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Luca Gironi

Luca Gironi

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A Petriolo nasce la Fe.N.A.Ve.Ri.

E' tempo di ammodernamento nel settore venatorio del Comune di Petriolo, in provincia di Macerata. Le associazioni Federcaccia, Enalcaccia ed Arcicaccia, insistenti sul territorio, in vista di una più concreta e diretta interlocuzione con gli organi sovraordinati e/o pianificatori, hanno deciso di costituire un'unica Federazione, tesa a garantire una singolare linea di pensiero verso le attività di settore.

Il Presidente Michele Merola si dimostra soddisfatto per il risultato conseguito ed aggiunge che la neo costituita FENAVERI garantirà, grazie al contributo dei cacciatori appartenenti, interventi in prima linea per la salvaguardia e la gestione della fauna e dell'ambiente, il tutto corredato da una solida base quale “l'Unione di Intenti".
La FENAVERI è una realtà concretizzata già a livello Nazionale il 29 luglio 2016, grazie all'accordo formalizzato tra i vertici delle suddette associazioni riconosciute oltre ad ANUU Migratoristi, in merito al quale il Presidente Merola ed i membri tutti hanno fin da subito colto l'occasione di rappresentare la "voce unica" dei cacciatori Petriolesi.
Merola chiude rivolgendo un vivo ringraziamento ai Presidenti Regionali e Provinciali delle associazioni confluenti, sentendosi inoltre orgoglioso di rappresentare Cacciatori colmi di volontà e passione per la Caccia, che da secoli è l'anello di congiunzione uomo-natura. 

Arcicaccia approva il codice etico dell'associazione

Codice Etico approvato durante il Consiglio Nazionale Vicenza 11 febbraio 2017


FINALITA’ DEL CODICE ETICO


Il Codice Etico è lo strumento che si occupa dei comportamenti deontologici (buoni, giusti e moralmente
leciti (status deontico) dei soci all’interno della Associazione ed in particolare dei dirigenti nello
svolgimento delle loro responsabilità ed azioni.
Detta principi di riferimento e norme da rispettare e vuole costituire una guida del fare di ognuno, un fare
che deve essere responsabile, rispettoso, trasparente, formativo.
Un manifesto di principi, di moralità, di partecipazione, di eguaglianza, di tutela della persona, di
trasparenza, di onestà, di imparzialità, di eticità sportiva; i quali, in quanto rispettati, contribuiscono alla
costruzione di una immagine dell’Associazione capace di creare fiducia all’esterno, nelle relazioni
istituzionali, interassociative e verso i cittadini.
Questi principi e norme di comportamento sono conformi a Statuto e Regolamenti nazionali.


AMBITO DI APPLICAZIONE


Art. 1 DESTINATARI
Il Codice Etico è destinato a tutti i soci individuali e collettivi che agiscono, si rapportano, partecipano e
compiono atti in nome e per conto dell’ARCI CACCIA.
Pertanto sono destinatari a tutti i livelli i membri degli organismi dirigenti, i componenti dei consigli e delle
direzioni, i responsabili e i membri di uffici, commissioni, i rappresentanti di Circolo, associazioni aderenti,
dipendenti e collaboratori per quanto previsto e consentito dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro
(CCNL) in cui sono inquadrati e dalle normative vigenti, giudici di gara.
Art. 2 PRINCIPI GENERALI
Il Codice Etico richiama: agli ideali, ai valori e al rispetto delle norme contenute nello Statuto/Regolamento;
al rispetto dei diritti e doveri del socio, alla trasparenza degli atti; alla organizzazione per favorire la
partecipazione di tutti i soci alle scelte; al corretto rapporto tra livelli organizzativi: nazionale, regionali,
territoriali e tra i dirigenti delle attività sportive; alla tenuta dei verbali di ogni organismo di Comitato, ai
rapporti con i Ci rcol i e il coinvolgimento dei soci nella programmazione; alla correttezza nella stesura
dei bilanci; al superamento dei conflitti d’interesse; alla correttezza dei rapporti personali tra soci e in
maniera particolare tra dirigenti; all’instaurazione di corretti rapporti con gli Enti Pubblici e privati.
Art.3 PRINCIPI DI COMPORTAMENTO: rispetto – integrità – imparzialità – solidarietà
Le donne e gli uomini dell’ARCI CACCIA si impegnano a:
• Prestare particolare attenzione al controllo e alla salvaguardia del Marchio ARCI CACCIA.
• Favorire una politica di gestione delle attività sportive, alla massima collaborazione evitando che si
creino in contemporanea, nello stesso territorio, manifestazioni organizzate da più soggetti.

ANLC: PUBBLICATO IL PROGRAMMA PROVE ANNO 2017

  • Pubblicato in Notizie

10° TROFEO “ MEMORIAL CANTELLI” SEGUGI SU LEPRE 25 - 26 FEBBRAIO 2017 CAC


1° CAMPIONATO ITALIANO CACCIA PRATICA SU SELVAGGINA NATURALE CAC – CACIT BRESCIA 18 E 25 FEBBRAIO 2017


18 ° CAMPIONATO SEGUGI “ LEPRE “ DATA 17-18-19 MARZO 2017 SOLIGNANO ( PARMA ) CAC


2° CAMPIONATO SU BECCACCE “ CAC – CACIT “ BORSO DEL GRAPPA ( TREVISO ) 25-26 MARZO 2017


35° CAMPIONATO ITALIANO SU CINGHIALI ATESSA CHIETI 5-6-7 Maggio 2017


24° TROFEO MOLFINO ENRICO 29-30 APRILE e 1 MAGGIO CASERTA


3° CAMPIONATO A QUAGLIE ATTITUDINALE COLFIORITO 21 MAGGIO 2017


3° PROVA ATTITUDINALE SU QUAGLIE ( UNDER 10-13-15 CON BAMBINI ) NARDO -MAGGIO 2017


21° CAMPIONATO SOCIALE QUAGLIE ( ATTITUDINALE ) 4 GIUGNO 2016 CASERTA ( CELLULE ).

 

18° CAMPIONATO SOCIALE A SQUADRE SU QUAGLIE DEL SUD E ISOLE POLICORO 18 GIUGNO 2017


3° CAMPIONATO SOCIALE A SQUADRE SU QUAGLIE DEL NORD ITALIA 24 GIUGNO 2017 RIMINI.


18° TROFEO FULVIO CAPPELLI ASCOLI PICENO CAC ( 14 – 15 – 16 LUGLIO )


12° TROFEO ANLC ALESSANDRO BISEGNI CAC RIETI ( 15-16 LUGLIO 2017 )

 

48° MEMORIAL SATTI 5-6- AGOSTO 2017 RAZZE DA FERMA CAC - CACIT


37° CAMPIONATO SOCIALE TROFEO DIANA 30 SETTEMBRE - 1 OTTOBRE ( PROVINCIA DI PERUGIA ) RAZZE DA FERMA CERCA E DONNE .

17° CAMPIONATO SPANIEL SELVATICO ABBATTUTO 21-22 OTTOBRE 2017 CAC CACIT ( PAVIA ).


13° CAMPIONATO A BECCACCE CAPRACOTTA 11 NOVEMBRE 2017


4° CAMPIONATO A BECCACCINI 19 NOVEMBRE 2017 PAVIA ROBBIO LOMELLINA CAC


1° CAMPIONATO A BECCACCINI DEL SUD SIBARI GENNAIO 2018 ( NUOVA )


20° CAMPIONATO SEGUGI “ LEPRE “ DATA DA STABILIRE CAC AQUILA ( 2018 )

PIANO LUPO: IL MINISTRO GALLETTI IN AULA ALLA CAMERA

Risposta all’Interpellanza urgente n. 2-1657 presentata dall’On. Bernini ed altri – (Piano del Lupo).

In via preliminare si segnala che la bozza di Piano cui si fa riferimento non è quella in discussione in Sede di Conferenza Stato – Regioni.

Peraltro, la bozza di Piano oggi in discussione supera gran parte delle criticità sollevate, proprio in ragione del costruttivo confronto tecnico fra Amministrazioni centrali e regionali che ha portato alla chiusura tecnica del procedimento.

Rispetto alla possibilità di rendere pubblico il Piano prima della sua approvazione da parte della Conferenza si segnala che di prassi, fino alla chiusura del procedimento, tali atti sono riservati e accessibili solo alle Amministrazioni concertanti.

Riguardo i dati nazionali richiesti, si evidenzia che il lupo in Italia è una fra la specie più studiate e meglio conosciute, con una popolazione minima stimata di 1070 individui per la popolazione appenninica e di 100 individui per la popolazione alpina.

La forte ripresa del lupo negli ultimi decenni ha portato a riconoscere la specie in uno stato di conservazione soddisfacente rispetto ai parametri della Direttiva “Habitat” e a migliorare la sua classificazione da minacciata a vulnerabile nella classificazione della lista rossa IUCN, rappresentando gli esiti di un successo per il nostro Paese.

Per assicurare una maggiore e più coerente gestione e conservazione del lupo, a partire dal 2016 è stato avviato un lavoro per la redazione di un nuovo Piano di azione per il lupo.

L’ultimo Piano redatto da ISPRA, infatti, risaliva al 2002, dunque, sono stati consultati e raccolte le proposte di oltre 70 esperti, per la redazione del nuovo Piano, che è stato costantemente condiviso con ISPRA e coordinato dal Prof. Luigi Boitani, uno dei massimi esperti di lupo di fama internazionale, appartenente all’Unione zoologica italiana.

Il Piano in questione è stato posto in consultazione ai maggiori portatori di interessi ed è il risultato di un lungo percorso di dibattito e condivisione, nonché di diverse riunioni tecniche in sede di Conferenza Stato-Regioni, nel corso delle quali sono state accolte la maggior parte delle proposte e degli emendamenti formulate dalle Regioni stesse.

I principi fondanti del ‘Piano’ sono la conservazione e tutela della specie ma anche la risoluzione sostenibile dei conflitti con le attività antropiche.

Il ‘Piano’ prevede 22 azioni di conservazione: misure per la prevenzione dei danni da predazione, nucleo antibracconaggio composto dai Carabinieri forestali e dalle polizie locali, l’addestramento di cani al rilievo di bocconi avvelenati, le vaccinazioni dei cani randagi per ridurre l’ibridazione con i lupi e le predazioni altrimenti spesso attribuite ai lupi, oltre ad una più stretta regolamentazione dello strumento delle deroghe al divieto generale di rimozione già previsto dalla legislazione vigente.

Tali deroghe, infatti, sono autorizzabili solo a seguito di precise condizioni e in piena conformità con la normativa comunitaria e nazionale.

Esse non rappresentano assolutamente l’apertura della caccia al lupo o un mezzo di controllo della specie, trattandosi, peraltro, di attività vietate per legge.

Il Piano, a fronte di una serie di strumenti, che sono quelli delineati nelle 22 azioni, non preclude in via assoluta la possibilità del ricorso ad una deroga, che in particolari situazioni critiche potrebbe rappresentare l’unico strumento risolutivo, a condizione che siano stati soddisfatti tutti i prerequisiti previsti.

Tali prerequisiti consistono nella richiesta di deroga avanzata dall’Amministrazione regionale, che quindi ha il pieno controllo sull’attivazione del processo; la documentazione prodotta dalla Regione che attesti lo stato favorevole della popolazione del lupo e la non incidenza della deroga sulla conservazione della popolazione stessa; la documentazione prodotta dalla Regione che attesti la messa in opera delle più idonee misure di prevenzione e di controllo del randagismo canino; la documentazione prodotta dalla Regione che attesti l’assenza di altre soluzioni valide; la documentazione prodotta dalla Regione sull’attuazione delle misure di competenza previste dal Piano.

Sulla base di quanto detto, ISPRA è chiamata ad una valutazione caso per caso e deve accertare la sussistenza di tali requisiti e la piena rispondenza delle condizioni fissate dalla normativa vigente per questo tipo di deroga.

Solo a seguito del parere di ISPRA il Ministero può autorizzare la rimozione di singoli individui, in un contesto che deve mantenere un carattere di eccezionalità.

Pertanto, i passaggi sopra rappresentati evidenziano che si tratta di un procedimento amministrativo molto elaborato, che è sottoposto ad un parere dell’ISPRA e che non costituisce un automatico riconoscimento della deroga.

Si segnala, inoltre, che in sede di riunione tecnica della Conferenza Stato-Regioni dello scorso 24 gennaio il testo è stato approvato in sede tecnica: è noto infatti che si ponga come punto di compromesso ed equilibrio fra le diverse istanze, ed ha raccolto la piena approvazione da parte di gran parte delle Regioni, in quanto, la sola Regione Lazio – in quella sede – ha espresso perplessità, in particolare sulla parte relativa all’applicazione delle deroghe.

Le azioni di prevenzione rappresentano il nucleo centrale del Piano, nella cui redazione è stato dato particolare risalto a tale aspetto, al fine di aumentarne l’efficacia e l’utilizzo. Tali azioni, inoltre, costituiscono un elemento di fondo irrinunciabile per avanzare l’eventuale richiesta di rimozione di un lupo.

Alla luce delle informazioni esposte, il Ministero dell’ambiente continuerà a operare senza ridurre in alcun modo lo stato di attenzione sul tema.

Il Piano per il Lupo tutela la specie, la difende dai rischi, bilancia il rapporto spesso difficile con le attività umane. E’ per questo uno strumento assolutamente irrinunciabile, di elevato valore scientifico.

Mi piacerebbe che su un tema tanto serio per la difesa della nostra biodiversità il dibattito venisse animato proprio da una base scientifica e di buonsenso, non viziato da approcci demagogici senza ragion d’essere.

(www.ladeadellacaccia.it)

Liguria: Raggiunto l'80% del piano di abattimento dei cinghiali

  • Pubblicato in Notizie

L'emergenza cinghiali in Liguria non accenna a diminuire, ma qualcosa comunque è stato fatto. Infatti, leggendo l'articolo apparso su La Stampa apprendiamo che quest'anno "sono stati abbattuti su tutto il territorio ligure il 79,41% dei capi consentiti (19.741 su 24.860). La percentuale maggiore ad Imperia 92,82% (4.177 su 4.500), seguita da Genova 89,69% (7.624 su 8.500); La Spezia 69,05% (2.641 su 3.800) e quindi Savona 65,74 % (5.299 su 8.060) che, ultima come percentuale, è comunque al secondo posto per numero di capi abbattuti."

http://www.lastampa.it/2017/02/18/edizioni/savona/caccia-in-provincia-di-savona-uccisi-mila-cinghiali-degli-mila-preventivati-TqRfSDrbfKE8ko6bGF7uLN/pagina.html

 

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