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Luca Gironi

Luca Gironi

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CAMPIONATI DEL MONDO DI CACCIA PRATICA E S.UBERTO SPAGNA 2018

L’ITALIA VOLA SULLE ALI DELLE PERNICI

Nel S.Uberto Meconi si laurea campione del mondo S.Uberto Spaniel condividendo il podio con il 3° posto di Soldi e l’oro a Squadre. Titolo di campioni del mondo anche alla squadra Assoluti di D’Ambrosio - Mazzoleni e di vice a quella Ladies di Mambelli - Viviani.
Nella Caccia pratica Scarpecci campione del mondo Continentali e Caramanti vicecampione negli Inglesi trascinano le rispettive squadre ad aggiudicarsi i titoli di campioni e vice campioni

È stata la Spagna, terra di grande e radicata tradizione venatoria e cinegetica, a ospitare l’edizione 2018 dei campionati del mondo, corsi il 25, 26 e 27 ottobre nelle zone attorno a Torrjos, cittadina nelle vicinanze di Toledo. Siamo nella regione della Castilla-La Mancha, dove la caccia non è solo svago e ricreazione, ma un modo di vivere e di creare economia. Non è un caso che la Real Sociedad Canina, la Real Federación Española de Caza e la FCI abbiano scelto questo territorio per organizzare, in maniera pressoché perfetta, questo appuntamento atteso da migliaia di appassionati di tutto il mondo.
Ampi terreni di stoppie interrotti qua e là da appezzamenti coltivati a basse viti per i continentali e gli inglesi della ferma. Incolti, siepi e boschetti in mezzo a distese di olivi e lecci secolari per gli specialisti del S.Uberto. Validissimi entrambi, ma senza dubbio più belli i secondi dei primi, E per tutti l’avversario da mettere in scacco era lei, sua altezza la regina di Spagna: sua maestà la pernice.
Tempo caldo fuori stagione, quasi afoso, nel primo giorno di gara, poi rinfrescato il venerdì per esplodere in autunno pieno il sabato, portando anche il disturbo di un vento teso e freddo.
Su questo palcoscenico sono andati in scena cani e conduttori di 17 nazioni, sfidandosi dando il meglio di sé, ma sempre nel rispetto dei valori dell’amicizia e della sportività.
Non sono mancate le soddisfazioni per l’Italia. Dal Campionato S.Uberto 2018 usciamo con il titolo di Campione del mondo nella categoria Spaniel sia a singolo con Francesco Meconi, che a Squadre grazie al terzo posto individuale di Ermanno Soldi. Un turno perfetto quello di Meconi e del suo springer Felcina di San Fabiano, premiato da due prime canne. Un solo capo incontrato e incarnierato per Soldi e la sua Ape, corretta e ben messa sul terreno. Dietro l’Italia si piazza la squadra padrona di casa, la Spagna, con al secondo posto degli individuali Carlos Tiburcio Grajera.
Due turni molto belli anche nella Assoluti, che portano un altro titolo di campioni del mondo a squadre ai nostri portacolori. Gregorio D’ambrosio con il breton Boss affronta con padronanza e sicurezza il terreno di gara con due capi non facili incarnierati, ma deve accontentarsi del terzo posto di batteria. Secondo di batteria per un solo punto Mariliano Mazzoleni con Arakain, setter inglese, anche lui andando a costruire un turno di grande livello. Due prestazioni validissime per aggiudicarsi il titolo a squadre appunto, ma non sufficienti purtroppo secondo i giudici a giocarsi il titolo individuale. Questo ultimo è stato deciso al barrage, fra Spagna, Portogallo e Gran Bretagna. Ed è proprio il concorrente inglese Rob Gould con un langhaar che si aggiudica meritatamente il titolo di campione del mondo Assoluti, mettendosi alle spalle il portoghese Pedro Pereira e, al terzo posto, lo spagnolo Miguel Angel Huerta. Nelle squadre, Germania seconda e Portogallo terzo completano la classifica.
Nelle Ladies un po’ di amaro in bocca per l’esordiente Marta Viviani, che purtroppo non incontra malgrado l’impegno e la prestazione della sua breton Kina, per la quale riceve i complimenti del giudice, che la premia con un secondo posto di batteria. Un capo di seconda canna invece per Elisa Mambelli e Briciola, altro breton, Anche in questo caso i risultati combinati delle nostre atlete ci portano un bellissimo argento a squadre, precedute dalla Danimarca e seguite dalla Gran Bretagna. Nell’individuale Donne domina il barrage la formidabile danese Christine Due, che si laurea ancora una volta Campionessa del mondo, mettendo al secondo posto la tedesca Nadja Storch. Terzo posto per la croata Nikolina Koscevic.
Grande soddisfazione nella Caccia pratica dopo i due giorni di prove dedicate alla specialità. Nella categoria Continentali è Roberto Scarpecci con Rolex, kurzhaar, ad aggiudicarsi il meritatissimo titolo di campione del mondo con la qualifica di 1° Ecc conseguita nel secondo giorno di gare, trascinando la squadra, formata insieme a lui da Vittorio Cosentino con Allant, breton; Mauro Pezzulli con Gao de Keranlouan, breton (2° MB il primo giorno) e Giuliano Goffi con Gephore de Keranlouan, altro breton, ad aggiudicarsi la prestigiosa prima piazza. Dietro Scarpecci, nell’Individuale si piazzano l’ukraina Anastasia Novikova e il francese Antoni Merle des Isle. Analoga la classifica a squadre, dove si laurea vicecampione del mondo l’Ukraina, seguita dalla Francia.
Più che buono anche il risultato conseguito nella categoria Inglesi, con Mirko Caramanti e la sua pointer Elacensi's Malenina, che dopo il significativo risultato di 1° Ecc. Cac Cacit del primo giorno si portano a casa il titolo di vicecampioni del mondo individuali e a squadre insieme a Stefano Pianigiani con Zac, pointer; Carlo Ghinassi con Thor, setter (autori di un bellissimo turno il secondo giorno, che gli vale la qualifica di 1° Ecc) e di Paolo Pardini (2° Ecc il primo giorno) con Absolutly, altro pointer. La classifica a squadre è completata da Spagna al primo posto e Francia al terzo, mentre per l’Individuale, campione del mondo si laurea il portoghese Pedro Luis Correia Alveos col pointer Gross. Al terzo posto il concorrente francese Romain Bounaudet, con un altro pointer, Ikta De l’azour et or.
Il presidente nazionale di Federcaccia Gian Luca Dall’Olio, il vice presidente Antonio D’angelo e il segretario del comitato organizzatore dei campionati del Mondo Domenico Coradeschi – che hanno seguito come di consueto nella trasferta la squadra italiana – nel congratularsi con i nostri atleti per i prestigiosi risultati conseguiti ancora una volta in una competizione internazionale, rivolgono un ringraziamento doveroso ma sentito agli organizzatori e a quanti si sono impegnati per la buona riuscita di questa edizione, a tutti i giudici – in particolare agli italiani Silvio Marelli, Angelo Bonacina, Ernesto Ghirardo e Giovanni De Luca – al CT del S.Uberto Giuliano Billi, ai selezionatori degli Inglesi e dei Continentali e naturalmente a tutti i concorrenti delle nazioni partecipanti. Infine, un grazie particolarmente sentito alla Kalibro, che anche quest’anno ha vestito i nostri atleti con capi eleganti e di alta qualità.

Roma, 28 ottobre 2018 – Federazione Italiana della Caccia

Veneto: da domani caccia chiusa sui corsi d'acqua per l'allerta maltempo

Visto l'allarme diramato dalla Protezione civile per le giornate di ieri, oggi e domani, la Regione Veneto ha deciso di chiudere la caccia e la pesca lungo laghi e fiumi. Ecco il testo del comunicato: 

MALTEMPO. DECRETO ZAIA SOSPENDE CACCIA E PESCA SPORTIVA DA DOMANI
Comunicato stampa N° 1658 del 28/10/2018
(AVN) Venezia, 28 ottobre 2018

Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha firmato poco fa un decreto con il quale, a partire da domattina, e per tutta la settimana, viene vietata la caccia e la pesca sportiva su fiumi e laghi, in relazione all’ondata di maltempo che ha iniziato a interessare il territorio.

La Polizia Provinciale e le Guardie Venatorie eserciteranno la massima sorveglianza per evitare violazioni della disposizione.

L’Assessorato all’Agricoltura sta contestualmente informando le Associazioni venatorie.

SOLENGO J45, il gilet protettivo per cani di Canicom

SOLENGO J45, il gilet protettivo per cani di Canicom a cura di Marco Benecchi

gruppo

Quanto possa essere pericoloso un cinghiale penso che ormai dovrebbero saperlo tutti. A dir la verità, non sono pericolosi soltanto i vecchi solenghi, ma anche le grosse scrofe (figliate e non) ed i giovani verri che non vedono l’ora di trovare per il bosco qualcuno contro cui sfogare la loro irruenza. Ma quanti di voi hanno realmente visto di persona cosa è in grado di fare un cinghiale ad un povero cane? Ogni tanto sulle riviste specializzate si vedono delle foto con dei cani pieni di punti di sutura, colorati con dello spray disinfettante od in braccio ai loro padroni avvolti nelle giacche di fustagno, ma, credetemi, è tutta un’altra cosa vivere queste tragedie di persona. Dopo una vita dedicata all’allevamento e all’addestramento dei setter inglesi, un bel giorno (o brutto secondo il parere di mia moglie!!), ho deciso di prendere anche uno Jagd Terrier. Dopo averci meditato parecchio sopra ero arrivato alla conclusione che quella bellissima razza di cani era proprio quella che faceva al caso mio, quella che maggiormente rispondeva appieno alle mie esigenze. Come selecotrollore, accompagnatore ed appassionato di caccia al cinghiale, desideravo avere un ausiliare di piccola taglia che fosse tenace e coraggioso, che avesse quel pizzico di ferocia necessaria per attaccare e finire alla svelta un ungulato ferito e se ben addestrato, che potesse diventare anche un buon cane limiere con cui dar la caccia al Re della macchia in solitario. Tutti i Terrier sono nati come cani da tana, ma qualche bravo, appassionato e paziente allevatore è riuscito a selezionare alcune correnti di sangue specializzandole per la caccia alla grossa selvaggina ed anche al recupero degli animali feriti. Dopo essermi messo in lista di attesa, riuscii finalmente ad acquistare un maschio di Jagd Terrier che soltanto per il suo albero genealogico e per il suo aspetto era una garanzia. Conscio della mia scarsa esperienza in fatto di Terrier, pensai che se al piccolo Jack avessi dedicato le stesse attenzioni che per tanti anni ho dedicato ai miei setter e se l’avessi addestrato a dovere, i risultati si sarebbero visti già a sette otto mesi di età. Durante una delle prime uscite Jack (che allora aveva appena tre mesi), incontrò un cavallo allo stato brado. Dopo un attimo d’esitazione il cane partì deciso all’attacco con il manifestato intento di mordergli le zampe o i garretti. Non fu facile riprenderlo e, peggio ancora, fargli capire che quell’animale non era un selvatico incluso nel calendario venatorio! Me l’avevano detto che gli Jagd sono un po’ matti, ma sinceramente non credevo così tanto. Comunque, inutile negarlo, era proprio il tipo di temperamento che cercavo in un cane. Il mio Jack è stato un cucciolo prodigio, ma devo anche confessare che di selvatici, sia vivi sia morti, ne ha visti veramente un gran tanti. Indubbiamente, anche le caratteristiche della razza ed il suo sangue blu sono fondamentali. Ma un brutto giorno Jack incontrò qualcuno cattivo come lui, ma parecchio più grande e scorbutico, ed io mi maledissi che non riuscii neanche a vederlo. Il cinghiale resse poco all’attacco dello Jagd, partì quasi subito. Non prima però di avermi lasciato il suo biglietto da visita. Ero orgoglioso di quel piccolo guerriero, ma passò una buona mezzora prima che lo vidi rientrare. Jack era sfinito, malfermo sulle gambe ed aveva uno squarcio sul fianco destro lungo una trentina di centimetri. Ricordo ancora la corsa verso la macchina con il cane in braccio e quella alla clinica veterinaria e l’attesa del responso del medico.

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Si sarebbe salvato? Aveva subìto danni permanenti? I veterinari furono bravissimi. Lo recuperarono in extremis, grazie anche alla fantastica costituzione fisica di quel piccolo diavolo. Poi seguì una lunga cura e un’altrettanto fastidiosa convalescenza, ma fortunatamente Jack si riprese bene e ritornò lo stesso di prima, anzi diventò forse ancora più mordace e audace. Non mi feci illusioni che quella non sarebbe stata né la prima né l’ultima volta che avrei dovuto subire uno strazio simile. Allora mi venne da pensare: cosa avrei potuto o dovuto fare per far sì che quel fattaccio non si ripetesse? L’istinto aggressivo caratteristico della razza non si può contenere. L’unica cosa da fare sarebbe stata quella di tentare di proteggere il cane. Come? mettendogli un corpetto che fosse in grado di resistere ai morsi e ai colpi di zanne. Già diversi anni addietro avevo sentito dire che qualcuno aveva progettato qualcosa del genere. Mi sembra che fosse di origine francese, non ricordo bene, ma rammento che un mio amico ne comprò uno e poi dovette gettarlo via perché tutte le volte che il suo bel segugio maremmano urinava, la pipì gli usciva dal collo! Purtroppo noi siamo abituati ad interessarci delle cose soltanto nel momento del bisogno, così anch’io mi diedi da fare per cercare un prodotto valido per il mio amatissimo cane. Tra i pochi modelli di corpetti protettivi che ho visto, la mia scelta è caduta sul CANICOM SOLENGO J45, interamente progettato e realizzato in Italia da Canicom, che per l’esperienza e le competenze nel settore, ben sa come devono essere protetti i segugi, e lo fa costruendo costruiti i gilet protettivi per cani di tutte le taglie, tassativamente su misura e con materiali ultramoderni, sceltissimi scelti scrupolosamente e sapientemente testati. I tessuti e le grammature e le stratificazioni variano in funzione della taglia del cane, per avere sempre il miglior rapporto tra peso, morbidezza e resistenza. I materiali maggiormente utilizzati per la fabbricazione del SOLENGO J45 sono: 61% Poliestere + 35% Cotone + 4% Kevlar EX-EN471/2004, il Pentex, il Kevlar Patch Alcobe Soft 400 per uso balistico e il Kevlar Spectra (tutti marchi registrati). Ovviamente tutti i materiali sono Impermeabili, Traspiranti e in grado di offrire una protezione ottimale agli organi vitali come cuore, gola, polmoni pari al 99%. Alla Canicom, prima d’intraprendere la produzione vera e propria del corpetto di questo gilet protettivo, lo hanno sperimentato e testato per oltre un anno per poterne certificare la destinazione d’uso. con coltelli, forbici ed armi da fuoco caricate a pallini e con pallottole calibro 22, la trama dei tessuti e delle fibre, in ogni direzione e da diverse angolazioni. Inutile sottolineare che le finiture e le cuciture sono all’altezza del prodotto e che le chiusure a strappo non sono meno robuste del materiale utilizzato. Ma quello che ci è piaciuto di più del gilet SOLENGO J45 è che più il cane lo indossa maggiore diventa la sua portabilità. Proprio per questo motivo è bene “invecchiare” un po’ il corpetto protettivo antizanna prodotto rigirandolo, piegandolo e manipolandolo diverse volte prima di farlo indossare al cane. Il SOLENGO J45 è costruito sugli standard delle razze più comuni utilizzati per la caccia al cinghiale, ma può anche essere cucito viene fabbricato esclusivamente su misura per avere il migliore compromesso tra protezione e libertà di movimento. E’ proposto in un solo modello, ma le taglie disponibili sono ben sette otto: XXS, XS, S, M, L, XL, XXL, XXXL e quindi in grado di soddisfare davvero ogni esigenza per proteggere gli ausiliari che amiamo, che siano piccoli Terrier o grandi “Giura Sant Huberto!” Il prezzo è decisamente competitivo, specialmente se rapportato alla qualità e alle caratteristiche del prodotto, perché è al disotto delle duecento euro. Mi sembra inutile ricordare che l’incolumità dei nostri preziosi ausiliari davvero non ha prezzo.

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CCT: LA REGIONE TOSCANA DELIBERA GLI ABBATTIMENTI DEI CORMORANI

Pochi giorni fa la Regione Toscana ha approvato il Piano di controllo per la specie Cormorano (Phalacrocorax carbo) con la delibera n° 1132 del 15 ottobre 2018 valida fino al 15 marzo 2021. Una buona notizia per gli operatori del settore ittico che prevede il contributo operativo nelle attività di controllo degli agenti di vigilanza art. 51 e dei cacciatori abilitati ai sensi dell’art.37 L.R. 3/94. La Confederazione Cacciatori Toscani vuole sottolineare l’importanza di questo provvedimento, approvato dalla Giunta regionale, in quanto esso risponde ad una corretta impostazione che attraverso le azioni di controllo si pone l’obiettivo di limitare l’impatto di specie selvatiche d opportuniste sulle attività produttive. Il Piano ha lo scopo di limitare i notevoli danni arrecati dal cormorano (Phalacrocorax carbo) in Regione Toscana, in particolare alle attività di pesca professionale nella Laguna di Orbetello, ad alcuni allevamenti ittici di acqua dolce estensivi, nonché a quelle di pesca sportiva negli invasi privati. Nella Regione Toscana negli ultimi 20 anni le presenze del cormorano durante i mesi invernali hanno conosciuto un progressivo aumento, come attestato dai dati dei censimenti IWC curati dal Centro Ornitologico Toscano. È noto che questi animali durante le ore diurne si concentrano nelle aree di alimentazione, privilegiando quegli specchi d’acqua in cui c’è una buona presenza di fauna ittica, arrivando a predarne mediamente 400-500g/giorno per individuo. Naturalmente a livello locale tale fenomeno può portare a degli impatti non trascurabili sulla fauna ittica, in particolare negli invasi artificiali, che la colonia di cormorani può frequentare continuativamente durante tutta la stagione invernale fino a determinarne un calo consistente nella popolazione ittica. Nel corso degli anni l’aumento del numero di cormorani svernanti presenti nella zona è aumentato notevolmente, non di rado nel periodo ottobre – febbraio i contingenti di cormorano che si alimentano in laguna supera i 3000 soggetti. L’impatto predatorio è stato valutato con due studi specifici (allegati al presente piano) che hanno stimato un prelievo di pesce variabile tra le 60 e le 70 tonnellate per stagione (la composizione è rilevabile dagli studi) per un danno economico variabile tra i 70 e i 90 mila € all’anno. Allo stato attuale delle conoscenze e delle attrezzature e tecnologie disponibili, riteniamo quindi che l’unica soluzione che possa avere una certa efficacia dissuasiva siano abbattimenti con arma da fuoco da effettuarsi in punti particolari della laguna sia da terraferma che da imbarcazioni ancorate nei punti di maggior concentrazione della predazione. Il Piano Regionale di Controllo del cormorano sarà attuato mediante interventi localizzati che richiedono l'adozione di metodi di particolare selettività ed efficacia d'azione e che arrechino nel contempo, il minor disturbo possibile alla fauna selvatica non oggetto dell'intervento, utilizzando il personale della Polizia Provinciale, Guardie Giurate Venatorie Volontarie ed operatori abilitati al controllo fauna ai sensi dell’art. 37 L.R. 3/94. In base all’art. 19 della L.157/92 e degli art. 37 L.R. 3/94 e sue modificazioni e integrazioni, le operazioni di controllo possono essere effettuate con la presenza diretta di un’agente di vigilanza di cui all’articolo 51 L.R. 3/94 e sotto il coordinamento del Corpo di Polizia Provinciale. Per la realizzazione del piano la Polizia Provinciale può avvalersi delle stesse guardie di cui all’articolo 51, purché i soggetti in questione siano in possesso di licenza di caccia, nonché di cacciatori abilitati ad esercitare azioni di controllo ai sensi dell’articolo 37 L.R. 3/94. Tali soggetti possono partecipare in numero massimo di 10 persone per intervento, seguendo obbligatoriamente le istruzioni impartite dalla Polizia Provinciale, subordinatamente all’accettazione delle modalità operative specificatamente previste.

Munizioni: da Bornaghi novità da "Levante"

  • Pubblicato in Novità

Bornaghi, da sempre è un nome sinonimo di grande qualità, la casa di munizioni nata a Treviglio dal genio di Franco Bornaghi, grande campione di tiro all'elica, dopo il trasferimento a Livorno, ha mantenuto intatta la grande qualità delle produzioni.levante1

Quest’anno esce con una nuova proposta, la Levante, una corazzata da 38gr prodotta in due versioni, con borra contenitore e borra bior. Si tratta di una tipo 4 con chiusura stellare, con un'elegante fondello argentato. Viene caricata con piombo in numerazione 3-5-7, con polvere MG2 della Baschieri e usa la Borra Discovery (esclusiva Bornaghi) tagliata in 8 petali. La versione con borra contenitore sviluppa una interessante V1 di 405 m/s (a 2,5 mt dalla bocca). La versione Bior, invece, prodotta con piombo in numerazione 5-6-7 e caricata con polvere A0 raggiunge una V1 di 400 m/s (a 2,5 mt dalla bocca della canna)

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per informazioni: www.bornaghi.it

 

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