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Luca Gironi

Luca Gironi

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Puglia: il Governo impugna la legge sul contenimento dei selvatici

Ha avuto vita breve la legge varata a fine giugno dalla Regione Puglia riguardo ai contenimanti degli animali selvatici. In un comunicato diffuso ieri il Consiglio dei Ministri ha annunciato di aver impugnato il provvedimento: 

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Erika Stefani, ha esaminato nove leggi delle Regioni e delle Province Autonome e ha quindi deliberato


- di impugnare:

La legge della Regione Puglia n. 28 del 29/06/2018, recante “Norme in materia di prevenzione, contenimento ed indennizzo dei danni da fauna selvatica. Disposizioni in materia di smaltimento degli animali da allevamento oggetto di predazione e di tutela dell’incolumità pubblica”, in quanto
alcune disposizioni in materia di controllo della fauna selvatica si pongono in contrasto con quanto stabilito in proposito dalle norme statali di riferimento, invadendo in tal modo la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, in violazione dell’articolo 117,
secondo comma, lettera s), della Costituzione;

FIDC SARDEGNA: "LA REGIONE DIFENDA IL CALENDARIO"

Federcaccia Sardegna ricorda in un comunicato diffuso questa mattina (4 settembre) che, in quanto rappresentata in Comitato Regionale Faunistico, già nella riunione in cui è stato approvato il calendario venatorio aveva avanzato la richiesta alla Regione di difendere lo stesso anche nel caso di parziale impugnativa oltre naturalmente a difenderlo poi direttamente a mezzo di proprio legale.

"Abbiamo anche chiesto alla Regione - conclude FIdC Sardegna - che richieda l'anticipazione dell'udienza avanti il Tar per non incorrere nella coincidenza con il 30 settembre data prevista per l'apertura generale della caccia nonché della lepre e pernice sarda e perché il Tar possa valutare l'attuale documentazione di indagine dell'Università di Sassari sulla consistenza appunto di lepre e pernice".

CACCIA DI SELEZIONE: L’ ARMA SECONDO MARCO BENECCHI 2° PARTE

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Purtroppo, non permette di replicare il colpo con celerità, cosa che invece potrebbe essere molto utile sul terreno di caccia. La carabina Bolt Action è senz’altro l’arma che più di ogni altra racchiude tutte le caratteristiche necessarie per il buon esito della caccia di selezione. E’ precisa, pratica, maneggevole ed anche bella esteticamente. Ne esistono alcune che costano molto meno di quello che valgono, il loro prezzo è decisamente onesto e le prestazioni più che sufficienti. Quasi tutte le carabine di recente produzione richiedono poche, piccole, ma fondamentali, accuratizzazioni. Un’ arma per potersi definire precisa, senza disturbare i vari MOA, minuti d’angolo eccetera, deve essere in grado di poter piazzare tre colpi in un cerchio di tre centimetri di diametro a cento metri di distanza. Tutte le volte che gli venga richiesta una simile performance, sia in allenamento sia a caccia, deve mantenere la rosata costante nel tempo. in pratica, credetemi, non è facile ottenere un simile risultato, in particolare per un tiratore medio che spara al poligono meno di quaranta colpi l’anno. La precisione della nostra arma dipende fondamentalmente da quattro fattori: dall’incassatura, dal montaggio corretto dell’ottica, dallo scatto e dalla munizione. Se soltanto uno di questi particolari non è ben curato, tutta la precisione dell’arma ne risente. Appena acquistata la carabina, la prima operazione da fare è smontarla nei suoi componenti principali. Una volta separata l’azione dalla calciatura si dovrà procedere con la rimozione di tutti i residui della lavorazione e dell’imballaggio che potrebbero essere rimasti nell’arma. Granuli di polistirolo, pezzetti di cartone, grasso secco o peggio ancora piccoli trucioli metallici o schegge di legno, te li ritrovi in giro anche dopo anni ed anni che usi la carabina. Poi si procede con la registrazione dello scatto. L’ottanta per cento delle carabine attualmente disponibili sul nostro mercato montano degli scatti regolabili, se non sono dotati addirittura di stecher. Con poca fatica è facile personalizzare lo scatto, secondo le proprie esigenze. Un grilletto leggero, sensibile, esente da fastidiosi grattamenti e collassi, incide in modo determinante sulla precisione dell’arma.

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Dopo aver lubrificato leggermente le parti inferiori della carabina potrete rimontare la calciatura, facendo molta attenzione nel serrare bene ed in modo uniforme le viti di collegamento, con la speranza che l’incassatura sia abbastanza precisa da non rendere necessario un adattamento con resine epossidiche il cosiddetto Bedding. Se dopo pochi tiri di prova la rosata dovesse prendere una brutta piega, allora è necessario asportare del materiale dalla calciatura, nei punti dove il legno tocca la canna per renderla completamente flottante. Nel caso che dopo questa operazione non si notino miglioramenti, allora sarà necessario procedere con il bedding, ma come ultimo rimedio, perché in questo caso e bene affidare l’arma alle cure di un bravissimo armaiolo con molta esperienza pratica. Il montaggio dell’ottica è un'altra fase importantissima per il buon esito finale. Sono curioso di sapere quante persone conoscono e adoperano, durante il montaggio dell’ottica, la barra pilota, rettificata e di diametro uguale al cannocchiale da montare (1”, 26 mm, 30 mm) e la resina frena filetti. Una volta lessi che un famoso armaiolo-preparatore usa praticare il Bedding agli anelli degli attacchi, ditemi voi a che cosa possa mai servire un lavoro del genere. Utilizzando correttamente una barra pilota non giustifico in alcun modo una simile operazione. Una volta che avrete rimosso i grani che chiudono i fori filettati dove andranno avvitate le basette fisse, dovrete accertarci che siano ben sgrassati, utilizzando una pezzuola imbevuta di solvente. Stesso trattamento va fatto con tutto il corredo di viti dei vostri attacchi. A questo punto avviterete le basi sul castello della carabina dopo aver cosparso le viti con del prodotto frena filetto di tipo medio, reversibile. Continua...

Arci Caccia Grosseto: negli interventi sul cinghiale c’è qualcosa che non va

A Grosseto c’è qualcosa di strano nella gestione degli interventi di controllo del cinghiale. Sia nell’ATC 6 che nel 7, purtroppo si sono create situazioni poco chiare che a nostro avviso necessitano dell’intervento della Regione. La pianificazione e l’organizzazione degli interventi, infatti, sono nelle mani di un gruppo ristretto di persone e questo ha portato all’instaurarsi di situazioni clientelari che non sono compatibili con l’amministrazione del bene pubblico. Infatti, gli interventi vengono eseguiti sempre dalle stesse persone, nonostante a disposizione degli ATC ci siano lunghi elenchi di cacciatori abilitati che non aspettano che di essere coinvolti. Purtroppo, l’impressione è che questo malcostume vada a beneficio di qualcuno, magari a fini di tesseramento.
Altra cosa grave, almeno a nostro avviso, è la spinta, particolarmente forte nell’ATC 7, a trasformare le ZRC in ZRV, strumento di gestione molto meno potente, ma con il pregio di avere una prassi più semplice per la realizzazione degli interventi (infatti, non c’è un comitato di gestione da interpellare ma l’ATC ha la gestione diretta). Ci chiediamo, inoltre, che fine abbia fatto la direttiva della Regione Toscana che stabiliva la possibilità di far intervenire le squadre dopo un intervento all’aspetto. La braccata, vista l’efficacia maggiore, dovrebbe essere la tipologia di intervento privilegiata, ma evidentemente a qualcuno fa più comodo fare diversamente.
Per questi motivi, ci appelliamo alla Presidenza della Regione e all’Assessore Remaschi, sollecitando un intervento chiarificatore, per la nostra associazione tutte le cacce hanno pari dignità e la gestione, specialmente quella che passa per le ZRC sono un tema centrale che non può essere usato da qualcuno per scopi poco chiari.

 

Veneto: Giovedì a Gallio (VI) si parlerà del problema lupo

“LA PRESENZA INCONTROLLATA DEL LUPO E LE DRAMMATICHE RICADUTE PER IL NOSTRO TERRITORIO” INCONTRO PUBBLICO A GALLIO (VI) GIOVEDI’ 6 SETTEMBRE 2018

Giovedì 6 settembre 2018, dalle ore 20:30, presso il Palazzetto dello Sport sito in Via Roma, 1 nel Comune di Gallio (VI), si terrà un incontro aperto al pubblico dal titolo “Lupi: la presenza incontrollata e le drammatiche ricadute per il nostro territorio, la nostra economia, il nostro ambiente e la nostra sicurezza”
All’incontro promosso e organizzato dai Comprensori Alpini della Provincia di Vicenza, sono invitati a partecipare: tutti i Parlamentari eletti in Veneto; gli Assessori ed i Consiglieri regionali del Veneto; i Sindaci; i rappresentanti di tutti i corpi di polizia; i rappresentanti delle categorie economiche e sociali del territorio; i rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole; i rappresentanti delle associazioni venatorie; i rappresentanti delle associazioni di protezione ambientale.
A moderare gli interventi sarà il Direttore di Rete Veneta LUIGI BACIALLI
Sarà un’occasione importante per ascoltare la voce di chi la montagna la vive e con il proprio lavoro crea ricchezza per il territorio, garantendo al contempo la conservazione di un patrimonio inestimabile dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Un patrimonio che rischia di andar perduto a causa della presenza incontrollata e non gestita del lupo.

Gallio (VI), lì 3 settembre 2018

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