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Luca Gironi

Luca Gironi

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CINOMANIA: RECINTO INVISIBILE D-FENCE 101

 

Il vostro cane fugge dal vostro giardino? Distrugge i fiori nelle vostre aiuole? Nuota nella vostra piscina? Il recinto invisibile Dogtrace vi aiutera' a risolvere questi problemi!
Il recinto elettronico invisibile e' costituito da una trasmittente, dal cavo perimetrale (che funge da antenna radio) e da uno o piu' collari da far indossare al/ai cane/i. E' possibile recintare una zona, creare delle zone interdette (come aiuole o piscine), evitare l'attraversamento di un cancello...Il filo può essere agganciato alla preesistente barriera, alla rete, alla ringhiera, fatto correre alla base del muro perimetrale, sottoterra, sott'acqua, dentro la siepe...o semplicemente fatto correre a terra, dove si vuole.

COME FUNZIONA

Il sistema a condizioni normali sta in attesa (stand-by). Se il cane entra nella "zona di avvertimento" il collare che indossa gli dara' un segnale sonoro. Se il cane non tornera' indietro ed entrera' nella "zona proibita" il collare emettera' un impulso elettrico che fara' desistere il vostro amico a quattro zampe! La larghezza sia della zona di avviso che della zona di correzione e' regolabile dalla centralina trasmittente. Il vostro cane imparera' facilmente e rimarra' nel suo spazio delimitato. Il sistema puo' essere impiegato anche per piu' cani, quanti se ne vuole: bisognera' semplicemente acquistare altri collari. La tensione all'interno del filo non supera i 12 V percio' non c'e' alcun pericolo nel caso il filo si strappi. N.B. L'apparecchio puo' non funzionare nel miglior modo possibile se presenti altre fonti di onde radio in prossimita' del filo trasmittente. N.B. Non e' possibile impiegare il recinto invisibile in presenza contemporanea del sistema "robot taglia erba" perche' i due sistemi vanno in conflitto e si creano danni

CARATTERISTICHE

Trasmittente
Dimensioni: 150 x 120 x 40 mm
Ampiezza della zona "Avvertimento": 0,4-5 m
Zona di correzione: 0,3-1,5 m
Tipo di cavo: bassa impedenza, rame, isolato
Lunghezza del cavo: max. 1200 m
Alimentazione: adattatore 230 V / 50 Hz, 15 V / 100 mA
Superficie coperta: max 9 ha

collare
Dimensioni: 34 x 40 x 62 millimetri
Peso: 65 g
Alimentazione: batteria al litio 3V CR2
Durata della batteria: 6 mesi in modalità stand-by
impermeabile
Impulso Correzione: 8 livelli

CONTENUTO DELLA CONFEZIONE

100 metri di filo
trasmittente
adattatore per l'alimentazione
2 cavi di collegamento
ricevente (collare)
Elettrodi 17 millimetri
Elettrodi 12 millimetri
Batteria al litio CR2 3V
Lampada test

3 ANNI DI GARANZIA. CINOMANIA RIVENDITORE E CENTRO ASSISTENZA PER L'ITALIA.

ARCI CACCIA: Cosa sta succedendo negli ATC Fiorentini?

Nei giorni scorsi, sulla stampa è apparso questo articolo, che segnala l'avvio di indagini che ipotizzerebbero gravi reati commessi negli Atc fiorentini. In particolare, l'occhio degli inquirenti si sarebbe posato sulle figure tecniche in relazione alle perizie di stima dei danni. Che ci sia una relazione tra queste indagini e la chiusura degli uffici dell'ATC  4 segnalata da ARCI CACCIA e ANLC nei giorni scorsi?

http://iltirreno.gelocal.it/empoli/cronaca/2018/05/19/news/caccia-aperta-un-inchiesta-su-perizie-irregolari-1.16851061

 

CIA LOMBARDIA: SERVONO MISURE SPECIFICHE SU DANNI DA CINGHIALE

La sola caccia non basta a contenere il cinghiale, occorrono misure di controllo e contenimento efficienti che proteggano le attività agricole e riducano a zero i danni cagionate alle stesse. Questo il principale messaggio contenuto della lettera inviata da Cia Lombardia all’assessore all’Agricoltura regionale Fabio Rolfi, che ha da poco attivato un tavolo specifico sulla gestione del cinghiale in Lombardia.

La presenza di ungulati nella nostra Regione non è spontanea, ma frutto di immissione artificiale -spiega Cia Lombardia– aggiungendo che il cinghiale lombardo è ciò che gli studiosi di ecologia definirebbero un esempio di inquinamento biologico, che come tale non fa altro che impattare negativamente sull’ambiente e sull’agricoltura, oltre ad essere pericoloso per l’incolumità stessa dei cittadini. Gli unici a trovare vantaggio dalla presenza del cinghiale sono i cacciatori.

Comprendiamo che dovendo normare la gestione del cinghiale, la Regione si è trovata a dover mediare tra queste esigenze fortemente in contrasto tra di loro e apprezziamo lo sforzo fatto nel contenere in modo cospicuo le zone idonee alla diffusione della specie e nell’includere nelle zone non idonee quelle dove l’impatto del cinghiale sull’agricoltura è più grave. L’Organizzazione, formulando alcune osservazioni alla legge regionale 19/2017, fa tuttavia presente che anche nelle zone considerate idonee ci sono vigneti, frutteti, vivai, coltivi, prati e pascoli, sui quali l’impatto del cinghiale è devastante e non opportunamente documentato. Peraltro le zone idonee sono tutte in collina o in montagna, dove l’agricoltura ha una maggiore valenza ecologica e nello stesso tempo è più difficile da praticare. Proprio in questi territori i danni provocati dalla presenza del cinghiale accelerano il processo di abbandono dei campi. Anche la virtuosa filiera vacca-vitello, che si sta sviluppando nelle “zone alte” rischia di essere gravemente ostacolata dalla presenza di ungulati.

Pertanto, sostiene Cia Lombardia, è necessario approntare misure efficienti per proteggere le attività agricole, partendo dai criteri che stabiliscono la cosiddetta “densità obiettivo”: principio fondamentale è considerare la densità obiettivo quella per cui i danni al settore primario tendono a zero. La “densità obiettivo” deve essere valutata zona per zona ed occorrono interventi mirati per raggiungerla.

A tale proposito –ricorda Cia Lombardia– le esperienze passate ci hanno dimostrato che la rotazione delle squadre preposte al controllo, su zone diverse rende più efficienti i loro interventi. Non escludiamo poi che all’inizio possa essere necessario approntare massicci abbattimenti straordinari, aventi lo scopo di ridimensionare opportunamente le popolazioni. D’altronde -evidenzia l’organizzazione- i rilasci abusivi sono ancora praticati, specialmente in orari notturni, quando non è possibile esercitare il controllo da parte delle figure preposte. Per questo occorre intensificare i controlli per identificare gli allevamenti abusivi e chiuderli.

Cia Lombardia chiede che e i metodi di controllo approntati garantiscano interventi tempestivi ed efficaci, affinché si prevengano i danni alle colture, cosa che fino ad ora non si è avuta. Venga costantemente monitorata l’efficienza delle misure adottate, in modo tale da mettere in atto delle azioni correttive se necessarie.

Liguria: Molte novità in vista per la prossima stagione

Cominciano a circolare le prime indiscrezioni sui provvedimenti varati dalla Regione Liguria per l'annata di caccia 2018-19. 

Stagione che andrà dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio, con due importanti novità: niente tassa regionale per i "neopatentati" e chiusura della caccia mezz'ora dopo il tramonto. Alleghiamo l'articolo:

http://www.lastampa.it/2018/05/17/savona/regione-tesserino-gratuito-e-orari-pi-elastici-per-invogliare-i-giovani-alla-caccia-RzFp7YAbsnwBcdXELROToK/pagina.html

 

Pontremoli: dopo 48 ore nei boschi viene salvato dai cacciatori

Si cominciava a disperare per la sorte dell'ex Sindaco di Pontremoli (MS), disperso nei boschi della Lunigiana da più di 48h. Per fortuna la squadra di caccia n.47 di Bassone si è mobilitata e, grazie alla perfetta conoscenza del territorio, è riuscita dove gli altri soccorritori avevano fino a quel punto fallito. Una prova ulteriore dell'importanza del ruolo svolto dai cacciatori come sentinelle del bosco.

Alleghiamo l'articolo:

http://www.voceapuana.com/lunigiana-e-apuane/cronaca/a-individuare-gussoni-e-stata-una-squadra-di-cacciatori-9998.aspx

 

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