Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Luca Gironi

Luca Gironi

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

FEDERCACCIA CALABRIA: NESSUN POSTICIPO DELLA STAGIONE VENATORIA. FALSO IL COMUNICATO ATTRIBUITO A FIDC

 


Sta girando in queste ore su Facebook e sui siti meno attenti a verificare la veridicità di quanto pubblicato, la notizia di un comunicato stampa in cui Federcaccia comunica la decisione da parte del Prefetto di Reggio Calabria dottor Di Bari di sospendere fino al 31 ottobre la prossima stagione venatoria a causa degli incendi.

Tale notizia è falsa, priva di qualsivoglia fondamento e tesa solo ad arrecare danno e inutile apprensione fra i praticanti.

Invitiamo quindi quanti hanno contribuito, anche in buona fede, alla sua diffusione tramite i social a rettificare l’informazione divulgata e a verificare sempre la fondatezza o meno delle notizie riportate.

Nei confronti di chi ha procurato questo inutile allarmismo, non importa se con l’intenzione di fare un poco simpatico scherzo o con altri e peggiori fini, Federcaccia Calabria si rivolgerà alle autorità competenti.

Il presidente regionale Federcaccia Calabria, Giuseppe Giordano

Arci Caccia Veneto: La Corte costituzionale boccia la mobilità venatoria di Berlato

La Corte Costituzionale si è espressa sulla legge inerente alla Mobilità Venatoria in Veneto: bocciata! Come ARCI Caccia non possiamo che essere vicini, in questo momento difficile, a Sergio Berlato e alla sua Associazione Venatoria l’ACV per il “forte ceffone” istituzionale ricevuto. Scherzi a parte, torniamo seri, questa cosa non ci rende felici. Con questo ultimo atto, che da circa un anno avevamo annunciato come certo, mette speriamo la “parola fine” sulle politiche propagandistiche legate alla caccia. Crediamo che ora si debba tornare a confrontarsi, anche aspramente, ma con un metodo diverso: in questo senso ci appelliamo alle persone di “buona volontà” che sicuramente, da destra a sinistra, sono presenti negli scranni del Consiglio Regionale. Continuare diversamente, illuderebbe i cacciatori e sperpererebbe denaro pubblico dei contribuenti.
I veri problemi della Caccia in Veneto sono altri. Stiamo per approntare la discussione sul Piano Faunistico Regionale, già dalle zone di Belluno è emerso un coro unanime è trasversale, tranne l’associazione di un noto Consigliere Regionale, per dare indicazione sui primi testi di modifica della Legge 50/1993 depositati in Consiglio Regionale, che non si sta andando dalla parte giusta: si ascolti “il grido” che viene dal territorio.
Si crei una sinergia con il mondo agricolo, alleanze sui temi della caccia e dell’agricoltura sostenibile: si possono e si debbono fare ricostruendo l’utilità sociale del cacciatore, non isolandolo dal resto del mondo!
Sulle caccia deroga si proceda con il sistema dei danni da agricoltura, si approvi almeno la caccia in deroga allo storno, come già avvenuto in questi giorni anche in Emilia Romagna: abbandoni il Consiglio Regionale la demagogia che ha portato a lasciare ” a bocca asciutta” i cacciatori del Veneto, si intraprenda “strade già percorse e sicure”.
Si eviti di mettere in difficoltà il cacciatore facendogli ritardare il rinnovo del porto d’armi, non facendogli produrre la documentazione corretta: anche su questo, si tuteli le persone.
Inoltre, aspettando che i nostri legali ci facciano chiarezza su questo, ma non ci risulta che sulla sentenza della Corte ci sia scritto, come vediamo con vigore sostenere sui social da qualche appassionato cacciatore, si stabilisca la legittimità della presenza negli ATC e nei Comprensori Alpini, delle associazioni Regionali. Sulla sentenza leggiamo invece che, per le indicazioni della legge statale 157/1992 che parlano di eccezione rispetto agli ATC, sia data possibilità alla Regione di far entrare le associazioni territoriali, ma se di eccezione per la zona Alpi si tratta, ci chiediamo, può essere banalmente e semplicemente estesa?
Infine, sempre sulla mobilità, continuiamo coerentemente a sostenere che poteva essere fatta anche in Veneto, come abbiamo detto in tempi non sospetti e ci fa piacere che nei social si metta in evidenza questo fatto, ma non quella approvata dal Consiglio Regionale del Veneto: bastava copiare le nostre proposte….
Come ARCI Caccia del Veneto crediamo che oggi si sia scritta una “pagina buia” per la nostra passione, per questo da domani siamo pronti a dare il nostro contributo per migliorare la situazione.
Giuliano Ezzelini Storti

Presidente Regionale

Arci Caccia Pistoia: Atc allo sbando e chiarimenti...

Arci Caccia e Dynamo Camp

Ci giunge notizia, tramite alcuni nostri associati, che alcuni male informati stanno spargendo la voce che la nostra associazione sarebbe favorevole ad un progetto di realizzazione di un parco naturale sulla montagna pistoiese. Questo progetto, ideato dall’associazione che gestisce il Dynamo Camp, sempre secondo questi cacciatori prevedrebbe ogni sorta di vincoli, culminanti con la chiusura della caccia. Ebbene, il fatto che Arci Caccia approvi una simile prospettiva è priva di un qualsiasi fondamento. La nostra associazione sta seguendo con grande interesse i primi passi di un progetto, la così detta Social Valley che, non solo a prima vista niente avrebbe a che vedere con un parco, ma ancora ci sembra solo in fase di ideazione. Questo perché non è costume della nostra associazione dichiararsi a priori contro qualcosa se non la si conosce a fondo, valutandone pregi e difetti. I nostri associati che cacciano o risiedono in montagna vogliono capire quali siano le prospettive e quali le novità con cui dovranno confrontarsi, ma a tuttora, come già detto, tutto ci sembra in fase embrionale e quindi abbiamo molto poco da spiegare. Se ci saranno novità le valuteremo e poi agiremo di conseguenza, come la ragionevolezza impone. Abbiamo ottimi rapporti con il Dynamo Camp, le cui attività a favore dei bambini abbiamo, nel nostro piccolo, contribuito a finanziare, ma questo non ci toglierà certo la capacità di discernere il giusto dallo sbagliato. Certo senza populismi o campanilismi ma con la barra solidamente dritta verso l’interesse dei cacciatori.

 

Il Problema ATC Pistoia

Arci Caccia Pistoia esprime viva preoccupazione per lo stato di impasse in cui si trova l’Atc Pistoia. Da un mese a questa parte, dopo le dimissioni del Presidente, l’ATC è di fatto bloccato e non in grado di svolgere nemmeno le funzioni ordinarie atte a garantire la quotidianità. Non si è riusciti nemmeno, nonostante ve ne fosse il tempo, a pubblicare i bandi di gara necessari a garantire la continuità dei servizi tecnici in vista dell’apertura. Come verranno affrontati i censimenti estivi alla stanziale indispensabili alla gestione delle ZRC? Chi realizzerà i miglioramenti ambientali? Chi si occuperà della gestione degli ungulati e della rilevazione dei danni? Adesso cosa ci aspetta? Una nuova parentesi commissariale? Sembra inevitabile fino alla nomina del prossimo Comitato di Gestione a meno che questo non venga nominato in tempi brevi. Per questo noi di Arci Caccia chiediamo alla Regione di trovare una soluzione e di trovarla in fretta. La gestione faunistica non può aspettare i tempi della politica, ha tempi suoi dettati dalle stagioni e dalle scadenze che porta il progredire dell’annata venatoria. Noi chiediamo quindi che si proceda con le nomine, un Commissario o meglio il Comitato di Gestione. Meglio il secondo, anche se si tratterà di un Comitato di Gestione che, per la prima volta nella storia dell'ATC, vedrà esclusi dalla rappresentanza tutti i cacciatori non iscritti alla Federcaccia. Un monocolore raggiunto addirittura a colpi di costosi ricorsi, migliaia di euro spesi, non per essere maggiormente rappresentati, ma per togliere voce alle altre associazioni venatorie e ai loro associati. Staremo a vedere a cosa porterà questa maggioranza assoluta. Saprà finalmente costruire un progetto serio di gestione della selvaggina nobile? Si ad avere una gestione seria ed efficiente della caccia di selezione e della caccia al cinghiale? Ma soprattutto si sapranno vagliare le buone idee indipendentemente dalla loro provenienza o avrà diritto di parola soltanto l’associazione maggiore? Staremo a vedere, di sicuro noi vigileremo sull’operato del prossimo Comitato di Gestione, portando le nostre proposte e rimanendo pronti a segnalare ogni passo falso. Quando si è chiamati ad un ruolo istituzionale tenere un profilo alto è doveroso, ma quando si è relegati ad un ruolo di spettatori si può decidere sé elargire applausi o fischi sonori. Fa parte del gioco.

Sisto Dati Vice Presidente Vicario ANLC: ARCT progetto inutile e dannoso per la caccia in Toscana

Di tutto c'era bisogno in Toscana tranne che di una nuova associazione venatoria locale. L'ARCT (Associazione Regionale Cacciatori Toscani) non è altro che un tentativo di assicurare poltrone a qualche dirigente rimasto senza casa. Ancora una volta, i cacciatori toscani pagano lo scotto della litigiosità interna alle sigle venatorie, sempre più frammentate e senza peso specifico nelle trattative con le istituzioni. Dal progetto, sciagurato, della CCT che voleva unire ciò che in natura non si può unire, siamo arrivati ad una ulteriore divisione con la nascita dell'ARCT. Questo a causa del fallimento del progetto CCT che non ha riscosso successo tra la dirigenza nazionale di Arci Caccia.

Come può, un cacciatore dare fiducia, oggi, a dei fuoriusciti da una associazione riconosciuta che creano un soggetto che non ha rappresentanza negli Atc o in Regione, luoghi dove si affrontano e gestiscono i problemi della caccia e si avanzano proposte.
E' ovvio che l'ARCT è solo un traghetto per cercare di portare qualche rassegnato e disinformato cacciatore sulle sponde della Federcaccia. Si perché la CCT non esiste, è anch’essa solo una sigla, vuota di contenuti e senza cittadinanza nei luoghi che contano.
Noi ci rivolgiamo ai cacciatori, ai quali chiediamo di non continuare a farsi usare come bancomat, ma di guardarsi intorno e scegliere luoghi più sicuri, dove i dirigenti prestano opera di volontariato come in Libera Caccia e dove ci si batte per una caccia al servizio della società civile, perché oggi, con l'emergenza cinghiali nelle più grandi città italiane, è tempo di far vedere ai cittadini a cosa servono i cacciatori, unico vero strumento regolatore della fauna selvatica.
Non ci dimentichiamo delle assurde limitazioni imposte in passato al mondo venatorio, spesso proposte dalla stessa Arci Caccia, in combutta con associazioni ambientaliste che gradirebbero di buon grado la chiusura totale dell'attività venatoria in Italia.
L'ARCT seguirà lo stesso triste destino della CCT, una scatola vuota che imploderà su sé stessa, scoprendo il vero volto dell'operazione, ingrossare le fila della Federcaccia.

ABRUZZO: Caccia, le polemiche sono iatture per l’ambiente e l’attività venatoria

  • Pubblicato in Notizie

Una maledizione interminabile ha colpito la nostra Regione per la gestione e il controllo della fauna selvatica.
Caccia è ormai sinonimo di Tribunali e questo la dice lunga sulle difficoltà che hanno “intrappolato” le Istituzioni.
La Regione, gli ATC non riescono a riprendere autonomia di azione per le pressioni che derivano da politica e partiti che si occupano di gestione faunistica, con attenzioni personali quando non personalistiche, è così l’approccio di alcune Associazioni che guardano più al proprio residuale potere ed a interessi di bottega che al bene comune e alla gestione delle problematiche e alle ricadute che il mancato governo della fauna selvatica produce in termini di danno all’economia degli imprenditori agricoli.
L’Abruzzo è nei guai per questi problemi.
E’ il tempo “se vi pare” di ripartire dalla concertazione, dal coinvolgimento delle categorie interessate attorno ad un tavolo e in nome della ricerca di una soluzione condivisa e nell’interesse della Comunità.
Altrimenti veti, magistrati, saranno il vivere quotidiano di chi vuole male alla vita delle nostre campagne, non il nostro. Alle istituzioni ricordiamo gli impegni assunti, agli ATC di occuparsi di più e meglio di gestione.

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura