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Luca Gironi

Luca Gironi

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Proposte dell’Associazione Nazionale Libera Caccia Toscana sulla gestione degli ungulati

La LIBERA CACCIA, tenendo fede a quello che è il suo mandato con i cacciatori, ha deciso di presentare al mondo venatorio e a quello politico, alcune proposte per migliorare la gestione degli ungulati.
Visto la contrapposizione che si è creata con la legge "OBBIETTIVO", cacciatori da una parte, agricoltori dall'altra e ambedue contro la politica che amministra la #Regione, crediamo sia utile trovare una convergenza che permetta di gestire al meglio il territorio Agro Silvo Pastorale.
Partendo dal principio che la LIBERA CACCIA difende le tradizioni e la cultura venatoria, ma anche che ogni caccia ha pari #DIGNITÀ, non abbiamo potuto fare a meno di mettere sul piatto della bilancia la caccia al cinghiale con il metodo della braccata e la caccia di selezione a questo ungulato. Ebbene, sia per numero di partecipanti che per animali abbattuti la differenza è abissale. La prima metodologia di #Caccia surclassa la seconda in tutto e per tutto. Soprattutto se la vediamo nell'ottica di contenere e diminuire il numero di cinghiali per abbassare così i danni.
La caccia di #selezione al cinghiale va però vista come una "nuova" pratica di Caccia che, forse, avrà una crescita nei nostri territori e che potrà integrare gli abbattimenti per raggiungere una densità di cinghiali più sostenibile.
Per questo suggeriamo:
- Non trascurare il peso numerico, per quanto riguarda gli abbattimenti e l'importanza sociale, per le funzioni che svolgono, le Squadre del cinghiale.
- Che il ruolo dell' #ATC sia fondamentale nella gestione del territorio assegnato alle squadre, perché solo lavorando in sinergia si possono conoscere e risolvere, nello specifico, le varie criticità.
- Assegnare alle squadre un'area di competenza, di almeno 400 metri oppure una zona delimitata da confini certi, di area non vocata al cinghiale, adiacente ai distretti, per una gestione e responsabilità totale. Quindi caccia di selezione con gli iscritti alle squadre del distretto, abbattimenti in regime di articolo 37 e disponibilità delle medesime per le opere di prevenzione danni da concordare con l'agricoltore, del tipo recinti elettrificati realizzati prima delle semine e /o della maturazione del prodotto . Naturalmente il tutto sotto il controllo dell'ATC che potrà a suo insindacabile giudizio, là dove si manifestino delle carenze e/o mancanze, apportare modifiche temporali alla gestione di tale area. I DANNI all'interno di tali aree saranno comunque sempre a carico dall'ATC come avviene su tutto il territorio a caccia programmata.

- Chiediamo una VERA caccia di selezione al cinghiale, basata su censimenti, con piani di abbattimento suddivisi per periodi, per sesso e classi di età. Inserendo un fermo biologico, di almeno quattro mesi, per l'abbattimento delle femmine
- Al fine di evitare danni alle colture agricole e conseguenzialmente allontanare gli ungulati dalle zone urbanizzate e dalle strade, chiediamo che la Regione stanzi dei fondi affinché, come riportato nell'art. 73 comma15 del Regolamento 48R, le squadre possano redigere dei progetti di miglioramento ambientale, IN COLLABORAZIONE CON GLI AGRICOLTORI DELLA ZONA , con l'amministrazione comunale e con gli ATC, per il recupero di campi in disuso posti in zona vocata a debita distanza dalle aree coltivate.
- Considerato che dal primo settembre 2018 i cani adoperati per i #contenimenti con le braccate dovranno essere solo quelli con il brevetto di cane specializzato rilasciato dall'ENCI, e che tali abilitazioni risultano essere pochissime a livello regionale, crediamo sia indispensabile una proroga di un altro anno prima dell'entrata in vigore di tale norma. Sarebbe inoltre opportuno che la Regione si impegnasse a riconoscere questa abilitazione valevole per tutta la durata della vita del cane e non, come previsto dal protocollo #ENCI, solo per tre anni. Tenendo inoltre presente che per la prevenzione dei danni, le braccate, in alcuni casi sono indispensabili, crediamo che tale abilitazione sia da richiedere solo per gli interventi effettuati all'interno di oasi e parchi naturali. Mentre su tutti i territori e istituti gestiti dall'ATC sia possibile continuare ad effettuare gli interventi di contenimento in braccata anche con cani non abilitati.
- Che TUTTI gli animali abbattuti in controllo con l'Art 37, sia selezione, girata o braccata siano portati ai centri di raccolta, e quindi venduti affinché il ricavato venga utilizzato sia per risarcire i danni agli #agricoltori sia le eventuali spese veterinarie per i cani impiegati negli interventi in girata e braccata .
- Sui contenimenti da effettuare con l'art 37 è necessario fare chiarezza sui tempi di intervento perché troppo spesso c'è chi per effettuarne cinque ci mette tre giorni e chi purtroppo quindici. Quindi sarebbe opportuno per accorciare i tempi affidare il N.U.I. a più articoli 51, non più chiamati dalla #PoliziaProvinciale ma dall'ATC, che avrà il compito di coinvolgere, dove possibile, a rotazione, i cacciatori come da articolo 37 della Legge Regionale ed il Responsabile del #Distretto delle #Squadre che potrà dare la sua assistenza agli interventi. Sicuramente ciò consentirà di dare una risposta all'agricoltore più celere e di conseguenza abbassare i costi dei danni.
- Visto che i danni da #capriolo stanno aumentando notevolmente, sarebbe opportuno, come già era stato fatto nel passato, aprire la caccia di selezione alle femmine ed ai piccoli nel mese di agosto. Ciò permise, negli anni in cui fu consentita, di aumentare notevolmente i piani di abbattimento, riducendo così quella destrutturazione attuale della popolazione di capriolo con un aumento notevole di femmine rispetto ai maschi.
- Effettuare contenimenti, in regime di articolo 37, a cervidi e bovidi, privilegiando i selecontrollori già abilitati e iscritti all'albo regionale, in tutte quelle aree dove sono presenti danni all'agricoltura in tutti i periodi dell'anno.
- Modificare quanto previsto nella bozza di linee guida per il rilevamento dei danni di cui all'articolo 11, relativo alla prevenzione, affinché gli interventi in abbattimento non siano paragonati ad opere di prevenzione in quanto sono comunque tardivi con danni già in corso.
- Per la procedura di rilevamento si chiede che venga affiancato al tecnico, che effettuerà il rilevamento, un incaricato del distretto, in cui sono avvenuti i presunti danni, in modo che si possa constatare ove è avvenuto l'evento dannoso e come si possa intervenire in prevenzione senza entrare assolutamente nel merito della quantificazione del medesimo.
-Si crei una mappatura delle criticità dei danni da ##cinghiale in modo che si possa andare ad un tavolo, con presenti tutti gli operatori del settore, cioè cacciatori e agricoltori con le loro #associazioni, le #ATC nonché i tecnici regionali e la Polizia Provinciale, al fine di predisporre un piano di prevenzione preventiva particolareggiato da applicare sul territorio e un correlato piano d'intervento immediato di abbattimento a secondo della natura del territorio e delle colture a rischio danni.

Direttivo Regione Toscana dell'Associazione Nazionale Libera Caccia.

CACCIA VILLAGE: CONFERMATO IL TREND POSITIVO DI PUBBLICO. IN CRESCITA LA QUALITA’ DELLA FIERA, SEMPRE PIU’ RIFERIMENTO PER IL CENTRO-SUD ITALIA

Si è chiusa domenica scorsa, confermando un successo in crescita, l’edizione 2018 di Caccia Village a UmbriaFiere. Un più 5% rispetto allo scorso anno è quanto è stato registrato dagli organizzatori in termini di presenze.

“Ma ciò che conta di più, dal nostro punto di vista -ha tenuto a sottolineare Andrea Castellani, presidente della società Fiera Show- è la qualità che abbiamo riscontrato sia da parte del pubblico presente, che ha mostrato una maggiore consapevolezza rispetto ai prodotti in mostra e alle proprie esigenze, che della fruibilità stessa della manifestazione che, quest’anno, proprio grazie al rinnovato layout è stata decisamente più godibile sia per i cacciatori che per gli espositori. Ci abbiamo scommesso e il risultato ci ha dato ragione.”

Tra le novità 2018 che hanno fatto la differenza anche il ricco calendario di workshop riservati all’aggiornamento e alla formazione per i cacciatori.
“La formula breve degli incontri, su tematiche attuali e con la possibilità di un confronto diretto tra appassionati ed esperti -ha spiegato Riccardo Ceccarelli, coordinatore del programma culturale di Caccia Village- è stata vincente e sicuramente dovrà essere ampliata per la prossima edizione.”

Soddisfazione, dunque, per l’andamento del Caccia Village, capace ogni anno di rinnovarsi, andando sempre più incontro alle esigenze del mondo venatorio, che non a caso trova nella kermesse di Bastia Umbra il punto di riferimento.
“Il nostro pubblico -ha aggiunto Castellani- si è ulteriormente ampliato: ai cacciatori del Centro Italia si sono aggiunti sempre più numerosi anche quelli del Sud, Lazio e Campania in testa, che arrivano con viaggi organizzati dalle stesse associazioni venatorie.”

Ma Caccia Village richiama sempre più anche l’attenzione della politica rispetto al mondo della caccia, come hanno testimoniato, nel corso dell’ultima edizione, le presenze istituzionali, a cominciare dall’assessore regionale all’Agricoltura e alla Caccia, Fernanda Cecchini, la Presidente della Regione dell’Umbria Catiuscia Marini, che domenica ha voluto visitare la fiera per incontrare personalmente organizzatori, espositori e associazioni, fino ai numerosi parlamentari che hanno scelto proprio il Caccia Village per fare il punto della situazione sulla caccia.

“Ringraziamo la Regione dell’Umbria e il Comune di Bastia Umbra per il continuo supporto che hanno dato al Caccia Village fin dalla sua prima edizione. -ha concluso Andrea Castellani- Siamo onorati che, ogni anno, parlamentari di diversi schieramenti politici vengano in fiera per ascoltare le esigenze di cacciatori, associazioni e aziende e ci auguriamo che, in questo modo, possiamo contribuire alle scelte politiche più adeguate sul mondo venatorio.”

Un ringraziamento, infine, da parte degli organizzatori, alla Questura di Perugia per il supporto fornito alla sicurezza dei campi da tiro e all’ordine pubblico.

ACMA: PUBBLICATO IL LAVORO SULLA MIGRAZIONE PRE NUZIALE DELL'ALZAVOLA ESEGUITO CON LA TELEMETRIA SATELLITARE

L’autorevole rivista scientifica “IBIS” pubblica i risultati di quattro anni di studio sull’alzavola promosso da ACMA-FIdC e svolto in collaborazione con l’Università di Pisa e il CIRSEMAF.

Un risultato prestigioso per tutti coloro che hanno creduto al progetto, e che sembrava impensabile all’inizio della ricerca. L’ACMA, l’Ufficio Avifauna Migratoria FIdC ci hanno creduto da sempre, un appoggio importante da FIdC Nazionale, la collaborazione di tutti coloro che hanno finanziato l’acquisto dei trasmettitori e la competenza e professionalità dei ricercatori dell’Università di Pisa e del Cirsemaf, ci consentono oggi di guardare con orgoglio a un risultato di eccellente livello scientifico. Lo studio “Spring migratory routes and stopover duration of satellite-tracked Eurasian Teals Anas crecca wintering in Italy”, degli Autori Dimitri Giunchi, Natale E. Baldaccini, Alfonso Lenzoni, Paolo Luschi, Michele Sorrenti, Giulia Cerritelli & Lorenzo Vanni è stato pubblicato sulla rivista di ornitologia scientifica internazionale “IBIS”, che è la più importante a livello europeo e una delle più importanti a livello mondiale nel campo dello studio degli uccelli.

Lo studio ha permesso di conoscere le strategie migratorie delle alzavole femmine svernanti in Italia nel loro viaggio verso i luoghi di riproduzione, le rotte seguite, le soste (stopover), le aree riproduttive, la velocità di spostamento e le date di partenza, queste ultime di fondamentale importanza in vista della modifica dei Key Concepts, percorso appena avviato dalla Commissione Europea.

Ad esempio è emerso che dopo la partenza dall’Italia molti individui sostano per periodi prolungati in aree estere, per poi dirigersi verso i luoghi riproduttivi. Le soste prolungate hanno avuto durata fino a 85 giorni e per numerosi soggetti è stata compresa fra 20 e 60 giorni. I motivi di questo comportamento sono stati attribuiti dai ricercatori alla necessità di trovare nuove fonti di alimentazione, in particolare per le alzavole provenienti dalla Laguna di Venezia, dove nelle Aziende Faunistico Venatorie dopo il 31 gennaio, chiusura della caccia, si modificano alcune pratiche di gestione. Per la data d’inizio della migrazione pre nuziale i risultati indicano una partenza compresa fra il 15 febbraio e il 2 aprile, con una data mediana che si colloca il 15 marzo. Questi dati non sono in linea con il KC oggi vigente, che assegna alla terza decade di gennaio la partenza della specie per raggiungere i luoghi di nidificazione.

Altri risultati interessanti riguardano le differenze nel comportamento migratorio e le relazioni con le durate degli stopover. Ad esempio non vi è stata una relazione fra distanza dei luoghi riproduttivi raggiunti e data di partenza, quindi gli uccelli si sono mossi prima o più tardi in dipendenza del cibo disponibile e non per una necessità di raggiungere prima le aree di nidificazione.

Questi e altri argomenti saranno oggetto di nuove pubblicazioni scientifiche e lo studio continuerà, estendendosi al codone e alla canapiglia.

ACMA e FIdC continuano sulla strada della ricerca, unico mezzo per la conservazione delle tradizioni venatorie e per la legittimazione della caccia nell’opinione pubblica.

Chi fosse interessato a ricevere una copia del lavoro può inoltrare richiesta a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Roma, 14 maggio 2018

Ufficio Avifauna Migratoria FIdC – Acma Associazione Cacciatori Migratori Acquatici

Fondazione Una: Il ruolo della caccia nello sviluppo del territorio umbro


Ne hanno parlato l’Assessore Cecchini, l’On. Nevi, il Sindaco Antiseri e gli esponenti del mondo venatorio nell’incontro organizzato a Caccia Village dalla Fondazione UNA Onlus


Bastia Umbra, 11 maggio 2018


Si è svolto questo pomeriggio all’interno di Caccia Village, l’evento organizzato dalla Fondazione UNA Onlus dedicato al ruolo della caccia
nello sviluppo del territorio umbro.
All’incontro hanno partecipato: Fernanda Cecchini, Assessore Regionale Umbria con delega Ambiente e Caccia, Raffaele Nevi, deputato Forza Italia, Filiberto Franchi, Assessore Bastia Umbra, Nicola Perrotti, Presidente Fondazione UNA Onlus, Gianluca Dall’Olio, Presidente FIDC, Sergio
Sorrentino, Presidente Arcicaccia, Maurizio Zipponi, Presidente Comitato Scientifico Fondazione UNA Onlus, Luca Pellicioli, Studio Associato
Alpvet Andrea Quadrifoglio, Presidente Atlantide.
"Come Regione Umbra siamo fortunati perché la coscienza ambientalista umbra sulle politiche venatorie non è mai stato esasperata – ha dichiarato l’Assessore Fernanda Cecchini – la discussione, anzi, è moderata e produttiva. La sintesi tra mondo venatorio-agricolo e ambientalista è più che mai opportuna e l’operato della Fondazione UNA va esattamente in questo senso. Il cacciatore, infatti, non è uno sparatore ma ama l’ambiente praticando una passione – ha continuato l’Assessore Cecchini – tenere la caccia in quest’ambito di discussione è il miglior modo per far vivere la caccia nei prossimi anni, soprattutto nel periodo di formazione di un governo che su questi temi è, quantomeno, ambiguo”. 

“Sono da sempre vicino al mondo venatorio e a quello agricolo, ma mi ritengo un autentico ambientalista – ha replicato Raffaele Nevi – le tre cose,
a mio avviso, devono stare insieme, come sancito dalla mission della Fondazione UNA. E poi la buona politica che deve gestire queste questioni,
emarginando gli estremismi, applicando le regole e prevedendo sanzioni severe per chi non le rispetta. La mia attività parlamentare avviata da poche settimane – ha concluso l’On. Nevi – sarà rivolta esattamente in questa direzione”.
Durante l’evento, moderato dal Direttore Nuovo Corriere Nazionale Giuseppe Castellini, si è discusso del ruolo dell’attività venatoria nella
valorizzazione economica e ambientale del territorio umbro, attuabile tramite una sinergia tra istituzioni, cittadini e associazioni venatorie. In tale
contesto si inserisce il supporto scientifico-operativo della Fondazione UNA, che da sempre pone al centro del proprio agire il rapporto con le
comunità locali anche attraverso la figura dei propri dei Delegati Territoriali, attivi in ogni regione italiana con iniziative e progetti.
Tra questi, sono stati illustri nel corso dell’incontro due case histories di successo attuate rispettivamente in Emilia Romagna, attraverso il progetto
“La biodiversità è UNA” che ha coinvolto nell’attuale anno scolastico oltre 850 studenti di Forlì, ed in Lombardia, grazie al progetto “Selvatici e Buoni” dedicato alla valorizzazione della carne di selvaggina, che ha coinvolgendo 126 cacciatori che hanno partecipato ad un corso formativo di alto profilo etico-scientifico, acquisendo la qualifica di persona formata in armonia al Reg. CE 853/2004.
“La Fondazione UNA nasce per rispondere alle esigenze dei territori in materia faunistico-ambientale – ha dichiarato in chiusura il Presidente del
Comitato Scientifico Maurizio Zipponi – operando attraverso i propri progetti per valorizzare le eccellenze naturali e gastronomiche delle
comunità locali, sviluppando nuove forme di economia e lavoro e abbattendo i pregiudizi sull’attività venatoria, ormai inaccettabili dal punto
di vista scientifico e valoriale”.

 

 

Armi: Il governo recepisce la Direttiva Armi dell'Unione Europea

ATTUAZIONE DI NORME EUROPEE
Acquisizione e detenzione di armi
Attuazione della direttiva (UE) 2017/853 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che modifica la direttiva 91/477/CEE del Consiglio, relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi (decreto legislativo – esame preliminare)
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro dell’interno Marco Minniti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che, in attuazione della legge di delegazione europea 2016-2017 (legge 25 ottobre 2017, n. 163), detta disposizioni necessarie all’attuazione e all’adeguamento della normativa nazionale alla nuova direttiva dell’Unione europea relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi da fuoco e delle loro componenti essenziali (direttiva (UE) 2017/853 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che modifica la direttiva 91/477/CEE del Consiglio).

La direttiva, nei suoi punti salienti, introduce disposizioni in merito alle modalità con cui devono essere marcate su tutto il territorio dell’Unione le armi da fuoco e le loro parti essenziali; ridefinisce il sistema informatico di tracciabilità delle armi e delle munizioni, per consentire anche, attraverso l’istituzione di una piattaforma informatica, lo scambio di informazioni tra i Paesi membri; prevede forme di controllo e di monitoraggio più stringenti dei titoli di acquisizione e detenzione delle armi; armonizza la durata delle autorizzazioni in materia di armi; rimodula le categorie delle armi da fuoco, modificando i criteri di acquisizione e detenzione delle stesse.

Nel disporre l’attuazione della direttiva, il decreto integra la disciplina esistente sul controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi destinate all’uso civile. Conseguentemente, viene chiarito che il decreto non incide sulla disciplina relativa all’acquisizione e alla detenzione di armi appartenenti alle Forze Armate o di Polizia o ad Enti governativi, nonché sulla legge relativa al controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento (legge 9 luglio 1990, n. 185).

Tra le principali novità, il decreto introduce un sistema di tracciabilità delle armi che impone di conoscere in modo certo la data di fabbricazione e distruzione di ciascuna arma da fuoco e detta particolari regole tecniche per la loro disattivazione. Introduce poi la nozione di “arma camuffata”, cioè qualunque arma fabbricata o trasformata in modo da assumere le caratteristiche esteriori di un altro oggetto, chiarendo che tali strumenti sono assolutamente vietati. Inoltre, attraverso una revisione delle norme in vigore, rende effettivo l’obbligo, per chi richieda il nulla osta all’acquisto di armi o ne abbia a qualunque titolo la disponibilità, di produrre, all’atto del ritiro del documento, un’autocertificazione con la quale si attesti di aver avvisato i familiari conviventi maggiorenni, compreso il convivente more uxorio, dell’avvenuto rilascio dei documenti necessari per l’acquisizione della disponibilità dell’arma. Lo stesso obbligo viene esteso al titolare della licenza di porto d’armi all’atto della consegna del titolo medesimo. La mancata produzione dell’attestazione comporta l’impossibilità di acquisire il titolo, mentre la produzione di attestazione falsa o mendace comporta l’applicazione delle sanzioni penali previste dalla normativa vigente. In entrambi i casi, detti comportamenti potranno essere valutati dall’Autorità di pubblica sicurezza per l’adozione di provvedimenti di revoca del titolo stesso.

Infine, si riduce da sei a cinque anni la durata delle licenze di tiro a volo e di caccia di nuova emissione, nonché di quelle rinnovate successivamente alla data di entrata in vigore del decreto e si modifica la normativa relativa al controllo della sussistenza e permanenza dei requisiti soggettivi sui detentori di armi, prescrivendo l’obbligo di presentare ogni cinque anni la prevista certificazione medica, per chiunque detenga armi comuni da sparo, ad eccezione dei collezionisti di armi antiche, e salvo che il detentore sia in possesso di licenza di porto d’armi. La mancata presentazione del certificato autorizza il Prefetto ad adottare il provvedimento di divieto detenzione di armi.

Normative

Ambiente

Enogastronomia

Attrezzatura