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Luca Gironi

Luca Gironi

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ANUU: IL COLUMBUS DAY DEL TORDO

Columbus Day, 12 ottobre, scoperta dell’America: data storica negli annuali dell’Osservatorio Ornitologico FEIN di Arosio per un giorno classico nella migrazione post-nuziale del Tordo bottaccio, con temperature ancora gradevoli e un sole splendente su tutta la Penisola, come stanno a dimostrare le note meteo di questi giorni in una magica ottobrata che suggella lo stato di buona conservazione della specie. Se tale è la situazione della “salute” di non poche specie, è opportuno ricordare a tutti i cacciatori, capannisti e non, di rispettare i limiti di carniere perché la caccia deve continuare nel rispetto delle normative europee per un controllato, coordinato e programmato prelievo ed, inoltre, si ricorda quel corretto comportamento ai fini di una caccia sostenibile (insomma sustainable hunting, chasse durable). Con questo la caccia continuerà nella tutela delle tradizioni popolari con una forma moderna della figura del cacciatore, operatore ambientale e osservatore dei vari fenomeni naturali che godiamo ogni giorno. Ed in questo contesto i Tordi bottacci, dopo una flessione nello scorso weekend, hanno ripreso vigore raggiungendo un picco ragguardevole nella giornata di giovedì 12 ottobre e così hanno continuato nelle successive giornate, allietate da una temperatura gradevole oltre la norma e avvantaggiate da un’alta pressione duratura presente su tutta l’Europa centro meridionale che dovrebbe continuare ancora per alcuni giorni con un lungo fronte consolidato a garanzia di stabilità atmosferica e clima mite su tutta la penisola. Per i Pettirossi si è notata una certa ripresa, mentre le Capinere mantengono un trend costante. Frosoni, Lucherini, Luì piccoli e Colombacci continuano a presentarsi in modo positivo. Nell’ultima settimana si segnala la comparsa delle prime Peppole e dei primi Tordi sasselli, come confermato dall’Osservatorio della FEIN dove le due specie sono state inanellate. In pianura sono comparse le specie campestri come Pispole, Spioncelli e Fanelli e si sono notati i primi interessanti movimenti di Allodole. Va, però, sottolineato che si stanno notando ancora le specie estatine, tanto che, sempre ad Arosio, sono stati inanellati esemplari di Beccafico, Codirosso comune, Cannaiola comune e Forapaglie macchiettato. Insomma, le regole della migrazione in questo caldo ottobre sembrano quasi capovolte, ma, solo attraverso la raccolta assidua e costante delle osservazioni, si potranno spiegare in maniera sempre più attendibile i movimenti migratori di queste specie animali.

Enalcaccia: Lettera aperta sulla caccia in Abruzzo

 Riceviamo e pubblichiamo

Hanno fatto ed hanno detto ed hanno iniziato il percorso per chiudere definitivamente la caccia in Abruzzo, anzi di fatto, I 'hanno chiusa . Parlo dei nostri politici che supportati da eclatanti grandi studi specialistici sull' ambiente e sulla fauna ,appoggiati dall' ISPRA che ormai dalla sua istituzione, decide le sorti dell'attività venatoria in Abruzzo e non solo, riescono a fare ciò che vogliono, bistrattando i seguaci di diana. Hanno partorito con un piccolo travaglio, quasi un aborto, il calendario venatorio al quale dobbiamo attenerci. 
Si rendono conto questi esperti e politici compiacenti che aprendo la caccia il 1° di Ottobre di fatto ci precludono la possibilità di cacciare per almeno la metà di quanto
prevede la legge nazionale che la regolamenta .
Si rendono conto che in Abruzzo, tranne per qualche territorio costiero si caccia per la maggior parte da 800 metri sul livello del mare in su? Conoscono, questi grandi esperti che studiano la morfologia e l'orografia del nostro territorio gli eventi atmosferici che caratterizzano questi nostri luoghi?
Lo comprendono che se si verifica una nevicata nel mese di novembre (cosa che accade spesso) di fatto,noi cacciamo solo per circa meno di un mese, con giornate di caccia ridottissime ?
Conoscono questi signori a quanto ammontano le tasse per la concessione del permesso per esercitare I 'attività venatoria ? Ci impediscono per esempio la caccia alla quaglia, una classica per chi pratica la caccia col cane da ferma , mentre nei paesi balcanici e nord africani la consentono , come pure la caccia alla beccaccia nei paesi del nord Europa,lberici e Transalpini ; determinando ineluttabilmente, che chi può permetterselo economicamente va in questi paesi , mentre gli altri debbono sottostare alle decisioni scellerate dei nostri politici.
Per non parlare delle altre tipologie di caccia , ad esempio I' assurdità della preclusione della caccia al cinghiale : da una parte ce la impediscono e dall'altra ci chiedono aiuto
per il contenimento di questo ungulato. Cari esperti e cari politici, la forma di caccia più efficace per il contenimento di questo ungulato, si chiama BRACCATA pertanto , se foste veramente interessati a contenere nei numeri questo selvatico, si potrebbe intervenire sulla legge , ed invece di consentirla per i previsti 90 giorni potrebbe essere estesa. Inoltre , siccome siamo in Abruzzo con una percentuale altissima di TASP interdetto all'attività venatoria , si potrebbe programmare la caccia di selezione all 'interno di queste zone con risultati senza dubbio migl iori degli attuali (secondo il mio modesto parere).
In un paese dove tutti rivendicano tutto , solo la categoria dei cacciatori è trattata come se fosse composta di assassini irrispettosi dell'ambiente e di conseguenza della flora
e della fauna ; signori non è così e se ancora insistete a pensare questo, mi dispiace ma fate finta di non conoscerci volutamente ed irrispettosamente.
Ai politici che dovrebbero legiferare in materia di caccia posso solo dire che i cacciatori non ancora si rendono conto di essere anche elettori , e purtroppo alcune ssociazioni
venatorie locali nemmeno. La politica venatoria ,purtroppo, la gestiscono questi attuali che ci governano, con il supporto di questi studi insindacabili , con i risultati che tutti abbiamo davanti agli occhi, se si prenderà coscienza di questo forse anche noi potremmo dire la nostra.


Enalcaccia Prov L'Aquila

ABRUZZO: FIRMATO PROTOCOLLO SU GESTIONE ORSI PROBLEMATICI IN AREE ESTERNE

  • Pubblicato in Notizie

 

 

Dopo gli ultimi avvistamenti di alcuni orsi nei centri abitati della provincia dell’Aquila e Pescara, l’assessorato ai Parchi e Riserve per fronteggiare il fenomeno ha stilato un protocollo operativo con vari enti per la “Gestione degli orsi problematici nelle aree della regione Abruzzo esterne ai Parchi”, approvato con deliberazione di Giunta regionale nello scorso mese di agosto. In questi mesi è stato portato avanti un tavolo tra l’assessore ai Parchi e Riserve, Donato Di Matteo, il presidente dell’Anci Abruzzo Luciano Lapenna, il presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, i presidenti dei Parchi Nazionali d’Abruzzo Antonio Carrara, della Majella Franco Iezzi, del Gran Sasso e Monti della Laga Tommaso Navarra e la commissaria del Parco Regionale Sirente e Velino Annabella Pace, il comandante del corpo forestale dello Stato Abruzzo Gen. Ciro Lungo, il delegato per le ONG di tutela dell’orso bruno marsicano, il presidente di “Salviamo l’orso” Stefano Orlandini, il responsabile del Patom Massimo Pellegrini e i tecnici regionali.

“Per orsi problematici si intendono quegli animali che provocano danni o sono protagonisti di interazioni uomo/orso – spiega l’assessore Di Matteo – con una frequenza tale da creare problemi economici e sociali al punto da richiedere un immediato intervento gestionale risolutivo. Il fenomeno va arginato nell’ambito di una strategia di conservazione della popolazione dell’orso bruno marsicano”. Sul tema è stato sperimentato uno specifico documento nell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nelle zone di protezione esterna e, più recentemente, anche nel Parco Nazionale della Majella e nelle zone contigue. Il protocollo è stato approvato dal Piano delle Autorità di Gestione e dal Patom presso il Ministero dell’Ambiente nel 2014. Ha lo scopo principale di individuare gli impegni e le modalità organizzative per renderlo applicabile all’intero del territorio regionale in un’ottica di collaborazione tra enti pubblici, in particolar modo tra le pubbliche amministrazioni e le forze dell’ordine (carabinieri forestali) nelle aree esterne ai parchi.

L’obiettivo è quello di prevenire il fenomeno anche fuori dai Parchi nazionali e regionali, affinché gli orsi non vengano sottratti all’esigua popolazione già a rischio di estinzione presente negli Appennini e vengano sempre assicurate adeguate condizioni di sicurezza per i cittadini. Al fine di perseguire l’obiettivo è fondamentale assicurare un’azione continua di prevenzione e gestione delle condizioni che possano contrastare e ridurre l’insorgenza del fenomeno mediante un accurato monitoraggio e inventario delle possibili risorse trofiche (stalle, pollai, frutteti, orti e rifiuti) presenti in ambiente urbano e appetibili agli orsi; la messa in sicurezza del territorio mediante recinti, cancelli, porte idonee e la rimozione di tutto ciò che potrebbe attirarli. Infine, come strategia, l’attivazione e lo svolgimento di processi di comunicazione finalizzati ad una corretta conoscenza del fenomeno degli “orsi confidenti” da parte di amministratori locali, residenti, turisti e media. “Nei prossimi giorni – ha annunciato l’assessore Di Matteo – firmeremo un altro protocollo con i parchi e le riserve per risolvere definitivamente l’annosa questione dei cinghiali attraverso azioni di sterilizzazione, cattura e abbattimento controllato all’interno dei Parchi. Inoltre, renderemo trasparente e regolamentata la filiera sull’utilizzo e il consumo delle carni”. (www.ladeadellacaccia.it)

FIDC LOMBARDIA: LA REGIONE, IL VOTO E IL POPOLO VENATORIO

Il 22 ottobre Regione Lombardia ha indetto un referendum consultivo tra i cittadini lombardi per chiedere loro se, ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione della Repubblica Italiana, vogliono che la Regione stessa chieda allo Stato maggiore autonomia su alcune materie. Tra queste tre sono di competenza oggi esclusiva dello Stato Italiano ma una in particolare interesserebbe molto il mondo venatorio lombardo. Nello specifico stiamo parlando di quanto previsto dalla Costituzione all’articolo 117 comma 2 lettera s, cioè “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”. E’ evidente che se questa competenza fosse richiesta da Regione Lombardia la partecipazione al referendum del 22 ottobre di tutti i cacciatori lombardi sarebbe molto importante. A questo proposito Federcaccia Lombardia si appresta ad inviare una lettera ufficiale al Presidente Roberto Maroni e all’assessore competente Gianni Fava per sollecitare l’argomento ed avere eventualmente una risposta precisa. Riteniamo che si aprirebbero scenari del tutto nuovi nella gestione delle aree protette, nel contenimento delle specie selvatiche invasive a danno dell’agricoltura e del sistema idrografico, nella tutela delle cacce tradizionali e di alcuni beni culturali, a nostro avviso i roccoli, patrimonio della storia della nostra regione. (www.ladeadellacaccia.it)

Piemonte: In Consiglio Regionale arriva una mozione per chiudere la caccia la domenica

Mai un momento di tranquillità per  cacciatori piemontesi, adesso arriva in Consiglio Regionale una mozione firmata dai consiglieri di Mdp Art 1 Valter Ottria e Silvana Accossato e sostenuta dai consiglieri Pd Vittorio Barazzotto e Nadia Conticelli. Questa posizione era già emersa in estate ed è stata ribadita in un'interrogazione in questi giorni. “Auspichiamo più coraggio da parte della giunta e della maggioranza per garantire ai piemontesi domeniche libere dalle doppiette” e “Si tratta quindi di tutelare, oltre alla salute delle persone, anche un turismo sostenibile in continuo aumento e in grado di trainare le economie delle nostre aree naturali”, questo quanto sottolineato dagli esponenti di Art. 1 MDP.

https://mag.corriereal.info/wordpress/2017/10/11/mdp-in-regione-piemonte-chiamparino-dica-no-alla-caccia-alla-domenica/

 

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