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Luca Gironi

Luca Gironi

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Toscana: Sirio Bussolotti è il nuovo Presidente Regionale di Arci Caccia

Sabato 9 Giugno, presso il Circolo Arci La Fonte di Bagno a Ripoli, si è svolto il Congresso Regionale di Arci Caccia. L’Assemblea congressuale ha provveduto all’elezione del nuovo Consiglio Regionale, composto da 33 delegati che, a sua volta, in prima convocazione ha eletto Presidente il senese Sirio Bussolotti. Molti gli interventi che hanno animato la manifestazione, a copertura di tutti i temi che regolano la vita dell’associazione. Lungo e preciso quello del responsabile della cinofilia Paolo Guazzini che ha relazionato sull’importante lavoro di aggregazione ed educazione cinofila svolto in questi anni, lavoro che potrete ritrovare nel dettaglio nel documento allegato. Molto interessante anche l’intervento del Neo-presidente Bussolotti, che ha posto l’accento sugli ottimi risultati ottenuti nell’ultimo tesseramento, soprattutto in considerazione dell’assenza di un gruppo dirigente locale in grado di difendere l’Associazione dall’aggressione, a lungo pianificata, portata avanti da chi voleva svuotarla a beneficio della Federcaccia. “La priorità, da ora in avanti – continua Bussolotti – indubbiamente sarà indubbiamente il rilancio dell’Arci Caccia Toscana, per permettere la promozione della nostra idea di caccia, sostenibile e sociale. Per ottenere questo risultato, occorre riportare gli Atc al loro ruolo di gestione, collaborando con la Regione che, dopo la riforma Del Rio è titolare del ruolo precedentemente svolto dalle Province. Una collaborazione attiva, tesa a indirizzarne le scelte, senza sconti sui provvedimenti che riterremo sbagliati, ma comunque propositiva, in modo da ridare agli Atc, malgestiti e depredati, la funzione che era stata pensata per loro da lungimiranti legislatori”. Su questa linea anche la conclusione del Presidente Nazionale Sorrentino, che rivendica il lavoro fatto nella scorsa estate dal gruppo dirigente nazionale, Cristian Maffei in testa, che ha partecipato a decine di assemblee che hanno permesso, anche in quei pochi territori dove i gruppi dirigenti sono passati alla FIDC, di mantenere il contatto con la base e di superare largamente la soglia dei 10000 tesserati. Ospiti graditi della giornata Paolo Banti, dirigente dell’Ufficio Caccia della Regione, Orlando Materassi delegato della Uisp Toscana, che ha portato i saluti della Federazione Arci e di Luca Brunelli, Presidente di Cia Toscana, che ha rimarcato la necessità di una stretta collaborazione tra agricoltori e cacciatori per permettere il mantenimento della caccia sociale e al contempo una riduzione dei danni che devono subire gli agricoltori. Questo a partire dal protocollo siglato con Arci Caccia ed ANLC che può diventare il punto di partenza per esperienze virtuose.

Da questa assemblea esce un nuovo gruppo dirigente, che mantiene importanti continuità con quello storico, ma si presenta fortemente rinnovato nelle idee e nelle persone. Un gruppo finalmente coeso e pronto ad accettare le sfide che aspettano i cacciatori nel terzo millennio.

Viva l’Arci Caccia!!!

 

 

LA LEGGE SULLA CACCIA DI REGIONE PIEMONTE

Cacciatori piemontesi ed italiani, a qualunque associazione voi apparteniate sappiate che il 12 giugno 2018 si è consumato l’ennesimo vergognoso attacco nei confronti del mondo venatorio piemontese perché quel giorno il Consiglio Regionale ha approvato il pessimo DDL 182, che ora diventa la nuova legge regionale sulla caccia, di certo la peggiore di sempre e non solo qui da noi, ma pure in Italia ed Europa.
Dopo l’imprudente abrogazione della l.r. 70/96 abbiamo atteso per anni una legge regionale che ci permettesse di praticare secondo dettami tecnico-scientifici la nostra passione, consapevoli del fatto che la difesa di territorio e biodiversità passasse attraverso l’esercizio di un’attività venatoria regolamentata e non certo criminalizzata o assurdamente limitata per sole ragioni ideologiche o pregiudiziali.
Così non è stato, e la politica piemontese è stata sorda ai nostri appelli, guidata e condizionata da formidabili spinte interne animal-ambientaliste che hanno impedito di arrivare ad una qualsivoglia forma di dialogo costruttivo, sfornando invece una legge che anche ai più avveduti e preparati giuristi pare essere infarcita di articoli incostituzionali, o non rispettosi di quanto previsto dalla legge nazionale 157/92.
Non sfuggirà infatti a chi ha seguite le vicende che negli ultimi anni hanno contrapposto cacciatori e assessore Ferrero come, ad esempio, Regione Piemonte sia già stata spedita dal TAR di fronte alla Corte Costituzionale per analoghi provvedimenti legislativi contenenti il divieto di cacciare specie normalmente consentite nel resto d’Italia.
La legge ormai è stata votata e noi dobbiamo prenderne atto chiedendo al Governo d’impugnarla subito, ma comunque farà del Piemonte la prima regione dichiaratamente anti-caccia d’Europa, con l’imposizione di divieti assurdi e motivati al più da volontà di rivalsa e prevaricazione, piuttosto che essere frutto del lavoro di legislatori lungimiranti e dotati di un autentico spirito equanime e riformatore.
Ora più che mai il mondo venatorio si deve unire per dimostrare che non ci sta, deve farlo per dire basta alle angherie di questa legge, che ora opprime i cacciatori piemontesi, ma un domani potrebbe contagiare con i suoi effetti negativi anche altre regioni italiane.
Per fare un breve e parziale sunto di quanto deciso dagli illuminati legislatori piemontesi, questa legge non permette o vieta:
1) di andare a caccia nelle domeniche di settembre,
2) cacciare 15 specie cacciabili secondo la l. 157/92,
3) consente ai proprietari dei fondi di vietare la caccia sui loro terreni,
4) impone ai cacciatori di ungulati di produrre ogni 30 mesi un attestato di prova di tiro per poter accedere al prelievo selettivo,
5) prevede che il prelievo della tipica fauna alpina sia consentito esclusivamente tramite un’assegnazione nominativa in base a piani numerici di prelievo, e così diversi cacciatori ne saranno esclusi,
6) stabilisce che i cacciatori che sono agricoltori, amministratori e dipendenti di enti pubblici, o viceversa, non possano essere designati nei Comitati di Gestione di ATC e CA perché incompatibili,
7) vieta l’addestramento cani dopo le ore 18,00.

Queste sono solo alcune delle genialità contenute nella nuova legge che penalizzano non solo i cacciatori piemontesi, ma anche quelli foranei il cui numero viene drasticamente ridotto al 5% sul totale ammissibile in ambiti e comprensori, limite elevabile al 10 nei soli ATC, anche se restano escluse la caccia di selezione e il cinghiale, e questo perché pare ormai evidente a tutti l’intento di “tollerare” solo più queste ultime due forme di prelievo venatorio, demolendo invece quelle che sono le nostre cacce tradizionali, e cioè stanziale, migratoria e tipica fauna alpina.
Peraltro l’aumento delle sanzioni pecuniarie per tutte le infrazioni è ora salito a livelli altissimi, intollerabili.
L’8 giugno 2018 i cacciatori italiani sono scesi unitariamente in piazza, e l’hanno fatto proprio a Torino assurta ormai a simbolo della volontà del mondo venatorio di rialzare la testa, e non farsi sottomettere da una politica poco incline a rispettare lei stessa la l.157/92 o le norme europee, per non parlare poi della stessa Costituzione della Repubblica Italiana.
Richiamando allo spirito scaturito da quella manifestazione, ed appellandoci a tutti gli appassionati italiani a prescindere dal tipo di caccia praticata, ora è necessaria una presa di posizione unitaria, anche a livello nazionale.
Non pensino poi alcune categorie di cacciatori d’ essere più fortunate d’altre solo perché escluse dai provvedimenti di questa scellerata legge, perché è solo questione di tempo e dopo potrebbe toccare anche a loro: siamo tutti sulla stessa barca e ora dobbiamo remare nella stessa direzione. Convintamente!
In molti ci chiedono d’assumere iniziative forti, che colpiscano l’opinione pubblica, fosse pure quella d’astenersi dall’attività di contenimento dei cinghiali, o rispondere agli appelli delle amministrazioni pubbliche per iniziative analoghe negando quell’appoggio e quella collaborazione che sinora mai abbiamo fatto loro mancare.
I cacciatori sono sempre stati disponibili a svolgere attività di volontariato, piuttosto che correre in aiuto al mondo agricolo tormentato dai danni provocati dalla fauna selvatica, siano essi ungulati, corvidi o altro ancora, ma non vengono mai ricambiati con la stessa moneta; talvolta, al contrario, proprio come avvenuto in Piemonte in occasione della manifestazione, le stesse associazioni agricole pur invitate ad offrire solidarietà e supporto alla nostra categoria hanno glissato di fronte all’accorato appello, e sono stati anche emessi comunicati di soddisfazione a sostegno della legge testé approvata.
Siamo stufi d’essere spremuti come limoni quando si tratta di pagare, e poi bistrattati o penalizzati quando si tratta di rispettare i nostri diritti, nemmeno possiamo credere che la nostra sopravvivenza possa essere determinata da un’appartenenza politica piuttosto che un’altra, perché la caccia dovrebbe esistere ed essere tollerata a prescindere da tutto ciò.
Per tutte queste ragioni, pur nel rispetto delle istituzioni, da oggi in poi valuteremo ogni forma di lotta lecita e consentita oltre a quelle già messe in atto nel passato, precisando come per noi si tratti principalmente di difendere diritti e libertà altrove considerate normali ed acquisite, mentre qui, in Piemonte, esse vengono rappresentate all’opinione pubblica quali fossero atti delittuosi o contrari alla morale.
La Caccia s’è desta!


Torino, 18 giugno 2018.


Le associazioni venatorie piemontesi:


A.N.L.C., ANUU Migratoristi, ARCI Caccia, Enalcaccia, E.P.S., C.P.A., La Selva.

A Fiuggi la 57° Assemblea Nazionale ANLC

All’insegna dell’orgoglio e dell’entusiasmo la 57^ Assemblea della Libera Caccia


Ma anche all’insegna della riconoscenza per il grande lavoro svolto dal presidente Paolo Sparvoli che la “Conferenza” delle Regioni ha voluto ringraziare con un dono estremamente prestigioso e sicuramente attinente alla sua ben nota e profonda passione venatoria. Tutti i presidenti pregionali presenti all’Assemblea, infatti, hanno donato a Sparvoli un meraviglioso sovrapposto Beretta “687 EELL Diamond”.
Questo si può dire sia stato il clou emotivo di un’Assemblea che, nel solco di quanto sta ormai avvenendo da anni, si è svolta con i ritmi solleciti e la tranquillità consentiti di una limpidezza gestionale in grado di affrontare ogni asperità di percorso, soprattutto quelle connesse all’ostilità
sempre più palese di amministratori e politici che sembra facciano a gara nel frapporre ostacoli al sereno svolgimento dell’attività venatoria.
Nell’accogliente e funzionale struttura alberghiera dell’Hotel Silva Splendid di Fiuggi, si sono riuniti i membri dell’Ufficio di presidenza composto da vicepresidente vicario Sisto Dati, dai due vicepresidenti Bruno Santori e Romeo Trotta e dai membri Alberto Benatti e Luca Morelli. Insieme
a loro sono intervenuti il Comitato esecutivo, i presidenti e i delegati regionali provenienti da ogni regione italiana.
Dopo un minuto di raccoglimento in memoria dei Soci benemeriti recentemente scomparsi, Aldo Alvisini e Gerardo Bettini, e completate le consuete operazioni formali, in particolare l’elezione di Roberto Fabbri e di Giuliano Scarabottini, rispettivamente come presidente e segretario
dell’Assemblea, i lavori hanno preso avvio sulla scorta di una corposa, appassionata ed esaustiva relazione del presidente Paolo Sparvoli il quale, dopo aver ringraziato il personale, il collegio dei revisori dei conti e i delegati alla Cinofilia, al Tiro e alla Vigilanza, ha toccato tutti i punti della vita
sociale e delle relazioni con le altre componenti del mondo associativo venatorio oltre che delle forze di governo appena insediate alla guida del Paese.
Ovviamente non poteva mancare un lungo capitolo dedicato alla recente manifestazione di Torino che la Libera Caccia ha fortemente voluto e alla quale ha partecipato con grande convinzione e con la rappresentativa sicuramente più numerosa e compatta di cacciatori, a differenza della tiepidezza se non proprio dello “scetticismo” mostrato da tante consorelle che forse non si sono rese sufficientemente conto dei gravi pericoli che la nuova legge regionale del Piemonte genererà per tutta la caccia italiana.
Dall’intervento del presidente Sparvoli, accolto da un lungo e caloroso applauso, così come la replica finale a conclusione di numerosi interventi, è trapelato un pacato ottimismo ma è scaturita anche una sferzata collettiva di incoraggiamento e di stimolo a proseguire nel grande lavoro che
tutta l’Associazione sta compiendo in difesa dei diritti e della dignità di tutti i cacciatori italiani.

 

Calabria: Fidc Crotone scrive alla Regione per denunciare i disservizi della Provincia

Denuncia disservizi del settore - Provincia di Crotone


La scrivente Associazione Venatoria, a nome di più di 700 cacciatori rappresentati nella provincia, lamenta e denuncia a carico dei vostri Uffici Territoriali di Crotone una totale mancanza di servizi, consistente nella assoluta impossibilità di comunicare con il personale sia telefonicamente che in via telematica dovuto, a dire dei dipendenti, ad assenza di linee telefoniche ed internet, che purtroppo nel 2018 ci sembra seriamente inverosimile.
Ancor più grave, purtroppo, è il mancato svolgimento (da ormai più di 7 mesi) degli esami per il conseguimento dell’abilitazione venatoria, che porta a mancati introiti x Stato, Regione, ATC ed Associazioni Venatorie, per non parlare del sentimento di sconforto innescato sia negli aspiranti che nei cacciatori stessi, nel riscontrare un totale abbandono e disinteresse per tali problematiche.
Chiediamo come Associazione di intervenire immediatamente affinché le normali funzioni relative al Settore Caccia nella Provincia di Crotone vengano regolarmente ripristinate, per non contribuire a far sprofondare questo nostro territorio già abbondantemente penalizzato.
Fiduciosi in una positiva risoluzione, porgiamo distinti saluti.


Il Presidente
Arch. Angelo Madia

ANLC: Remaschi fa pagare ai cacciatori le sue inefficienze politiche!

La Libera Caccia ha sempre sostenuto che questa legge "Obbiettivo" fosse iniqua ed ancora oggi ne abbiamo avuto conferma.
La legge Obbiettivo è fallita determinando così un aumento esponenziale dei danni all'agricoltura mettendo in crisi i bilanci degli ATC, e chi deve pagare? I cacciatori! Ovviamente! La Regione, infatti, ha dato la possibilità agli ATC di far pagare fino a 50 euro a cacciatore per la caccia in braccata al cinghiale.
Il provvedimento è ancora più grave se pensiamo che alcuni ATC, illegittimamente, avevano già messo questo balzello ancora prima delle delibera di Remaschi che quindi appare come una toppa ad un buco già aperto da chi non sa gestire i soldi dei cacciatori. Non solo, si continuano a fare figli e figliastri, alimentando pericolosamente il contrasto tra cacciatori. Da una parte si aumenta la tassa per chi caccia in braccata, da l'altra, non si chiede niente a chi pratica la caccia di selezione al cinghiale. Si continua a tirare pericolosamente la corda che lega le squadre alla gestione del territorio penalizzando coloro che rappresentano il vero argine allo straripamento dei cinghiali. Non capiamo la miopia di chi, dati alla mano, continua a non vedere coloro che, abbattendo 80.000 cinghiali all'anno, danno un VERO aiuto al mondo agricolo. Continuate a tassarci, a spremerci come limoni, ignorando le nostre richieste, ma amichevolmente vi avvertiamo, la misura è ormai colma. I recenti risultati politici dovrebbero farvi capire che la strada da Voi intrapresa è sbagliata. La LIBERA CACCIA, come portavoce sindacale, vi avverte che uno sciopero dei cacciatori aderenti alle squadre, non è più una chimera. Sta a Voi della Regione valutare quali potrebbero essere i risultati catastrofici. Vi invitiamo quindi a non aumentare le tasse e a prendere in considerazione le proposte che vi abbiamo inviato per migliorare la gestione degli ungulati stemperando così questo clima oramai incandescente.
Non potete continuare a mettere la mani in tasca a chi già paga cetinaia di euro per andare a caccia.
Una decisione senza precedenti che ci vedrà impegnati in una decisa battaglia contro chi sta distruggendo letteralmente il sistema caccia in Toscana.

Sisto Dati
Vicepresidente Nazionale dell'Associazione Nazionale Libera Caccia

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura