Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Luca Gironi

Luca Gironi

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Trentino: a rischio la stagione venatoria

Stagione a rischio per i cacciatori del Trentino. La spada di Damocle è rappresentata da un ricorso presentato dagli animalisti contro la norma provinciale che consente ai cacciatori della Provincia di Trento di praticare la caccia vagante e da appostamento. Il TAR ha accolto il ricorso e adesso non resta che aspettare la sentenza definitiva del Consiglio di Stato.

http://www.trentotoday.it/green/caccia-stagione-ricorso-tar-appostamento.html

 

Umbria: il Consiglio di stato ha fissato l'udienza sul Ricorso della Regione Umbria per l'annullamento dell'ordinanza del Tar

  • Pubblicato in Notizie

 (aun) – Perugia, 3 ago. 2018 – Si terrà il 6 settembre prossimo l’udienza davanti al Consiglio di Stato per discutere dell’istanza cautelare con cui la Regione Umbria ha chiesto l’annullamento dell’ordinanza del Tribunale amministrativo regionale circa alcune parti del calendario per la prossima stagione venatoria a seguito del ricorso presentato dal Wwf Italia. La data della discussione collegiale è stata fissata con un decreto urgente dal Consiglio di Stato che, in attesa dell’udienza, ha respinto l’appello promosso dalla Regione attraverso l’Avvocatura regionale, con l’intervento “ad adiuvandum” delle associazioni venatorie.

“Resta al momento sospesa la sola caccia di selezione alle specie daino e capriolo – sottolinea l’assessore Cecchini – mentre non è in discussione la caccia nelle domeniche del 2 e 9 settembre, secondo gli orari e le modalità previste dal calendario alle specie alzavola, marzaiola, germano reale, tortora, colombaccio, cornacchia grigia, ghiandaia e gazza”.

“Nell’appello cautelare – conclude l’assessore – abbiamo puntualmente documentato come la Regione abbia rispettato le previsioni normative, argomentando le motivazioni per cui la decisione del Tar sul ricorso del Wwf sia da considerarsi nulla. In sede di udienza torneremo a sostenere le nostre ragioni, anche perché la sospensione della caccia di selezione agli ungulati determina gravi danni all’interesse pubblico”.

Arci Caccia Toscana: Sugli ATC di Firenze occorre fare chiarezza

 

Sulla situazione attuale e passata degli Atc Fiorentini, occorre operare per fare un minimo di chiarezza. In un articolo uscito recentemente sulla stampa, si torna a parlare della gestione degli ambiti del capoluogo. Ci uniamo alle perplessità di chi rileva l’originalità della costituzione di una società con scopo di lucro da parte di un’associazione venatoria. Società nata con lo scopo di lavorare in ATC dove, spesso e volentieri, la suddetta Associazione, in un modo o nell’altro poteva contare sulla maggioranza assoluta dei rappresentanti. Certo, in passato, la dirigenza toscana della nostra associazione ha parzialmente avvallato questa pratica discutibile. Posizione che l’ha portata in aperto contrasto con il resto dell’Arci Caccia ed ha avviato un percorso che ha causato addirittura una scissione. Adesso questi signori hanno traslocato, passando armi e bagagli nell’associazione maggioritaria, con cui evidentemente si trovano più in sintonia e noi stiamo lavorando per un nuovo corso, basato sulla trasparenza e la correttezza anche nei rapporti con gli ATC. Questo per rispondere all’intervista rilasciata dall’ex presidente dell’ATC 4, che ci chiama in causa assieme a Fidc per la costituzione dell’onerosissimo contratto di servizio con la società Oikos. L’ex presidente, agricoltore, ma anche cacciatore (indovinate con quale tessera in tasca) ci informa di essersi dimesso, non per le inchieste in corso, ma per lasciare il timone ad un cacciatore, non trovando giusta la guida di un ATC in mano ad un agricoltore… Ci preme sottolineare che, in un modo o nell’altro, tutte le associazioni principali erano presenti nell’ATC, magari rappresentate da agricoltori o ambientalisti, anche se con pesi decisamente diversi, quindi chi è senza peccato lanci la prima pietra, e che, comunque, quella che c’è adesso, non è la stessa Arci Caccia di allora. Noi abbiamo pagato un prezzo salato sull’altare della trasparenza e dell’integrità. Adesso è forse il caso che qualcun altro compia lo stesso percorso.

Arci Caccia Toscana

REVISIONE DEI KEY CONCEPT: LA CABINA DI REGIA RISPONDE AL MINISTERO DELL’AMBIENTE

Fornendo un articolato documento tecnico le Associazioni venatorie riunite nella cabina di regia e il CNCN hanno risposto alla richiesta del Ministero nell’ambito della procedura di revisione del documento che fissa i periodi di riproduzione e di migrazione prenuziale delle specie

Roma, 3 agosto 2018 – Lo scorso 13 luglio le associazioni venatorie hanno ricevuto una nota del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con la quale veniva loro richiesto, all’interno della avviata procedura di revisione del documento Key Concepts, di produrre e fornire al Dicastero entro il 31 dello stesso mese una documentazione tecnico-scientifica per le specie per le quali si voleva richiedere un cambiamento delle date fissate dell’attuale documento K.C.

Le associazioni venatorie Federcaccia, Enalcaccia, ANUUMigratoristi, Arcicaccia, Liberacaccia, Italcaccia, EPS e il CNCN riunite nella Cabina di regia hanno provveduto a far pervenire entro la data indicata un articolato e scientificamente fondato documento a sostegno della loro richiesta di modifica dei K.C. nazionali attualmente previsti per le specie Alzavola (Anas crecca), Beccaccia (Scolopax rusticola), Tordo bottaccio (Turdus philomelos), Cesena (Turdus pilaris) e Tordo sassello (Turdus iliacus).

Per le prime 4 di queste specie sono disponibili lavori scientifici promossi e sostenuti dalla Federazione Italiana della Caccia, e associazioni affiliate o settoriali, svolti in collaborazione con Università o ricercatori-inanellatori abilitati ISPRA mentre per il Tordo sassello si richiede una rivalutazione del K.C. alla luce di dati internazionali.

L’auspicio è quello di una revisione positiva di un documento nazionale che pone i cacciatori italiani in evidente stato di disparità rispetto ai praticanti di altri Stati dell’Unione Europea, in particolare quelli di latitudine simile all’Italia.

SUL FIUME PIAVE DI 100 ANNI FA Designata la seconda Area Wilderness del Veneto!

Sono trascorsi 100 anni da che “Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio…”. E ne sono trascorsi, coincidenza, 24 da quando nella parte alta del suo bacino imbrifero l’allora Azienda Regionale delle Foreste del Veneto (oggi “Veneto Agricoltura”) e poi il Comune di Perarolo di Cadore (Belluno) designarono quella che è considerata la prima Area Wilderness alpina (in realtà, geograficamente parlando, solo la seconda): la Valmontina.
L’altro ieri, 31 luglio, il Comune di Crocetta del Montello, in Provincia di Treviso, ha designato quello che è il primo settore della seconda Area Wilderness della Regione Veneto: Settore di 940 ettari, denominata Area Wilderness Piave della Battaglia. Un grande successo per l’Associazione Italiana per la Wilderness che da oltre trent’anni si batte affinché alcune zone selvagge d’Italia restino tali e quali furono e sono giunte a noi; un impegno di salvaguardia che, soprattutto in questo caso, sono il migliore e doveroso atto commemorativo in ricordo delle migliaia di soldati italiani che cento anni fa combatterono quella battaglia per la riconquista del suolo patrio che ci era stato sottratto, molti sacrificando la loro vita, altri ritornando alle proprie case con menomazioni, ed altri ancora con storie di sacrifici inenarrabili, lieti solo di essere tornati. Sulle sponde del fiume ed anche nel suo greto, già esistono da anni, cippi e memoriali che ricordano quegli eventi e tutti quei morti, ma mai si era pensato che forse la cosa più giusta da farsi per ricordarli e per ricordare tutto quel tragico ed eroico evento in cui furono coinvolti, fosse il dare una perenne tutela al luogo in cui la battaglia si svolse. Questa proposta, alcuni anni fa è stata avanzata dalla scrivente Associazione, affinché si potesse giungere ad una grande Area Wilderness che preservi quel tratto di fiume di oltre 20 chilometri di lunghezza e vasto migliaia di ettari, considerato, appunto il ”Piave della Battaglia”. Oggi, apripista di quest’iniziativa, che cade proprio nel suo centenario, la prima pietra di un’Idea piuttosto che di un monumento, l’ha posta il Comune che di quel selvaggio greto fluviale ne possiede la maggior parte: Crocetta del Montello, guidato da un Sindaco che ha evidentemente saputo capire il valore di questa iniziativa, la Dott.ssa Marianella Tormen. La proposta, a suo tempo poi caldeggiata dalla Sezione AIW Provincia di Treviso (poi Treviso-Segugi & Segugisti, ed oggi Alto Trevigiano) guidata dall’Avv. Alberto Filippin, e dal Dott. Giustino Mezzalire, dirigente del settore foreste di “Veneto Agricoltura” e già artefice della citata prima Area Wilderness veneta, ma, soprattutto, convintamente sostenuta e poi presentata in Consiglio comunale, dal Delegato regionale dell’AIW per il Veneto, Gianni Garbujo, che con una coinvolgente relazione al Consiglio comunale ha saputo dare credibilità all’Idea e convincere tutti i Consiglieri affinché la proposta passasse con i voti unanimi di maggioranza e minoranza, come poi è avvenuto – e come sempre l’AIW richiede ai Comuni quando avanza queste proposte (in quanto svincolate dalla politica e basate solo sul riconoscimento di valori culturali e ambientali che tutti i cittadini devono sentire il dovere di salvaguardare, a prescindere dai loro interessi economici e/o politico-partitici).
Quel tratto di Fiume Piave da oggi, agosto del 2018, sarà quindi veramente reso noto, ma forse è meglio dire rimembrato, ai mas media, anche per una saggia finalità turistica, per quella “battaglia del solstizio” di cento anni or sono (era il giugno 1918), in quanto preservato nel suo antico stato, e senza che vi siano impediti tutti quegli usi ed attività del mondo rurale locale che da sempre vi vengono fatti o praticati.
Del lungo corso del Piave, dalla sua sorgente in Val Visdende al suo sbocco nel Mare Adriatico a Jesolo, questa che da oggi sarà conosciuta come Area Wilderness Piave della Battaglia (69° Area Wilderness d’Italia) ne preserva il tratto più ininterrotto rimasto nel suo lungo corso. Un’area che sarà anche una libera valvola di sfogo per le future alluvioni che dovessero interessare il bacino del Piave. Forse la più saggia delle decisioni che i Governi dovrebbero prendere quando si interessano di tali eventi, anziché programmare costosi imbrigliamenti e contenimenti dell’acqua. In fondo, Wilderness è anche questo!

 

Murialdo, 2 Agosto 2018 Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura