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Luca Gironi

Luca Gironi

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Caccia: fauna abbattuta, mozione su annotazione sul tesserino venatorio

Firenze – La Giunta regionale è impegnata a favorire una “corretta informazione” sull’applicazione della normativa che si riferisce all’annotazione dei capi abbattuti sul tesserino venatorio, “anche fornendo i necessari elementi conoscitivi” ai soggetti preposti. E’ quanto dispone una mozione approvata dal Consiglio regionale, sottoscritta dal Pd e illustrata dal capogruppo Leonardo Marras. Lo scopo dell’intervento, come chiarito nell’impegnativa che conclude l’atto, è quello di giungere a un’applicazione conforme alle intenzioni del legislatore toscano e al dettato della normativa regionale, secondo la quale “l’annotazione deve avvenire soltanto successivamente all’accertamento del capo abbattuto”. (Fonte Cam.)

Quindi, grazie ai consiglieri proponenti la mozione: Anselmi, Ciolini, Marras, Niccolai, Pieroni, Scaramelli e Sostegni, e a tutti quelli che l'hanno sostenuta in consiglio, si spera venga chiarita una delle questioni più controverse della scorsa stagione venatoria. Un problema che sembrava di facile interpretazione, ma che ha dato lavoro a più di un legale.

FIDC BRESCIA: INCONTRO IN REGIONE PER I PRELIEVI IN DEROGA

Venerdì scorso a Palazzo Lombardia primo incontro tra il neo assessore con delega alla caccia Fabio Rolfi e le associazioni venatorie regionali. Argomento della riunione l’illustrazione delle delibere per la richiesta del prelievo in deroga per fringuello, peppola e storno e per l’attivazione dei roccoli predisposte dagli uffici dell’assessorato per la Giunta al fine di avere poi il via libera per inviarle a Ispra, come prevede l’articolo 19bis della 157/92 in materia di deroghe.

Rispetto agli anni scorsi per giustificare il prelievo alla piccola migratoria si è fatto un calcolo sulle popolazioni nidificanti in Lombardia e su questo contingente si è calcolato, stabilendolo nel 5% della mortalità naturale, il numero di esemplari catturabili, solo da appostamento fisso.

Per quel che riguarda invece gli impianti di cattura si è fatta una verifica tra gli allevatori autorizzati anche per la commercializzazione, calcolando il numero di esemplari effettivamente immessi sul mercato.

È emerso che i richiami allevati sono ancora largamente insufficienti a coprire le esigenze dei titolari di forma di caccia da appostamento fisso e quindi si rende necessaria l’attivazione degli impianti di cattura per poter soddisfare le richieste. Quest’anno quindi, le motivazioni argomentate dall’Ufficio Caccia Regionale sono sicuramente aumentate rispetto agli scorsi anni e non possiamo che esserne soddisfatti.

Essendo in carica da soli 10 giorni al momento della riunione, l’assessore Rolfi non ha però potuto coinvolgere anche il mondo venatorio nella ricerca di sempre maggiori motivazioni a supporto delle richieste regionali. Federcaccia Lombardia ha comunque manifestato la propria disponibilità ad ogni tipo di collaborazione, presente e futura, nel pieno rispetto dei ruoli.

L’assessore ha poi informato i presenti di aver organizzato un incontro ufficiale con Ispra insieme ad alcuni parlamentari espressione del territorio, sempre in merito ad argomenti di carattere venatorio.

Non ci resta che attendere il responso di Ispra, che negli anni ci ha però abituato a comunicati perfettamente sovrapponibili per non dire identici, non solo nei contenuti ma anche nel lessico e nella grammatica!

ISCHIA: CACCIATORE MULTATO DALLA LIPU RIPRENDE IL PORTO D'ARMI GRAZIE AL TAR

Ad un cacciatore ischitano era stato ritirato il porto d'armi in seguito ad una sanzione elevata dagli agenti della Lipu. La sanzione era stata annullata dal giudice, ma il rinnovo del porto d'armi era stato negato dagli organi di polizia. Il cacciatore non si è dato per vinto e un ricorso al TAR lo ha reso nuovamente titolare di licenza di caccia.

https://www.isolaverdetv.com/cacciatore-assolto-il-tar-gli-restituisce-il-porto-darmi-negato-dal-prefetto/

 

CIA LOMBARDIA INCONTRA IL NEOASSESSORE ROLFI, SUL TAVOLO I DANNI DA FAUNA

  • Pubblicato in Notizie

 

L’Organizzazione ha incontrato il nuovo assessore all’agricoltura della Regione Lombardia garantendo piena collaborazione
Stabilire un dialogo costruttivo con i rappresentanti delle associazioni di categoria al fine di comprendere al meglio le esigenze delle aziende agricole, facendo il possibile per lavorare in un clima positivo e di cooperazione. Questo per affrontare efficacemente le complessità che investono il settore primario e varare misure che rispondano alle reali esigenze degli agricoltori. È la principale richiesta che la delegazione di Cia-Agricoltori Italiani Lombardia, composta dal Presidente Giovanni Daghetta, la Vicepresidente Lorena Miele e il Direttore Paola Santeramo, ha voluto avanzare al nuovo Assessore all’agricoltura regionale, Fabio Rolfi, incontrato ieri 16 aprile, a Palazzo Lombardia. Una riunione proficua e positiva, ha dichiarato la Cia, nell’ambito della quale l’organizzazione ha presentato all’assessore Rolfi un documento che passa in rassegna i vari problemi riguardanti l’agricoltura: la burocrazia, la gestione dei pascoli di proprietà pubblica, il titolo di possesso dei terreni, i fitofarmaci, il consumo di suolo, l’avanzamento del bosco a discapito dei terreni coltivati, il risarcimento danni da fauna selvatica, la gestione delle risorse idriche. “Nonostante si continui a parlare di semplificazioni, si realizzano spesso nuove complicazioni e il peso della burocrazia è sempre più opprimente”, afferma Cia Lombardia, ricordando, fra le altre, le questioni dell’iter per il rilascio dei libretti Uma, l’autorizzazione per la circolazione dei mezzi eccezionali, l’obbligo di comunicazione annuale delle piante coltivate o la nuova normativa sulla certificazione antimafia, di competenza statale, ma sulla quale Regione Lombardia potrebbe intervenire nelle opportune sedi istituzionali. Cia Lombardia ha poi posto l’accento anche sulla questione del consumo di suolo: “Il sacrificio di terreno agricolo a vantaggio di nuove edificazioni e nuove infrastrutture oltre a danneggiare l’ambiente, sottrae anche all’agricoltura il suo strumento principale: il terreno da coltivare”, spiega l’organizzazione. “Inoltre porta ad una frammentazione degli appezzamenti, incrementa le difficoltà di spostamento da un campo all’altro, con dispendio di tempo e aumento di costi per le aziende”. Ma anche la corretta gestione delle risorse idriche è diventata una questione cruciale, ha ricordato la Cia, sottolineando che l’agricoltura usa l’acqua, ma non la consuma. E in particolare le risaie, grazie al riutilizzo per più volte della medesima e alla progressiva restituzione della stessa ai fiumi, rappresentano un esempio virtuoso di impiego della risorsa idrica. Occorre però mettere mano alle reti obsolete che andrebbero ammodernate e adeguate alla situazione attuale e creare nuovi ed efficienti bacini di invaso e accumulo. Spazio infine al problema dei danni da fauna selvatica sempre più frequenti e al farraginoso meccanismo per i risarcimenti che spesso inadeguati e non ripagano l’effettivo danno subito. “Il piano faunistico venatorio regionale, redatto e non ancora approvato dal Consiglio -ha evidenziato Cia Lombardia- è già obsoleto, in quanto costruito con i dati del 2012, oramai non più attuali”. Cia Lombardia, soddisfatta per il buon esito dell’incontro, ha ribadito all’Assessore Fabio Rolfi la disponibilità ad una piena e totale collaborazione, “consapevole di quanto faticoso sia riuscire a conciliare le necessarie esigenze delle imprese con le mutevoli e spesso superficiali esigenze della pubblica opinione. “Siamo convinti -ha concluso la Cia- che la virtuosa sinergia a cui tendiamo vada oltre al mero interesse dell’organizzazione e possa essere utile a tutto il comparto agricolo”.

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