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Luca Gironi

Luca Gironi

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Arci Caccia Toscana: noi l’avevamo già detto lo scorso anno…

Gli avvenimenti degli ultimi giorni, che hanno interessato gli atc fiorentini, sono decisamente preoccupanti. Per questo vogliamo riproporre questo contenuto che abbiamo pubblicato la scorsa estate e tornato decisamente d’attualità:

Arci Caccia: Imprese e conflitti d’interesse. No Grazie!!!

Il MPAAF aveva inviato alla nostra Associazione una richiesta di chiarimenti sulla Società Gaia srl, che forniva servizi, anche faunistico venatori e della quale era parte della compagine sociale il Comitato Regionale ARCI Caccia della Toscana, per decisione dei dirigenti di allora.

La richiesta del Ministero veniva a seguito di una Interrogazione parlamentare sull’attività svolta da questa Società in Regione Toscana.

Sono stati inviati per dare una risposta completa lo Statuto, i Bilanci degli ultimi 5 anni, la composizione della compagine e l’atto di messa in liquidazione.

Il Presidente nazionale, nell’esercizio dei poteri sostitutivi che esercita in rappresentanza del Comitato ARCI Caccia della Toscana, necessari per le dimissioni dei responsabili regionali, in data 5 luglio 2017, procedeva a mettere in liquidazione la Società Gaia srl, d’intesa con gli altri soci.

Tale atto veniva deliberato per corrispondere alle osservazioni formulate al nostro Statuto dal MPAAF, nella quale si sottolineava che le Associazioni Venatorie Nazionali Riconosciute non possono costituire a loro volta “società di servizi strumentali ed altri enti che non siano di mera gestione”. L’Associazione ha accolto nella stesura definitiva dello Statuto la richiesta.

In applicazione dell’ordinamento statutario, il Presidente nazionale ha recepito le osservazioni del Ministero per tutti i livelli di rappresentanza sia regionale, sia territoriale come necessario per non aggirare quanto disposto dal ministero ed eliminare, alla radice, le condizioni di qualsivoglia conflitto d’interesse.

ANUU: LA NIDIFICAZIONE

Guardiamo in alto nel Paleartico Occidentale dove da alcuni giorni si sono posizionati l’alta pressione e un caldo fuori stagione, con temperature massime estive, consentendo un magnifico momento per la nidificazione, luogo eccezionale per il serbatoio annuale dei nostri amici alati. Auguriamoci che il favorevole clima che si sta sviluppando in quelle regioni prosegua, come ci comunicano gli stagisti dell’Università di San Pietroburgo che abitualmente svolgono la loro attività autunnale presso l’Osservatorio Ornitologico di Arosio della FEIN, ma che continuano i contatti durante tutto l’anno. Non così favorevoli sono state queste prime decadi di maggio nel nostro territorio, anche se ora il tempo si sta rimettendo al bello facendo venir meno quella instabilità diffusa con rovesci e temporali, assolutamente non favorevoli ai nostri amici alati.

ARCI Caccia e FIdC: Ai cacciatori di Viterbo e Provincia

In merito alle modifiche delle procedure per le certificazioni mediche necessarie per rinnovo delle licenze di caccia, novità che ha creato uno stato d’animo particolarmente ansioso e forti preoccupazioni nel mondo venatorio , dopo gli immediati confronti tra la ASL e le associazioni venatorie , dopo che si è avuto l’impegno pieno della politica che rappresenta il nostro territorio alla Regione Lazio, politica vicina ai cacciatori, possiamo adesso affermare che la situazione creatasi si sta risolvendo in maniera positiva.
Tale situazione, che ha visto anche strumentali posizioni sui giornali locali che invece di cercare di risolvere i problemi ai cacciatori ricercavano solo dei fittizi responsabili , ha avuto il suo punto di sintesi nell’ analisi della dirigenza della Asl che approfondendo la problematica dopo l’incontro con le associazioni venatorie sta per procedere a dare delle direttive che non mettono in discussione la giusta precauzione nel rinnovo e nel rilascio del porto d’armi ma ne distinguono le caratteristiche e le procedure da adottare.
Pertanto gran parte delle pratiche per il rinnovo del porto d’armi per uso da caccia avranno procedure uguali a quelle previste in precedenza ,saranno più dettagliate, secondo la normativa vigente, quelle per il primo rilascio o per quei casi che patologicamente necessitano di approfondimento da parte della medicina legale della ASL.
La dirigenza dell’azienda sanitaria locale ci fornirà la procedura che verrà divulgata a tutti i cacciatori. Solo attraverso la costante opera di confronto, di spiegazione della problematica e di quale impatto avrebbe avuto abbiamo ottenuto questo risultato.
Non ci piacciono ne le polemiche ne la politica urlata: ci interessa difendere il mondo venatorio con tutte le sue peculiarità e siamo sicuri che i risultati quando si ottengono e consolidano la fiducia dei cacciatori in chi li rappresenta.
Roma lì 31 Maggio 2018

 

Marche: varato il piano controllo cinghiale 2018-2019

(ANSA) - ANCONA, 29 MAG - Al via dal prossimo luglio il primo Piano di Controllo del Cinghiale della Regione Marche, che incorpora in un'unica normativa le competenze in materia di gestione e prelievo della fauna prima esercitate dalle Province. Presentato oggi in un incontro stampa ad Ancona dall'assessore regionale alla Caccia Moreno Pieroni assieme al presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, il piano ha durata quinquennale, dal 2018 al 2023, e una dotazione economica di tre milioni di euro. Prevede l'adozione di nuove strategie per prevenire i danni causati dai cinghiali, unificando gli interventi su tutto il territorio regionale e coinvolgendo gli agricoltori e gli

Ambiti Territoriali di Caccia (Atc) per l'attività di controllo e monitoraggio degli interventi.
In particolare, gli agricoltori con licenza di caccia sono autorizzati a catturare i cinghiali nelle loro proprietà in base ai danni provocati da questi ultimi, seguendo una divisione in zone. Nella zona C, vale a dire sulla costa, possono usare trappole, recinti di cattura o altri strumenti forniti dall'Atc,
qualora abbiano subito nell'anno precedente danni superiori a 500 euro. Nella zona B, subito dopo quella costiera, e A, nella parte interna, solo se i danni causati sono stati superiori a 1.000 euro (un euro per ogni ettaro coltivato). Nella zona C occorre effettuare una segnalazione alla Regione sulla presenza del cinghiale e dopo sei ore, una volta ottenuta l'autorizzazione, si può procedere alla cattura. Un sistema analogo vale anche per le altre zone se il danno annuale è stato superiore ai 5 euro per ettaro, nelle aree protette quando il danno medio indennizzato è stato di due euro per ettaro, o quando non siano stati raggiunti i piani minimi di abbattimento durante la stagione venatoria. Un agricoltore può infine procedere alla cattura dopo 24 ore dalla segnalazione del danno. Qualora infine l'abbattimento selettivo sia valutato poco efficace dalla Polizia provinciale si possono adottare tecniche con più operatori e i cani. "Sono oltre 10 mila i cinghiali censiti nella regione - ha dichiarato Ceriscioli - che, riproducendosi, raddoppiano annualmente il loro numero. Con questa strategia si mantiene la situazione sotto controllo, sfatando nel contempo la diceria che la Regione Marche privilegi gli interessi dei cacciatori contro quelli degli agricoltori, che se interessati all'attività di controllo devono presentare apposita domanda entro il 31 gennaio all'Atc". Infine per il rimborso dei danni subiti dagli automobilisti a causa della fauna selvatica, ha concluso Pieroni, "abbiamo previsto risorse pari a due milioni di euro per gli anni 2016, 2017 e 2018 con indennizzi per un importo pari al 60% delle spese".

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