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Luca Gironi

Luca Gironi

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ANUU: SESTO PICCO DI CALDO ECCEZIONALE

  • Pubblicato in Notizie

È arrivato il sesto picco di caldo eccezionale che dovrebbe durare fino a fine mese con temperature che superano i valori normali del periodo bloccando la migrazione post-nuziale dopo un leggero movimento di Balie nere e dopo l’inanellamento del primo Prispolone nella giornata di martedì 22 agosto, senza alcun seguito significativo. Altri segnali di movimento migratorio agostano non si registrano al di là della Sterpazzola, della Cincia bigia e dei primi Luì grossi, mentre i nidificanti dimostrano un buono stato di conservazione per nulla avendo influito la colonnina del termometro sopra la norma. È stato, quindi, confermato, ancora una volta, che i paventati disagi sono privi di ogni elemento scientificamente valido salvo il lancio di informative mediatiche che fanno solo centro sulla stampa “disattenta”. E tutto questo clamore giornalistico viene sempre rapportato alle improvvise condizioni meteo, negative durante l’inverno, e a quelle estive soprattutto di luglio 2003 che, alla fine, non hanno influenzato in alcun modo le specie migratorie interessanti la nostra penisola. Seguiremo l’evolversi di questa situazione climatologica secondo il susseguirsi delle vicende del lungo viaggio dei nostri eterni viandanti del cielo che hanno avuto, nel grande bacino di nidificazione del Nord-Est del Paleartico occidentale, un’ottima fonte di nidificazione.

ARCI Caccia: Finalmente a caccia con tanta passione ed in barba ai professionisti delle 100 sigle che indeboliscono il mondo venatorio



Non siamo allenati alla polemica ma siamo obbligati a notare, perché chiamati in causa, alcune contraddizioni di quanti hanno bisogno di individuare in noi il nemico per giustificare lo stato di guerra che hanno proclamato per il Tesseramento 2017 con un solo, maniacale, obiettivo: l’ARCI Caccia.

L’attività venatoria? Se ne fregano! Le altre Associazioni? Brava è solo la loro FIdC, guarda caso!.

Per motivi di bassa lega hanno immesso “ad arte” le chiacchiere più false e “iettatorie” sull’ARCI Caccia. Si racconta poi di telefonate anonime, pressing con pubblicità ingannevoli. Un sentito ringraziamento a quanti, tanti, malgrado gli assalti, hanno già scelto convintamente la tessera ARCI Caccia e continueranno ancora nei prossimi giorni.

I “signori delle tessere” che volevano ricattare l’Associazione per trasferirla in Federcaccia non hanno “fatto centro”, eppure era già chiara la reazione di rigetto in Italia della loro provocazione, fin dal Congresso.

Fin d’ora vogliamo dare assicurazione e certezza di un’ARCI Caccia 2018 forte, combattiva, rinnovata come è in tutta Italia e in Toscana dove sono in via di soluzione i problemi organizzativi, politici, economici che sono stati lasciati in eredità.

Il tentativo di alzare il polverone è ormai “sputtanato”. Nascondere le contraddizioni che vivono le “new entry” e di qualche già compagno di vita della Federcaccia non è facile come un tempo quando avevano circuito parte del corpo sociale isolandolo dall’informazione, dalla discussione e dalla conoscenza dei fatti. Molte le riunioni fatte dopo il tanto silenzio degli anni scorsi. Ora da FIdC dicono “comporre e non imporre” per risolvere le criticità tra CCT e FENAVERI. L’ARCI Caccia questo insegnamento lo ha anticipato nella sede più qualificata, il Congresso. Per la FIdC sarà l’Assemblea Nazionale. Comporre andrà bene se, però, sarà lasciare l’attuale stato di cose e avere 100 carte d’identità di FIdC: ARCT, CCT, Ekoclub, Oikos, Associazione dei cinghialai, delle Alpi, degli acquatici, e chi più ne ha più ne metta, continuerebbe il caos di comodo di sempre alimentato per il “dividere ed impera”! Dentro casa!

Ricomporre, è andare nella stessa direzione, altrimenti anche oggi sono “composti” tra di loro…ma alla caccia non viene nulla di buono.

Ci auguriamo che sia presto e concreta la scelta della FIdC: se sarà FENAVERI valga per tutti e ovunque. Noi, allora, ci saremo e si faranno tante FENAVERI anche fuori dell’Emilia Romagna. Finalmente! Vendere il “fumo” dell’unità nuoce alla salute e degenera in patologie croniche, letali per i cacciatori.

La FENAVERI oggi resta la “foglia di fico”. La prospettiva quale sarà? Un numero di telefono e la signorina che risponde….”cosa posso fare per lei?”. Troppo poco!

E’ una ipocrisia insostenibile il “bacio a Roma” e la “rissa” nelle Regioni. Non è rispettoso del ruolo dei dirigenti nei territori avvallare il moltiplicarsi di sigle – come messo in scena in Toscana – per dimostrare che la FIdC da sola si basta.

Si bastano nella “casa comune”, anche i “compagni” del Piemonte che così scrivono ai Federcacciatori “…già siamo oltre il 60% dei cacciatori piemontesi e ciò vuol dire che le altre sei Associazioni Venatorie riconosciute superano di poco la nostra metà.

Noi cresceremo ancora, statene sicuri e lo faremo con l’aiuto di tutti voi ma se qualcuno ritenesse opportuno o vantaggioso farsi incantare da quella sirena vada pure, non lo fermeremo di certo.

Faccia bene i suoi conti però e sappia che, se le porte sono sempre aperte per chi vuole entrare e far parte della nostra grande famiglia, d’ora in poi chi la varcherà per andarsene versi altri lidi, dopo li troverà chiusi…”

Che dire!!! Per Federcaccia è una minaccia o una promessa la Federazione nazionale unitaria…”di sinistra” come rivendicato dai neo FIdC quale discrimine di appartenenza, dalle Alpi alla Sicilia.

Ci siamo, arriva la caccia, l’Apertura e scende anche la pioggia che porterà via l’ipocrisia, i documenti scientifici e insignificanti e le altrettanto insignificanti risposte di questi giorni. Le danze contro la siccità dei Verdi e degli Ambientalisti hanno portato dei risultati: piove. A seguire si partirà con la “stanziale” sperando che, laddove si sono fatti “lanci” con compensi ai maestri di “ostetricia venatoria”, i cacciatori (che sono i pagatori) abbiano gratificazioni.

La passione e la speranza saranno la forza del cambiamento. Non ci arrendiamo!

In Bocca al Lupo!!!

Ferrero: Il Piemonte osserva le raccomandazioni di Ispra sulla caccia

Intervento dell'assessore alla Caccia della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero, sull'opportunità di adottare eventuali limitazioni all'attività venatoria prospettate nei giorni scorsi da Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

“Al di là di quanto previsto dalla legge 157/92, si tratta - puntualizza Ferrero - di un documento pertinente ed assolutamente apprezzabile dal punto di vista della tutela dell’ambiente in un contesto di delicata criticità come quello attuale. E' bene però precisare che e indicazioni contenute si rivolgono a due eventi specifici: gli incendi boschivi e la siccità. Per quanto riguarda il primo caso, per fortuna la nostra Regione non è stata colpita in maniera così pesante come avvenuto in altri territori e che nelle aree interessate, costantemente monitorate con attenzione dai carabinieri forestali, è vietata l’attività venatoria. Per quanto riguarda la questione derivante dal lungo periodo siccitoso, le indicazioni di Ispara pongono particolare attenzione agli uccelli acquatici, raccomandando l’apertura del prelievo ad ottobre, evitando le aperture in settembre. A tal proposito la Regione Piemonte rientra ampiamente nell’osservazione di queste raccomandazioni, tanto che non c’è alcuna pre-apertura. Non solo, è stato reintrodotto di recente dal Consiglio regionale il divieto totale di prelievo su ben 12 specie di anatidi, oltre al merlo, all’allodola, alla pernice bianca ed alla lepre variabile. Non sono, inoltre, oggetto di pre-apertura il colombaccio e lo storno, non oggetto in ogni caso di prelievo in Piemonte, presenti invece in altri calendari venatori”.

Nonostante questo contesto, il Settore regionale competente ha richiesto a Province, comprensori alpini e ambiti territoriali di caccia di far pervenire eventuali situazioni di criticità, al fine di attuare tempestivamente e caso per caso eventuali opportuni provvedimenti, e per assicurare il costante monitoraggio delle variabile meteoclimatiche ed ideologiche così come richiesto da Ispra.

“In tal senso - conclude Ferrero - si apprezza la sensibilità di alcuni consiglieri regionali piemontesi, quali Conticelli e Barazzotto, che hanno richiamato l’attenzione sull'attuale critico contesto ambientale ed i suoi effetti anche sulla fauna selvatica”.

ACMA: NIENTE RICHIAMI FINO A NOVEMBRE

“Si comunica che mentre ci aspettavamo dai contatti avuti che fosse questa settimana quella giusta per vedere concesso l’uso dei richiami vivi per la prossima stagione venatoria, è invece stata emanata dal Ministero della Salute una nuova ordinanza che vieta l’uso dei richiami nelle zone ad alto rischio fino al 31 ottobre ( si veda allegato ). Poiché ad oggi, come detto, non sono state emanate le nuove disposizioni di deroga che avrebbero potuto consentire l’uso dei richiami almeno nelle zone non ad alto rischio, l’uso dei richiami rimane interdetto su tutto il territorio nazionale. A seguito di questi sviluppi ACMA e FIdC hanno richiesto immediatamente un incontro con l’istituto di riferimento (Istituto zooprofilattico delle Venezie). Vi terremo aggiornati.”

LE ASSOCIAZIONI VENATORIE CALABRESI SCRIVONO ALLA REGIONE PER LE MODIFICHE AL CALENDARIO VENATORIO

In relazione alla modifica apportata dalla Giunta Regionale Calabrese al Calendario Venatorio, rispetto alla limitazione dell’orario di caccia nelle tre giornate di preapertura, ove sarà consentito cacciare da un’ora prima del sorgere del sole fino alle ore 13, e l’esclusione della Tortora nella giornata del 17 settembre, il Coordinamento delle Associazioni venatorie regionali, composto da Federcaccia, Libera Caccia, Enalcaccia, Arcicaccia, Italcaccia, Anuu Migratoristi ed Eps, – pur non avendo condiviso, le conclusioni dell’ Ispra, contenute nel documento divulgato a tutte le Regioni e al Ministero dell’Ambiente, ha agito tempestivamente, con senso di responsabilità e spirito collaborativo rappresentando alla Regione Calabria un documento prodotto da Federcaccia, condiviso e fatto proprio dal Coordinamento, dal contenuto tecnico-scientifico, con una analisi delle condizioni meteo-climatiche in ordine alle ricadute al patrimonio faunistico, e soprattutto con le evidenze scientifiche ufficiali sulle specie cacciabili in preapertura, ove risulta la loro situazione demografica favorevole, verificata in Italia, nell’arco di quindici anni, caratterizzati anche da stagioni siccitose e calde uguali o peggiori all’anno 2017.

Il coordinamento delle AAVV, comunica inoltre, che in relazione al ricorso al Calendario venatorio, presentato dal Wwf, presso il Tar Calabria, in trattazione il prossimo 14 Settembre; congiuntamente e unitariamente stanno lavorando alla costituzione in giudizio, attraverso atti e documenti tecnico-scientifici, a difesa del Calendario e dell’attività venatoria. Non è superfluo ricordare, come l’iter dal quale è scaturito il Calendario, sia avvenuto con varie riunioni della Consulta faunistico-venatoria, dove il Coordinamento delle AAVV, con partecipazione responsabile e costruttiva, ha avanzato proposte, coerenti alle norme ed ai Key-Concept, sempre in direzione della sostenibilità e della scientificità.

Per queste ragioni, si agirà con determinazione a difesa del Calendario e a tutela dell’attività venatoria in Calabria. (IL COORDINAMENTO DELLE AAVV – FEDERCACCIA, LIBERA CACCIA, ENALCACCIA, ARCICACCIA, ITALCACCIA, ANUUMIGRATORISTI, EPS)

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