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Luca Gironi

Luca Gironi

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A CACCIA&COUNTRY LA FONDAZIONE UNA INCONTRA GLI STUDENTI

Si è conclusa con successo la presenza della Fondazione UNA Onlus (Uomo Natura Ambiente) a Caccia&Country – Fiera di Forlì.

Nella giornata di sabato sono stati svolti tre eventi educativi rivolti alle scolaresche forlivesi (circa 150 ragazzi in totale) e ai visitatori della Fiera, incentrati sulla tematica della carne di selvaggina. Si è trattato di incontri formativi, intitolati Selvatici e buoni, della durata complessiva di mezz’ora circa, tenuti da Michele Milani, editore di alcuni dei più interessanti libri dedicati alla cucina di selvaggina. Sono state descritte le tappe fondamentali di una filiera tracciabile e sicura, nel percorso che va dal bosco alla tavola, in cui si rispettano le procedure corrette per non perdere le straordinarie caratteristiche nutrizionali e di sapore delle carni selvatiche.

Nei suoi interventi Milani ha citato un passo saliente del libro “La caccia di Igles e dei suoi amici” edito da MiCOM, scritto da Igles Corelli, noto chef esperto di piatti di cacciagione: “I cacciatori, attraverso una pratica venatoria ben regolamentata, devono collaborare al mantenimento dell’equilibrio tra specie selvatiche e territorio. I vari cacciatori amano e rispettano la natura, al punto dal tutelare l’habitat in cui la selvaggina vive”

Ogni evento è terminato con una degustazione a base di squisiti salumi di selvaggina offerti dall’azienda agricola S. Uberto, affermata realtà emiliana che lavora animali provenienti esclusivamente da fauna selvatica italiana tracciata.

Ad introdurre i tre appuntamenti è stato Giovanni Ghini, delegato regionale della Fondazione UNA Onlus per l’Emilia Romagna, che ha spiegato a studenti e visitatori valori e mission della Fondazione UNA Onlus, citando i progetti concreti che porta avanti nei vari territori italiani.

Tra questi Selvatici e buoni. Una filiera alimentare da valorizzare, il progetto curato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con il Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Milano e la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, che intende introdurre i criteri di tracciabilità, sicurezza alimentare, trasparenza e legalità all’interno della filiera della selvaggina, tanto pregiata quanto sottovalutata e che invece merita di essere valorizzata anche dal punto di vista economico ed occupazionale.

“Abbiamo spiegato ai ragazzi le tappe di una filiera tracciabile e sicura della selvaggina – commenta Giovanni Ghini, delegato regionale della Fondazione UNA Onlus per l’Emilia Romagna – una carne dalle enormi proprietà nutrizionali che merita di essere maggiormente valorizzata anche dal punto di vista economico. Questo è uno degli obiettivi dei progetti seguiti dalla Fondazione UNA – continua Ghini – che si sta consolidando sempre più come una realtà in grado di proporre al mondo ambientale, venatorio e universitario un nuovo equilibrio tra uomo e ambiente, basato su una proficua gestione della natura, sulla salvaguardia della biodiversità e sulla valorizzazione delle potenzialità dei territori”.

VENETO: GIUNTA CREA UN CORPO UNICO DI POLIZIA IN CAMPO AGRICOLO, VENATORIO E AMBIENTALE

Il Veneto intende costituire il Servizio regionale di Vigilanza, accorpando guardie provinciali e ispettori regionali in un unico corpo diretto e organizzato dalla Regione, al quale affidare le attività di vigilanza e di controllo in materia ambientale, agroalimentare, faunistica e venatoria su tutto il territorio regionale. Questo l’obiettivo del disegno di legge che la Giunta regionale del Veneto ha approvato nell’ultima seduta, su proposta dell’assessore all’agricoltura Giuseppe Pan, di concerto con il vicepresidente Gianluca Forcolin. Il testo di legge, elaborato d’intesa con i rappresentanti dei corpi di polizia provinciale, è stato trasmesso alla conferenza permanente delle autonomie locali e al Consiglio regionale per l’iter istruttorio.

“A seguito dalla riforma Delrio e del riordino delle funzioni delle Province – dichiara il vicepresidente Forcolin – la Regione Veneto, con legge regionale n. 19/2015, ha mantenuto in capo alle Province tutte le funzioni non fondamentali assumendosi l’onere di pagare il personale e del costo della funzione, tra cui appunto i corpi di polizia provinciale. Ci siamo quindi interrogati su come valorizzare professionalità e competenze dei circa 180 agenti dei corpi di polizia provinciale. Da qui l’iniziativa legislativa di far confluire in un unico servizio organizzato su scala regionale l’organico risultante dal trasferimento nei ruoli regionali del personale attualmente dipendente dalle Province e della Città metropolitana di Venezia addetto alle attività di polizia provinciale correlate alle funzioni non fondamentali, e l’organico del Nucleo regionale ispettori di vigilanza nel settore primario, di cui alla legge regionale n. 88/1980. L’accorpamento e la riorganizzazione garantiranno ai 174 ex dipendenti delle Province e ai 12 ispettori del Nucleo regionale di vigilanza tutte le indennità, le qualifiche e il trattamento economico di cui sono titolari”.

“Nel gestire il servizio di vigilanza faunistico venatorio – rileva l’assessore Pan – è sempre più avvertita l’esigenza di superare l’attuale difformità di organizzazione e gestione dei servizi provinciali. Dato che ormai da un anno i funzionari provinciali che svolgono questo tipo di attività, che non rientra tra le funzioni fondamentali rimaste in capo alle Province, sono pagati interamente dalla Regione, e dovendo assicurare uniformità e coordinamento alle funzioni di vigilanza in tutto il territorio regionale, come ad esempio il controllo del bracconaggio, con questo provvedimento sarà possibile pianificare e gestire al meglio, e in modo più efficace, la vigilanza e il controllo venatorio, ittico e ambientale su tutto il territorio regionale, trasferendo gli agenti provinciali nel ruolo regionali”.

I futuri agenti del Servizio regionale di vigilanza avranno il compito di vigilare su tutela e salvaguardia della fauna selvatica e dell’attività di caccia, nonché sulla fauna ittica e sulla pesca nelle acque. Avranno inoltre il compito di controllare le attività e i mercati agricoli, l’impiego di prodotti e fitofarmaci nelle colture, e di prevenire e reprimere le frodi agroalimentari. Infine, spetterà loro ogni ulteriore compito che leggi regionali e nazionali abbiano affidato alle Polizie provinciali, come la vigilanza in materia di cave e attività estrattive o in materia di accoglienza e turismo.

L’istituzione del nuovo servizio regionale – esplicita il disegno di legge presentato – avviene a costo zero, in quanto costituito da personale che già rientra nell’organico regionale. (www.ladeadellacaccia.it)

EMERGENZA CINGHIALE IN ABRUZZO: Ora è tempo di fare la legge !!

AL VAGLIO DELLA REGIONE ABRUZZO LE NUOVE PROPOSTE PER LA MODIFICA DEL REGOLAMENTO SULLA GESTIONE DEL CINGHIALE

A due anni dall'entrata in vigore del Regolamento di gestione degli ungulati la Regione Abruzzo ha espresso la necessità di apportare urgenti modifiche al testo vigente, in parte legate al necessario adeguamento al riordino delle Province ed in parte mosse dalla contingente situazione emergenziale venutasi a creare con l'espansione delle popolazioni di cinghiale nel territorio regionale. In particolare per rispondere alle pressanti richieste dei numerosi Sindaci del chietino che qualche mese fa avevano presentato al Prefetto di Chieti Antonio Corona, decreti per un abbattimento di massa dei cinghiali, la Regione ha presentato un disegno di modifica del testo vigente del Regolamento.
Allo stato attuale sul tavolo del Presidente della III Commissione Consiliare regionale, Lorenzo Berardinetti, permangono due proposte dai contenuti distinti e con soluzioni talvolta contrapposti.
La prima, firmata da 13 Consiglieri di maggioranza (Pepe, Berardinetti, Mariani, Di Pancrazio, Paolucci, D’Alessandro, Olivieri, Monticelli, Paolini, Monaco, Calducci, Petrucci, Gerosolimo), ivi compreso l’Assessore alle politiche venatorie Dino Pepe, prevede sostanzialmente una nuova ripartizione dei compiti, tra Regione e ATC, assegnando alla Regione competenze di programmazione, pianificazione territoriale ed agli Atc quelle di gestione diretta ed altre, eventualmente, su delega della Regione. In questa proposta, condivisa tra le altre anche con tutte le Associazioni di categoria agricole (Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Copagri), si prevede la riapertura alla caccia in braccata, oggi vietata, anche nelle aree non vocate, dove la specie si è insediata negli ultimi anni creando un vero clima di allarme sociale, con il ripetersi di incidenti stradali ed aggressioni ai cittadini nelle zone periurbane.
La seconda proposta, che porta la firma di 4 Consiglieri di minoranza (Gatti, Sospiri, Febbo, Iampieri) e di taluni Atc, prevede invece il mantenimento del divieto di svolgere le cacce collettive ed il passaggio di tutte le competenze delle ex Province agli Atc, ivi compresa la redazione di tutti i Piani di gestione e caccia alla specie.
Secondo il presidente regionale Massimiliano Di Luca, la Regione Abruzzo e con essa agricoltori e cacciatori, si trovano ad una svolta importante e determinante, che riguarda interessi nazionali oggetto dei temi discussi anche nel Congresso Nazionale dell’Associazione svoltosi a Fiuggi il 9/10 settembre scorso.
Le modifiche proposte dall’Assessorato oltre a conseguire il necessario adeguamento ai nuovi riferimenti normativi, seguendo l’intendimento della L.157/92 e della L.R. 10/2004, apportano adeguati correttivi al testo vigente per far fronte all’inedita presenza dei cinghiali fin sulla costa abruzzese. Il paradosso presente invece nella bozza presentata dalla minoranza, denuncia Arcicaccia, si trova nel fatto che da un lato aumentano le competenze (non proprie) degli Atc e con esse le spese dei tecnici per la redazione dei 33 piani di gestione che ogni anno dovranno redigere gli stessi Atc abruzzesi, e che le spese di questa manovra ricadranno esclusivamente sui cacciatori i quali sarebbero tenuti a pagare una somma, prevista al comma 25, di circa 800 euro per ciascuna squadra e 40 euro per ogni cacciatore singolo.
Di Luca conclude richiamando la Regione, ma anche gli Atc abruzzesi, le Associazioni agricole e venatorie, il mondo ambientalista a fare sistema. Occorre un forte senso di responsabilità affinché venga riconosciuto appieno al cacciatore abruzzese il ruolo di gestore del territorio, che gli compete e che già in parte sta esercitando, ma senza che ciò gravi esclusivamente sulle loro tasche, come proposto oggi da qualcuno, per evitare ulteriori penalizzazioni ad una categoria già provata da molte concause e che servirà sicuramente a scoraggiare molti cacciatori che, di contro, sono insostituibili nel governo di popolazioni selvatiche che comunque sono patrimonio indisponibile dello stato.

Toscana: ecco il testo di modifica alla legge 3/94 licenziato dalla giunta regionale

Il Consiglio Regionale della Toscana, nei prossimi giorni, legifererà su una
importante norma per la gestione faunistica e per la revisione degli ATC.
Il testo è stato approvato dalla Giunta Regionale e inizierà l’iter in II
Commissione Sviluppo economico e rurale, cultura, istruzione, formazione per
la discussione, gli emendamenti e le modificazioni.
Il Consiglio Regionale dovrebbe discutere il provvedimento a partire dal 13
dicembre per giungere all’approvazione tra gli ultimi provvedimenti previsti
per la fine dell’anno

 

 

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