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Luca Gironi

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CIA LOMBARDIA INCONTRA IL NEOASSESSORE ROLFI, SUL TAVOLO I DANNI DA FAUNA

  • Pubblicato in Notizie

 

L’Organizzazione ha incontrato il nuovo assessore all’agricoltura della Regione Lombardia garantendo piena collaborazione
Stabilire un dialogo costruttivo con i rappresentanti delle associazioni di categoria al fine di comprendere al meglio le esigenze delle aziende agricole, facendo il possibile per lavorare in un clima positivo e di cooperazione. Questo per affrontare efficacemente le complessità che investono il settore primario e varare misure che rispondano alle reali esigenze degli agricoltori. È la principale richiesta che la delegazione di Cia-Agricoltori Italiani Lombardia, composta dal Presidente Giovanni Daghetta, la Vicepresidente Lorena Miele e il Direttore Paola Santeramo, ha voluto avanzare al nuovo Assessore all’agricoltura regionale, Fabio Rolfi, incontrato ieri 16 aprile, a Palazzo Lombardia. Una riunione proficua e positiva, ha dichiarato la Cia, nell’ambito della quale l’organizzazione ha presentato all’assessore Rolfi un documento che passa in rassegna i vari problemi riguardanti l’agricoltura: la burocrazia, la gestione dei pascoli di proprietà pubblica, il titolo di possesso dei terreni, i fitofarmaci, il consumo di suolo, l’avanzamento del bosco a discapito dei terreni coltivati, il risarcimento danni da fauna selvatica, la gestione delle risorse idriche. “Nonostante si continui a parlare di semplificazioni, si realizzano spesso nuove complicazioni e il peso della burocrazia è sempre più opprimente”, afferma Cia Lombardia, ricordando, fra le altre, le questioni dell’iter per il rilascio dei libretti Uma, l’autorizzazione per la circolazione dei mezzi eccezionali, l’obbligo di comunicazione annuale delle piante coltivate o la nuova normativa sulla certificazione antimafia, di competenza statale, ma sulla quale Regione Lombardia potrebbe intervenire nelle opportune sedi istituzionali. Cia Lombardia ha poi posto l’accento anche sulla questione del consumo di suolo: “Il sacrificio di terreno agricolo a vantaggio di nuove edificazioni e nuove infrastrutture oltre a danneggiare l’ambiente, sottrae anche all’agricoltura il suo strumento principale: il terreno da coltivare”, spiega l’organizzazione. “Inoltre porta ad una frammentazione degli appezzamenti, incrementa le difficoltà di spostamento da un campo all’altro, con dispendio di tempo e aumento di costi per le aziende”. Ma anche la corretta gestione delle risorse idriche è diventata una questione cruciale, ha ricordato la Cia, sottolineando che l’agricoltura usa l’acqua, ma non la consuma. E in particolare le risaie, grazie al riutilizzo per più volte della medesima e alla progressiva restituzione della stessa ai fiumi, rappresentano un esempio virtuoso di impiego della risorsa idrica. Occorre però mettere mano alle reti obsolete che andrebbero ammodernate e adeguate alla situazione attuale e creare nuovi ed efficienti bacini di invaso e accumulo. Spazio infine al problema dei danni da fauna selvatica sempre più frequenti e al farraginoso meccanismo per i risarcimenti che spesso inadeguati e non ripagano l’effettivo danno subito. “Il piano faunistico venatorio regionale, redatto e non ancora approvato dal Consiglio -ha evidenziato Cia Lombardia- è già obsoleto, in quanto costruito con i dati del 2012, oramai non più attuali”. Cia Lombardia, soddisfatta per il buon esito dell’incontro, ha ribadito all’Assessore Fabio Rolfi la disponibilità ad una piena e totale collaborazione, “consapevole di quanto faticoso sia riuscire a conciliare le necessarie esigenze delle imprese con le mutevoli e spesso superficiali esigenze della pubblica opinione. “Siamo convinti -ha concluso la Cia- che la virtuosa sinergia a cui tendiamo vada oltre al mero interesse dell’organizzazione e possa essere utile a tutto il comparto agricolo”.

REGGIO EMILIA: ESECUTIVO IL PIANO DI CONTROLLO DEL CINGHIALE

Provincia, Atc 4 della montagna e Atc 3 della collina hanno approvato e firmato un accordo biennale che rende operativo il piano di controllo dei cinghiali e lo rende più efficace ottimizzando gli interventi. Le squadre coinvolte saranno coordinate dalla Polizia Provinciale e avranno la possibilità di trattenere gli animali prelevati a parziale ristoro delle spese sostenute.

“Bene l’accordo firmato per risolvere il problema della presenza dei cinghiali nelle zone collinari e montane – dichiara Assuero Zampini, direttore Coldiretti di Reggio Emilia. Sono all’avvio le lavorazioni nei campi ed è giusto difendere il lavoro degli agricoltori per la nuova stagione. Siamo soddisfatti che siano state accolte le richieste e le proposte avanzate nei mesi scorsi durante gli incontri a Villaminozzo con Atc 4 e ad Albinea con Atc 3”.

È da tempo che la Coldiretti reggiana ha denunciato l’emergenza provocata dalla considerevole presenza dei cinghiali nei territori montani e collinari dove gli agricoltori, ormai esasperati, trovano il raccolto distrutto. L’accordo prevede inoltre interventi di allontanamento dalle coltivazioni dei cinghiali attraverso l’uso dei cani da parte delle squadre delle Atc. “Ricordiamo infine lo stanziamento di fondi per la manutenzione degli impianti di prevenzione e recinti sulle semine messo a disposizione dell’Atc 4 per le zone di montagna – conclude Zampini”.

(www.ladeadellacaccia.it)

SICILIA: ULTIMI PER ADERIRE AL PROGETTO LEPRE ITALICA

Federcaccia Sicilia e l’Ufficio Gestione Ambientale Faunistico Venatoria FIdC informano che è stato pubblicato sul sito della Regione Sicilia l’avviso rivolto ai cacciatori che intendono aderire al progetto Lepre italica nella stagione venatoria 2018/’19. L’intento è di proseguire il prelievo sperimentale nei distretti siti in provincia di Messina, Palermo e Agrigento, dove il progetto è già stato realizzato positivamente nel 2017, e di estenderlo ad altre province ed ATC attraverso la formazione e la collaborazione di numerosi altri cacciatori siciliani.

(www.ladeadellacaccia.it)

Umbria: molte novità per il mondo venatorio

In Umbria è tempo di Calendari e le Associazioni presentano le loro osservazioni. Quest'anno si è iniziato tra le polemiche, a causa della volontà di ampliare le aree a divieto di caccia nell'Atc Perugia 1. Da segnalare la richiesta avanzata da Anlc di richiedere il prelievo in deroga per storno, piccione e tortora dl collare e la ricostituzione della settoriale di Federcaccia riservata ai cinghialai. Maggiori informazioni nell'articolo allegato:

http://tuttoggi.info/caccia-risiko-delle-associazioni-venatorie/448718/

 

CCT: LIBERO PENSIERO O LIBERO POPULISMO?

Sulla base dei dati e delle informazioni fornite dalla Giunta regionale sull’ applicazione della legge Obiettivo è aperta una discussione che coinvolge il mondo agricolo, quello venatorio, la politica e le istituzioni. Le diverse opinioni si confrontano con l’obiettivo di fare tesoro dell’esperienza, per apportare alla legge quei cambiamenti che ne possano rafforzare l’efficacia. La Presidenza della regione ha istituito una commissione di esperti con questo stesso obiettivo. La CCT e la Federcaccia Toscana che ne fa parte, che da sempre ha giudicato sbagliata l’impostazione della legge, ha ribadito il suo giudizio negativo, a partire da un dato incontrovertibile: meno animali abbattuti, più danni all’ agricoltura. Ha avanzato delle proposte, frutto di studio e di confronto ampio con i cacciatori, che, in questi giorni, saranno portate all’ attenzione delle associazioni agricole, delle altre associazioni venatorie e dei gruppi politici del Consiglio Regionale.
Libera caccia interviene in questo dibattito con una chiarezza impressionante: la legge Obiettivo va bene: se i danni all’ agricoltura aumentano la colpa è degli agricoltori (considerati forse truffatori?), dei tecnici della Federcaccia (e perché della Federcaccia? I tecnici sono dei liberi professionisti e l’appartenenza associativa oltre ad essere un diritto Costituzionale non c’entra niente con la loro professione), dei Presidenti degli Atc di Federcaccia (ma a Siena e Firenze i presidenti sono anche di Confagricoltura e Coldiretti, che certamente avranno modo di valutare in autonomia le loro iniziative su queste affermazioni). Non si dice che c’è chi ruba, ma lo si lascia intendere? (Ognuno si assume la responsabilità di ciò che scrive!). Vogliamo segnalare questo “libero pensiero” ai cacciatori per la profondità dell’analisi e per la chiarezza della sintesi. Non possiamo farlo per le proposte, che non ci sono, ma anche questo è un tratto di coerenza di Libera Caccia che appena poche settimane fa aveva espresso dure critiche alla Legge Remaschi e che oggi si presenta a “pelle di leopardo” verso la Regione... Cosa sia successo in questo lasso di tempo non è dato sapere. In ogni caso, non si può che pensare che Libera Caccia intenda dire: “non toccate la legge 10/2016 che va bene! Accusate gli agricoltori, i tecnici e i Presidenti degli ATC e i danni all’ agricoltura non ci saranno più!” Libero pensiero? Pensieri in libertà? Malafede populista? Ai cacciatori l’ardua sentenza!

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