Menu
RSS

facebooktwitteryoutubehuntingbook

Luca Gironi

Luca Gironi

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

CAMPANIA: IL COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI VENATORIE RICONOSCIUTE PRESENTA LE OSSERVAZIONI SUL CALENDARIO VENATORIO 2017-2018

 


Il Coordinamento delle Associazioni Venatorie Regionali Riconosciute della Campania:

OSSERVA

La bozza di Calendario Venatorio 2017/2018 trasmessa è fortemente limitativa e restrittiva per numerose specie oggetto di caccia. In diversi casi trae spunto dalla guida ISPRA ai calendari venatori del Luglio 2010, documento che non risulta essere in linea con le direttive europee nè con il documento OrnisKeyConcepts, ove vengono definite le date(decadi) di inizio della migrazione prenuziale e quelle di termine del periodo riproduttivo. Inoltre non è neppure rispettata la guida interpretativa alla direttiva 147/2009 “Uccelli”, che spiega e chiarisce diversi punti della direttiva stessa. Infine il ricorso al principio di precauzione, di cui alla comunicazione della Commissione europea del 2/2/2000, è ingiustificato e non motivato da alcuna specifica valutazione dei rischi, cosa indispensabile e di cui non vi è traccia nella bozza presentata. Il principio di precauzione prevede di non prendere decisioni e non attuare azioni, se non si ha conoscenza dei dati scientifici. Per tutte le specie cacciabili, sia per quanto riguarda la consistenza sia per ciò che attiene la migrazione prenuziale, abbiamo dati italiani e internazionali che attestato le consistenze delle specie, le tendenze demografiche e le date di inizio delle migrazioni prenuziali. Si osserva, altresì, nella bozza proposta la presenza di restrizioni e limitazioni dei periodi di caccia e dei carnieri relativamente alle aree di Rete Natura 2000(PsiceSic), che istituiti dalla direttiva Habitat, nascono con l’obiettivo di protezione e salvaguardia dei siti e degli habitat naturali, nonché di rare specie di animali, comunque diverse dall’avifauna e di nessun interesse dal punto di vista venatorio. Tali restrizioni, che peraltro non tengono conto delle realtà ne sono giustificate e supportate dall’analisi di valutazione d’incidenza dei singoli siti, discendono unicamente dalla valutazione d’incidenza su pregressi calendari venatori, ma non trovano conforto ed adeguato riscontro nella Via/Vas al piano faunistico venatorio regionale 2013-2023, per cui si rende necessario eliminare le limitazioni di periodi e carnieri previsti nella bozza in tali aree per riportarli a quelli generali.

Il risultato è un calendario penalizzante per i cacciatori campani, che accorcia di circa 20 giorni il periodo di prelievo per diverse specie di uccelli migratori e che non rispetta nemmeno la L. 157/92.

PROPONE

Alla voce “Preapertura” sostituire i giorni “3, 6 e 9 settembre” con “2, 3 e 6 settembre” ed aggiungere alla specie “ Tortora” anche il “ Colombaccio”, specie quest’ultima la cui tendenza demografica è costantemente in aumento. Alla voce “ Apertura”: – Lett. b – specie cacciabile dalla 3^ domenica di settembre 2017 al 30 ottobre 2017: quaglia. – Inaccettabile la limitazione di chiusura alla specie al 30 di ottobre, quando per legge la chiusura è prevista il 31 dicembre. – Si propone in ogni caso di spostare almeno al 30 novembre la data di chiusura per la specie. – Lett.c – specie cacciabili dalla 3^ domenica di settembre 2017 al 20 gennaio 2018: alzavola, canapiglia, folaga, germano reale, gallinella d’acqua, marzaiola, fischione, mestolone. – La riduzione di 10 giorni del periodo di caccia alle predette specie di acquatici, non si fonda su alcun documento scientifico ne normativo. – Secondo i KeyConcepts le specie gallinella d’acqua, marzaiola, fischione e mestolone cominciano tutte la migrazione prenuziale nella prima decade di febbraio o più tardi, per cui la caccia a tali specie va chiusa il 31 gennaio 2018. – Le specie,invece, alzavola, canapiglia e folaga, secondo i KeyConcepts iniziano la migrazione prenuziale nella terza decade di gennaio, per cui utilizzando la decade di sovrapposizione, prevista dalla guida interpretativa(paragrafo 2.7.2 e 2.7.9) e riconosciuta dall’Ispra, la chiusura a tali specie va spostata al 31 gennaio 2018. – La caccia alla specie germano reale, infine, può chiudersi pure il 31 di gennaio 2018, in armonia con la predetta guida interpretativa che suggerisce di uniformare la chiusura di tale specie a quella delle altre anatre. – Lett. f – specie cacciabile dal 1 ottobre al 31 gennaio 2018: volpe. – Anche per tale specie non esistono, per quanto di nostra conoscenza, elementi giustificativi per ritardare l’apertura di tale specie rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente, L. 157/92 e L.R. 26/2012. Pertanto, anche per la specie “volpe” l’apertura va prevista alla terza domenica di settembre 2017. – Inoltre per evitare confusione il punto 2 della lettera “f” va eliminato ed il punto 3 va così modificato: “ dal 1° gennaio al 31 gennaio 2018, è consentita senza l’ausilio del cane da seguita, ovvero con l’ausilio del cane da seguita, esclusivamente in battute autorizzate……. – Lett. h – specie cacciabili dal 1° ottobre al 31 dicembre 2017….omissis….lepre comune …omissis… – Prevedere la caccia alla lepre con inizio dalla terza domenica di settembre per uniformare l’apertura della stanziale e distribuire equamente la pressione venatoria; – Lett. i – specie cacciabili dal 1° ottobre 2017 al 10 gennaio 2018, beccaccia, tordo bottaccio e cesena. – La riduzione di più di 10 giorni in apertura e di ulteriori 10 giornate in chiusura non trova alcuna giustificazione scientifica ne normativa. Pertanto, essendo tali specie in stato di minima preoccupazione(LeastConcern) con l’utilizzo della decade di sovrapposizione, prevista ai paragrafi 2.7.2 e 2.7.9, della guida interpretativa e riconosciuta dall’Ispra, l’apertura va anticipata alla terza domenica di settembre e la chiusura portata al 20 gennaio 2018. – Lett. j-k – specie cacciabili dal 1 ottobre 2017 al 20 gennaio 2018, pavoncella, codone, porciglione, moriglione, beccaccino, frullino, tordo sassello. – La riduzione di più di 20 giornate complessive di caccia a tali specie non è fondata su alcun dato scientifico ne normativo. Secondo i KeyConcepts, le specie moriglione, porciglione,beccaccino,frullino e pavoncella, iniziano tutte la migrazione prenuziale nella prima decade di febbraio se non più tardi, per cui l’apertura a tali specie va portata alla terza domenica di settembre e la chiusura al 31 gennaio 2018. – Le specie, invece, codone e tordo sassello, secondo i KeyConcepts iniziano la migrazione prenuziale nella terza decade di gennaio, per cui utilizzando la decade di sovrapposizione, prevista dalla guida interpretativa e riconosciuta dall’Ispra anche per tali specie la stagione venatoria va prevista dalla terza domenica di settembre 2017 al 31 gennaio 2018. SUGGERISCE: 1 – L’eliminazione della limitazione dell’orario di caccia nelle ZPS(dalle ore 7 alle ore 12), in quanto essa crea numerosi problemi soprattutto per la caccia al cinghiale in braccata, considerato che diverse aree specifiche di caccia al cinghiale ricadono interamente o parzialmente in zone a protezione speciale. 2 – La revisione dello schema di orario riportato nella bozza di calendario, in quanto esso non risponde a quanto previsto dal comma 2 dell’art. 24 della L.R. 26/2012, soprattutto per quanto attiene all’ora solare. 3 – L’eliminazione della giornata di sabato nella caccia al cinghiale in braccatafatto salvo per il mese di ottobre. 4 – La rivisitazione della parte titolata “uso del tesserino regionale” ed in particolare il 1° periodo di pagina 17 che va così modificato: “ il tesserino è

rilasciato a tutti i cacciatori residenti in regione Campania in regola con il porto d’armi e che ne fanno richiesta”. 5 – Consentire, solo per le specie migratorie e solo per la caccia di appostamento temporaneo, l’annotazione dei capi abbattuti a fine mattinata o giornata e nel caso di spostamento ad altra zona di caccia. 6 – Fissare il periodo di addestramento cani dal 1° agosto al 16 settembre 2017. 7 – Fissare il termine del prelievo al 10 febbraio 2018 per le specie Cornacchia Grigia, Gazza e Ghiandaia. 8 – In merito al Tesserino Venatorio Regionale giova precisare che le Associazioni Venatorie della Campania, tutte nessuna esclusa, hanno avviato un percorso di collaborazione con la Regione Campania che le ha viste impegnate, negli ultimi tre anni, alla lettura e monitoraggio dei dati di prelievo per consentire la trasmissione ai Ministeri competenti ed il successivo inoltro alla Commissione Europea. Ciò consente di valutare positivamente la sostenibilità del prelievo, anche in funzione della determinazione dello sforzo di caccia necessario per la realizzazione dei piani di azione nazionali. Le stesse Associazioni Venatorie hanno confermato il proprio impegno di fattiva collaborazione con la Regione assumendo anche l’incarico di provvedere alla stampa e alla consegna del Tesserino nel nuovo formato dichiarandosi disponibili, per il futuro, ad ampliare i servizi anche per la vidimazione.

Le Associazioni venatorie regionali nel clima di collaborazione e cooperazione che le contraddistingue, offrono la loro disponibilità a sostenere con documenti frutti di studi e ricerche scientifiche le proposte avanzate.

COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI VENATORIE RICONOSCIUTE DELLA CAMPANIA:

ANUU – FIRMATO CESARE SERINO – DELEGATO

ARCICACCIA – FIRMATO SERGIO SORRENTINO

ENALCACCIA – FIRMATO FRANCESCO PASCARELLA

EPS – FIRMATO FILIPPO VENDITTI

FEDERCACCIA – FIRMATO ANTONIO RICCIARDI

ITALCACCIA – FIRMATO FRANCESCO BARRA

LIBERA CACCIA – FIRMATO LUCA PARILLO

Arcicaccia: Leggi con noi… …Il nuovo libro di Chicco Testa e Sergio Staino

  

Si parla anche di cinghiali e cacciatori nel libro che Chicco Testa e Sergio Staino hanno scritto insieme per Marsilio (pp. 144, € 12). Già il titolo la dice lunga: "Troppo facile dire no”. Sottotitolo "Prontuario contro l'oscurantismo di massa". E la biografia dei due autori aggiunge interesse. Staino, uno dei maggiori disegnatori politici italiani, esplicitamente di sinistra e oggi direttore de l'Unità ha dato vita al personaggio di Bobo, interprete di una militanza politica fedele, ingenua e oggi sconcertata di fronte ai cambiamenti del panorama politico e culturale. Chicco Testa è stato uno dei fondatori di Legambiente e per questo ben conosce il mondo ambientalista con i suo pregi e i suoi difetti. Ma i nostri due sanno cambiare opinione quando è necessario e il libro, con i corsivi di Testa e le vignette di Staino, infila le dita negli occhi dei conformisti del no che percorrono la penisola. Come i fanatici dell'anticaccia, che Testa e Staino prendono amabilmente in giro quando, per fronteggiare l'eccessivo numero di cinghiali, ma evitare la caccia, propongono di reintrodurre (ancora!) il lupo. Come se i lupi ai cuccioli di cinghiale facessero l'anestesia prima di sbranarli. Per non parlare di pecore o agnelli. Insomma l'Italia del no, come dipinta dai nostri, è un'Italia infantile che non ha superato il gusto adolescenziale del rifiuto. Mentre invece sarebbe proprio il caso di darsi la mano e andare avanti. Con ragionevolezza.

Campania: “Global” Unità delle Associazioni venatorie nazionali riconosciute.

Si è costituito in Campania il primo coordinamento delle associazioni venatorie nazionali (ARCI Caccia – ANUU – EPS – Enalcaccia –– Italcaccia – Libera Caccia)

Da questa regione si vuol far partire un messaggio forte alle Regioni Meridionali di sostegno ad un percorso unitario che possa avere una verifica entro un anno per allargare le relazioni unitarie nazionalmente e nel paese del mondo venatorio italiano. Con un po’ di orgoglio e umiltà vogliamo sperimentare e mettere a disposizione della caccia il nostro lavoro.

Occorre riconquistare consensi alla caccia nella società e verso le future generazioni per fermare il calo dei cacciatori. Questo si ottiene non arretrando ma sostenendo le posizione dei cacciatori argomentandole in modo forte e credibile con il supporto della conoscenza e delle istituzioni scientifiche depurando la discussione da ideologie e fanatismo.

Prima iniziativa e banco di prove del lavoro unitario, è stato il calendario venatorio con le proposte per la stagione 2017/2018 sulle quali si è avviata la partecipazione del corpo sociale di tutte le Associazioni Venatorie campane.

L’impegno del Coordinamento è quello di rafforzare la collaborazione tra ATC, Associazioni Venatorie e organizzazioni imprenditoriali agricole, il cui contributo alle soluzioni dei problemi della caccia è fondamentale e corre il dovere per il coordinamento costruire le condizioni per un tavolo permanente di confronto.

Aiuterà questo percorso la capacità di produrre studi e ricerche per un serrato confronto con il mondo ambientalista che sia disposto a superare le pregiudiziali fondamentaliste e prive di ogni razionalità contro la caccia. Anche queste proposte unitarie per il calendario venatorio 2017, vogliono consolidare l’inattaccabilità e la certezza della stagione venatoria conquistata per merito dei cacciatori campani in questi anni.

Il coordinamento non si propone soluzioni miracolistiche ma di certo il rilancio di speranze realizzabili per una caccia più gratificante e rispettate unità. Possiamo farcela.

24 marzo 2017

Capanno: L'impianto del nuovo appostamento

 

La primavera è indubbiamente il momento migliore per cercare un nuovo posto dove impiantare un appostamento. Questo perché, c'è tutto il tempo per realizzare il nuovo impianto e renderlo operativo prima dell'apertura. Ma dove lo posizioniamo? Occorre valutare la vicinanza alle più proficue linee di passo e tenere conto delle possibilità che si hanno di trasformare, con relativa facilità, il nostro angolo di mondo in uno splendido giardino, bello da vedere per noi e estremamente accogliente per i nostri amici pennuti.
Lo schema dell’appostamento fisso è una costante a tutte le latitudini, una piazzola con al centro il capanno e le piante di buttata sui bordi a formare un cerchio, un ferro di cavallo o al limite anche solo una linea di fronte alle feritoie.
Quali sono le specie migliori da destinare a questa incombenza? Sicuramente le acacie che crescono rapidamente e lasciano i rami spogli in modo decisamente precoce, le specie quercine, come ad esempio cerri e roverelle, che sono estremamente resistenti alle malattie e alle fucilate, sono estremamente longeve ma purtroppo mantengono la foglia fino a stagione inoltrata. Da evitare, almeno secondo me, il leccio, sempreverde e dal fogliame estremamente fitto. Buone caratteristiche di palcatura dei rami hanno anche orniello e acero montano che però non hanno una grande tolleranza a potature e legature. Nelle zone montane la scelta cade sicuramente sul faggio che spesso, dopo i 1000 metri di altitudine è il componente monospecifico dei boschi. Anche il castagno può essere preso in considerazione, ma la sua gestione non è semplice, la pianta è soggetta al mal dell’inchiostro, al cancro corticale e, ultimo arrivato, il cinipide, quindi si corre il rischio di trovarsi, da un anno a un altro, con un inutile moncone secco a creare un buco nella tesa. Se volete risparmiare tempo, potete cercare un vecchio appostamento. Nelle zone con tradizione di questa caccia, se ne trovano dappertutto e un occhio allenato li riconosce immediatamente: una fila di grandi piante che spiccano nel bosco, molto più vecchie di quelle che le circondano, risparmiate per la loro utilità venatoria, ma ormai inghiottite dall’avanzare delle sorelle più piccole. Generalmente, questi siti “storici” si trovano in ottime zone di passo e con uno sforzo ragionevole possono possono essere riportati in attività.
Le operazioni di grande potatura devono essere effettuate in inverno, mentre la piantumazione delle essenze di pastura deve avvenire: dalla pianura fino alle medie altezze preferibilmente in autunno, alle quote più alte alla fine dell’inverno. Questo perché, mentre nelle aree temperate è bene mettere a dimora le piante all’inizio del piovoso autunno, in montagna, dove l’estate non è mai così siccitosa, è preferibile non far affrontare a una pianta non ben radicata, neve, venti e basse temperature.
Che caratteristiche devono avere queste piante fruttifere? Devono ben adattarsi al clima della zona dove vogliamo piantarle e chiaramente fruttificare dalla fine dell’estate all’autunno inoltrato, in modo che i frutti restino sulle piante fino al sopraggiungere dell’inverno inoltrato, al periodo di sasselli e cesene per intendersi. Nel caso delle piante più alte ci deve essere una buona resistenza alle fucilate, mentre quelle che restano a formare il sottobosco devono essere resistenti alle continue potature. Nella prossima puntata, il mese prossimo, andremo a scegliere le piante fruttifere da impiantare al capanno.

 

Arci Caccia Abruzzo: “La lunga telenovela del Regolamento sulla caccia al cinghiale”

 

Il Presidente dell’ARCICACCIA Teramo Massimo Sordini si dice fortemente deluso dal modo in cui la politica regionale sta gestendo la proposta di modifica del regolamento regionale degli ungulati.

“Da circa 6 mesi ormai la Commissione regionale è impegnata su modifiche urgentissime al regolamento per il contrasto della presenza massiccia del cinghiale in alcune aree e non si vede ancora la linea del traguardo”. Con queste parole il Presidente Provinciale Arci Caccia Massimo Sordini, stigmatizza sull’operato della III Commissione della regione Abruzzo che da mesi rimanda l’approvazione del suddetto regolamento.

Tutto era partito dall’allarme dei sindaci di Chieti che proponevano ordinanze per abbattere massicciamente i cinghiali arrivati entro i centri urbani e sulla costa; si è poi mossa una massa critica fatta da Prefetture, Associazioni venatorie e agricole, gli stessi Sindaci di Chieti, ecc. che hanno proposto un testo da tutti condiviso e al vaglio della Commissione consiliare. La modifica da tutti condivisa e firmata da 11 Consiglieri Regionali, era la riapertura alla caccia a squadre in quei territori della Regione in cui oggi c’è crescente allarme sociale come la costa teatina. Si perché (sembra strano) ma il regolamento attuale, approvato dalla Giunta Chiodi e dall’Assessore Febo nel 2014, di fatto ha chiuso per tre anni la caccia al cinghiale in squadra in queste aree oggi fortemente danneggiate.

Commenta Sordini: “Qui è iniziato il lungo lavoro della commissione o meglio “lavorio”, fatto di discussioni, emendamenti, rinvii, ecc.; sembra impossibile ma anche su una problematica così urgente, semplice e condivisibile, la politica è riuscita a scontrarsi per non risolvere nulla nel totale disinteresse della cosa pubblica”.

E tutti stanno a guardare, cacciatori, agricoltori, sindaci, ecc.

“Spero solo - conclude Sordini - che prevalga subito il buon senso e che si giunga rapidamente all’approvazione di questa modifica urgentissima; sarebbe da incoscienti restare ancora inermi continuando a pagare danni salatissimi o piangere i morti degli incidenti, in una regione messa all’angolo dalle calamità naturali e dove i tagli alla sanità sono all’ordine del giorno”.

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura