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Luca Gironi

Luca Gironi

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Lupi: linea comune tra Toscana, Trento e Bolzano

Lupi: linea comune tra Toscana, Trento e Bolzano
(Regioni.it 3437 - 08/08/2018) Un fronte comune per la gestione delle popolazioni di lupo: un accordo tra Regione Toscana e le Province autonome di Trento e di Bolzano per sollecitare i ministri italiani all'agricoltura e all'ambiente e la Commissione Agricoltura dell'UE affinché concedano ai territori dove la presenza del lupo sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle attività agricole di montagna la facoltà di gestire in autonomia tale presenza, prevedendo la possibilità di prelievi selettivi. La linea condivisa nei confronti del governo e di Bruxelles è il risultato dell'incontro avvenuto al Passo Pordoi tra gli assessori all'agricoltura Marco Remaschi (Regione Toscana), Michele Dallapiccola (Provincia autonoma di Trento) e Arnold Schuler (Provincia autonoma di Bolzano).
L'incontro tra i tre assessori, al quale ha partecipato anche il sindaco di Canazei Silvano Parmesani, ha consentito all'assessore Remaschi di illustrare la situazione toscana a Dallapiccola e Shuler: una presenza di circa 110 branchi per un numero presunto complessivo di circa un migliaio di lupi. Circa 500 all'anno sono le predazioni, per indennizzare le quali la Regione Toscana spende oltre 1 milione di euro. Senza apprezzabili risultati si è rivelato il tentativo di ridurre tale pesante impatto attraverso la cattura di circa una ventina di esemplari, operazione - ha spiegato l'assessore Remaschi ai colleghi Dallapiccola e Shuler - insostenibile sia per il costo che per le difficoltà pratiche di attuazione.
La linea d'azione concordata dai tre assessori prenderà forma fin dai prossimi giorni attraverso una lettera comune indirizzata alla Commissione Politiche agricole affinché convochi un incontro con il governo, al fine di sollecitare una rapida approvazione dell'atteso Piano Lupo. L'assessore Remaschi ha annunciato ai colleghi trentino e altoatesino che la Regione Toscana procederà all'approvazione di una propria legge simile a quelle recentemente approvate da Trentino e Alto Adige, una normativa che le tre realtà territoriali chiederanno di poter applicare rivolgendo una apposita istanza al ministro per l'ambiente Costa.
La pressione di Trentino, Alto Adige e Toscana per arrivare al più presto ad una soluzione del problema, interesserà però, come si è detto, anche l'Unione Europea. Il prossimo 4 settembre gli assessori Dallapiccola e Shuler saranno infatti a Bruxelles per incontrare la Commissione Agricoltura, alla quale chiederanno una specifica deroga alla Direttiva Habitat da potersi applicare su base regionale.

CCT: IL MISTERO DELLE NUOVE AREE VOCATE AL CINGHIALE

  • Pubblicato in Notizie

Dopo oltre una settimana dall’ approvazione da parte del Consiglio Regionale Toscano del provvedimento sulla nuova perimetrazione delle Aree vocate alla caccia al cinghiale in battuta, cresce l’aspettativa da parte dei cacciatori e soprattutto delle squadre per la caccia al cinghiale per conoscere, in dettaglio, le nuove delimitazioni e le relative cartografie. In Commissione e durante i lavori in aula, sono stati presentati e accolti numerosi emendamenti e proposte correttive pervenute dai vari territori, rispetto a quella che risultava essere la proposta “partorita” dalla Giunta Regionale.
Come già evidenziato dalla CCT, il lavoro che conseguentemente dovranno sviluppare gli Ambiti Territoriali Caccia, non è certamente di poco conto; in ballo c’è la nuova riperimetrazione cartografica dei distretti e la conseguente assegnazione del territorio alle squadre per la caccia al cinghiale. Assegnazioni che in taluni territori, potranno anche subire variazioni più o meno rilevanti rispetto al passato, e che costringeranno i comitati degli ATC ad un accelerato iter di approvazione per quanto previsto dal quadro normativo.
I tempi quindi, sono estremamente ridotti se si considera soprattutto il particolare periodo estivo permeato di festività e ferie. In alcuni ATC, come ad esempio quelli Aretini, la caccia al cinghiale inizia con il 1 Ottobre mentre in altre realtà territoriali, come quella fiorentina, degli ATC FI 4 e 5, avrà inizio al 15 Ottobre, per arrivare al 1 Novembre nelle altre provincie toscane.
Nonostante ciò, almeno per quanto ci è dato conoscere ad oggi, né gli Uffici Regionali sul territorio, né gli ATC Toscani sono in possesso degli shape file delle cartografie relative alle aree di competenza.
Pur rimandando il nostro giudizio e le nostre valutazioni sul provvedimento a quando sarà possibile anche da parte nostra valutarne i contenuti nel dettaglio territorio per territorio, auspichiamo che quanto prima le informazioni necessarie vengano messe a disposizione di tutti i soggetti interessati al problema.

FIDC BRESCIA: SULL'ATC COMMISSARIATO, ORA SERVE CHIAREZZA

L’Ambito Territoriale di Caccia di Brescia è ufficialmente commissariato. Con il Decreto numero 90 il Presidente della Regione Attilio Fontana ha nominato un commissario nella figura dell’avvocato Davide Brumana, facente parte dello staff dell’assessore regionale Fabio Rolfi; Brumana oltre alle competenze personali vanta anche molti anni di esperienza come segretario di un importante Comprensorio Alpino bergamasco ed è quindi sensibile alle problematiche venatorie oltre che esserne un profondo conoscitore. Nel decreto della Regione si legge che il commissariamento si è reso necessario poiché “dal mese di maggio 2018 il Comitato di Gestione, a seguito di convocazione da parte del Presidente, non si è più validamente riunito” In sostanza a partire da quella data cinque dei dieci componenti del Comitato non hanno mai partecipato alle riunioni facendo sempre mancare il numero legale. Segnalata la questione da parte del Presidente Oscar Lombardi la Regione ha diffidato il presidente Lombardi ad indire una nuova riunione per il 5 luglio. Anche in questo caso 5 membri non si sono presentati. Di conseguenza, non essendo in grado di garantire le sue funzioni essenziali, l’ATC è stato commissariato. Lascia perplessi leggere i punti all’ordine del giorno del Comitato convocato il 5 luglio: approvazione acquisto fagianotti e starne, piano abbattimento lepri 2018/2019, approvazione acquisto fagiani e stesura date immissioni fagiani. Argomenti fondamentali per l’imminente stagione venatoria: perché cinque persone si permettono di mettere a rischio la stagione venatoria di migliaia di cacciatori bresciani?! Serve chiarezza e andremo fino in fondo alla questione.

VENETO: ASSESSORE PAN, NEL PARCO DEI COLLI, “POTENZIARE GLI ABBATTIMENTI E VALORIZZARE LE CARNI DI CINGHIALE CON IL MARCHIO DI TIPICITÀ E LAVORAZIONE TRADIZIONALE”

(AVN) – Venezia, 7 agosto 2018

La vendemmia è ormai alle porte e gli agricoltori dei Colli Euganei guardano con ansia e timori alla minaccia dei cinghiali, che con le loro scorribande mettono a repentaglio grappoli, tralci e vigneti, nonché i raccolti delle colture estensive. Delle preoccupazioni dei viticoltori e degli operatori dell’area euganea, e in particolare dei soci del Consorzio vini Colli Euganei, si è fatto interprete l’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan, che oggi a Este, nella sede del Parco Colli, ha convocato il ‘tavolo tecnico’ per la gestione degli ungulati. Un momento di analisi necessario e di confronto anche con i selecontrollori – secondo l’assessore - perché il problema degli ungulati come fauna selvatica non riguarda solo il Parco dei Colli Euganei, ma tutto il territorio del Veneto che sta registrando una crescita esponenziale della loro diffusione.

Tre le proposte operative all’attenzione del ‘tavolo’: il potenziamento degli abbattimenti, grazie alla sinergia tra selecontrollori, polizia provinciale e il nuovo servizio regionale di vigilanza, presto operativo; l’istituzione di un numero telefonico di riferimento per gli agricoltori, per poter inoltrare segnalazioni e richiedere con urgenza l’intervento per abbattimenti nei casi di avvistamento diretto; e, infine, un cambio di prospettiva per trasformare i cinghiali da ‘problema’ a ‘risorsa’, avviando l’iter per inserire carni e insaccati nel territorio euganeo nell’Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali. “L’area del parco Colli è area di tipicità enogastronomiche che devono essere valorizzate con un marchio di origine e una adeguata campagna di marketing – ha suggerito l’assessore – Tra le tipicità e i prodotti originali dei Colli possono trovare spazio e valorizzazione anche le carni e i derivati dei cinghiali oggetto di prelievo e abbattimenti, ovviamente sottoponendoli ai dovuti controlli di filiera”.

“Sui Colli Euganei l’attività agricola è presidio del territorio – ha ribadito l’assessore, accogliendo preoccupazioni e richieste espresse in particolare da Marco Calaon, presidente del Consorzio Vini doc dei Colli Euganei, Roberto Betto presidente Cia di Padova e Massimo Bressan presidente di Coldiretti Padova e da Confagricoltura- Dove manca, il bosco e i rovi prendono il sopravvento. Per questo intervengo con le competenze del mio referato, affiancando il collega Corazzari, che ha la delega ai parchi e al territorio, per confermare il massimo impegno della Regione a tutela del lavoro prezioso delle aziende agricole e a garanzia dell’incolumità degli abitanti: i 592 abbattimenti registrati nei primi sette mesi dell’anno sono un buon indicatore dell’attività svolta, ma è necessario proseguire le azioni di prelievo intraprese e potenziar gli abbattimenti investendo ulteriori risorse e personale”.

I selecontrollori attivi al momento sono 80 e che altri 40 sono prossimi ad ottenere l’abilitazione da parte del Parco. “In questo modo si arriverà a 120 unità di personale addestrato – ricorda Pan - in grado di collaborare con le guardie del Parco, con il servizio di polizia provinciale, che sta offrendo la massima collaborazione, e con il nuovo Servizio di vigilanza regionale, ormai di imminente attivazione, in modo da intensificare gli interventi, con una operatività puntuale e massiccia

CAMPANIA: EMERGENZA CINGHIALE, REGIONE APPROVA PIANO CONTROLLO

Napoli, 7 ago. (Adnkronos) - La Giunta regionale della Campania ha approvato il "Piano di gestione e controllo del cinghiale in regione Campania", contenente le modalità di gestione ordinaria e di controllo straordinario della specie sull''intero territorio regionale ad eccezione dell''Ente Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. "Questo Piano è un tassello fondamentale della più articolata strategia di questa Amministrazione che, recependo le istanze degli attori istituzionali ed economici, mira ad affrontare e risolvere l'emergenza cinghiali sull''intero territorio regionale", dichiara Franco Alfieri, capo della segreteria del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

"L'obiettivo - aggiunge Alfieri - è contenere l'aumento delle popolazioni di questa specie che, negli ultimi anni, ha arrecato gravissimi danni alle colture agricole, oltre a influire negativamente sugli incrementi riproduttivi di diverse specie faunistiche rilevanti per la conservazione dell''ecosistema". Il Piano, coordinato dal Criuv (Centro di riferimento regionale per l'igiene urbana veterinaria) ed elaborato dal gruppo di lavoro dell''Università "Federico II" di Napoli, è stato approvato dall''Ispra e ha avuto parere favorevole dall''Ufficio Via della Regione.

Sono previste una serie di misure (prelievo in selezione, catture e girata) volte ad assicurare una gestione ottimale della specie in funzione delle caratteristiche ambientali e delle attività antropiche nelle varie aree. Il Piano è suddiviso in due parti: gestione ordinaria (aree a caccia programmata; prelievo nelle aree vocate mediante la braccata) e controllo straordinario (aree non vocate, aree a controllo mediante prelievo selettivo, girata e/o catture).

Dal punto di vista territoriale, la gestione è differenziata in: aree vocate; aree di caccia di selezione; aree a controllo (o a media vocazione); aree non vocate. Il piano sarà applicato dagli Ambiti territoriali di caccia, dagli enti gestori delle aree protette e degli istituti faunistici regionali.

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