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Luca Gironi

Luca Gironi

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UMBRIA: FEDERCACCIA PER LA CACCIA

Chi conosce la caccia e i cacciatori sa bene quanto questa categoria di cittadini sia innamorata dell’ambiente, delle creature che lo popolano e della biodiversità. Una passione che va ben oltre la mera pratica dell’abbattere un selvatico, atto marginale – sia pur importante – del complesso dedalo di emozioni, rituali, regole morali e stile di vita che comporta l’essere dei veri cacciatori. Il cacciatore, infatti, lo è per tutto l’anno, per tutta la vita, non soltanto durante il periodo in cui è consentito abbattere alcune limitate specie di animali selvatici. Il cacciatore è custode di tradizioni, di valori quali la ruralità, le radici di una cultura, la sussidiarietà, la difesa e la salvaguardia dell’ambiente da ogni genere di minaccia da parte dell’uomo, quali ad esempio l’abusivismo edilizio, le discariche abusive, gli incendi.

Già, gli incendi. Prima di procedere oltre, è doveroso soffermarsi sulla piaga estiva purtroppo non nuova in Italia e in Umbria, ma che quest’anno è amplificata dalla prolungata assenza di precipitazioni. Federcaccia intende rispondere con i fatti concreti alle illazioni che, puntualmente, vorrebbero accostare la figura del cacciatore alle cause dei roghi estivi. Vale la pena ricordare quale e quanto sia l’impegno dei cacciatori nel contrasto dell’odiosa pratica degli incendi dolosi, che devastano la nostra terra, sconvolgono le abitudini di intere popolazioni animali, distruggono ettari ed ettari di habitat naturale. Molti dei cacciatori umbri collaborano con Agenzia Forestale e Protezione civile per l’avvistamento e la segnalazione di incendi alle autorità preposte, in un’opera volontaria di contrasto degli incendi. Il fatto, poi, che all’apertura della stagione venatoria non si abbia più traccia di incendi dolosi è testimonianza ulteriore di quanto i cacciatori siano custodi del territorio: con migliaia di appassionati sparsi per boschi e campagne, infatti, i piromani si guardano bene dall’appiccare i loro roghi. Siamo noi, fisicamente, le sentinelle del territorio e ribadiamo all’Assessore la nostra disponibilità a concretizzare rapporti di collaborazione con le nostre Guardie Volontarie.

Tornando alla caccia “cacciata”, la stagione che sta per aprirsi vede Federcaccia Umbra, la principale associazione venatoria regionale, impegnata su tutti i fronti per garantire a TUTTI i cacciatori le migliori condizioni possibili per esercitare la propria passione in maniera sana e sostenibile. Durante questo 2017 abbiamo elaborato proposte di modifica alla legge regionale 14/94 e al regolamento degli Ambiti territoriali di caccia, unitamente alle associazioni venatorie aderenti alla Fenaveri Nazionale. Chiediamo alla Regione di procedere con le modifiche prima dell’insediamento del rinnovo delle cariche all’interno degli Ambiti umbri. Le stesse consorelle di Fenaveri hanno inoltre condiviso gran parte di quella che era la nostra proposta di modifica al regolamento regionale per la caccia al cinghiale, presentando quindi un documento unico. Come noto infatti Federcaccia aveva già presentato questa proposta chiedendo con forza, al contempo, un piano di gestione della specie. Nel tutelare e valorizzare tutte le forme di caccia, Fidc è particolarmente vicina alle problematiche del mondo agricolo e degli appassionati cinghialisti, che si trovano a vivere un conflitto non causato da volontà proprie ma da un confuso rapporto tra legislazione nazionale e regionale, che crea problemi anziché risolverli. Sotto questo aspetto, di particolare interesse sarà l’iniziativa del prossimo 25 agosto, organizzata dalle squadre di caccia al cinghiale di tutta la Regione, che siamo certi contribuirà a rimettere al centro la questione di un piano organico di gestione della specie, superando inefficaci azioni temporanee sempre decise sull’emergenza del momento.

Anche sul fronte migratorista la Federcaccia è più che mai attiva, con una propria proposta di modifica al regolamento degli appostamenti fissi e la novità assoluta dell’opzione “capanno e richiami vivi”, inserita nella nuova polizza che Federcaccia Nazionale ha stipulato con Unipol Sai e pensata espressamente per i migratoristi. L’opzione è abbinabile a tutte le tipologie di tessera, e prevede coperture specifiche in caso di incendio del capanno, furto e morte dei richiami vivi. Sempre a proposito di migratoria, va ricordato come l’Ispra abbia aggiornato i periodi di prelievo di beccaccia e tordi, sulla base dei dati raccolti dalle ricerche di Federcaccia, estendendo la stagione fino a tutto il mese di gennaio.

Molto importante, inoltre, è l’impegno di Federcaccia nei confronti della selvaggina nobile stanziale, con un progetto ad hoc per rilanciare le popolazioni selvatiche di lepre, fagiano e starna per una migliore e più organica gestione delle zone di ripopolamento e cattura e degli altri ambiti protetti, e con la partecipazione al progetto di reintroduzione della coturnice sulle nostre montagne, che vede coinvolti il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e le Università degli Studi di Perugia e della Tuscia e la Regione.

Infine, Federcaccia ricorda alle Regioni la necessità, non più prorogabile, di concludere la stipula degli accordi interregionali per l’interscambio e la mobilità giornaliera dei cacciatori, altrimenti gli Ambiti Territoriali di Caccia non potranno inviare le autorizzazioni individuali.

Insomma, dalla mobilità alla stanziale, dai richiami vivi alla caccia al cinghiale, Federcaccia è costantemente impegnata con proposte concrete, ricerche scientifiche e dati inconfutabili per garantire alle istituzioni gli strumenti necessari all’elaborazione di norme idonee in materia venatoria e, di conseguenza, le migliori condizioni di esercizio a tutti i cacciatori. Federcaccia è per la caccia! Un sincero in bocca al lupo a tutti i cacciatori!. 

(www.ladeadellacaccia.it)

ARCI CACCIA LOMBARDIA: LEGGE REGIONALE, MODIFICA DELLA MODIFICA


Che in questi mesi le idee della Regione Lombardia in tema di caccia siano piuttosto confuse è fatto noto. Il consigliere Sala si è fatto notare per il suo superattivismo che ha portato nell’ordine:

- alla scomparsa o quasi nei comitati di gestione delle associazioni minoritarie
- all’aumento della burocrazia per il rilascio del tesserino venatorio (altro che tesserino spedito a casa)
- al caos organizzativo dei comitati di gestione per i previsti 10 giorni di ospitalità venatoria per la caccia da appostamento
- alla modifica del periodo per l’addestramento dei cani oltre ad un inasprimento delle relative sanzioni

tutto questo nella cosidetta legge di semplificazione n 15 del 26/5/2017…….con tanto di propaganda entusiastica sui media.

Stranamente una sola associazione si è detta completamente d’accordo con l’operato del suddetto uomo politico: la Federcaccia (guarda caso) . Le proposte delle altre associazioni che erano sfociate in un documento unitario non sono state minimamente prese in considerazione.

Poi improvvisamente qualcosa è cambiato: forse un minimo rimorso di coscienza nei confronti di queste ultime? Un lasciarsi aperta una porticina di riserva non si sa mai?

Comunque sia nell’ultima seduta del consiglio regionale del 1/8/2017 nella legge n 22 “Assestamento di bilancio”

alla chetichella sono stati introdotti due articoli (art 11 c.8 e art 25) che di fatto abrogano quanto legiferato in materia di addestramento cani e relative sanzioni qualche settimana prima.

Se a questo aggiungiamo i ritardi per l’emanazione del calendario integrativo, i ritardi nelle nomine delle commissioni d’esame per i neo cacciatori, gli errori e i ritardi nella formulazione dei nuovi quiz per gli esami in un contesto dove l’accentramento in materia di caccia dalle provincie alla regione ha portato e continua a portare notevoli disagi amministrativi ed organizzativi degli attuali U.T.R, si ha un quadro completo e purtroppo desolante della situazione venatoria attuale.

ANLC: L’IDEOLOGIA CONTRO LA SCIENZA

Come tutti gli anni ormai, assistiamo ai soliti piagnistei degli animalisti i quali, o per un motivo o per l’altro invocano l’annullamento delle preaperture o addirittura la chiusura della caccia adducendo i motivi più svariati e spesso anche più fantasiosi.
Stavolta, l’offensiva anticaccia si è fatta ancora più massiccia grazie all’intervento congiunto di WWF da una parte, che ha impugnato il calendario della Calabria, e varie sigle, partiti e movimenti politici che con la scusa degli incendi e della siccità sono tornati all’attacco ciedendo la revoca delle misere preaperture previste dai calendari venatori.
Il colmo del ridicolo si è raggiunto in Lombardia dove il quotidiano “La Provincia Pavese” ha cercato di far credere ai suoi lettori che che la Libera Caccia fosse favorevole alla sospensione della immisione di volatili a scopo di ripopolamento e ad un rinvio dell’apertura della stagione venatoria.
Il giornalista Sandro Barberis, autore di un simile “articolo-trappola”, si è giustificato dicendo che tale presunta posizione gli sarebbe stata riportata nientemeno che da un autorevole esponente di Legambiente come Gianfranco Bernardinello.
Il cronista, ovviamente è stato immediatamente diffidato dal presidente Paolo Sparvoli a pubblicare una smentita ufficiale che è apparsa nell’edizione del 17 agosto ma che non ci soddisfa assolutamente e non ripara il grave danno di immagine procurato all’Associazione e alla sua chiara e coerente politica venatoria.
In attesa di esaminare con i propri avvocati l’eventualità di adire le vie legali, la Libera Caccia ricorda ai propri associati e a tutti i cacciatori italiani che:
- L’Associazione Nazionale Libera Caccia mai e poi mai ha avuto e avrà a che fare con Legambiente e i suoi portavoce. Un’associazione che ogni giorno si prodiga per la riduzione dell’attività venatoria non potrà mai essere partner della Libera Caccia, ancor più alla luce di queste ultime affermazioni. L’Anlc si è sempre contraddistinta per una chiara e netta presa di posizione verso politiche venatorie atte a migliorare la caccia in Italia e sicuramente non rientra nel nostro Dna la riduzione di tempi e specie cacciabili soprattutto per motivi come la siccità e l’aviaria che spesso sono ingigantiti o “creati” ad arte.
- Sospendere la preapertura alle specie cosiddette “estatine” rappresenta un’assurdità che non può essere uscita dalla bocca di alcun dirigente della Libera Caccia. Per estatini si intende quei volatili che provengo dal continente africano e quindi migratori transahariani. Detto questo, tortora e quaglia sono abituati a climi particolarmente secchi e siccitosi e l’approvigionamento dell’acqua è sicuramente l’ultimo dei loro problemi.
- Corvidi e gazze rappresentano probabilmente le specie con il più alto incremento demografico degli ultimi decenni. Già solo questa motivazione può far capire quanto una estate particolarmente calda e siccitosa rappresenta un “non” problema per queste specie che, oltre a creare numerosi danni ai piccoli passeracei distruggendo uova e nidiacei, riescono a trovare comunque le risorse idriche per affrontare queste condizioni particolari e rappresentano forse il più grande e concreto pericolo per la conservazione della biodiversità.
- La problematica dell’influenza aviaria, è bene ricordarlo, nasce esclusivamente dagli allevamenti di tipo intensivo destinati al consumo umano. Giova anche ricordare che le Regioni, le Province e le Associazioni Venatorie che si avvalgono di selvatici di allevamento per le immissioni ricorrono ad allevamenti in cui la certificazione di buona salute è competenza delle ASL locali. Prima dell’immissione ogni capo è sottoposto a controllo veterinario e quindi giudicato sano dalle competente ASL che producono regolare certificato medico.
- Per quanto concerne l’uso dei richiami vivi, a seguito del ritrovamento di un piccolo focolaio di influenza aviaria in uno specchio lacustre di piccole dimensioni il Ministero ha deciso per un momentaneo stop alla reintroduzione dei richiami vivi per la caccia alle anatre. La competente Asl sta monitorando il caso e sta effettuando tutte le analisi del caso. Se tutto dovesse risolversi per il verso giusto siamo fiduciosi che per la metà di settembre il Ministero emanerà il decreto per il riutilizzo dei richiami vivi.
Quelle sopra riportate sono le linee guida ufficiali dell’Associazione Nazionale Libera Caccia la quale, mentre rigetta con sdegno quanto scritto nell’articolo del giornale “La Provincia Paese”, ribadisce con estrema fermezza che le eventuali prese di posizione di alcune realtà locali che non dovessero essere in linea con le direttive nazionali sono solo delle esternazioni di carattere personale e non possono in alcun modo essere considerate rappresentative della volontà e della politica venatoria dell’Associazione.

Il presidente
Paolo Sparvoli

ANLC Toscana: LO SCIACALLAGGIO NON HA LIMITE

In merito ai vari post che circolano sui principali siti e blog specializzati e sui social network sulla vicenda che la Libera Caccia abbia chiesto tre giorni fissi di caccia a settimana, teniamo a precisare quanto segue:
La lettera che circola è a firma di un nostro socio di una Provincia lombarda (Pavia) e, stante il fatto di quella realtà particolare, si tratta solo dell’opinione di una persona, dalla quale ci dissociamo in maniera ufficiale. La linea della Libera Caccia è totalmente all’opposto da quanto dichiarato a Pavia.
Purtroppo per altri, Libera Caccia è l’unica Associazione Venatoria Riconosciuta che in campo nazionale cresce ogni anno, ed in Toscana in maniera esponenziale. Sempre nuovi seguaci di Diana si affacciano ai nostri circoli chiedendo di tesserarsi con una Associazione veramente combattiva che non fa compromessi, che difende la caccia in tutte le sue forme col coltello in mezzo ai denti.
Comprendiamo quindi l’opera di sciacallaggio che qualche benpensante in questo momento fa correre su internet, tesa a screditarci e a far apparire una dichiarazione di un singolo su un singolo territorio come se questa fosse una cosa condivisa a livello nazionale. Ma i cacciatori di oggi non hanno più l’anello al naso e capiranno bene quello di cui si parla. La crescita anno dopo anno di ANLC non sarà fermata da tali ignobili tentativi di gettarci fango addosso.
ANLC ha sempre combattuto e sempre combatterà per estendere le maglie di una legge (la 157) che ha distrutto il mondo venatorio e ricorda a tutti (perché il passato sta lì a dimostrarlo ma in troppi se lo dimenticano o cercano di non farlo sapere) che fummo gli unici ad essere contrari a tale legge. ANLC non propone limitazioni alla caccia, MAI: questa è una condizione insindacabile per tutti i suoi dirigenti distribuiti dal Brennero a Pantelleria.
PER LIBERA CACCIA TOSCANA
IL PRESIDENTE REGIONALE
ALESSANDRO FULCHERIS

Sicilia: Cacciatori calabresi sul piede di guerra

Il Calendario Venatorio, emanato dalla Regione Sicilia, taglia, e di molto, la possibilità di accesso dei cacciatori extraregionali e i periodi in cui questi possono accedere al territorio siciliano. Questo non è andato giù ai cacciatori calabresi, che durante la stagione venatoria accedono all'isola in gran numero e si trovano tagliati fuori dopo aver pagato le quote di iscrizione e alle porte della nuova annata di caccia.

 

http://www.gazzettadelsud.it/news/calabria/255787/stagione-venatoria-in-sicilia-cacciatori-calabresi-tagliati.html

 

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