione: “Al signor Ministro dell’Ambiente on. Gian Luca Galletti, premesso che, in data 27/08/2012, a firma del dott. Silvano Toso, l’ISPRA diramava la nota, contrassegnata come all. 1, avente come oggetto “Limitazioni dell’attività venatoria in relazione alla situazione climatica esistente; in data 28/08/2017, a firma del dott. Piero Genovesi, l’ISPRA parimenti emetteva una nota, contrassegnata come all. 2, avente come oggetto “Limitazioni all’attività venatoria a causa della siccità e degli incendi che hanno colpito il Paese”; che i due documenti, in particolare nella parte in cui si evidenziano le misure da adottare, sono perfettamente identici; che, viceversa, i mutamenti climatici e le conseguenze che ne derivano richiedono alla Comunità scientifica un continuo aggiornamento di condizioni, di dati, di verifiche e di rimedi prescrittivi; tutto ciò premesso si INTERROGA per sapere: se il Signor Ministro è a conoscenza di codesta circostanza; quali siano state le modalità di ricerca messe in campo dallo stimatissimo Istituto di ricerca per redigere la nota in questione; se l’assoluta coincidenza di due testi, vergati a cinque anni di distanza e da due diversi studiosi, possa essere considerato come un fatto assolutamente eccezionale che però conferma, in materia, una linea non precostituita ma costante, precisa e, soprattutto, immutevole.”

Si attende, pertanto, la risposta che dovrebbe interessare soprattutto il Presidente dell’ISPRA, responsabile del buon governo di questo Istituto scientifico di lontane ed illustri discendenze. La deriva populista non si addice al mondo scientifico. Analoga interrogazione è stata presentata dal Sen. Luciano Rossi (AP-CPE-NCD).

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