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Luca Gironi

Luca Gironi

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EMERGENZA CINGHIALI IN CALABRIA: PER LA CIA I PROVVEDIMENTI SONO QUASI INESISTENTI

  • Pubblicato in Notizie

Si è tenuto nei giorni sorsi, alla Cittadella Regionale, presso il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, dopo oltre cinque mesi (febbraio) dalla richiesta d’incontro inviata al Presidente della Giunta Mario Oliverio da parte di Cia, Confagricoltura e COPAGRI un incontro, per chiedere risposte concrete sui danni da fauna selvatica (cinghiali).

Erano presenti per Confagricoltura il Presidente regionale Alberto Statti, il Direttore regionale Angelo Politi ed il Presidente provinciale di Catanzaro Walter Placida; per la Cia Nicola Monteleone componente la Giunta regionale e Vicepresidente di Cia Calabria Sud; per Copagri il Presidente regionale Luigi Iemma. Hanno partecipato anche alcuni dirigenti del Comitato di Contenimento Cinghiali guidati dal Presidente Eugenio Fristachi. Per la Regione era presente Lorenzo Vitari, totalmente assenti i rappresentanti istituzionali della Regione.

La problematica dei danni nasce quando, al fine di soddisfare le richieste provenienti dal mondo venatorio, sono state effettuate ripetute campagne di immissioni, in particolare cinghiali di specie alloctone, aventi dimensioni e prolificità elevate in territori dove il cinghiale non è mai esistito. Nell’incontro, sono state ribadite le richieste e le proposte che ormai da anni si stanno inoltrando, anche nella Consulta Faunistica Venatoria Regionale, senza ottenere risposta alcuna; tra le principali: eradicazione della specie cinghiale nelle zone a vocazione agricola, con urgenza nelle aree vocate a colture di pregio; rotazione annuale delle squadre nelle aree di caccia; autodifesa degli agricoltori che muniti di porto di fucile e licenza di caccia possono abbattere i cinghiali nei propri fondi.

Oltre ai danni, i rappresentanti di Cia, Confagricoltura e Copagri, hanno espresso molta preoccupazione per il settore zootecnico poiché diversi cinghiali abbattuti sono risultati affetti da tubercolosi, in base a quanto accertato dai servizi veterinari, malattia che è facilmente trasmissibile agli altri animali ed anche all’uomo; essendo il cinghiale animale selvatico e in continuo movimento, è assai probabile la diffusione territoriale della malattia. Ciò sarebbe catastrofico per il settore zootecnico calabrese.

Cia, Confagricoltura e Copagri, ribadiscono forte perplessità e contrarietà all’intenzione della Regione di costituire una Task-force che affronti la problematica sanitaria con la partecipazione solo del servizio veterinario, delle associazioni venatorie e dei carabinieri forestali con esclusione degli agricoltori che sono gli unici a cui i cinghiali arrecano danno. Per questa ragione, si chiede la costituzione di una Task-force regionale più ampia che affronti la problematica nel suo complesso ed abbia poteri di intervento immediato, in quanto le scorribande dei cinghiali sul territorio e i danni cagionati all’agricoltura sono oramai quotidiani.

Solo alla fine del confronto si è venuti a conoscenza che in precedenza il capo struttura del Dipartimento aveva comunicato che su disposizione del Dirigente Generale la riunione era stata differita a data da destinarsi. Tutto ciò lascia le rappresentanze di CIA, Confagricoltura e Copagri molto perplessi, tanto da fare dubitare della effettiva volontà della Regione Calabria di affrontare con decisione la problematica.

Le compagini unite di Cia, Confagricoltura e Copagri, stanno sino ad ora stanno approcciando il confronto con diplomazia e con metodi propositivi, come nel loro stile, ma la pazienza sta finendo visto che dopo anni nessun provvedimento è stato adottato e quello che è stato fatto non ha prodotto nessun risultato. Perciò in assenza di provvedimenti efficaci, nelle prossime settimane, saremo costretti a mettere in atto azioni di protesta.

FIDC BERGAMO: IL CALENDARIO VENATORIO E LE REGOLE PER LA CACCIA AGLI UNGULATI IN LOMBARDIA NEL 2018-2019

L’inizio di agosto ha portato in dote le nuove regole sulla caccia in Lombardia in vista di una stagione venatoria che per la maggior parte dei cacciatori partirà il 16 settembre. Nessuna novità di fatto rispetto alla passata annata, in attesa di tutte le disposizioni sulle giornate integrative e sulle specie oggetto di riduzione.

Ecco tutte le disposizioni sulla caccia in Lombardia dei vari UTR CLICCA QUI

Anche per quanto riguarda la caccia agli ungulati nei Comprensori Alpini di caccia bergamaschi sono arrivate le disposizioni da Regione Lombardia, per stabilire date e soprattutto i piani di prelievo decisi. CLICCA QUI

Ecco invece tutte le date per la caccia agli ungulati:

– Caccia di selezione al capriolo:
Maschi I e II classe: dal 16 agosto al 31 ottobre;
Femmine I e II classe e maschi e femmine classe 0: dal 9 settembre fino al 9 dicembre.
– Caccia di selezione al cervo:
Maschi I classe: dal 16 agosto al 13 settembre – dal 14 ottobre al 9 dicembre;
Maschi II, III classe: dal 14 ottobre al 9 dicembre;
Femmine I e II classe, maschi e femmine classe 0: dal 14 ottobre al 9 dicembre.
-Caccia di selezione al camoscio: – tutte le classi d’età: dal 9 settembre al 9 dicembre.
– Caccia di selezione al muflone, solo nei C.A. Prealpi Bergamasche, CA Valle Seriana e
Valle Borlezza:
Maschi I classe e classi successive: dal 16 agosto al 9 dicembre;
Femmine I classe: dal 16 agosto al 9 dicembre;
Femmine II classe e classe 0: dal 1° Settembre al 9 dicembre;
– Caccia di selezione al cinghiale (solo nel C.A Prealpi bergamasche)
– tutte le classi d’età, ad eccezione delle femmine adulte di età superiore a 2 anni: dal 1°
settembre al 31 dicembre;
– femmine adulte di età superiore a 2 anni : dal 1° ottobre al 31 dicembre

VENETO: SUL NUOVO PIANO FAUNISTICO VENATORIO 2019-2024, INTERVIENE L'ASSESSORE PAN, “PROPOSTA-QUADRO CHE FA LA SINTESI DEI PIANI PROVINCIALI E DEFINISCE LE LINEE GUIDA”

(AVN) – Venezia, 6 agosto 2018

La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore all’agricoltura e alla caccia Giuseppe Pan, ha adottato - in via preliminare - la proposta di nuovo piano faunistico-venatorio regionale per il quinquennio 2019-2024. Dovrà sostituire e aggiornare l’attuale piano, scaduto nel 2012 e ripetutamente prorogato.

L’adozione in via preliminare della proposta di piano rappresenta una nuova tappa del percorso avviato un anno fa - ricorda l'assessore Pan - con l'approvazione della legge regionale n. 27/2017 che, come prima attuazione del riordino normativo imposto dalla riforma Delrio, ha ridefinito il quadro pianificatorio, riportando alla Regione l'unico livello di pianificazione in materia venatoria.

“La riforma Delrio ha svuotato le Province di competenze, poteri e risorse – precisa Pan – ma non per questo abbiamo voluto escludere il territorio da questo importante strumento di pianificazione: con una norma transitoria inserita nella legge 27 abbiamo valorizzato i contenuti dei piani provinciali consentendone la trasposizione nella costruzione del piano regionale. Piani che - ricorda ancora Pan - erano stati elaborati ed approvati prima che la riforma Delrio portasse discontinuità e confusione su identità e ruolo delle Province e della Città Metropolitana”.

“Il progetto della Giunta – chiarisce Pan - non intende togliere nulla ai territori, anzi, al contrario, mantiene un presidio locale in materia di caccia e anche di pesca, cercando di contenere i danni di un esodo purtroppo incontrollato di personale. Con l’istituzione del servizio regionale di vigilanza faunistico-venatoria e con l’ultima legge approvata in Consiglio in materia di caccia e pesca, la Regione sta cercando di riportare chiarezza nella pianificazione e nella gestione, perseguendo economie di scala ma salvaguardando la specificità dei territori”.

Con la nuova proposta di piano la Giunta regionale fissa alcuni principi base nella programmazione faunistico-venatoria, a partire dalla linea di demarcazione della Zona Faunistica delle Alpi e dalla suddivisione del territorio di pianura in Ambiti Territoriali di Caccia, nel rispetto delle indicazioni dei piani provinciali.

La proposta della Giunta, infatti, prende atto e consolida accorpamenti e riduzioni nel numero degli Ambiti territoriali di caccia, proposti dai rispettivi piani provinciali: in provincia di Treviso si passa da 13 a 10, come appunto prevedeva il piano provinciale orientato ad accorpare gli ambiti sulla base di bacini faunistici omogenei; nelle altre province, invece, il piano regionale conferma gli ATC esistenti, come richiesto dai rispettivi territori.

La proposta di piano della Giunta adegua, inoltre, gli organi gestionali degli Ambiti di caccia alle recenti modifiche legislative, favorendo la rappresentanza paritetica di cacciatori, agricoltori e ambientalisti.

“L’obiettivo è salvaguardare un sistema efficace che si fonda sul volontariato degli organi di gestione e sulla pari responsabilità di cacciatori e agricoltori, entrambi impegnati nelle attività di tutela e valorizzazione faunistica del territorio”, conclude Pan. “Il tutto all'interno di un quadro organico che vede valorizzati i cacciatori nel ruolo di gestione faunistica complessiva (ad esempio il controllo delle specie dannose, aliene e invasive) e crea un rapporto più stretto ed efficace tra gestione faunistica del territorio e conduzione agricola dei fondi”.

Dopo la prima adozione preliminare sugli aspetti gestionali, il piano prosegue ora il suo percorso in sede di valutazioni ambientali (VAS e VIncA), per raccogliere le esigenze e le indicazioni del territorio e dei portatori di interesse.

 

ATC Firenze. Botta e risposta tra ANLC e FIDC

L'Articolo apparso nei giorni scorsi sul quotidiano online  il Filo del Mugello, continua a produrre strascichi. Federcaccia, infatti, risponde a Liberacaccia che risponde nuovamente a sua volta:

Non è mia abitudine né della Federcaccia che rappresento, rispondere a polemiche strumentali, ma le affermazioni apparse sul “Filo del Mugello” del 1 agosto, meritano certamente una risposta e forse articoli del genere nascono proprio dal fatto che la campagna di tesseramento alle porte, come ogni anno, risveglia gli appetiti di coloro che non avendo una linea né un pensiero, vivono e si alimentano alla fonte della polemica. Squallidi speculatori, professionisti nell’arte di dividere il mondo venatorio e i cacciatori, al solo scopo di trarre qualche miserabile vantaggio, dalla coltre di fumo di volta in volta artatamente creata, per nascondere la propria incapacità e un gretto populismo.

Tutto ciò è il tratto caratterizzante di alcune associazioni venatorie con il chiaro obiettivo di attaccare la Federcaccia ed il proprio gruppo dirigente.

Purtroppo per loro, rimarranno delusi sulle molte aspettative che si sono prefissati; la Federcaccia infatti, oltre ad avere una nobile quanto trasparente storia alle spalle è ancora di più oggi, l’Associazione che porta in dote il bagaglio politico e culturale sul quale costruire il futuro del mondo venatorio e della caccia in questo Paese.

Non è un caso infatti, che la Federcaccia non possa certo svolgere il mestiere che le “mosche della frutta”, molto presenti in questa calda estate, si possono permettere. La storia e la responsabilità, impongono alla Federcaccia il “dovere” di una rappresentanza vera dei cacciatori; una rappresentanza che sappia esprimere un progetto, dare soluzione ai problemi, assicurare assistenza e servizi all’altezza dei tempi.

Per queste ragioni, da anni, si è dotata grazie alle migliaia di soci che rappresenta, di una forte rete organizzativa, di sedi, personale e competenze tecnico professionali, che ne fanno oggi come ieri, il punto di riferimento e di elaborazione indiscusso nel panorama venatorio nazionale. Sì avete capito bene: noi spendiamo i soldi dei nostri iscritti per fare rappresentanza qualificata, per dare loro servizi, non per regalare borse e bandiere nei magnifici stand pieni di gadget ma vuoti di idee e proposte.

E’ in questo contesto e non certo per ragioni economiche, che da tempo si è dotata, in Toscana, di una società, come le Associazioni agricole, quelle artigiane, quelle commerciali e alcuni sindacati, per dare servizi qualificati e per supportare anche sotto il profilo gestionale e operativo, quelle che erano e rimangono le proprie finalità associative. Una associazione moderna e nel pieno rispetto della Legge può e deve porsi l’obiettivo di mettere in campo qualità e professionalità: è con questo spirito che la Società della quale si parla nell’articolo, ha operato negli anni grazie all’apporto di tecnici e professionisti qualificati e onesti, ai quali va oggi come ieri tutta la nostra stima e fiducia.

Una Società, che non ha mai trasferito risorse economiche nelle casse di Federcaccia a nessun livello, sia regionale che provinciale e che ha ottenuto incarichi ed affidamenti, vincendo gare pubbliche anche europee e in concorrenza con altre società e professionisti altrettanto qualificati. Tutto nella massima trasparenza, senza sotterfugi né incarichi diretti. Chi oggi, intende strumentalizzare una indagine per colpire il cuore di una storia e trarre giudizi sulle persone ancor prima che le stesse indagini si concludano, non solo dimentica il principio di presunzione di innocenza che è base del nostro codice, ma si erge a Giudice Supremo senza ovviamente esserlo.

Ma è forse inutile dare spiegazioni a chi non ha una visione seria dei processi e magari per proporre qualcosa si limita a scopiazzare il compito già svolto da altri; la Federcaccia non può per sua natura mettersi sul piano di chi vive dell’arroganza del “bocio”, mesta nel torbido della calunnia e ha un perenne bisogno del nemico per dimostrare la propria esistenza e magari “rubare” alcune tessere. La differenza profonda e la diversità infinita che ci contraddistingue sta proprio in questo punto essenziale; la Federcaccia lavora ogni giorno per dare un senso ed un pensiero alla caccia, si spende con ogni energia per unire il mondo venatorio e non per dividere i cacciatori, si impegna alacremente per rifondare un progetto attrattivo, che rimotivi i tanti delusi, avvicini i giovani e faccia comprendere il senso vero dell’attività venatoria.

Voglio anche spiegare l’ arcano che assegna a Federcaccia i rappresentanti negli organi degli ATC. L’essere presenti con i propri dirigenti all’interno dei Comitati di gestione degli ATC fiorentini in numero superiore a quello di altre A.V. deriva dal numero degli associati e dalla legge 3/94 che in un apposito articolo norma la composizione dei Comitati stessi in base ai numeri degli iscritti: l’Associazione che sul “Filo del Mugello” chiede una propria rappresentanza, la avrà quando i suoi numeri lo consentiranno. In democrazia i numeri contano e non, come ad arte si insinua, per torbidi interessi, ma per giusto scopo di rappresentatività; ma capisco, leggere le leggi è faticoso più della maldicenza.

Federcaccia poi, nello specifico, con forte senso di responsabilità, quando il Presidente dell’ATC 4 Fi Nord, espressione della Coldiretti, si è dimesso (metà maggio) proprio per evitare problemi a tutti i cacciatori (associati o meno alla Fidc) in vista della preparazione della nuova stagione venatoria, ha deciso di chiedere ai propri rappresentanti, un impegno maggiore nel Comitato e da qui è nata la Presidenza Fidc nell’ATC 4 Fi Nord.

Dalle fondamenta enunciate parte e si rafforza l’ambizioso quanto necessario progetto della Confederazione Cacciatori Toscani, alla quale aderiscono Federcaccia, ANUU, ARCT e EPS, ben oltre il 60% dei cacciatori praticanti della Regione Toscana e nel futuro della creazione di un nuovo e autorevole soggetto comune a livello nazionale. Le energie e le competenze, noi le mettiamo per dare forza e sostanza a temi vitali per i cacciatori; non viviamo per generare stupida concorrenza, né svendite a saldo di tessere assicurative. La strada è ancora lunga, ma certamente noi siamo in cammino verso la giusta direzione. I cacciatori che anche in queste ore frequentano le nostre sedi e parlano e discutono dei problemi concreti con i nostri dirigenti sanno bene con chi stare; stanno discutendo del positivo risultato dell’incontro CCT sugli appostamenti fissi; stanno discutendo della distribuzione e ritiro dei tesserini venatori nel Comune di Firenze e in altri della Città metropolitana ad opera soltanto di associati Fidc e Anuu; delle immissioni di fagiani sul Territorio a Caccia Programmata in aggiunta a quelle degli ATC a carico della Fidc (710 capi su un totale di 900 da parte delle A.V. nel solo ATC FI Nord); il progetto fagiano che stiamo realizzando nella ZRC Elzana (ATC 4 Fi Nord) in collaborazione con la Scuola di biologia dell’Università di Firenze, partendo dal genotipo dei fagiani catturati all’Isola di Pianosa; il servizio di prenotazione al CUP per le visite mediche relative al rinnovo del porto d’armi, senza ovviamente dimenticare l’assistenza quotidiana a tutti i cacciatori che i collaboratori di Federcaccia in tutti i territori della Regione Toscana offrono.

Stiamo lavorando per la caccia e per tutti i cacciatori; forse qualcuno non si è accorto che per la prima volta in parlamento è nato un intergruppo al quale aderiscono parlamentari di tutti i gruppi politici, dichiaratamente anticaccia; noi vogliamo difendere la caccia dai nemici veri; non cerchiamo nemici tra i cacciatori. Questo esercizio masochista lo lasciamo volentieri ad altri.

Simone Tofani, Presidente Federcaccia Firenze

COMUNICATO DEL 05/08/2018

Il Sig. Tofani della Fidc risponde all'articolo della Libera Caccia sull'inchiesta in corso nelle ATC fiorentine con una lunghissima lettera, farcita di offese, incattivita come non mai alla quale, veramente verrebbe da nemmeno commentare per non dare troppa importanza alla cosa, ma quello che rivolge ad ANLC, oltre ad asserire che questa associazione “non ha né una linea né un pensiero” segno della totale ignoranza e conoscenza delle innumerevoli proposte che abbiamo fatto ed alle quali, naturalmente FIDC non ha dato il benchè minimo supporto, vogliamo elencare la serie di epiteti con i quali il Tofani definisce ANLC, i suoi soci, i suoi dirigenti: “squallidi speculatori”, “professionisti nel dividere il mondo venatorio”, “coltre di fumo”, “incapaci”, “gretti populisti”, “mosche della frutta”, “giudici supremi”, “scopiazzatori di compiti già svolti” oltre all’accusa di dispensare bandiere e gadgets per ogni dove.
Ci sarebbe da rispondere punto per punto alle offese ricevute, dispensate da una cattiveria mai vista in precedenza e che rivela ai cacciatori che sicuramente leggendo il comunicato del Tofani si sono stancati dopo 10 righe, rivela come dicevamo quanto abbia colpito nel segno l’articolo di ANLC e quanto sia grande la difficoltà dei dirigenti FIDC che nell’annaspare nel groviglio di errori del passato e del presente ( e sorvoliamo per carità di popolo sulle attuali inchieste) non trovano altro che attaccare la Libera Caccia con una serie incredibile di ingiurie.
Per non tediare il cacciatore che legge, ne prendiamo solo due: Chiamare “mosche della frutta” una Associazione Riconosciuta dal 1968 che rappresenta attualmente la SECONDA realtà venatoria a livello nazionale per numero di soci, e che lo è diventata, crescendo ogni anno in maniera esponenziale proprio perché non ha mai “scopiazzato” compiti profondamente e totalmente sbagliati (legge 157 in primis) fa veramente sbellicare dalle risate, Sig. Tofani.
Sorvoliamo sulle altre ingiurie profuse gratuitamente. Non c’è bisogno di ulteriori commenti. Queste guerre all’interno del mondo venatorio fanno male a tutti: i cacciatori, specialmente quelli poco informati, rimangono sconcertati vedendo soprattutto che dalla parte opposta, nell’arcipelago anticaccia sono tremendamente uniti e compatti nel darci addosso. Ed a noi ANLC, che siamo garantisti fino al midollo e respingiamo il “tintinnar di manette” ancor prima del giudizio finale, l’essere chiamati “giudici supremi” significa soltanto l’esatto opposto di quello che siamo. Lasciamo che l’inchiesta faccia il suo corso e se ci sono stati errori, che chi li ha commessi paghi. Ma nemmeno avere il diritto di segnararlo con un articolo, questo è troppo, da parte di chi detiene il potere assoluto all’interno della maggioranza dei comitati ATC Toscani ed in special modo quelli coinvolti nelle indagini, dove ANLC non ha alcuna responsabilità, sia chiaro.
La sua lettera Tofani, per chi, tappandosi il naso ha la pazienza di leggerla fino in fondo è soltanto un colossale boomerang che mette allo scoperto la grande difficoltà nella quale una grande, grandissima Associazione Venatoria che contava quasi 800.000 soci negli anni 90 si ritrovi ridotta ad un quarto di quel numero e sia costretta a richiamare la favola di una fantomatica Unità, naturalmente a guida FIDC, nella quale, l’ingresso di Anlc che cresce mentre le altre calano, ve la potete sognare. E l’unica cosa che ci viene in mente sulla sua serie incredibile di ingiurie con le quali definisce la Libera Caccia, per non finire ancora in peggio, richiedono una cosa soltanto da parte sua. Le scuse, ufficiali, da parte di FIDC Toscana. Restiamo in attesa.

Ufficio Stampa Associazione Nazionale Libera Caccia Toscana

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