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Luca Gironi

Luca Gironi

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Arci Caccia Pistoia e ANLC Pistoia: Al più presto le modifiche di legge che consentano di ridurre i danni

Abbiamo letto con attenzione l’interrogazione presentata da Marco Niccolai al Consiglio Regionale toscano. Il problema del controllo numerico degli ungulati, e di tutti gli animali problematici in genere, sta diventando giorno dopo giorno sempre più pressante. Niccolai, prendendo spunto dalla situazione del Padule di Fucecchio, unica vera criticità per quanto riguarda i danni da ungulati in Provincia di Pistoia, pone l’accento sull’annosa questione della gestione delle aree protette. Le aree interdette alla caccia programmata, se non sottoposte a continui interventi di gestione, saranno sempre fonte di problemi. Basti guardare al nostro Padule, area solo in minima parte protetta, ma soggetta a disposizioni che consentono solo un prelievo saltuario ai sensi dell’Art 37. In questa preziosa area faunistica, il cinghiale prolifera, limitato solo da pochi operatori che lo contrastano al massimo un paio di sere a settimana. Questo porta danni all’area umida e agli animali che la abitano, oltre a svariate decine di migliaia di euro da rimborsare agli agricoltori. Dalla scorsa settimana, poi, su tutti i generi di operazione di controllo effettuate dai cacciatori, ancorché in possesso delle opportune abilitazioni, pende la spada di Damocle della sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione che ha impallinato, proprio su questo argomento, la legge regionale sulla caccia della Liguria. I giudici, infatti, accogliendo un irresponsabile ricorso presentato da uno stuolo di sigle animaliste, con il WWF in testa, hanno stabilito che le norme che autorizzavano il prelievo in controllo degli animali da parte dei cacciatori, al di fuori dall’ambito strettamente venatorio, sono illegittime. Questo perché in contrasto con la legge 157/92, che prevede che questo compito spetti unicamente agli agenti di pubblica sicurezza: Polizia Provinciale, Carabinieri Forestali e tutti gli altri corpi di polizia. Questa sentenza, per adesso, non riguarda la nostra regione, ma il rischio che questa malaugurata esperienza si sparga a macchia d’olio, c’è ed è tremendamente reale. Qualora dovesse concretizzarsi, renderebbe virtualmente impossibile, alle esigue forze rimaste in campo, contrastare con successo il proliferare di cinghiali, cervi, volpi o nutrie negli istituti faunistici, in aree dove il prelievo venatorio è impossibile o nei periodi in cui la caccia è semplicemente chiusa. Per questo ringraziamo il Consigliere Niccolai per l’attenzione che da sempre rivolge al nostro mondo, ma lo sollecitiamo ugualmente, non solo a vigilare che questa infausta prospettiva non si verifichi, ma anche a procedere a rimuovere gli ostacoli che impediscono la gestione delle popolazioni animali sul 100% del territorio agro-silvo pastorale. Il miglior modo perché questo avvenga nel nostro territorio, è una sollecita approvazione del regolamento regionale sulla caccia, in linea alla legge, che permetterebbe il prelievo venatorio del cinghiale tutto l'anno nell'Area Non Vocata n.9 in Padule" (ad oggi vietata perché il regolamento provinciale ne vieta il prelievo). Questo è ciò che vogliono gli agricoltori e sperano i cacciatori, per arrivare finalmente ad un livello di gestione ottimale.

Puglia la Coldiretti lancia l'allarme: «Cinghiali e lupi raddoppiati negli ultimi 10 anni»

Attualmente è al vaglio della II Commissione consiliare del Consiglio Regionale Pugliese la nuova legge "Norme in materia di danni provocati dalla fauna selvatica, di tutela dell'incolumità pubblica e dell'ordine economico"


Gianni Cantele, di Coldiretti, commenta così i contenuti della proposta di legge regionale in materia:

«Abbiamo fatto pressing affinché si passasse dalle parole ai fatti sul delicato tema della fauna selvatica che mette a repentaglio l’incolumità pubblica e arreca danni al settore agricolo e le nostre istanze sono state accolte e fatte proprie del Presidente della IV^ Commissione consiliare che ha presentato una proposta di legge ad hoc. Nel giro di dieci anni cinghiali e lupi sono raddoppiati, mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori e automobilisti, come testimoniato dai frequenti incidenti stradali, anche con feriti gravi. I numeri la dicono lunga sulla necessità di innalzare il livello di allerta e programmare efficaci attività di riequilibrio della fauna selvatica che mette a repentaglio la stessa incolumità delle persone. Qualora le misure di prevenzione si rilevino inefficaci, dovrà, dunque, essere avviato un efficace controllo faunistico, tramite le attività di contenimento numerico, allontanamento e controllo della fauna selvatica, che si rendono necessarie per il soddisfacimento di un legittimo e primario interesse pubblico, tenendo conto, peraltro, dei principi di efficacia ed economicità delle modalità di attuazione, perseguendo il minimo impatto ecologico»

La presenza di animali con impatto sulle coltivazioni e sugli allevamenti, cinghiali, storni e lupi in particolare, sembra essersi moltiplicata, rendendo la soluzione insostenibile.Per questo da coldiretti arriva un chiaro richiamo a fornire gli strumenti atti a consentire una gestione corretta ed incisiva.

 

 

 

http://www.santeramolive.it/news/cronaca/486623/coldiretti-lancia-lallarme-cinghiali-e-lupi-raddoppiati-negli-ultimi-10-anni

 

FEDERCACCIA: SUL CONTROLLO DELLE SPECIE PROBLEMATICHE “LA SENTENZA SIA UNA OCCASIONE DI PROFONDA RIFLESSIONE”

Come è noto, con sentenza numero 139 del 23 maggio scorso la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime alcune parti della Legge regionale della Liguria n. 29 del 2015, censurando fra le altre cose i Piani di abbattimento affidati a squadre di cacciatori e il loro svolgimento al di fuori dai tempi e orari previsti dalla 157/92.

La sentenza ha aperto una gravissima problematica a livello nazionale per quanto riguarda il tema del controllo della fauna selvatica, tanto da portare tutte le Regioni a chiedere una riunione urgente per individuare una soluzione rapida allo stop alle operazioni di controllo, conseguenza del pronunciamento della Corte suprema.

L’impiego di personale formato, che opera a titolo del tutto gratuito, anzi a proprie spese e rischio, sotto il controllo delle Istituzioni in un contesto che nulla ha a che vedere con la pratica venatoria, in vere e proprie operazioni di pubblica sicurezza, è stato infatti fino ad ora, come ricordato anche dalle associazioni agricole, un modo per far fronte all’emergenza che deriva dalla gestione di tutti i selvatici problematici.

Ricordiamo che le operazioni di controllo da cui la sentenza della Corte Costituzionale ha escluso chi non è parte di forze di polizia ad ogni livello, hanno lo scopo di prevenire non solo danni alle aziende agricole, ma anche alle infrastrutture viarie, ai canali, fiumi e soprattutto pericoli per la circolazione dei veicoli e rischi sanitari.

Federazione Italiana della Caccia, che si è immediatamente attivata sul piano tecnico giuridico al fianco delle Regioni, auspica che oltre a trovare una rapida soluzione di questo grave stato di impasse, il Governo si fermi a riflettere sulla necessità di dotare il Paese di una normativa che senza cedere a posizioni ideologiche e facili richiami emotivi, affronti in modo serio, scientificamente fondato e in una ottica di respiro europeo, il tema della fauna problematica e in esubero, contemperando le esigenze della tutela animale, della sicurezza delle persone e della salvaguardia per chi sul territorio vive, lavora e produce una parte importante dell’economia del Paese.

In questo quadro, Federcaccia e il mondo venatorio italiano sono disponibili a proseguire come da sempre fanno la collaborazione con le Istituzioni e a svolgere una attività che va a vantaggio e tutela dell’intera comunità.

Roma, 19 Giugno 2017 – Federazione Italiana della Caccia

BENELLI: TUTTI ALLA PROVA DELLE CARABINE ARGO E ALLA FIERA DI CASELLA (GE)

Venerdì 23, sabato 24 e domenica 25 giugno il meglio della gamma Benelli sarà esposto all’esposizione di Casella (GE). La fiera della Caccia pesca sport e tradizione sarà una buona occasione per imbracciare il meglio della gamma Benelli: il nuovissimo Raffaello Ethos in calibro 28 camerato Magnum, l’innovativo sovrapposto 828 U, il Raffaello Ethos cal. 20, il Raffaello 20 Slug e le differenti versioni della carabina Argo E vi aspettano sugli espositori della fiera.

La manifestazione aprirà i battenti venerdì 23 alle ore 14.00 e si concluderà domenica alle ore 22.00. La visita sarà un’ottima occasione per entrare in contatto con il team Benelli. Ciascuno potrà provare la propria abilità di tiro, potrà scoprire i plus e le caratteristiche tecniche che rendono unica una carabina Argo E.

Allo stand Benelli sarà possibile conoscere – sotto la guida dell’esperto team Benelli – ogni curiosità tecnico-balistica su il primo calibro 28 camerato Magnum al mondo, sulle carabine Argo E, sui semiautomatici e sull’ 828 U Benelli. Sulla base di questa esperienza potrete orientarvi nel migliore dei modi sul prodotto messo nel mirino del vostro acquisto.

Qui di seguito gli orari della fiera:

venerdì 23, dalle 14.00 alle 22.00

sabato 24 e domenica 25 ore 9.00 – 22.00

Assemblea Nazionale ANLC: Sparvoli rieletto all'unanimità

Si è svolta nel fine settimana del 17 e 18 Giugno, a Fiuggi, l’Assemblea Nazionale di ANLC. Conferma all'unanimità-plebiscitaria del presidente Paolo Sparvoli. Votata all'unanimità anche la lista presidenziale, contenente i membri componenti il nuovo Comitato Esecutivo. Al termine dell’assemblea si è proceduto all’acclamazione di 6 Soci Onorari: Aldo Alvisini, Gerardo Bettini, Antonio Frusta, Luigi Morelli, Pasquale Paradiso, Luigi Cirese.

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