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Luca Gironi

Luca Gironi

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Toscana: Cia, Arci Caccia e Libera Caccia firmano un protocollo di intesa per la gestione

Arci Caccia, Cia e Anlc, alla presenza dell’Assessore Marco Remaschi, hanno firmato un protocollo d’intsa che li impegna a lavorare insieme per una più giusta ed efficace gestione del territorio.

Superare l’emergenza ungulati. Patto agricoltura-caccia per la gestione del territorio. Siglato in Toscana il primo protocollo

Primo obiettivo del documento di collaborazione è la messa in atto di tutte le azioni rivolte alla piena attuazione e monitoraggio della Legge obiettivo e gli altri provvedimenti regionali

E’ stato sottoscritto oggi a Firenze un protocollo di intenti fra la Cia Agricoltori Italiani della Toscana, Arci Caccia Toscana e Libera Caccia Toscana. Si tratta del primo documento di intesa e di collaborazione fra organizzazioni agricole e associazioni venatorie. L’obiettivo dell’accordo, in sintesi, è quello di dare vita ad un reciproco patto di consultazione e collaborazione a livello regionale e nel territorio su tutti i temi connessi alla gestione faunistica; primo fra tutti la messa in atto di tutte le azioni rivolte alla piena attuazione e monitoraggio della Legge obiettivo e gli altri provvedimenti regionali. Superare insomma l’emergenza ungulati che sta attanagliando l’agricoltura toscana da anni in un clima di reciproca collaborazione con il mondo venatorio.

Il documento è stato sottoscritto dai presidenti regionali delle tre sigle, Luca Brunelli (Cia Toscana), Sergio Sorrentino (Arci Caccia, presidente nazionale e rappresentante per la Toscana) e da Alessandro Fulcheris (Libera Caccia), alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi.

I temi trattati dall’accordo sono la prevenzione dei danni causati dagli ungulati; il contenimento e il riequilibrio dei danni; oltre al risarcimento agli agricoltori colpiti. La gestione del territorio ha un valore strategico prioritario ai fini della competitività della Toscana, per valorizzare l’agricoltura, l’ambiente, la biodiversità e la fauna selvatica.

In primis l’accordo punta al perfezionamento della definizione delle aree vocate e non vocate per le diverse specie di ungulati; ad una gestione sinergica dei diversi strumenti previsti dalle norme regionali per il contenimento della presenza di ungulati affinché vengano raggiunte le densità sostenibili nelle aree vocate e l’eliminazione degli stessi nelle aree non vocate (aree agricole).

Ma anche – spiegano Cia, Arci Caccia e Libera Caccia della Toscana – alla effettiva gestione faunistica di tutto il territorio regionale attivando efficaci misure di contenimento, prelievo e di prevenzione compresi gli istituti, le aree protette, naturali ed i parchi. Inoltre si deve andare verso uno snellimento delle procedure per raggiungere gli obiettivi di controllo e riduzione dei danni alle produzioni agricole avvalendosi dei metodi già in essere e previsti dalla normativa in vigore (braccata, girata, selezione, piani di contenimento e prelievo, controllo).

«Si è aperta una stagione nuova nei rapporti tra mondo agricolo e venatorio – sottolinea il presidente della Cia Toscana Luca Brunelli -; partiamo dall’interesse comune per valorizzare la gestione del territorio, delle produzioni agricole e delle attività faunistico-venatorie. L’obiettivo prioritario è dare un forte contributo e nuovo impulso al superamento della emergenza ungulati. Questo è un primo passo, abbiamo condiviso comuni obiettivi e priorità di collaborazione con due importanti associazioni venatorie, l’auspicio è che questi intenti e nuove relazioni diventino patrimonio comune di tutti i soggetti del mondo agricolo, venatorio e delle altre categorie interessate. Anche questi aspetti sono determinanti per rafforzare la competitività della Toscana e delle imprese agricole, perché la presenza della fauna deve essere sempre sostenibile e compatibile con l’agricoltura, e non viceversa».

«Oggi qui e fra qualche giorno a Milano sempre insieme alla Cia – dice Sergio Sorrentino di Arci Caccia – il tema del rapporto tra mondo agricolo e gestione della fauna selvatica dovrà trovare non più soluzioni teoriche ma creare le condizioni per la piena e fattiva operatività sul territorio di norme e comportamenti degli Atc che concorrono alla conservazione e valorizzazione delle produzioni agricole rispetto alla presenza di specie problematiche della fauna selvatica che stanno producendo ingenti danni all’agricoltura italiana. Occorre un'analisi approfondita anche dell'operato dei tecnici, che a costi stratosferici, studiano, studiano e non producono niente. Crediamo che la creazione della centrale unica di committenza ci aiuterà almeno a tenere sotto controllo i costi. Non è più tempo di chiacchiere – prosegue -, occorrono fatti sia per il riconoscimento rapido ed il rimborso dei danni sia per valorizzare l’impegno indispensabile degli agricoltori per far funzionare le zone di ripopolamento e cattura e quante altre strutture faunistiche necessarie a riportare una consistente presenza in Toscana di specie quali il fagiano e la piccola selvaggina che sono una ricchezza del paesaggio delle campagne toscane. Questa responsabilità – conclude Sorrentino – non può essere elusa da alcun portatore di interessi, tutti debbono farsi protagonisti di un interesse comune che è quello della valorizzazione dell’agricoltura e delle specie selvatiche compatibili senza più nascondersi dietro ideologie animaliste fondamentaliste che sono ormai un’aggressione all’economia e alla ripresa di questo Paese».

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«Salutiamo con favore questo documento di intenti che va nella direzione di una migliore gestione dell’attività venatoria Toscana ed incontro agli interessi di chi trae dalla terra il proprio sostentamento – aggiunge Alessandro Fulcheris, presidente regionale di Libera Caccia -. Cacciatori ed Agricoltori fanno parte dello stesso mondo ed un rapporto sinergico tra queste due realtà può risolvere i problemi degli uni e degli altri. Una collaborazione su una serie di punti condivisi tra i quali l’emergenza ungulati, il ripristino degli habitat, la valorizzazione delle aree incolte, uno sviluppo della selvaggina nobile stanziale, una più decisa lotta ai predatori sia nel territorio libero che nelle ZRC (zona ripopolamento e cattura) e ZRV (zona di rispetto venatorio), interventi all’interno delle aree protette dove attualmente albergano indisturbati ungulati e predatori senza nessun controllo, risarcimento dei danni agli agricoltori fanno di questo documento uno strumento che, se ben gestito, può essere un potenziale mezzo per la risoluzione dei problemi che affliggono da tempo il mondo rurale della Toscana. Caccia ed Agricoltura sono da sempre indissolubilmente legate da comuni interessi. Il ruolo centrale affidato agli ATC è un altro elemento condiviso per fare in modo che queste due realtà viaggino di comune accordo, con un rapporto migliore di quello che si è avuto fino ad oggi. ANLC (Libera Caccia), seconda Associazione Venatoria Nazionale per numero di iscritti, assume una responsabilità importante in tutto questo, cercando faticosamente di superare vecchie ruggini tra Associazioni Venatorie che provengono da lontano, nella piena consapevolezza che, anche se permangono diverse vedute, si fissano alcuni punti in comune da perseguire e portare avanti nell’interesse di tutti».

<< Questo accordo, in cui noi crediamo molto, aggiunge Sisto Dati Vice Presidente Nazionale ANLC, è frutto di un dibattito molto acceso all’interno della nostra associazione, che ha richiesto una grande capacità di mediazione, ma noi certamente comprendiamo bene l’importanza di una collaborazione con le altre associazioni, venatorie e agricole. Dobbiamo lavorare con gli agricoltori negli ATC perché i danni possono essere risarciti e non indennizzati. Questi due termini possono sembrare sinonimi, ma il primo prevede un pagamento parziale del danno periziato, mentre il secondo implica la corresponsione del totale della cifra. Gli ATC non possono permettersi esborsi simili, pena la paralisi della gestione. Sono ormai più di vent'anni che i danni della fauna selvatica vengono pagati con i soli soldi dei cacciatori, adesso con  l'eliminazione dei finanziamenti e il calo dei praticanti le risorse non ci sono più. Dobbiamo dire basta>>.

Prende la parola, poi, Cinzia Pagni vice presidente Nazionale Cia che invita con forza alla collaborazione, per trovare una soluzione comune al problema ungulati. << Spendere i soldi del PSR per le recinzioni che modificano e deturpano il territorio toscano è un vero e proprio insulto alle prospettive di sviluppo di questo paese. Dobbiamo fare fronte comune contro il crescente animalismo, che considera agricoltori e cacciatori come un male da combattere, rifiutando qualsiasi controllo non solo degli ungulati ma anche di nutrie, corvidi, storni, lupi e orsi, ecc..>>

Conclude l’Assessore Marco Remaschi, invitato ad assistere alla firma del protocollo <<la collaborazione tra mondo agricolo e venatorio è fondamentale, solo così potremo sperare di ottenere i miglioramenti normativi necessari alla gestione. La politica, da sola non può farcela ad imporre provvedimenti che possono essere invisi ad una parte della pubblica opinione. Certo, però, una richiesta presentata in modo condiviso da mondo venatorio e agricolo avrà ottime possibilità di trovare ascolto da parte del governo regionale e, perché no, nazionale>>.

Le tre associazioni si impegnano a promuovere una revisione normativa, a partire dalla legislazione nazionale anche con apposite leggi di supporto, in grado di superare gli attuali lacci e lacciuoli che imbrigliano la gestione faunistica in un inestricabile dedalo di competenze, causa principale del moltiplicarsi di un contenzioso senza fine. Su questi temi, Cia Agricoltori Italiani Toscana, Arcicaccia Toscana, Libera Caccia Toscana, si impegnano a promuovere un confronto ampio ed aperto a tutti gli ulteriori apporti, nella consapevolezza che solo attraverso un approccio incentrato su relazioni positive tra mondo agricolo, mondo venatorio e le altre categorie interessate, si possano determinare risultati positivi per la salvaguardia delle tradizioni venatorie e per la gestione del territorio, a partire da quella faunistica.

 

 

Firenze, 3 novembre 2017

ANLC: Pubblicato il programma delle competizioni cinofile 2018

INCONTRO CINOFILO DEI DELEGATI NAZIONALI DEL 29 SETTEMBRE 2017
ELENCO DELLE PROVE PROGRAMMATE nel 1° semestre 2018:
11° TROFEO “ MEMORIAL CANTELLI” SEGUGI SU LEPRE 24-25FEBBRAIO 2018 CAC
2° CAMPIONATO ITALIANO CACCIA PRATICA SU SELVAGGINA NATURALE CAC – CACIT BRESCIA 18
E 26 FEBBRAIO 2018
19 ° CAMPIONATO SEGUGI “ LEPRE “ DATA 2-3-4 MARZO 2018 PAVIA VAL DI NIZZA ( PV ) CAC
3° CAMPIONATO SU BECCACCE “ CAC – CACIT “ BORSO DEL GRAPPA ( TREVISO ) 17-18 MARZO 2018
36° CAMPIONATO ITALIANO SU CINGHIALI ATESSA CHIETI 14-15 Aprile 2018 SINGOLI e COPPIE
36° CAMPIONATO ITALIANO SU CINGHIALI AREZZO 28 APRILE MUTE SOCIALE
36° CAMPIONATO ITALIANO SU CINGHIALI AREZZO 29 APRILE MUTE CAC
25° TROFEO MOLFINO ENRICO 29-30 APRILE e 1 MAGGIO 2018 CASERTA
4° CAMPIONATO A QUAGLIE ATTITUDINALE COLFIORITO 20 MAGGIO 2018
4° PROVA ATTITUDINALE SU QUAGLIE ( UNDER 10-13-15 CON BAMBINI ) NARDO -
22° CAMPIONATO SOCIALE QUAGLIE ( ATTITUDINALE ) 2 GIUGNO 2017 AVELLINO.
19° CAMPIONATO SOCIALE A SQUADRE SU QUAGLIE DEL SUD E ISOLE POLICORO 13 MAGGIO 2018
4° CAMPIONATO SOCIALE A SQUADRE SU QUAGLIE DEL NORD ITALIA 26 MAGGIO2018 LODI.
19° TROFEO FULVIO CAPPELLI ASCOLI PICENO CAC ( LUGLIO 2018 )
12° TROFEO ANLC ALESSANDRO BISEGNI CAC RIETI ( LUGLIO 2018 )
49° MEMORIAL SATTI AGOSTO 2018 RAZZE DA FERMA CAC - CACIT
38° CAMPIONATO SOCIALE TROFEO DIANA 6-7- OTTOBRE ( LUOGO DA STABILIRE) RAZZE DA FERMA CERCA E DONNE .
18° CAMPIONATO SPANIEL SELVATICO ABBATTUTO OTTOBRE 2018 CAC - CACIT
14° CAMPIONATO A BECCACCE CAPRACOTTA NOVEMBRE 2018
5° CAMPIONATO A BECCACCINI NOVEMBRE 2018 PAVIA ROBBIO LOMELLINA CAC

FIDC BRESCIA: UNGULATI, PROVE DI CACCIA IN UNGHERIA

 

 

La formazione venatoria è un elemento chiave per creare consapevolezza del ruolo che il cacciatore ricopre nella gestione della risorsa fauna e del territorio in cui questa vive e viene prelevata. Questa consapevolezza passa attraverso una formazione teorica e tecnica che è la base fondamentale per poter trasferire poi le nozioni apprese nella pratica venatoria. Proprio per questi motivi la Sezione Provinciale di Brescia negli ultimi anni ha investito numerose risorse creando percorsi formativi per i propri associati finalizzati non solo ad ottenere certificazioni e autorizzazioni ufficiali, ma ad alimentare la cultura venatoria e di conseguenza la consapevolezza in ogni partecipante. Ultima iniziativa organizzata dalla nostra associazione è stata l’Accademy rivolta ai neo cacciatori di ungulati, un momento durante il quale i selettori potessero prendere confidenza pratica con questa caccia. Non si è trattato quindi di un corso di “perfezionamento”, ma di un corso pratico di base volto a mettere in pratica i concetti studiati durante le lezioni per ottenere l’abilitazione al prelievo degli ungulati. I nostri 15 partecipanti sono partiti a fine Ottobre alla volta di Kaposvar (Ungheria), dove Walter Ress li ha accolti nell’ hotel situato nelle immediate vicinanze della riserve di caccia e del poligono dove sono state eseguite le prove di taratura delle armi. Le lezioni pratiche tenute dal Dr. Corradini Cristian, Presidente dell’Urca di Reggio Emilia e da Samuele Carenzi (SC Servizi Caccia), e da Christian Carli della Swarovski Optik Italia hanno puntato a perfezionare quei meccanismi non ancora radicati nei neo selettori, ma fondamentali per rendere indimenticabile una giornata di caccia. Sono stati ripassati i concetti di base come il riconoscimento di sesso e classe di età, l’accostamento degli animali, le posizioni di tiro, gli effetti del colpo, la balistica terminale, il trattamento delle spoglie dell’animale e la pulizia della carabine. Molto apprezzato è stato l’intervento del Dr. Fülöp Tamás, ventisettenne direttore di una delle riserve in cui si sono svolte le uscite di caccia, durante il quale è stato possibile comprendere come viene praticata la gestione venatoria in Ungheria. Alle lezioni si sono intervallate quattro uscite di caccia durante le quali è stato possibile per tutti i partecipanti provare ad accostare e insidiare i capi assegnati.

(www.ladeadellacaccia.it)

Toscana: un successo gli ultrasuoni anti-ungulati

Un successo il primo anno di sperimentazione del sistema di dissuasione a ultrasuoni degli ungulati. Presentato all'Accademia dei Georgofili questo sistema testato al Castello di Brolio e al Parco di San Rossore ha consentito di mitigare i danni e di incanalere gli animali verso aree prive di coltivazioni e centri abitati.

http://www.radiosienatv.it/ungulati-gli-ultrasuoni-aiutano-difendere-le-coltivazioni/ 

Al colombaccio dal palco

La caccia al colombaccio con i richiami vivi, in Italia, nasce da due diverse scuole venatorie la livornese e la umbro marchigiana. La livornese, nata nelle pinete costiere attorno alla città di Livorno, prevede la caccia da un appostamento sopraelevato, posto a livello della sommità degli alberi. Per attirare i colombacci, si utilizzano piccioni appositamente addestrati, i volantini e gli zimbelli. I volantini, lanciati dall’appostamento, volano compiendo un semicerchio davanti al capanno, in questo modo simulano un gruppo di colombacci nell’atto di posarsi. Questo movimento attira l’attenzione dei gruppi di colombacci in transito che si avvicinano al capanno. A questo punto entrano in scena gli zimbelli, che se usati nel modo corretto completano l’azione attirando gli uccelli a tiro dei fucili. Gli zimbelli in genere sono di tre tipi: stantuffi, ribaltine e rulli. Gli stantuffi o pompe o racchette, a seconda della zona d’Italia in cui ci troviamo, si compongono appunto di uno stantuffo azionato da una corda, che a comando spinge il piccione verso l’alto costringendolo a spiccare un salto sul posto più o meno accentuato. La ribaltina, strutturalmente simile allo stantuffo, consiste in un posatoio fisso, che a comando fa perdere l’appoggio al piccione, costringendolo a svolazzare. Simile a quest’ultimo è il funzionamento del rullo: un supporto cilindrico su cui sta posato lo zimbello e che può essere sbloccato in modo da lasciarlo libero di ruotare. Così il piccione, per ritrovare l’equilibrio, è costretto a sbattere le ali. Queste tre tipologie di movimenti, combinate insieme, rendono l’idea di un branco di colombacci fermo in pastura tra le fronde degli alberi. Nella caccia alla livornese, infatti, lo scopo è quello di cercare di far avvicinare i branchi il più possibile, per poi sparargli al volo mentre transitano sull’appostamento. La scuola adriatica, invece, è basata sul tiro a fermo. Qui il capanno può essere costruito a terra oppure sopraelevato, e la tesa viene allestita, similmente a quella del capanno alla toscana. Questa volta lo scopo è far buttare gli animali sulle piante scelte appositamente. Si tratta della tecnica più antica, portata avanti ormai da pochi appassionati, infatti, la preparazione dell’appostamento è decisamente impegnativa e richiede esperienza, ma quella che spesso viene a mancare è la collaborazione dei colombi. Infatti, perché i colombi si posino, oltre ad un sito e ad un gioco ben preparati, occorre che l’ambiente sia tranquillo, senza altri cacciatori troppo vicini e senza che nelle vicinanze vi siano altri appostamenti. Infatti, se i colombacci associano la presenza dei piccioni a quella dei cacciatori, sarà veramente difficile farli posare.

Munizioni per il colombaccio

Fiocchi Traditional
Bossolo 12/70/16
Grammi 34
Pallini 5-6-7-8-9-10-11
Velocità 395 m/s
Pressione 700 bar

Fiocchi HP 37
Bossolo 12/70/27
Grammi 37
Pallini 0-3-4-5-6-7
Velocità 400 m/s
Pressione 700 bar

Fiocchi Pigeon
Bossolo 12/70/27
Grammi 37
Pallini 5-6-7 Nichelati
Velocità 400 m/s
Pressione 700 bar

 

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura