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Luca Gironi

Luca Gironi

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BASILICATA: AL VIA I CORSI DI FORMAZIONE PER CACCIATORI

“Dopo il successo della prima edizione del corso per l’abilitazione a conduttore di cane limiere, conclusosi nei giorni scorsi con i primi 58 che hanno ottenuto la qualifica regionale, come annunciato, proseguono le attività del Dipartimento Agricoltura per la formazione di operatori sempre più qualificati, con l’attivazione delle azioni e dei percorsi previsti dall’Accordo firmato con Enci.”

Lo comunica l’assessore alle Politiche agricole e forestali, Luca Braia.

Dal 19 dicembre 2017 e fino al 2 gennaio 2018 i cacciatori residenti in Basilicata, possono fare richiesta per partecipare ai corsi di abilitazione a conduttore di cani da traccia, conduttori di cani limiere, monitoratore della beccaccia con cane da ferma e abilitazione per il controllo della specie cinghiale, volpe e corvidi, utilizzando la modulistica disponibile sul portale regionale, nella sezione Dipartimento Politiche Agricole e Forestali.

Inoltre, dal 19 al 27 dicembre 2017, tutti i cacciatori residenti in Basilicata in possesso di “Attestato per il monitoraggio della beccaccia con cane da ferma”, che intendono partecipare al monitoraggio della specie beccaccia a far data dal 01/01/2018, potranno inoltrare la domanda di adesione al Dipartimento Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata sull’apposita modulistica disponibile sempre sul portale regionale.

Le domande possono essere presentate a mano, con raccomandata o a mezzo pec all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

(www.ladeadellacaccia.it)

Arci Caccia Veneto attacca Berlato sull'emendamento alla finanziaria

  • Pubblicato in Notizie

Appare quantomeno singolare l’emendamento al collegato alla legge di stabilità regionale presentato dal Consigliere Sergio Berlato che stabilisce di destinare alle associazioni venatorie, riconosciute a livello nazionale e regionale, il 20% delle risorse provenienti dalle tasse di concessione regionale versate dai cacciatori. Ancora di più se si legge nel merito cosa servirebbero questi soldi: per finanziare progetti di informazione e sensibilizzazione ai praticanti il culto della Dea Diana…

Ci poniamo un quesito.

I cacciatori versano allo stato ed alla regione delle cospicue tasse ammontanti per ciascuno di essi : € 173.16 a favore dello Stato e € 84.00 a favore della regione.

Orbene, molte di queste persone sono pensionati e fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Il calo di cacciatori di questi anni è anche per “via economica”, legato alla crisi.

Per questa ragione, forse, non era più opportuno che, qualora ci sia la possibilità di ricavare delle risorse nel bilancio regionale a favore della caccia, queste siano destinate alla riduzione delle tasse di concessione annuale piuttosto che a finanziare fantomatici progetti predisposti dalle associazioni venatorie “riconosciute a livello nazionale e regionale”?

E appare ancor di più strumentale che proprio dal massimo rappresentante di una delle associazioni venatorie provenga un simile emendamento…

Sappiamo che la discussione avvera’ nei prossimi giorni e che siamo difronte ad una evoluzione dal punto di partenza, ma auspichiamo comunque in un “ravvedimento operoso” da parte del Consiglio Regionale che ci pare più sensato.

Basta slogan e propaganda sulla caccia, ma risposte fattibili e serie. La buona cultura venatoria non si pratica in questo modo, ma con coerenza e quotidianità del messaggio associativo.

Giuliano Ezzelini Storti

Presidente Regionale Veneto ARCI Caccia

Piergiorgio Fassini

Vice Presidente Regionale Veneto ARCI Caccia

Delegato ai rapporto con il Consiglio Regionale

ANUU: TEMPO DI SVERNANTI

 

Ultimi giorni di un anno da ricordare molto positivamente per quanto riguarda la migrazione autunnale dei grandi turdidi con al top il Tordo bottaccio seguito dal più che buono passaggio del Tordo sassello e con un annuncio positivo della Cesena che quasi sicuramente darà ancora soddisfazioni nei prossimi mesi. Queste note settimanali che l'ANUU Migratoristi in collaborazione con l'Osservatorio Ornitologico di Arosio della FEIN ed in collegamento con gli altri Osservatori europei, che ci hanno accompagnato dall'inizio della stagione migratoria, saranno poi raccolte, come di consueto, nel resoconto finale della migrazione post-nuziale di questa stagione. In estrema sintesi comunque è stata un'annata migratoria dove la meteorologia ha agevolato il fenomeno migratorio grazie ad una stagione senza particolari perturbazioni e con le temperature al di sopra della norma stagionale e con sole splendente. In questo contesto molte specie transahariane come Balia nera, Beccafico, Prispolone, Codirosso comune e i vari Luì, sebbene abbiano ritardato il loro passaggio di alcuni giorni rispetto al calendario, sono state presenti in modo soddisfacente incontrandosi per un breve periodo anche con le specie più rappresentative dell'autunno come il Tordo bottaccio, il Pettirosso e la Passera scopaiola. E, se come già detto prima, i turdidi l'hanno fatta da padrone, anche i fringillidi non sono stati da meno con la buona ricomparsa del Frosone e della Peppola accompagnati in modo più localizzato dal Lucherino. A loro si aggiunge la buona presenza del Fanello e del Fringuello, quest’ultimo secondo le varie zone. Tra i passeriformi si sono notati anche buoni contingenti di Allodole, Pispole e Colombacci mentre tra i non passeriformi il Beccaccino non ha avuto una migrazione positiva a differenza della Beccaccia, che ha dimostrato ancora il suo buono stato di salute. Tra gli anatidi l'Alzavola e il Germano reale anche quest'anno sono state le specie più numerose. Comunque, se la stagione è stata positiva, per i seguaci della caccia al capanno rimane sempre il rammarico che, nonostante norme ben chiare e legittimanti, grazie ai "giochi della Regione", il rifornimento corretto e in piccola quantità dei richiami vivi è venuto meno. Ma Natale è vicino e in questo contesto naturale che raduna nei nostri territori tutte quelle specie svernanti che cercheranno in questo periodo un pò di cibo e riparo sarà utile pensare a vivere al meglio e serenamente queste feste con l'augurio che il 2018 sia meno ansioso, ma soprattutto meno invaso da personaggi che non meritano in alcun modo la nostra attenzione.

AIW: LO STRANO AMBIENTALISMO DEGLI ITALIANI D’OGGI

 

Amore per gli animali versus amore per la Natura

 

Ma che strano mondo sta divenendo questo degli ambietal-animalisti degli anni duemila? Un tempo, ormai tanto tempo fa, quando si parlava e scriveva dell’importanza di salvaguardare gli aspetti del mondo naturale, tutti parlavano o scrivevano di flora e di fauna endemica e rara, di spazi naturale e biotopi da salvare e conservare, di luoghi da preservare per la loro bellezza o valore storico-culturale; in pratica, di Natura con la N maiuscola. E prova ne sono le annate delle riviste che allora si pubblicavano, di articoli giornalistici e di libri o studi scientifici, spesso portavoce di quel movimento in difesa della Natura suddiviso tra poche sigle: Pro Natura, Italia Nostra, WWF, LIPU, tutte serie, motivate e ben condotte. Oggi quel mondo non esiste più. Oggi quando si parla di ambiente si parla di politica e di salute pubblica, e quando si parla di Natura si parla solo di animali: animali quali che siano pur che siano animali: autoctoni, esotici, selvatici, semidomestici, domestici: non è importante, l’importante è… che siano ANIMALI! La serietà scientifica di un tempo svenduta al miglior offerente, che sia della politica o della società civile.

Nel resto del mondo si fa di tutto per preservare la biodiversità autoctona della fauna selvatica, da noi si parla solo di biodiversità qualche che sia. L’impegno di salvare alcune popolazioni di animali è volto solo a finanziare progetti milionari di studi e ricerche che non portano a nulla e non servono a nulla (o a poco), se non al mantenimento di ricercatori e studiosi vari, stipendiati a tempo pieno, di progetto in progetto possibilmente fino a farli giungere alla pensione. Intanto gli animali sono sempre di più, e quelli rari o endemici sempre di meno e sempre meno endemici (leggasi imbastarditi). Due esempi eclatanti: L’orso bruno e il Lupo.

In Abruzzo leggiamo che la Regione, a fronte del gravissimo problema della sempre più esigua popolazione del “marsicano”, composta da individui sempre più domestici, a suo favore ha stanziato miseri 60 mila euro così suddivisi: «10 mila per indennizzo danni; 20 mila per monitoraggio e controllo degli orsi problematici e acquisto di sistemi di dissuasione e di protezione per le riserve regionali; 10 mila euro per acquisto di sistemi di dissuasione e di protezione per le associazioni Ong ambientaliste impegnate sul tema; 20 mila euro per attività di gestione del PATOM». Pazzesco! La pur misera somma andava caso mai così suddivisa, se si volesse veramente salvare l’Orso marsicano: 20 mila euro per indennizzare i danni, 30 mila euro per la campagna alimentare a favore dell’orso nel territorio del Parco e solo (e forse è anche troppo) 10 mila euro per tutto il resto. Invece, si è preferito dare soddisfazione alle richieste più vicine alla Politica che non alla Natura. E si vorrebbe in questo modo salvare l’Orso marsicano, magari scrivendo e diffondendo Rapporti buonisti e positivisti: ovvero, nascondendo la realtà all’opinione pubblica?

In Trentino, sta facendo notizia la necessità di eliminare dalla circolazione un lupo ritenuto “rognoso”; e nessuno che abbia il coraggio di dire che quel lupo NON E’ un Lupo della sottospecie italiana, e neanche di quella centro europea. Per non dire di tutti gli altri casi di questi strani lupi “alpini” della cui origine nessuno vuole discutere, avendo sposato la tesi ufficiale (?) e non negoziabile di un “ritorno naturale” dagli Appennini. Facendo passare per negazionisti quelli che la pensano contrariamente; mentre negazionisti sono loro. I nuovi ambiental-animalisti che alla difesa della NATURA VERA preferiscono quella degli animali tout court!

Murialdo, 18 Dicembre 2017

Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness

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