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Luca Gironi

Luca Gironi

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ARCI Caccia Pre-aperture. Si può fare di meglio. Però….

Si avvicina sempre con più certezze la prima apertura della stagione venatoria 2017. Il 2 settembre lo prendiamo come data emblema del ritorno a caccia.

L’Approccio strumentale degli ambientalisti dei NO caccia, ha dimostrato tutti i limiti delle esagerazioni che rappresentano. Riproporre la questione ambientale attraverso la maniacale volontà di fare della caccia il male assoluto non fa più breccia, e la stessa opinione pubblica, vaccinata alle provocazioni non si lascia tirare per la giacca. L’ARCI Caccia aveva sollecitato l’attenzione delle Regioni alle questioni della pre-apertura con lettere e comunicati della Presidenza Nazionale e dei Presidenti regionali.

L’intervento a gamba tesa dell’ISPRA delle ultime ore che ha provato a fare da sponda a richieste ideologiche prive di fondamento scientifico ha trovato le Regioni questa volta in gran parte accorte a non subire forzature improprie. Ha ben funzionato anche una rete di consultazioni informale tra gli assessori delle Regioni responsabili.

Il quadro delle Regioni del sud del centro e del nord che applicano la pre-apertura è un segnale importante al quale l’intero mondo venatorio deve guardare con attenzione per trarre insegnamenti per il futuro.

Se una lezione viene dall’incertezza che si reitera ogni anno per le “aperture”, è imparare che occorre un più forte e stabile coordinamento tra Regioni confinanti per i calendari venatori, per le attività di gestione e controllo faunistico con il coinvolgimento delle Province che sono li e talvolta con competenze di polizia anche venatoria e poi degli ATC e dei CA e dei portatori d’interesse in primis agricoltori e mondo venatorio.

Indipendentemente da riforme istituzionali, una più forte collaborazione tra le Regioni e la costruzione di un pensiero che raccolga comuni culture e che corrisponda alle esigenze di governo dell’attività venatoria porrebbe un argine forte alla demagogia e alla propaganda animalista anti rurale. Leggi armoniche per grandi aree omogenee, abusiamo del termine per macro regioni: sud centro, nord (isole a parte), sarebbe anche un passo innanzi per la reciprocità dei rapporti e la mobilità venatoria.

Ora è il tempo delle emozioni dell’alba dell’apertura. Il tempo corre inarrestabile, malgrado i tanti per ora uccelli del malaugurio in circolazione.

Fin d’ora un grazie agli agricoltori che ci ospiteranno. Rispettiamo il lavoro. Ricordiamo anche che la prudenza non guasta mai. Il caloroso fraterno in bocca al lupo dell’ARCI Caccia a tutti, tutti i cacciatori.

Roma, 29 agosto 2017

La situazione delle preaperture

Quasi tutte le regioni prevedono l’esercizio della caccia precedentemente all’apertura generale. Protagoniste di queste prime giornate di caccia, un po’ ovunque, la tortora e i corvidi, a cui si aggiungeranno in alcune regioni il colombaccio, lo storno e il merlo. Quest’ultimo e il germano, sono stati eliminati dall’elenco in Toscana dopo l’arrivo della nota dell’Ispra che invitava le Regioni a prendere i provvedimenti necessari a preservare gli animali più colpiti dalla siccità. Questo ha portato anche ad una riduzione d’orario, si caccerà fino al primo pomeriggio in Toscana, Umbria e Lazio. Tutto dovrebbe procedere come previsto in Veneto, Campania e Sicilia. In Emilia Romagna, proprio stamattina è previsto un incontro tra le Associazioni Venatorie e gli uffici regionali con, all’ordine del giorno, la famigerata nota dell’Ispra.

ANUU: ANCORA INFONDATE PROPOSTE DA ISPRA

  • Pubblicato in Notizie

Ancora una volta il recente comunicato dell’ISPRA sulle limitazioni all’attività venatoria a causa della siccità e degli incendi che hanno colpito il nostro Paese, che pare una fotocopia di altri analoghi ogni qualvolta sembrino sussistere perniciose situazioni meteo, o in inverno o in estate, sembra dettato più dall’idea fissa che l’attività venatoria debba iniziare in ottobre e chiudere in dicembre, mentre in Europa è felicemente già iniziata nell’ambito di precise regole per specie e con prelievi programmati, autorizzati e coordinati.

Non sussistono problemi per gli uccelli migratori, che hanno nidificato tranquillamente nel grande Bacino del nord-est del Paleartico Occidentale, né per la selvaggina stanziale che, mai come in questa stagione, soprattutto la lepre, ha avuto un periodo felice per la riproduzione. E lo stesso dicasi per la caccia da appostamento, come se gli stessi fossero sempre provvisti di una “abbeverata” nelle vicinanze.

Comunque, in vista del cambiamento meteo previsto per i primi giorni di settembre, la proposta di ISPRA di questa allarmante prospettazione faunistica è priva di ogni fondamento ed è basata solo su ipotetici riferimenti suffragati unicamente da un frasario privo di valore scientifico laddove si legge “può condizionare” o “possono favorire” o “può far fronte” o “possono limitare” o “si possono verificare”.

Pensiamo che ve ne sia abbastanza per non condividere lo scritto e rispedirlo al mittente, portando finalmente serenità in un settore bisognevole solo di svolgere la sua attività nel rispetto della biodiversità e nella ripresa dell’economia dello specifico comparto anche a livello artigianale.

ANUUMigratoristi

Fenaveri, Arci Caccia chiede alla Presidenza: Cosa si aspetta a costituire la federazione nelle Regioni?

ARCI Caccia ha chiesto al Presidente della FENAVERI Nazionale di promuovere la Federazione nelle Regioni, a partire dalla Toscana: ha risposto NO. Perché aveva problemi…


Apprezziamo la volontà espressa nel Comunicato Stampa di FIdC, Enalcaccia e ANUU di risolvere i problemi, le criticità esistenti con la CCT.
Disponibili nell’interesse della caccia - che è la nostra priorità - al confronto di merito, indipendentemente dalle sigle. Questo vale per tutte le Regioni. Senza ipocrisie si indichino percorsi, scadenze.
Nel mondo venatorio italiano, purtroppo, c’è chi ha il brutto vizio di interpretare e manipolare la posizioni degli altri e quindi, per fare informazione con trasparenza, inviamo la lettera ufficiale, integrale con la quale si è chiesto di “congelare” la FENAVERI nazionale fino a che la FIdC non risolverà i suoi problemi di modifica dello Statuto ed uscirà dal groviglio di Enti con i quali si presenta. Gli argomenti attenzionali sono più di uno.
Servono le FENAVERI nelle Regioni italiane – è li che si va a caccia non si può più tergiversare - altrimenti uffici e dipendenti a Roma a quale fine? La presenza in FACE non può essere solo ricevere documenti che, per l’Italia, non determinano alcun miglioramento ai cacciatori per i quali l’Europa è sinonimo di problemi. Continuiamo a fare promesse che non si realizzano?
Il cammino unitario delle FENAVERI oggi ha un solo nome Emilia Romagna. Si è già arrestato?

Alleghiamo la lettera inviata alla Presidenza di Fenaveri:

Toscana: ecco il comunicato ufficiale della Regione sulla preapertura

FIRENZE – "Non si può dichiarare lo stato di calamità per la siccità e poi non tener di conto anche
delle sofferenze degli animali", chiosa il presidente della Toscana Enrico Rossi. Nella pre-apertura
della stagione venatoria che si svolgerà come da programma sabato 2 e domenica 3 settembre
doppiette vietate dunque contro germani reali, alzavola e marzaiola, ovvero gli uccelli acquatici di
cui normalmente è consentita la caccia, ed anche contro i merli. Inoltre non si sparerà fino alle sette
di sera, ma solo fino alle 14.
La Giunta regionale lo ha deciso stamani, licenziando tutta una serie di provvedimenti proposti
dall'assessore all'agricoltura Marco Remaschi e che interessano il mondo venatorio: tra questi c'è
anche l'adozione definitiva del regolamento unico regionale che sostituirà i novantuno diversi testi
(48 in vigore e 43 in via di approvazione) che esistevano fino appena ad un anno e mezzo fa, fino al
1 gennaio 2016, quando la caccia rientrava tra le competenze amministrate dalle province e poi
invece tornata in toto in capo alla Regione. Presto sarà approvato anche un piano faunistico unico.
La caccia al germano, all'alzavola e alla marzaiola – tutti uccelli acquatici – è stata sospesa a causa
della siccità dell'estate. Era già successo nel 2003 e nel 2012, altri due anni particolarmente siccitosi
(anzi, il 2003 forse fu anche peggio) e il provvedimento ha due ragioni: quella di aiutare la
conservazione della specie a fronte dei pochi bacini e specchi di acqua allagati dove quest'anno gli
animali saranno costretti a concentrarsi, ma anche una razionalizzazione dell'uso dell'acqua, visto
che la caccia era consentita anche in invasi allagati artificialmente e quindi si sarebbe dovuta
utilizzare in grandi quantità per riempirli.
Nello specifico il 2 settembre si potrà sparare alla tortora africana e al colombaccio. A questi la
Regione ha aggiunto, questo come gli anni passati, cornacchie, gazze e ghiandaie, ovvero quei
corvidi dannosi per le covate, con popolazioni in eccesso e per cui, anche a caccia chiusa, spesso
vengono organizzate battute ad hoc per contenerle lo sviluppo. Per motivi simili sarà consentita, in
deroga, la caccia agli storni, che provocano danni alle coltivazioni di uva ed olivi. Domenica 3 si
potrà sparare invece solo ai corvidi e agli storni, ovvero le specie 'nocive': caccia vietata in questo
caso a tortora e colombacci.
La stagione venatoria vera e propria inizierà come annunciato il 17 settembre e si concluderà il 31
gennaio: limitatamente ad alcune specie partirà ad ottobre o novembre oppure si concluderà
anticipatamente, come è già accaduto negli anni passati.
La giunta ha approvato oggi anche una delibera che riguarda il prelievo selettivo della specie
muflone nei comprensori della provincia di Livorno e Lucca.
Un compromesso scaturito da un confronto approfondito La sospensione della caccia alle specie
acquatiche e al merlo è stato l'esito di un confronto ragionato e attento. Lo sottolineano tanto il
presidente della Toscana Enrico Rossi quanto l'assessore all'agricoltura e alla caccia Marco
Remaschi.
"Il provvedimento che abbiamo adottato è un compromesso rispetto a chi ci chiedeva di sospendere
la stagione venatoria e chi invece era dell'avviso che non si dovesse prendere alcun provvedimento
– dice Rossi -. Ci abbiamo ragionato e alla fine abbiamo preso questa decisione".
"Si è trattato di un confronto approfondito, con il mondo agricolo e quello animalista - aggiunge
Remaschi -. La politica deve decidere e tenere conto della situazioni oggettive. Lo abbiamo fatto.
Qualcuno dirà che abbiamo scontentato tutti, ma mi sembra un ragionevole punto di mediazione".
L'assessore sottolinea anche il grande lavoro, non facile, che è stato necessario per arrivare ad un
regolamento unico venatorio regionale, frutto anche in questo caso di un confronto attento con il
mondo agricolo, venatorio e tutti quei soggetti sensibili al tema della caccia. Un lavoro di
semplificazione importante.

Walter Fortini

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Enogastronomia

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