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Luca Gironi

Luca Gironi

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Un fine settimana a tutto CIEB

Un fine settimana intenso, quello del 14 e 15 Aprile per il CIEB. Si comincia con il sabato, con la cena sociale della delegazione toscana del club che raggruppa gli amanti del piccolo fermatore francese. Una serata conviviale molto partecipata, all'insegna della buona cucina e di una stimolante conversazione con un tema principale... la cinfilia; ovviamente quella legata al breton.

Come nella migliore tradizione la serata si è conclusa con la consegna degli attestati di merito ai soci che nel 2017 hanno ottenuto risultati nelle prove di lavoro o bellezza:

Ancillotti Lorenzo con Nando, Vilma e Gino

Barinci Stefano con Carlitos Tevez

Bendettelli Lorenzo con Errol Flynn ACN

Bettini Fulvio con Ruben

Biagioli Gianni con Tim

Boschi Emanuele con Luna

Boschi Stefano con Tommi e Gimmi

Burroni Luca con Mimou

Calcinai Gianni con Schumi

Cammi Giovanni con Aga

Caponi Alfonso con Billi 2°, Roki e Gimmi

Cappellini Marco con Stellina

Cattalini Valter con Mango ed Erman

Carli Vilmaro con Elfo

Caramelli Riccardo con Luna e Nada della Valletta

Chiarini Riccardo con Jago

Del Rio Marcello con Artù

Da Prato Maria Cristina con Milito

Fabbri Marco con Ago e Minù

Fantozzi Giacomo con Ziro

Fedeli Loreno con Dum ed Oste

Giusti Alessandro con Omia dmsl e Usta della Valletta

Guerrieri Simone con Rogo

Iacomini Giuseppe con Tico e Tig di Marco Giorgio, Roki e Plico

Inchincoli con Ginger

Innocenti Alessandro con Mauro, Valeni dei Doria e Marevk

Lascialfari Fabio con Mito,Alenergi Enzo e Cico

Lombardi Paolo con Pago

Marchi Luca con Charlie

Menichetti Maurizio con Taro

Monti Maurizio con Spina

Navarra Alfredo con Leo

Pierucci Luca con Gheo

Rosi alessandro con Euskadi Devil

Scatizzi Enrico con Kira, Akim, Nina

Sophie Joli con Quick Silver della notte di San Lorenzo

Tomesani Mauro con Brando e George

Tormiai Leonardo con Tris

Tureddi Alessandro con Bisa di San Mamiliano

Tureddi Andrea con Athina

Vatteroni Diego con Hagade

Zucconi Thomas con Mako, Fendi, Dafne e Cristal di Casa Smeraldo

Campanile Orlando con Lea e Peppa

Il giorno successivo, a Pisa, era convocata l’Assemblea dei soci per procedere al reintegro di 4 consiglieri e 1 revisore dei conti dimessisi negli scorsi mesi. Dopo il voto Dallo scrutinio è emerso il seguente risultato: per il Consiglio direttivo Arata Francesco 100 voti, Piva Marco 95 voti, Agostini Fabrizio 89 voti, Garro Pietro 83 voti. Revisore dei conti Zedda Gustavo 84 voti. Al termine delle operazioni voto sono stati premiati i soci che, a livello nazionale, si sono imposti, sempre nel 2017, nelle competizioni più importanti che si sono svolte in Italia e all’estero.

Umbria: ANLC attacca la Regione sul Calendario Venatorio

La segreteria regionale della Libera Caccia (Anlc Umbria) raccoglie il malcontento dei propri associati e dei tanti cacciatori per i contenuti del Calendario venatorio 2018/19 preadottato dalla Giunta regionale dell'Umbria. Un Calendario che non accoglie infatti molte indicazioni contenute nell'articolata proposta di integrazione alla bozza elaborata dalla Libera Caccia sulla base dell'attento studio effettuato dal proprio Comitato scientifico nazionale.

 In particolare, si esprime rammarico per il mancato inserimento delle deroghe alle specie piccione selvatico, storno e tortora dal collare, pur consci che alcuni elementi, quali la mancata richiesta dei danni effettuati al mondo agricolo da parte delle suddette specie, poteva essere superata attraverso gli esponenti degli agricoltori in seno agli Atc, i quali avrebbero potuto fornire una quantificazione, anche sommaria, dei danni prodotti da questi volatili. E questo, nonostante altre regioni consentano di cacciare in deroga queste specie, molto dannose per l'agricoltura.

 I cinofili lamentano poi il mancato inserimento della specie quaglia in preapaertura, che avrebbe avuto come prima data utile il 12 settembre. Quanto all'orario generale di caccia, si era chiesto di ritardare la chiusura la sera di soli 15 minuti, così da uniformare l'attività sul territorio regionale, ma anche questo piccolo accorgimento non è stato preso in considerazione.

 Completamente ignorata anche la richiesta di valutare la continuazione della stagione venatoria nel periodo compreso 1 - 10 febbraio alle specie colombaccio e corvidi, così come avviente in altre regioni. Per fare questo l'Anlc aveva infatti richiesto oltre le due giornate di preapertura, di prevedere il fermo dell'attività venatoria alle specie sopra indicate dal 22 al 30 settembre, in modo da recuperare i giorni necessari per attivare la caccia nella prima decade di febbraio.

 In merito al cinghiale la Libera Caccia aveva proposto di uniformare in tutto il territorio regionale il periodo di caccia interessato, e precisamente da novembre a gennaio. Anche in questo caso la Regione ha disatteso la nostra indicazione.

 Inoltre, dal 1° gennaio al 31 gennaio 2019 la caccia potrà essere effettuata solo con appostamento fisso o temporaneo, nonostante fosse stata richiesta, giustificandola con adeguate argomentazioni tecniche, l'estensione alla caccia vagante, anche per garantire la reciprocità con le regioni limitrofe.

Valutiamo invece con soddisfazione che uno dei pochi punti che ha recepito la Regione Umbria, assieme alla pre-apertura nei giorni 2 e 9 settembre, sia l'abbandono del fallimentare "progetto starna", che tanto è costato e, soprattutto, molto terreno cacciabile ha tolto ai cacciatori dei comuni interessati e non solo.

Ma a pochi giorni dall'adozione di un Calendario venatorio che per le ragioni sopra esposte ha scontentato tanti cacciatori, la Regione con una delibera ha vietato ai propri uffici il rilascio di nuove autorizzazioni per appostamenti fissi senza richiamo, giustificando tale incredibile provvedimento con la necessità di uniformare le norme tra i territori delle due province umbre. Ignorando la proposta della Libera Caccia, che rivedeva l'intera materia degli appostamenti fissi, con e senza richiami vivi, e che avrebbe consentito in modo semplice di uniformare e migliorare le regole, senza interrompere il servizio e creare conseguentemente disagi ai cacciatori e alle associazioni. Per questi motivi l'Anlc ha richiesto agli uffici competenti di attivarsi per avere un quadro completo della densità degli appostamenti fissi per ogni Comune.

 

Su questo, ci aspettiamo che la Regione ritorni sulle proprie decisioni, rimuovendo il blocco del rilascio delle autorizzazioni e tenendo conto della proposta formalizzata, con puntualità tecnica e su base scientifica, dalla nostra associazione.

Arci Caccia Pistoia presenta le proprie proposte sulla gestione all’ATC

 

Durante l’incontro svoltosi nei giorni scorsi tra il Direttivo Provinciale di Arci Caccia e i rappresentanti dell’ATC 11, l’associazione ha presentato una serie di proposte, suggerimenti ed indicazioni al Presidente e ai rappresentanti delle commissioni.

Per quanto riguarda la selvaggina stanziale, Arci Caccia accoglie con sollievo la notizia della prosecuzione dei progetti lepre e fagiano, anche se molto ridimensionati nei numeri. Ci rammarichiamo, però, della decisione del comitato di gestione che sposta, le responsabilità legali e sanitarie nella gestione degli allevamenti, dall’ATC ai singoli allevatori. Ribadiamo che dovranno essere resi ben consapevoli delle possibili conseguenze, per non creare situazioni spiacevoli e non distruggere del tutto il patrimonio di volontariato che si è costruito attraverso i progetti. Progetti che, lo ribadiamo, per noi hanno sempre rappresentato il fiore all’occhiello dell’azione dell’ATC. Accogliamo positivamente la notizia di una maggiore attenzione verso le strutture di ambientamento e produzione, speriamo che nel novero siano comprese le ZRC. La nostra associazione si rende disponibile a collaborare a tutti i progetti di “gestione vera” che saranno proposti dall’ATC, ed anzi, suggeriamo ai membri del comitato di studiare forme di incentivazione del volontariato che diano soddisfazione ai tanti cacciatori che tanto fanno per la caccia. Altre associazioni, potranno riporre la loro fiducia nel pronta caccia, ma per noi, questo è solo un modo per tamponare l’emergenza. Emergenza che non potrà durare che fino alla messa a regime di migliori soluzioni, che i tecnici a disposizione dell’ATC siamo certi sapranno proporci, ma che a nostro avviso non potranno sfuggire ad un potenziamento delle strutture di produzione ed ambientamento, soprattutto quelle poste nei divieti di caccia deputati a produzione e irradiamento della selvaggina.

Riguardo alla gestione della selvaggina ungulata, rileviamo che dopo 20 anni di gestione nella caccia di selezione agli ungulati e dopo l’approvazione del Regolamento Regionale che ha deliberato il superamento dei vari Regolamenti Prov/li, l’ATC 11 ha l’occasione di fare una revisione totale del proprio regolamento, uniformandosi, sia a quanto previsto dalla Regione (es. uso delle armi nella caccia di selezione, prove di tiro…) e nello stesso tempo di semplificare una serie di procedure prevista dalla nostra regolamentazione.

Comunque, se questo è l’orientamento del Comitato di Gestione, l’Associazione non può che essere daccordo.

In particolare proponiamo alcune osservazioni:

1) Si faccia il possibile per uniformarsi alle procedure e alle modalità previste in altri ATC della Toscana per la Gestione e per lo svolgimento della caccia di selezione;

2) Valutare la possibilità di effettuare i censimenti agli ungulati (capriolo, daino e muflone) in modo periodico, e cioè ogni due o tre anni, visto che una serie di dati li rileviamo dalle comunicazioni che fanno i cacciatori nello svolgimento dell’attività di caccia di selezione;

3) Per la specificità del nostro territorio censito, che è in larga maggioranza terreno boscato, riteniamo inutili i censimenti a vista, dato che questi hanno la loro validità in territori aperti e non in terreni boscati;

4) Riteniano sbagliato il fatto che si modifichino le modalità di giustificazione delle assenze ai censimenti, prevedendo che queste si possano effettuare solo con certificazione medica. Infatti, la vigente regolamentazione prevedeva che queste potessero essere fatte anche per motivi di lavoro e/o personali.
Piuttosto riteniamo che sarebbe opportuno rendere più vincolante, per tutte le assenze giustificate, il recupero tramite prestazioni d’opera che l’ATC deve programmare. Tra l’altro, riteniamo che ci sia veramente bisogno di avere presenze non episodiche per una serie di attività (es. Tabellazione, sistemazione dei recinti di ambientamento, progetto lepre, ecc…).

5) Uniformare il più possibile le regole per lo svolgimento della caccia di selezione al Cervo fra area vocata e area non vocata, in particolar modo sui censimenti e sulle quote a carico del cacciatore per l’abbattimento del cervo.
Se è pur vero che il progetto Cervo si deve autofinanziare, e fermo restando le norme
differenti fra le due aree sulla quota di accesso, pensiamo che le due gestioni debbano concorrere in modo uniforme all’obbiettivo previsto dell’autofinanziamento nella gestione del progetto cervo.
Infatti, nelle due aree, l’impegno dell’ATC è uguale, sia nelle gestioni tecnico-amministrative che nell’uso e il mantenimento dei centri di controllo e non trova giustificazione il fatto che i costi si scarichino solo sui cacciatori che praticano quest’attività nell’area vocata.
Appare evidente che nel breve periodo si possono creare squilibri che danneggerebbero la gestione nel suo insieme.

6) Rivedere le quote per gli abbattimenti, riducendo il costo per i maschi adulti e subadulti il cui abbattimento, sempre più spesso viene rifiutato dai cacciatori per gli alti costi. Stessa cosa anche per i piccoli, alfine di incentivarne gli abbattimenti che negli ultimi anni sono stati esigui rispetto al piano. Sempre più cacciatori evitano di fare questi capi, situazione che vale in particolar modo per il cervo adulto.
Se poi lo stesso capo lo possono abbattere a costi nettamente inferiori nell’area non vocata il problema rischia di essere sempre più presente.

7) Annullare l’obbligo di conservare e sbiancare i crani delle femmine, anche perché, dopo 20 anni di gestione, una serie di dati sulla popolazione del cervo già esistono e questi si possono rilevare, se opportuno, anche a periodi alterni (es. ogni 2/3 anni), mantenendo comunque le procedure esistenti per le teste dei maschi, oltre che per la ricerca anche per l’organizzazione di eventuali mostre dei trofei.

Infine, un’unica osservazione sul regolamento del cinghiale: chiediamo di abolire la norma che prevede l’invio, da parte delle squadre, della foto del registro giornaliero prima dell’inizio della battuta.

 

Arci Caccia Pistoia

TOSCANA: LA REGIONE ACCOGLIE IL RICORSO DI FEDERCACCIA SULL’ANNOTAZIONE DEI CAPI ABBATTUTI SUL TESSERINO

 

La Regione Toscana ha accolto il ricorso presentato da un socio Federcaccia, assistito dalla struttura tecnico – legislativa regionale e provinciale dell’Associazione stessa, contro un verbale elevato dalle guardie appartenenti al coordinamento GAV di Siena inerente la presunta mancata annotazione dei capi di selvaggina migratoria subito dopo l’abbattimento. Nel verbale si contestava al cacciatore di non aver provveduto all’annotazione della selvaggina migratoria precedentemente abbattuta, ma non ancora accertata. In particolare gli agenti omettevano i riferimenti alla normativa Regionale ed in particolare l’art. 28 comma 9 bis della L.R. 3/94, ma richiamando bensì l’applicazione dell’art. 12 bis della legge nazionale 157/92, dove si prevede che la fauna selvatica debba essere annotata subito dopo l’abbattimento. La regione Toscana nell’archiviare il verbale ha rigettato tal impostazione in quanto “art.28 comma 9 bis della Legge 3/94 specifica che nel tesserino è annotata subito dopo l’abbattimento accertato la fauna selvatica stanziale e migratoria abbattuta. Comma inserito dalla legge regionale 28 luglio 2017 n° 37; Tale comma si era reso necessario per dare chiarimento ad una norma di difficile interpretazione soggettiva, soprattutto in particolari tipologie di caccia come quella da appostamento fisso”. Inoltre, la Regione ribadisce “che nella legge 3/94 è stata inserita la parola accertato dopo l’abbattimento per consentire l’annotazione certa delle specie abbattute. Certezza che non è possibile fino a ché non si è raccolto il capo abbattuto ed esaminato da vicino per individuarlo senza dubbio essendovi infatti specie con differenze minime non riconoscibili a distanza”. Considerato inoltre “che nel caso di caccia da appostamento è necessario prima dell’annotazione raccogliere i capi abbattuti, esaminarli ed accertare la specie per poi annotarla con certezza;….omissis “senza un esame ravvicinato si rischierebbe di annotare specie diverse, falsando i dati della fauna prelevata con pregiudizio dell’interesse pubblico che invece la norma tutela”. Infine “l’annotazione subito dopo ogni sparo andato a segno renderebbe di fatto impossibile la caccia che invece è ammessa dalla legge stessa e che quindi l’interpretazione in questo senso sarebbe contro la stessa L.R.T. 3/94”. Oltre a queste considerazioni di fondo viene anche fatto riferimento alla recente mozione n° 1101 del 09.01.2018 con la quale la Giunta Regionale viene impegnata a mettere in atto, nel rispetto delle proprie competenze, le opportune iniziative finalizzate alla corretta applicazione della norma nei confronti dei soggetti preposti, al fine di giungere ad una conforme applicazione della stessa e per il caso in questione, affinché l’annotazione debba essere eseguita dal cacciatore soltanto successivamente all’accertamento del capo abbattuto.
Per tali ragioni il verbale in oggetto è stato archiviato. A questo punto la Federcaccia Toscana e la Confederazione Cacciatori Toscani chiedono alla Regione di vigilare affinché venga garantita una applicazione conforme alle valutazioni espresse dall’ Ente da parte di tutti agenti di vigilanza sul territorio, per ristabilire la certezza del diritto per i cacciatori.

Un plauso particolare va al lavoro svolto dagli uffici del “Coordinamento Attività di controllo e sanzionamento amministrativo della Direzione Agricoltura e Sviluppo Rurale” riconoscendone l’alta competenza in merito.

LA FIDC PRESENTE AL 5° SIMPOSIO PAN EUROPEO SULLE ANATRE SELVATICHE

  • Pubblicato in Notizie

La più importante riunione di studiosi europei e del mondo sulle anatre selvatiche, tenutasi in Scozia, ha visto la partecipazione dei tecnici e dei contributi scientifici della Federazione. Sottolineata l’urgenza di un confronto fra il mondo degli ornitologi studiosi e i cacciatori.

5° SIMPOSIO PAN EUROPEO SULLE ANATRE SELVATICHESi è svolto sull’Isola di Great Cumbrae – Millport, non lontano da Glasgow, dal 16 al 20 aprile scorsi il V Simposio Pan Europeo sulle anatre selvatiche, incontro che riunisce tutti gli specialisti studiosi del “Duck Specialist Group” di Wetlands International e fa il punto sulle conoscenze di queste specie acquatiche e le cui indicazioni hanno spesso dirette conseguenze sulle decisioni in campo gestionale e quindi venatorio.

La Federazione Italiana della Caccia, con l’Ufficio Avifauna Migratoria e la sua settoriale ACMA era rappresentata dai suoi tecnici Michele Sorrenti e Daniel Tramontana – unici rappresentanti italiani in assoluto -, e sono stati proposti due contributi scientifici: una presentazione orale e un poster. La presentazione era intitolata “Trends in duck harvest in Italy” (Andamenti del prelievo di anatre in Italia), mentre il poster, intitolato “First tracking data on Eurasian Teals provides new information on their spring migration” (I primi dati sulle alzavole forniscono nuove informazioni sulla loro migrazione primaverile) riguardava il lavoro sulla telemetria satellitare per l’alzavola, recentemente accettato per la pubblicazione su una prestigiosa rivista scientifica. Gli autori della presentazione orale sono Michele Sorrenti, Daniel Tramontana e Alfonso Lenzoni, mentre per il poster sono D. Giunchi, L. Vanni, N.E. Baldaccini, A. Lenzoni, M.Sorrenti, P. Luschi e G. Cerritelli.

Ad aprire i lavori è stato Tony Fox, uno dei maggiori esperti di anatidi europei. Nel suo lungo intervento, Fox ha fra l’altro sottolineato come sia importante, urgente e necessario un confronto fra il mondo degli ornitologi studiosi e i cacciatori, uniti tutti da uno stesso obiettivo: la conservazione di popolazioni abbondanti di anatre selvatiche. Fox ha aggiunto che il mondo degli studiosi deve abbandonare il suo “isolamento” dal mondo dei cacciatori e aprirsi al confronto, citando gli ottimi esempi di collaborazione esistenti in Danimarca.

Il simposio si è sviluppato in 4 giornate, ognuna con relazioni di lavori sperimentali in corso o conclusi, che riguardano la biologia, la distribuzione, l’ecologia e la dinamica di popolazione delle anatre, dal Nord America al Mare del Nord, dalla Scozia alla Francia, fino al Marocco e alla Georgia. Tutti i riassunti dei lavori presentati, sia orali, sia come poster sono disponibili al link: http://www.ducksg.org/wp-content/uploads/2018/03/PEDS5-Programme-and-abstracts.pdf.

La presentazione dell’Ufficio Avifauna Migratoria ha esposto l’analisi delle tendenze dei prelievi di anatidi cacciabili in Italia, per tre regioni (Lombardia, Toscana, Friuli) che hanno fornito i dati e per le Aziende Faunistico Venatorie del Veneto. Questo complessivo dataset, ha consentito di elaborare tendenze analizzate statisticamente dalla stagione 2004/05 fino alla stagione 2015/16, con un arco di 12 anni. I risultati hanno mostrato che per diverse specie i prelievi aumentano (Germano, Alzavola, Canapiglia) e solo per alcune diminuiscono (Codone, Moriglione) mentre per altre il trend è stabile o indeterminato. È stata inoltre presentata la prima analisi dei dati raccolti con l’iniziativa “SOS Moriglione”, quindi una raccolta dati autonoma, che ha permesso di ottenere dati da un buon numero di appostamenti specializzati per questa specie (da 34 a 48 nel corso delle stagioni) che hanno offerto un nuovo punto di vista sulla tendenza del prelievo. L’Ufficio Avifauna Migratoria ringrazia quindi le Regioni che hanno fornito i dati, in particolare gli Uffici Caccia delle Regioni Toscana e Lombardia, la Regione Friuli per avere messo a disposizioni i dati sul sito regionale, l’EPS Veneto e tutti i collaboratori che hanno inviato i dati sui prelievi di Moriglione.

Per Federcaccia è stato un grande successo, sia per gli apprezzamenti rivolti ai contributi proposti, sia per lo scambio d’informazioni e le collaborazioni pianificate con altri enti di studio. Da alcuni anni possiamo dire che l’obiettivo di essere presenti nelle giuste sedi è stato raggiunto, e un salto importante verso una nuova credibilità del mondo venatorio è stato compiuto.

Roma, 30 aprile 2018 – Federazione Italiana della Caccia – Ufficio Avifauna Migratoria

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