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Luca Gironi

Luca Gironi

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Arci Caccia Lombardia sul commissariamento dell’ATC Unico di Brescia

Arci Caccia Lombardia, per bocca del suo Presidente Regionale Moretti, esprime viva preoccupazione non solo per il commissariamento dell’ATC, ma anche per le circostanze poco chiare in cui questo ha avuto luogo.

“Molto poco è trapelato delle circostanze che hanno portato al commissariamento, ARCI-Caccia non ha nessun rappresentante in quel consiglio e, visto il modo con cui sono state fatte lo scorso anno le nomine, devo dire che non me ne dolgo.
Federcaccia ha voluto, salvo qualche rara eccezione, e grazie soprattutto alla politica compiacente, il monopolio della gestione di tutti ATC e dei CA, ed ora se ne assuma tutte le responsabilità. I motivi per cui si è arrivati alla messa in minoranza del Presidente non sono così chiari. Pare di capire si tratti di divergenze sul programma di gestione. Che poi significa in che modo spendere la non indifferente somma messa in bilancio. La nostra preoccupazione riguarda solo il fatto che questa diatriba, tutta interna a Federcaccia, possa avere ripercussioni sul funzionamento dell’ATC e quindi adare a discapito dei cacciatori.
Non conosco nessuno dei dieci Consiglieri che compongono il Comitato di Gestione e quindi non posso esprimere giudizi ma una cosa su cui esprimo tutte le mie perplessità riguarda la scelta di Legambiente di esprimere il proprio rappresentante in seno al CdG dell’ATC Unico di concerto con tutte le associazioni animaliste e anti caccia presenti in Provincia di Brescia. Dopo il percorso intrapreso a livello nazionale dentro a “Fondazione UNA” ed ai vari progetti intrapresi anche con il mondo venatorio avrei preferito una scelta più meditata.”

Arci Caccia Toscana: Aspettando la preapertura

Arci Caccia Toscana, come tutte le Associazioni Venatorie, attende la pubblicazione della delibera della preapertura. Non sembrerebbero esserci sorprese, con una delibera che dovrebbe ricalcare quanto uscito negli anni precedenti. Anche noi, come le altre associazioni, abbiamo presentato le nostre osservazioni a questa delibera e al Calendario Venatorio. Alcune delle nostre proposte sono state accolte, come la modifica del calendario del cinghiale su Firenze, che con un anticipo di due giorni, permette di guadagnare un fine settimana e il ripristino dei tre mesi continuativi per la caccia in braccata. Per la preapertura, abbiamo chiesto l’immediato inserimento dello storno e la possibilità di cacciare nelle aree boschive anche da appostamento temporaneo, provvedimenti che dovrebbero essere andati in porto. Purtroppo, apprendiamo che non è stato possibile inserire piccione e tortora dal collare tra le specie oggetto di prelievo in deroga, per mancanza dei tempi previsti dalla normativa il primo e per mancanza di denunce di danni la seconda. Chiediamo quindi che la Regione, si attivi nei tempi previsti, almeno per la stagione venatoria 2019-20 e lanciamo un appello a cacciatori ed agricoltori perché vengano segnalati i danni da tortora, che sicuramente esistono, ma probabilmente finiscono confusi con quelli fatti dal piccione torraiolo. Chiediamo, inoltre, che la Regione, come chiesto dallo stesso Assessore Remaschi, ripristini il limite annuale per l’allodola a 100 capi annui, riteniamo, infatti troppo restrittivo il limite posto attualmente a 50 dalla delibera del calendario venatorio. Esprimiamo soddisfazione, infine, per l’accoglimento dei nostri suggerimenti per quanto riguarda le modifiche delle procedure di attivazione dei piani di controllo degli ungulati. Avevamo chiesto uno snellimento delle procedure che consentissero interventi più rapidi e ci sembra che la Regione, con l’ultima delibera, abbia provveduto in tal senso.

Arci Caccia Toscana

Arci Caccia Piemonte: Le istituzioni non sono “forti” se faziose… La legge andrà riscritta

Dichiarazione congiunta del Presidente Regionale Remo Calcagno e del Presidente Nazionale Sergio Sorrentino:

Era scritto che per la legge sulla caccia sarebbe finita così. La Giunta Regionale ha fatto di tutto perché “l’acqua sporca” inquinasse, avvelenasse alcune potenzialità della normativa utili alla gestione della fauna selvatica che, noi non lo dimentichiamo mai, è patrimonio dei cittadini, tutti compresi i cacciatori.

Non hanno voluto ascoltare, accogliere proposte di equilibrio e saggezza ispirate al buon governo e rispettosa della legislazione nazionale. La Giunta ha voluto consapevolmente fare uno sgarbo normativo.

L’approccio prevaricatorio contro i cacciatori “coltivato” nella società da un animalismo razzista che già nel passato, insegna la storia, ha trovato sponde in regimi autoritari, ha offeso l’approccio scientifico alimentato da pregiudiziali ideologiche fondamentaliste, estremiste. Il civile garbato democratico segnale di allarme dato dai cacciatori scesi civilmente in piazza a Torino a difesa degli interessi della ruralità e della corretta attività venatoria ha trovato la Giunta Piemontese sorda ad ogni modifica presentata, anche a quelle sui punti sui quali il Governo ha fatto ricorso.

I cacciatori sono più forti quando fanno sintesi della loro diverse proposte. Con la pacifica manifestazione di Torino, che ha visto riunito il mondo venatorio con una sola colpevole assenza, quella di Federcaccia, hanno fornito argomenti seri all’iniziativa assunta dal Governo di fare ricorso alla legge. Quanti nella attuale maggioranza parlamentare nazionale vantavano e continueranno in Piemonte le stelle della rappresentanza della cultura abolizionista infischiandosene delle regole che dovrebbero valere e varranno per tutti grazie alla Costituzione si sono sconfessati. La Costituzione va rispettata sempre e comunque, non a proprio comando. Alleghiamo il comma specifico del dispositivo con cui il Consiglio dei Ministri impugna una legge palesemente incostituzionale e quindi “nata morta”:

“La legge della Regione Piemonte n. 5 del 19 giugno 2018, recante “Tutela della fauna e gestione faunistico-venatoria”, in quanto alcune norme, riguardanti l’esercizio dell’attività venatoria nei fondi privati e il calendario venatorio, eccedono dalle competenze regionali invadendo le materie dell’ordinamento civile e della tutela dell’ambiente, riservate alla legislazione statale dall’articolo 117, secondo comma, lettere l) e s), della Costituzione;”

PIEMONTE: IL PRESIDENTE DALL’OLIO RINGRAZIA LA MINISTRA STEFANI

Con una lettera inviata il 9 agosto, all’indomani del Consiglio dei Ministri che ha visto impugnare la Legge regionale del Piemonte sulla caccia, il presidente nazionale di Federcaccia Gian Luca Dall’Olio ha voluto ringraziare la Ministra per gli affari regionali e le autonomie Erika Stefani per il suo interessamento alla vicenda.

“Desidero esprimerLe i miei più sentiti e profondi ringraziamenti a nome mio personale e dei cacciatori piemontesi e italiani tutti – scrive Dall’Olio – per la sensibilità e la disponibilità da Lei dimostrate nei confronti delle istanze presentateLe in merito alle questioni venatorie del Piemonte durante l’incontro da Lei avuto con il nostro presidente regionale Bruno Morena”.

“Ho trovato il suo interessamento fondamentale – conclude il presidente FIdC – per ricondurre gli atti del Consiglio Regionale del Piemonte nell’alveo del rispetto dei principi costituzionali a garanzia e tutela di tutti i cittadini e non solo della categoria che pro tempore rappresento”.

LOMBARDIA: PREAPERTURA CACCIA PER TORTORA E CORVIDI

Con Decreto dell’8 agosto, anche la Regione Lombardia ha autorizzato l’anticipo dell’apertura della caccia per le specie cornacchia grigia, nera e tortora ai sensi dell’articolo 1, comma 4, della legge regionale 17/2004.

La caccia, da appostamento fisso e temporaneo, sarà consentita alle specie Cornacchia grigia e Cornacchia nera nei giorni 2, 6, 9 e 13 settembre 2018 fino alle ore 13.00, anticipando la chiusura del periodo di prelievo al 18 gennaio 2019 compreso; alla specie Tortora (Streptopelia turtur) nei giorni 2 e 6 settembre 2018 fino alle ore 13.00, anticipando la chiusura del periodo di prelievo al 17 novembre 2018 (ultimo giorno consentito).

Sono inoltre stati disposti limiti di carniere giornaliero e stagionale per la specie Tortora rispettivamente a 5 e 20 capi per cacciatore.

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